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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



domenica 29 settembre 2013

Creatori (e cercatori) di cose belle

A Roma ci sono i miei amici più cari (oltre che i miei genitori), non è stato facile lasciare tutto e trasferirmi a Milano 22 anni fa (dove non conoscevo nessuno - a parte la persona che mi ospitò i primi mesi).
Due di questi amici più cari li ho conosciuti frequentando l'Accademia di Belle Arti, e da allora cerco sempre di vederli quando torno a Roma.
Di Anna Retico avevo già segnalato mesi fa il suo account Instagram e le sue bellissime foto scattate in giro per Roma, dove con il suo senso dell'inquadratura e dei colori riesce a rendere interessante qualsiasi cosa; le foto qui presenti ritraggono invece alcune delle collane, braccialetti, anelli e orecchini che Anna crea grazie al vetro, alle varie plastiche e anche a materiali riciclati che adopera (ad esempio i fiori rossi che si vedono sospesi nella prima foto sono pezzi di bottiglie di plastica).




©Anna Retico - www.annareticodesign.it
Le sue creazioni sono state esposte al negozio del Moma di New York e tra poco saranno visibili anche al negozio del Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Anna lavora da sola nel suo piccolo negozietto di Trastevere (in Vicolo de' Cinque 13), mi piacerebbe che un giorno potesse assumere un aiutante e magari andare a stare in un luogo più confortevole per il suo lavoro (Anna decora con stencil anche tende e stoffe in generale).
Un altro mio caro amico è marito di Anna e si chiama Mauro Rossi: lui realizza dipinti, murales a trompe l'oeil o a grottesche, decorazioni, e bellissimi acquerelli di cui potete avere qualche esempio sul suo blog di schizzi e disegni dal vero, Quelchevale.

Quadri di Mauro Rossi esposti nel laboratorio di Trastevere (Vicolo de' Cinque, 13)

Due illustrazioni di André Édouard Marty
L'ultima passione di Mauro è quella di scovare libri illustrati della prima metà del secolo (specialmente francesi) dove si possono trovare esempi molto belli di linea chiara - due di questi li vedete qui in foto, le illustrazioni sono di André Édouard Marty.
Adesso Mauro legge molti meno fumetti, ma una volta erano un nostro comune argomento di conversazione (è a lui che ho regalato questo).
Il figlio di questa coppia creativa non sembra voler seguire le orme dei genitori, ma ha una grande passione per la tecnologia e i computer; di lui pubblico una bella foto "artistica" realizzata con un Nexus 7 che non aveva mai preso in mano (ci ha giocato un po' usando la funzione "Foto panoramica"; per vedere in realtà cosa si può fare rimando a una mia foto del lungolago di Anguillara).


mercoledì 25 settembre 2013

Un giorno a Roma

A Roma ho vissuto per  18 anni; di questa grande città conosco abbastanza la zona nord e poi il centro, da me molto frequentato  poiché il mio liceo e poi l'Accademia si trovavano lì.
Di quanto ami Roma - nonostante il caos e certe abitudini dei romani - parlerò un'altra volta, il discorso è complesso; nella mia recente visita sono solo potuta passare velocemente in Trastevere e poi in Largo di Torre Argentina e via del Gesù, dove si è svolta la Critical Comics.
Le strade erano piene di turisti, confusione e sole; a un angolo di Largo Argentina ho trovato anche il WiFi pubblico della provincia di Roma, adesso vi si può accedere senza password.
Al centro della piazza c'è un pezzo notevole della Roma antica, messo lì come fosse robetta, con erbacce a crescere (e credo anche danneggiare) in un luogo molto importante della nostra storia. Era così anche ai miei tempi, forse peggio; ho saputo che poi c'era stata una sorta di riqualificazione, ma forse mi sbaglio. Di certo non c'era l'angolino riservato a un'associazione che si prende cura della comunità di gatti che da tempo immemore vive tra i resti romani.
Della 3 giorni della Critical Comics posso dire poco, dato che ho assistito solo al primo incontro del pomeriggio di sabato, quello con Sergio Brancato, Andrea Tosti, Boris Battaglia, e l'intervento scritto di Daniele Barbieri (senza contare gli intervenuti dal pubblico, Ferruccio Giromini, Luca Raffaelli e altri, e la moderazione di Alessio Trabacchini e Laura Scarpa).
Nella CArt Gallery erano esposte alle pareti bellissime tavole originali di Enrique Breccia; sulla parete sopra l'ingresso si poteva intravedere un'opera di Magnus (si vede in una delle foto).
Gli incontri di Critical Comics sono stati filmati con un iPad, e a breve credo saranno messi online (quando avverrà ne darò notizia).

domenica 22 settembre 2013

Un "mio" vecchio Dylan Dog

In omaggio alla nuova conduzione del mensile di Dylan Dog ad opera di Roberto Recchioni ho rispolverato questa illustrazione che realizzai per un caro amico nel 1992 (credo fosse per il suo compleanno).
Questa che vedete è la fotocopia di un disegno realizzato con le solite ecoline e il tratto a pennino (il formato originale è quasi un A3).


sabato 21 settembre 2013

Riposare disegnando


Da pochi giorni sono a casa dei miei genitori, in riva al lago di Bracciano.
Il clima é ottimo, la cucina ancora migliore (mia madre é un'ottima cuoca), e oggi dovrei rivedere dei miei carissimi amici di Roma.
Nel frattempo però non perdo contatto con il gigante di Nathan Never in lavorazione: nell'immagine si può vedere il bozzetto di una tavola. Di solito faccio dei bozzettini preliminari più piccoli, questa volta ho sfruttato la grandezza dell'album da disegno per farne di più grandi e definiti, in maniera che quando disegneró le matite vere e proprie potrò essere un po' più veloce.

giovedì 19 settembre 2013

Due vecchi disegni

Intanto che me ne sto un pochino in vacanza posto sul blog qualche mia vecchia illustrazione: per la prima ho sfruttato lo scanner A3 che mi ha permesso di non tagliuzzare il grosso foglio su cui ho disegnato nel 1993 un personaggio in un'ambientazione tra il fantasy e la fantascienza, a giudicare dai vestiti.
Era il periodo in cui facevo illustrazioni per "Kaos", mi sarebbe piaciuto disegnare un fumetto con questo stile - ma non ce ne è stata l'occasione. Nel disegno credo di aver usato pennello e pennino.

Della seconda illustrazione ho solo la fotocopia, credo; risale al 1990, periodo in cui usavo il mio tratto "da incisione" sia per le illustrazioni che per i fumetti. Ho usato il pennino per il tratto e per colorare le ecoline.
Questa volta il personaggio di Ivan compare in altri miei disegni e bozzetti e progetti di un fumetto dal titolo "Il faro" (adoro i fari, li trovo estremamente affascinanti); non ho mai disegnato una sola tavola ma ci ho pensato su tanto, avevo anche una specie di canovaccio (che ogni tanto aggiustavo) e diversi personaggi. L'ambientazione era di tipo post catastrofico, ma tutto girava intorno a questo faro ristrutturato in maniera da ospitare un laboratorio sperimentale - insomma, mi ero ingegnata per inventarmi una trama abbastanza complessa, non so quanto interessante (in ogni caso negli anni successivi tutto quel poco di originale che mi ero inventata è stato visto in film e fumetti, ho perso decisamente l'attimo).
Dato che diverse specie marine comparivano in maniera importante nel fumetto mi ero messa a leggere libri di biologia marina - cose da matti...




mercoledì 18 settembre 2013

Una bella fumetteria (e una comunicazione di servizio)

La scorsa domenica sono andata alla fumetteria Cosmic Comics di Fidenza per un incontro con appassionati di fumetti; ho disegnato dei Nathan, delle Legs, e persino un paio di personaggi manga!
Michele, il gestore della fumetteria, è davvero gentile ed appassionato, e il suo negozio cerca di soddisfare  i desideri di vari tipologie di lettori e appassionati di gadgets della zona.
Purtroppo domenica pioveva e non credo abbia aiutato chi voleva venire all'incontro, soprattutto ho dovuto disegnare all'interno invece che fuori, come previsto. In ogni caso è stata davvero una bella giornata; con Davide Castellazzi, che ha collaborato all'organizzazione, si è cercato di rispondere a qualche curiosità dei lettori di fumetti sul dietro le quinte di questo lavoro.
Sotto ci sono 3 foto che testimoniano l'incontro.
Adesso la comunicazione di servizio: sarò assente più di una settimana per delle specie di ferie (dico specie perché non credo che mi riposerò) quindi potrò accedere a internet solo saltuariamente. Chiedo pazienza a chi mi scriverà. I post che appariranno sono programmati, se sarò fortunata riuscirò a postare via mail se vedrò qualcosa di interessante in giro.
La mia cagnolina rimarrà a casa, spero non senta troppo la mia mancanza (di certo io sentirò la sua).

Io e diversi simpatici appassionati di fumetti; il secondo da destra è Davide Castellazzi
Il grande Michele (ho dimenticato di chiedergli perché Ciclope ha ragione...)
E tra i fumetti in vendita...tòh!, anche degli Ossian (i cui redazionali erano stati curati proprio da Davide Castellazzi). A sinistra si vede anche la "sorella" di collana Shanna Shock di Marcello Toninelli

lunedì 16 settembre 2013

Tavola inchiostrata

In questo post ho fatto vedere 3 tavole a matita del gigante di Nathan Never in lavorazione e raccontato come sono arrivata a farvi delle correzioni; oggi posto una di quelle tavole dopo l'inchiostrazione e la retinatura (saranno possibili altre piccole correzioni).

©copyright Sergio Bonelli Editore

venerdì 13 settembre 2013

Un progetto da sostenere (e varie altre cose da vedere)

"The true story of Mr Like" è un progetto che  si dovrebbe sviluppare attraverso 13 episodi animati di 2 minuti ciascuno; gli autori sono Massimo Colella e Giacomo Nanni (trovate le loro bio in fondo al post linkato).
Potete già ammirare il primo corto, davvero bello e inquietante; se vi piace sostenete il progetto con una donazione (si può partire da 5 € in su) e diffondete la notizia. Si possono usare carte di credito (anche le prepagate naturalmente), PayPal, oppure se avete difficoltà potete scrivere direttamente agli autori.

A Roma dal 20 al 22 settembre si svolgerà "Critical Comics", una 3 giorni della critica fumettistica organizzata da ComicOut (Laura Scarpa) con tanti incontri e tavole rotonde che si svolgeranno alla CArt Gallery.
Invece a Bologna dal 15 ottobre parte un corso in 5 lezioni di Scrittura creativa e tecniche di sceneggiatura tenuto da Massimiliano Di Giovanni, direttore artistico di Kappa Edizioni e docente di Fumetto all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Il corso costa 120 €, per info scrivere a farefumetti@libero.it (o andare su questa pagina Facebook).

Nel 2008 è uscito il film Disney di animazione "Bolt" - non ne sapevo nulla e l'ho visto solo pochi giorni fa. Chi ha un cane deve assolutamente vederlo. Intendiamoci, non è originalissimo, non ha una tecnica di animazione incredibile, la trama è molto lineare e senza grosse sorprese; l'idea base ricorda un po' "The Truman Show", ma la serie di gag e i personaggi sono irresistibili, regia e sceneggiatura sono ottimi - tutti i tempi sono giusti, e soprattutto chi ha scritto il film sembra davvero conoscere bene i cani. Oh, io mi sono anche commossa (no, non solo alla fine).

Ho aggiornato il post precedente sostituendo le tavole e ricaricandole in immagini che le affiancano a due a due. Una mia amica mi ha detto che usando un browser diverso da Chrome le vedeva disposte in un'unica colonna, una sopra l'altra: e io che avevo fatto tanta fatica ad affiancarle usando Windows Live Writer con il mio Windows 7 "virtualizzato" (che con Blogger non si può)...
Per caricare la nuova versione delle immagini ho usato solo Blogger, che le riduce comunque a formati prestabiliti (per vederle bene bisogna cliccarci su); non so se lasciarle così - forse in formato migliore per essere osservate da tutti i tipi di browser e schermi, oppure se usare di nuovo Windows Live Writer per usare un formato un po' più grande: suggerimenti?
Inoltre due parole per chi ha adottato la "verifica in due passaggi" nei vari servizi Google che la supportano (molto consigliata per una migliore sicurezza): alcuni programmi per pc non la supportano e quando si tratta di immettere la password l'accesso viene negato (è il caso di Windows Live Writer). Bisogna andare nelle impostazioni di Google e "autorizzare" lo specifico programma: viene spiegato tutto qua.

Adesso un po' di immagini e cose viste al volo:

martedì 10 settembre 2013

Una piccola lezione di fumetto

La lezione di fumetto è quella che Antonio Serra ha dato a me durante una telefonata di 20 minuti - ho pensato di parlarne qui perché può essere d'aiuto ad aspiranti fumettisti, o comunque a capire come funzionano certi meccanismi per cercare di migliorare il proprio lavoro.
Le 3 tavole che vedete di seguito fanno parte del Gigante di Nathan Never su cui sto lavorando (ci lavorerò fino al termine del 2014). La scena è una delle poche di questa storia di 220 pagine in cui si parla seduti a un tavolo: ci sono Nathan, Sigmund e Branko, la sala è quella delle riunioni dell'Agenzia Alfa.
Le scene in cui le persone parlano senza muoversi di solito sono abbastanza noiose da disegnare, e forse anche da leggere, nonostante spesso siano fondamentali per certi passaggi narrativi della storia; io cerco sempre di renderle meno uniformi cercando di variare inquadrature e punti di vista.
Torno a ieri: disegnate queste 3 tavole le spedisco via mail allo sceneggiatore Giovanni Eccher e al curatore Antonio Serra; quest'ultimo le vede subito e mi chiama al telefono nel giro di pochi minuti: esordisce dicendomi che dal punto di vista del disegno non ha nulla da dire, vanno benissimo (e aggiunge che da quando ho iniziato il gigante ha notato che il mio disegno è migliorato molto, tra le altre cose non vede più persone sproporzionate - mi capitava - o troppo rigide; persino Nathan finalmente sembra aver perso quell'aria un po' intronata che tendevo spesso a dargli).
Ma di cosa stanno parlando i 3 protagonisti seduti al tavolo delle riunioni? Di rapporti aziendali? Di cosa cambiare nell'arredamento della sala (non so, tipo il tavolo ad esempio...)? No, in verità la discussione dovrebbe essere molto tesa, loro sono molto molto preoccupati per avvenimenti che non posso raccontare, e alla fine pianificano il modo con cui poter risolvere il problema che si trovano davanti: dai miei disegni non si capisce (vedere la prima versione a sinistra).
Quasi vignetta per vignetta Serra mi spiega che con poco posso dare un'espressività diversa ai personaggi - in pratica si tratta di lavorare sulla loro "recitazione": posture diverse, sguardi più intensi o preoccupati, illuminazione diversa - non quella generica che avevo immaginato io all'inizio.
Io non sto in silenzio, la nostra è una conversazione, Serra mi indica una cosa, io ne suggerisco un'altra seguendo il suo ragionamento; contemporaneamente (sono davanti al pc con le tavole aperte in Manga Studio, nella mano sinistra ho il telefonino e nella destra la penna ottica) inizio a correggere e disegnare e subito mi rendo conto di come queste tavole possono migliorare.
Avevo terminato una lunga giornata lavorativa alle 18 e 30, aggiungo un'altra oretta per terminare le correzioni (non posso aspettare, voglio vedere quelle tavole con il nuovo punto di vista).
Le tavole corrette le vedete sulla destra, sono disegnate un po' alla buona perché le correzioni sono state fatte direttamente e velocemente in Manga Studio (mentre gli originali sono su carta).
Cliccare sulle immagini per ingrandirle




©immagini SBE

Forse non faccio una grande figura raccontando questo episodio - avrei dovuto accorgermi anche io che le tavole non funzionavano; a mia parziale (molto parziale) discolpa posso spiegare quanti siano i pericoli del disegnatore seriale: in certi giorni in cui si è più stanchi (io poi lavoro praticamente tutti i giorni, anche se non 8 ore al giorno di filato) si legge la sceneggiatura con superficialità, non notando le indicazioni che spesso sono già presenti nelle descrizioni delle vignette (che la discussione fosse tesa Eccher l'aveva scritto all'inizio). Talvolta ci si dimentica cosa si è disegnato la settimana prima, o l'atmosfera della scena precedente, specie se per i motivi più vari si procede a pezzi e salti; e a volte ci si lascia prendere dalla necessità di risolvere problemi contingenti di disegno e inquadratura - il tavolo, il non ripetere le posizioni - e si dimentica cosa veramente si sta raccontando e come.
Un buon editor serve anche a questo: dal di fuori vede tutto a volo d'uccello, si rende conto di cosa non quadra, soprattutto sa spiegarlo bene e sa tirare fuori il meglio dal disegnatore (secondo le sue possibilità e i suoi limiti): Antonio Serra in questo è bravissimo, e tanto aiuta la sua capacità di disegnatore (non sono mai stati pubblicati suoi fumetti ma Antonio sa disegnare, anche se non ai livelli richiesti per pubblicazioni professionali come quelle bonelliane).

*Nota sul tavolo: il tavolo a forma di "A" non è facile da disegnare e mettere in prospettiva; avevo fatto dei bozzettini ma non mi convinceva la posizione delle linee di fuga. Ho così deciso di costruirmi un semplicissimo modello in 3D con Google Sketchup - che mi è venuto così così - ma l'importante era vedere in maniera approssimativa come si comportavano le linee sghembe del tavolo a seconda dei vari punti di vista: con il modello potevo ruotare attorno al tavolo con la mia "telecamera". Con soddisfazione mi sono accorta che i miei bozzettini rispettavano quello che vedevo con il modello 3D posizionato allo stesso modo :)

sabato 7 settembre 2013

Intorno al film "Into Darkness": una conversazione a due (seconda parte)

La prima parte è qui.
Illustrazione di ©Giacomo Pueroni per la rivista Robot

P:
E a proposito di “fare le pulci” rispetto a un supposto canone sacro di Star Trek: nonostante il fatto che Abrams ci stia sostanzialmente raccontando di uno Star Trek alternativo in Into Darkness ci sono un sacco di riferimenti a episodi delle varie serie – faccio un esempio che persino io ho notato: la presenza (breve ma importante) degli esserini pelosi autoreplicanti di “The Trouble with Tribbles” (in italiano “Animaletti pericolosi”); a me la loro apparizione ha divertito molto, ma sospetto che per altri la cosa sia apparsa assurda (o sbaglio?).
So che tu hai scovato un sacco di citazioni, puoi raccontarne qualcuna?

G: 
Volentieri. Accettato il fatto che il film sarebbe stato un re-boot, gli autori hanno voluto dimostrare che la vecchia serie era sempre lì, che se la ricordavano. Come dicevo prima, qualcuno la chiama una ruffianeria, ad altri sembrano omaggi. De Gustibus, come al solito, così è se vi pare. Nel film precedente c'era stata tutta una lunga serie di particolari con riferimenti passati: Spock burlato a scuola (si vedeva nella serie animata, che però molti fan non hanno mai visto considerandola infantile), la ragazza "verde" orioniana, la divisa di Pike da ammiraglio, l'accento caricato russo che usava Walter Koenig (che interpretava Checov nella serie classica), dove cambiava sempre le V in W ma sembrava un russo da operetta. E l'origine del soprannome di McCoy, mai rivelata prima. La stessa storia tra Spock e Uhura, a riguardarsi con occhio clinico la serie classica si nota che in diverse puntate Spock aveva un occhio di riguardo verso Uhura.

Un Tribolo era già apparso, semi nascosto, nel film precedente, sul pianeta di ghiaccio, in una gabbietta sulla scrivania dell'ufficio di Scotty. Il personaggio di Carol Marcus era apparso nel secondo film (L'Ira di Khan) e ci era stato detto che era stata una donna importante per Kirk, al punto di avergli dato un figlio. Ma molti fan contestarono a suo tempo che nella serie non era mai stata nominata. Nel film porta la stessa pettinatura caratteristica che aveva Sally Kellerman nel secondo episodio pilota classico, "Oltre la Galassia"*.
Sia nel primo film che nella serie animata precedente ci hanno mostrato nell'equipaggio anche diversi alieni, cosa non ripetuta troppo nelle varie serie, più che altro per problemi di budget, limitandosi a poche protesi facciali, ma Roddenberry sostenne più volte che avrebbe voluto un equipaggio interraziale anche extramondo. Nei due film di Abrams ci mostrano molti alieni inseriti in posti tradizionali, in federazione e fuori: un'ostetrica, un guardiamarina sul ponte, una cadetta orioniana (lo ragazza verde), e nel film recente Kirk si sveglia nel letto con due ragazze leonine, e sono della razza caitiana, apparsa solo nella serie animata. Ci mostrano che è normale in questo futuro trovarsi a fianco degli alieni, e che essi non sono pericolosi, ma integrati
perfettamente, dimostrando la validità dello scopo della Federazione.

Illustrazione inedita di G. Pueroni con i 3 protagonisti di Jonathan Steele (di F. Memola)
La stessa "missione quinquennale" è il caposaldo della serie classica. La prima direttiva, il comando primario della Federazione: la non interferenza con razze aliene con grado di sviluppo inferiore. Una delle costanti era che spesso veniva violata, ma mai ci mostravano le conseguenze. Qui ce lo mostrano con quell'eccezionale conclusione a sorpresa della sequenza prima dei titoli. Checov in origine era un giovanissimo genio, che sostituiva Spock alla sezione scientifica, anche se poi gli facevano fare sempre il navigatore. Qui ci mostrano che è capace di fare l'ingegnere capo, e la cosa ci può benissimo stare. Sulu si ritrova sulla sedia del comando e deve dare un ordine a John Harrison con tono pericoloso, e ci riesce benissimo, e poi commenta che è stato bello sedersi su quella poltrona e avere quel potere. E noi lo sappiamo che a suo tempo diventerà il comandante della USS Excelsior (in ST 6), e ci hanno mostrato che ha stoffa e carisma e le palle. La luna di Kronos (il pianeta Klingon) appare distrutta. Noi possiamo immaginare si tratti di Praxis, una delle sue lune, che esploderà in futuro (6° film). Vedendola distrutta ti viene naturale dire "É lei, è Praxis!". Scendono sul pianeta usando una navetta sequestrata nella vicenda Mudd, e il riferimento è a un personaggio ricorrente della classica, suggerendoci che tra i due film ci hanno avuto a che fare (la vicenda è stata raccontata nelle serie a fumetti attuale della IDW). Kirk ordina alle due guardie con la maglietta rossa di cambiarsi d'abito, e in fondo dice a noi che quei due non moriranno come facevano sempre tutte le guardie con la maglietta rossa.
Il fatto che McCoy parlava sempre a base di metafore, e qui viene proprio detto in maniera esplicita.
Spock e Uhura? Come accennavo prima, riguardando adesso la serie classica ti accorgi che nelle prime stagioni Spock aveva davvero un atteggiamento protettivo verso di lei. E lei, spesso nell'ultima stagione, era  quasi trattata da macchietta, limitandosi a farle dire "Frequenze di chiamata aperte" e davvero poco altro. Qui  le creano una storia con Spock. E quindi? "Interessante, vediamo come procede..." pensa il fan che è dentro di me. "Che orrore" pensa invece un altro fan. Chi di noi ha ragione?

La sezione 31 era stata inserita da Ronald Moore nella serie Deep Space Nine, ed era diventata una delle più grosse cause di discussione tra i fan: una federazione pacifista aveva al suo interno una sezione militarizzata di bastardi carogne e disposti a tutto? Ma se esisteva perché non l'hanno usata contro i Borg, per esempio? E come facciamo a non sapere che potrebbero prendere il controllo della Federazione? E infatti in Into Darkness lo hanno fatto, e il cerchio si chiude.
La nave di Marcus può essere guidata da anche una persona sola, ed era una cosa che da tempo i fan si domandavano: "Ma l'Enterprise può essere guidata da una persona sola?" ovviamente no, visto che aveva il navigatore, il pilota, eccetera. Qui però mostrandoci una nave con questo particolare, ci dicono che per le altre navi serve un intero equipaggio.

P: 
Sì, io ci ho visto più rispetto per i fan della serie che altro, non certo una presa in giro. Poi in un film di 2 ore come fa a entrare tutto lo spirito di una serie, come si fa a presentare e magari approfondire bene 7/8 personaggi?...Non so, per me qualsiasi cosa si fosse fatta avrebbe scontentato qualcuno – molti direi.
Altra cosa che ho letto in giro: “si rompe sempre tutto, questa tecnologia è inaffidabile, e oltretutto quando le cose si rompono si riparano a furia di calci! Che cavolata!”
Non so tu, ma a me sembra che anche nella serie classica ci fossero di queste “leggerezze” - che poi fanno parte della natura di certa fantascienza in cui è presente il lato comico/umoristico (che in Star Trek c'è); senza parlare del fatto che noi non sappiamo nulla di tecnologia che “sarà inventata tra secoli”, no? Chi lo dice che non sarà sensibile a certe sollecitazioni meccaniche?
Faccio per dire, a me non interessa nulla della verosimiglianza di cose che sono state inventate dal nulla da degli scrittori di fantascienza a cui interessa il conflitto umano, in fondo, e non come funziona esattamente la reazione del dilitio nei motori a curvatura...

G:
"Come funziona il teletrasporto?" pare che chiesero una volta agli autori di Star Trek. "Bene, grazie" fu la loro risposta. Quando si sente che gli scienziati stanno studiando come realizzare la velocità dell'Enterprise, significa che stanno studiando il principio ipotizzato nel telefilm, non che cercano di farlo funzionare con il dilitio. Quando si dice che alcuni scienziati hanno fornito la consulenza a Star Trek, si dimentica di dire che questa consulenza si è limitata a correggere le distanze citate nella storia, o a correggere qualche svarione tecnologico, e non invece che la scienza di Star Trek sia reale e funzioni in quel modo.
E allo stesso modo Asimov non aveva idea di come funzionasse davvero un cervello positronico. Uno dei capisaldi di ogni serie di Star Trek era l'incidente, il guasto, il danno alla nave, che dava il via all'avventura. Quante volte hanno avuto problemi con qualche computer? Quanti problemi ha dato il ponte ologrammi? Nella serie classica era sempre citato che Scotty era in grado di fare miracoli nelle riparazioni, quindi qualche problema da riparare c'era sempre.
Tavola da Nathan Never n. 249 (Masala/Pueroni/Vietti) inchiostrata da G. Pueroni

Una delle discussioni più accese che ci sono state riguardava la nave sott'acqua all'inizio del film. É assurda, come fa a muoversi, che scopo ha, eccetera. Io faccio il ragionamento opposto, che ho imparato in tanti anni passati a lavorare con gente creativa che scrive.
Tu, autore, decidi che Kirk violerà la prima direttiva per salvare un amico. É già stato fatto in passato, ma non è mai stato mostrato cosa voglia dire oggettivamente violare la prima direttiva. Il discorso è che non bisogna mai interferire con una società primitiva: divieto di mostrarsi o di interferire con il loro sviluppo naturale. E cosa c'è di più memorabile su grande schermo (non in tv, ricordiamolo bene) e che ti rimane bene in testa che non mostrare che gli indigeni vedono proprio la nave spaziale (se fosse rimasta in orbita non l'avrebbero vista)? Io a questa scena volevo applaudire, per come mostrava chiaramente un concetto che finora avevamo sempre trattato in maniera ipotetica.
In 8 dei 10 film precedenti la trama era semplicemente buoni contro cattivi. Eppure nei film di TNG si raggiungeva il colmo che in tutti e 4 alla fine SEMPRE il cerebrale capitano Picard aveva uno scontro fisico col cattivo di turno, nemmeno fosse James Bond. Ma adesso pare che le botte contro i cattivi in un film di Star Trek siano intollerabili.

P: 
Grazie a Giacomo per avere accettato di fare questa strana cosa, nata quasi per caso durante uno scambio di pareri in Facebook (tramite messaggi privati). Questa origine "spezzettata" - e i nostri impegni - hanno fatto sì che la conversazione non sia molto "sul pezzo", il film "Into Darkness" ormai è cosa vecchia per i ritmi moderni.
Se qualcuno vuole intervenire nei commenti e dire la sua sarà il benvenuto, e per i fan di Star Trek io e Giacomo lanciamo una specie di quiz: chi sa riconoscere tutte le Enterprise rappresentate nel disegno della prima parte del post?  Giacomo sul suo blog spiega anche come è nata quell'illustrazione.

* Star Trek classico ebbe due telefilm  pilota. Il primo fu "The Cage" (Lo zoo di talos), e c'era Jeffrey Hunter come comandante (il comandante Pike), e un primo ufficiale donna (Majel barrett, che poi farà l'infermiera Chapel, che era che la moglie di Roddenberry).
Non piacque ai capi, ma il produttore G.L. Coon riuscì a convincerli a dar loro una seconda possibilità, e un anno dopo partirono con "Oltre la galassia". Jeffrey Hunter ormai era un divo da cinema, così chiamarono un giovane attore di origine canadese, tale William Shatner, e inventarono il capitano Kirk; Spock fu promosso primo ufficiale, venne cambiato il medico di bordo, le divise, i prop, anche la nave venne leggermente modificata.
In Italia venne trasmessa la serie ma non il primo pilota. O meglio, "nì". Poiché il primo pilota era costato tanto, pensarono di riutilizzarlo; per cui scrissero una puntata doppia, "L'ammutinamento", in cui inserirono, come flashback, buona parte della sequenze del pilota. Per cui vedemmo il pilota lo stesso.
Nella sua forma originale arrivò solo molti anni dopo, circa a metà degli anni '90, in VHS, con le sequenze originali solo in bianco e nero. Ora è stato recuperato integralmente ed è inserito come bonus nei dvd.
De L'ammutinamento non c'è la pagina italiana di memory alpha, ma c'è quella inglese.

venerdì 6 settembre 2013

Ebook da leggere e un mio incontro in fumetteria

Inizio questo post parlando dell'incontro pubblico in una fumetteria di Fidenza, la Cosmic Comics, che avverrà il 15 settembre dalla 14 alle 18. Io sarò li a fare una chiacchierata con Davide Castellazzi e non so chi altro, e farò qualche disegnino. Nel poster si può vedere un disegno che avevo fatto tempo fa per Davide - il tema obbligato erano le raygun. Ah, sarà presente anche la mia cagnolina Kristal!

Ormai di ebook pubblicati ce ne sono abbastanza da poter sicuramente trovarci qualcosa di interessante da leggere - fatta salva la grande quantità di autopubblicazioni che scimmiottano le mode del momento (l'erotico-soft, il fantasy adolescienziale, e altri generi simili - più che per il genere in sé la cosa che mi disturba è che spesso sono scritti male, per non parlare dei titoli orribili che svelano già la pochezza del contenuto).
In mezzo a questi ebook ogni tanto trovo qualcosa che mi attira per i più svariati motivi, libri che so non avrò il tempo di leggere, ma li segnalo lo stesso:
Per finire un paio di articoli che parlano di ebook in rapporto al cartaceo:
Si cerca disperatamente di trovare una soluzione possibile alla crisi dell'editoria, pensare a come può aiutare il digitale è una delle strade, non so se basti. Un esempio dello stato delle cose è dato dalla visione del video in questo post, allegria..:  :due punti edizioni: LA RESA DEFINITIVA

Intorno al film "Into Darkness": una conversazione a due (prima parte)

Avvertenza per i lettori: se non siete appassionati di Star Trek e di fantascienza meglio saltare questo post e la sua seconda parte, che sarà pubblicata a breve!
Nota sulle illustrazioni (cliccarci su per ingrandirle): nel secondo post lanceremo un quiz legato all'illustrazione di Giacomo Pueroni; a proposito della mia, diversissima da quelle che faccio di solito: la traccia è biecamente ricalcata da un famoso poster, e il cocuzzolone di Pine quindi è proprio così.
 I commenti sono disabilitati perché credo sia meglio riunirli nel secondo e ultimo post, dove si completa il discorso.


Disegno di ©Giacomo Pueroni
Non sono una fan sfegatata di Star Trek, non sono insomma una trekker , ma mi piace la
fantascienza da quando ero adolescente e film e telefilm in tema  li guardo sempre volentieri, spesso anche se la qualità non è eccelsa.
Di Star Trek ho visto praticamente tutte le serie, e anche i film cinematografici; poi magari non ricordo tutto, specialmente se non l’ho rivisto, ma insomma conosco alla buona l’universo di Star Trek, che ho amato molto per il sottofondo scientifico-esplorativo, per l’intento utopico di convivenza pacifica universale, e poi per la varietà di alieni che si sono visti all’interno delle varie serie (ho una passione per i personaggi alieni e mi piace molto disegnarli, se posso).
Non mi interessa qui parlare bene o male di “Star Trek Into Darkness”, quanto prendere spunto dalla reazioni di chi l’ha visto per fare un discorso più complessivo sulla “sacralizzazione” di una serie, di personaggi di finzione - in questo caso di un telefilm/film, ma credo che il discorso potrebbe essere allargato anche a certi fumetti di tipo seriale.
In questo ultimo film di Abrams posso cogliere diverse citazioni, ma non tutte; sia per questo motivo, sia perché mi sono ritrovata a discutere di Into Darkness con Giacomo Pueroni (bravissimo disegnatore e trekker patentato) ho pensato che non era una cattiva idea mettere in chiaro sul blog le nostre chiacchiere in proposito.

Patrizia:
Ciao Giacomo, una tua breve presentazione per i lettori del mio blog.

Giacomo:
Ciao ciao, e un saluto a tutti. Sono un disegnatore dal 1996 (un novellino al tuo confronto), ho lavorato prevalentemente su Zona X e Jonathan Steele, e al momento sono impegnato tra Dragonero e Nathan Never come inchiostratore. Da sei anni sono uno degli illustratori ufficiali della rivista di fantascienza Robot, edita da DelosBooks. Dalla mia più tenera adolescenza sono stato un appassionato di fantascienza, in tv, al cinema e sui libri. E più o meno da allora sono diventato anche un trekker. O anche trekkie, alla fine non è poi considerato così offensivo.

P:
Come dicevo a inizio del blog non vorrei entrare nel merito della bontà o meno di questo film – credo che tutti siano d'accordo sul fatto che non sia un capolavoro del genere fantascientifico, e che il suo scopo dichiarato è quello di “intrattenere”; purtuttavia tra “film d'intrattenimento” e “film per cretini” credo ci siano ancora delle differenze, almeno credo - e sul concetto di intrattenimento, di film leggero, scemo, poco profondo o che so io ci si potrebbe perdere: io la faccio semplice, de gustibus! Dato che persone anche intelligenti e colte hanno opinioni diversissime sulle stesse cose ho capito che arrivata alla mia età mi importa solo di una cosa: mi sono divertita?  E questo indipendentemente dalla complessità dell'opera, dai “messaggi”, dalla fattura, dalla leggerezza, dalla coerenza, ecc.

G: 
Io tempo fa con gli amici inventai l'esempio della Nutella. A me piace, posso esserne ghiotto, ma allo stesso modo ci sarà qualcuno a cui non piace. E i motivi per questo possono essere gli stessi per cui invece a me piace. Ovvero ognuno di noi ha delle attese, esperienze o richieste, in base alle quali emetterà un giudizio personale. La Nutella è buona? Io dico di sì, tizio magari dirà che gli fa senso che sia spalmabile. Ma rimane comunque un giudizio soggettivo.
Se tizio dice che il sole non sorge, o che il sole gira intorno alla terra, io posso correggerlo, ma se parla di un film o di un telefilm la cosa è più difficile.
Anch'io ho letto in giro alcune "espressioni forti" sul film, e ho anche dei buoni amici che sostengono le stesse cose. Ma non ci litigo, e ormai abbiamo imparato che possiamo avere opinioni differenti.
Conosco altri trekker più o meno dal 1990 o poco prima. Più o meno dal 5° film cinematografico in poi, e posso dire che dopo ogni film o telefilm ci sono state discussioni imperniate sugli stessi argomenti usati oggi contro i film recenti: non è Star Trek, non è credibile, gli attori non vanno, la storia fa acqua... niente di nuovo sotto il sole.

P:
Hai ragione Giacomo, io a tratti riesco lasciare perdere e a non leggere niente nei forum, poi ci ricasco. Ad esempio diverse settimane fa sul thread del film in un forum ho letto questo (l'ho letto su diversi altri posti, a dire il vero): "se al posto dell'Enterprise ci fosse stata un'altra navicella con altro equipaggio non sarebbe cambiato nulla, è un film d'azione fantascientifico non un film di Star Trek." Certo, bisognerebbe pure sapere cosa si intende  per "film di Star Trek”...

G:
É questione proprio di punti di vista. Se io ci vedo quello che considero un omaggio, ne sono felice, e dico che è proprio Trek. Uno a cui non piacerà la vedrà come una brutta scopiazzatura, e dirà che non ha nulla di Trek. Chi ha ragione?
In passato film e telefilm di Star Trek ci hanno dato di tutto e di più, a volte contraddicendosi, e ogni volta si diceva "É Star Trek perché lo hanno fatto i soliti autori, e ci fidiamo". Non era esattissimo però, spesso gli sceneggiatori cambiavano, o alcuni utilizzavano (male) personaggi inventati da altri, rivoltandoli o aggiungendo nozioni non indispensabili (penso ai Borg), che però strizzavano l'occhio ai fan. Ma quando vedevo certe cose, mi domandavo cosa avessero di trek oltre al nome nel titolo.
Adesso abbiamo altri autori, completamente differenti. E danno la loro visione. E qui puoi decidere che la visione è trek o non lo è. Per me lo è, così come ho accettato che fosse trek molto materiale del passato che mi sembrava discutibile.
Tempo fa mi incastrai in una discussione inutile, con gente che contestava che quello di Abrams fosse un universo parallelo. Non gli interessava che la cosa fosse detta nel film, venisse ripetuta più volte, loro sostenevano che avevano cancellato tutto il futuro come lo conoscevamo noi, considerando questo uno spregio verso tutto lo Star Trek del passato, "cancellato" secondo loro. E per confermarlo citavano episodi televisivi che non credo abbiano mai capito... e non parliamo solo di ragazzini, ma anche di gente adulta, seria, posata e con famiglia.

P:
Disegno di Patrizia Mandanici (ArtRage+Manga Studio 5)
Questa cosa della cronologia, del rispetto della stessa nelle varie serie post-classica...è una cosa che va oltre i miei ricordi da pesce rosso (e sarà che sono settata sul non dare peso alle incongruenze, non lo so). A partire da The Next Generation per finire a Enterprise, e poi i vari film, mi sembra che le divergenze (magari minime) con la serie classica iniziano da subito - o no? Quand'è che le differenze possono essere chiamate "universo parallelo"?

G:
Una serie televisiva che ha nel suo passato molti episodi ed una lunga storia, è dannatamente difficile da scrivere. Perché ci sono mille e mille cose dette e fatte in passato che non si possono contraddire.
Eppure ogni tanto accade. In una storia un viaggio nel tempo crea un paradosso, in un'altra quel paradosso non si genera.
Ma una serie come Star Trek, che ha un passato di quasi un migliaio di episodi e diverse serie, ha molti problemi a  proseguire il suo corso. Con tutte le cose dette e raccontate, quando viene fatta con una certa ottica, è comprensibile solo da chi ha visto una buona parte di quei telefilm. Chiunque altro avrà l'impressione di guardare il secondo tempo di qualcosa, e non sempre avrà voglia (e tempo) di recuperare e guardarsi il primo tempo. Per cui tendi a rivolgerti sempre allo stesso pubblico. Nei film trek al cinema, ci si rivolgeva a costoro, chi aveva già visto i telefilm. Ma col tempo si era visto che  questi appassionati non bastavano più. E a causa di grossi errori nella produzione degli ultimi due film (L'insurrezione e Nemesis) parte di questi appassionati erano rimasti delusi, ed era diventato evidente  che realizzare un film solo per i fan, non sarebbe bastato, in futuro. In quel momento, dopo la cancellazione anche della serie tv Enterprise, Star Trek era ufficialmente morto. Nessun interesse nel fare nuovi film, né per serie nuove. E per anni non s'è mosso nulla. Ma proprio nulla.
E poi un giorno hanno provato a rilanciarlo. Questo marchio che aveva perso buona parte della sua popolarità, e hanno scelto di ripartire dall'inizio. Se pensi a come il cinema ha trattato molte vecchie serie TV, non c'era da stare allegri: Charlie's Angels, Mission Impossible, The Saint, Starsky & Hutch, Hazzard, tutti film lontani anni luce da quello che erano i telefilm.
Se devi ri-raccontare una storia come fai? Come fai a rendere credibile un personaggio che sai che non può morire in quella vicenda, perché diventerà un comandante eccetera? Qui gli sceneggiatori avevano in mano una serie di Fantascienza, ed hanno creato una trovata da fantascienza.
Potevano fregarsene di ciò che è stato fatto in passato, invece lo hanno preservato. Sapendo che gli appassionati avevano visto le puntate sui viaggi nel tempo, dove un evento passato cancella un evento futuro, hanno scelto di stabilire che ciò che cambia nel passato non distrugge quello che era avvenuto dopo, ma creava una nuova linea temporale. Era una trovata che la fantascienza letteraria aveva usato mille volte, ed esistevano ormai mille e mille variabili sui viaggi nel tempo. Ma essendo - appunto - un'invenzione della fantasia, non ha regole, se non quelle che stabilisce chi le scrive. E in questo caso ci è stato detto "É un universo parallelo, alternativo". E serve a rassicurare tutti noi, a dirci che la vecchia linea temporale è sempre là, che nessuno vuole cancellarla.

P:
Sì, poi è chiaro che una scelta così dà libertà di inserire cose nuove, e giustamente salvaguardare le vecchie serie. Credo che certe persone sacralizzino troppo i loro ricordi di gioventù (tra l'altro fallaci), e trattino i personaggi di fantasia come persone esistenti, e le trame come realtà: inquietante...

G:
In fondo lo facciamo un po' tutti, con le cose che amiamo. Mi prendo la mia parte di colpe. Ti piace pensare che sia un'universo esistente da qualche parte. L'importante è quando sapere fermarsi.
É un po' una cosa che leggevo recentemente relativa alla serie tv di Under the Dome, da Stephen King. King raccontava che accettava venissero cambiati certi personaggi, accorpato altri e cambiato anche le cause dell'evento, perché la serie TV doveva durare mesi e non una settimana come nel libro. E perché se rimaneva identico a nessuno sarebbe interessato il finale, sarebbe stato sufficiente leggerlo sulla Wikipedia. Per cui che ben venissero certi cambiamenti. Poi - aggiungeva King - i libri mica erano cambiati. Stazionavano sempre sullo scaffale, identici a prima.

P:
Esatto! Come quelli che dicono "hanno rovinato quel tale personaggio o quella tale serie" solo perché si introducono nuove varianti in serie successive, o in adattamenti, non tenendo conto che questi cambiamenti: 1) piacciono a diverse altre persone; 2) i cambiamenti non sono retroattivi e le opere che ci sono tanto piaciute rimangono intatte, pronte a essere rilette o riguardate; 3) nessuno obbliga nessuno ad andare a vedere/leggere certe cose – basta guardare le anticipazioni o leggere recensioni per farsene un'idea più che chiara, specie per gli esperti/fan/sgamati.
Denigrare chi apprezza  i film di Abrams (o solo alcuni di quei film, come me), il nuovo volume della Lega dei Gentlemen, l'adattamento tal dei tali, e così via non mi sembra molto bello – voglio dire, criticare i film si può e si deve, dopodiché i film vengono visti da occhi diversi in modo diverso, e in momenti della propria vita diversi: non si può dire che lo spettatore sia solo massa indistinta, sarebbe sottovalutare il diritto di ognuno di interpretare e reinterpretare un'opera, bella o brutta che sia; inoltre i film vengono visti e recepiti in maniera diversa a seconda dei momenti particolari della nostra vita (probabilmente 20 anni fa non sarei andata a vedere questo film o se ci fossi andata non mi sarebbe piaciuto - chi lo sa...).      [...Continua nella seconda parte]

mercoledì 4 settembre 2013

Sfogliando qualche fumetto

Ultimi acquisti che spero di leggere a breve, intanto li ho un po' sfogliati - segni e storie diversi, ma grande capacità grafica in tutti mi sembra.

Da "Siegfried" - Alex Alice - Panini Comics

Da "Siegfried" - Alex Alice - Panini Comics
Questo "Siegfried" (Panini Comics) è un'adattamento del poema epico tedesco della saga dei Nibelunghi; la storia - confesso - non mi interessa per nulla, ma sono stata attratta dal talento del disegnatore Alex Alice, dal suo segno classico e curato (ogni tanto mi serve tornare a guardare disegni così, che pure di solito non mi affascinano più di tanto).

"Billy Nebbia" - Guillaume Bianco - Bao Publishing

"Billy Nebbia" - Guillaume Bianco - Bao Publishing

"Billy Nebbia" - Guillaume Bianco - Bao Publishing

"Billy Nebbia - Il dono dell'Oltrevista" (di Guillaume Bianco, Bao Publishing) arriva dritto dai consigli di Boris Battaglia (solo che non trovo più il post che ne parlava tempo fa), è un libro che parla della morte e di come affrontarla - e certo, è anche divertente e con tanti disegni carini ecc., ma anche malinconico e crudo in un certo senso. C'è molta fantasia e talento in punta di pennino, ed estrema cura dell'oggetto libro - molto bello insomma.

"Fiume lento - Un viaggio lungo il Po" - Alessandro Sanna -Rizzoli

"Fiume lento - Un viaggio lungo il Po" - Alessandro Sanna -Rizzoli

"Fiume lento - Un viaggio lungo il Po" - Alessandro Sanna -Rizzoli
"Fiume lento - un viaggio lungo il Po" (di Alessandro Sanna, Rizzoli) l'ho visto sabato da Supergulp, l'ho sfogliato e i disegni mi sono sembrati davvero belli, era l'ultima copia rimasta e il gentile Fabio me l'ha messa da parte mentre finivo il mio giro in fumetteria; al momento di tornare in cassa ho scoperto che un turista francese l'aveva visto in cima alla mia pila e aveva tentato di comprarlo - è uscito molto deluso.
La storia è raccontata solo con questi splendidi acquerelli, nessun testo li accompagna.
Su Fumettologica altre tavole tratte dal volume di Sanna.

"Ekhö" di Christophe Arleston e Alessandro Barbucci - Bao Publishing
Ekhö" di Christophe Arleston e Alessandro Barbucci - Bao Publishing

"Ekhö" è un albo alla francese (di Christophe Arleston e Alessandro Barbucci, Bao Publishing), una versione in bianco e nero dell'originale a colori - che non ho. Non ci sono neri, tutto sembra un po' pesante e confuso senza l'aiuto della colorazione, eppure da disegnatrice a me piace ammirare un segno "nudo" (quando è bello, come in questo caso), posso notare cose che spesso sono un po' nascoste nella versione completa.

Da "War painter" di Laura Scarpa - Aces Weekly


Per finire una vignettina di Laura Scarpa ("rubata" dal sito di Aces Weekly) dove la sua storia "War Painter" è arrivata alla quarta puntata. Qui trovate i 4 post in cui Laura racconta la genesi di questo fumetto (oltre a varie ricette di cucina).
"War Painter" è una storia che parla di soldati pittori, ma anche di come una disegnatrice di oggi riflette sul disegnare una storia di pittori che dipingono la guerra - una guerra di un secolo fa. Lo stile di Laura si adatta a questa nuova forma digitale, usa i pennelli di Photoshop per costruire col colore e i livelli in maniera veloce, fresca. Leggere il fumetto in inglese non mi dà l'idea precisa del ritmo, un po' mi fa entrare di meno nella storia; inoltre la serialità del sito, che pubblica 3 tavole alla settimana, a mio parere dilata troppo i tempi di lettura.
Qui Laura Scarpa si interroga sulle possibilità del digitale, che certo ancora ha ampi margini di miglioramento ed evoluzione. In Aces Weekly oltre alla modalità un po' particolare di fruizione del fumetto digitale a mio parere c'è anche un problema di qualità: non c'è confronto tra la storia di Laura Scarpa e le altre presenti contemporaneamente in visione; forse era meglio fare una selezione più accurata - specie per un progetto così importante (opinione personale, poi magari gli abbonamenti sono tanti e allora va bene così).

Pubblicare post via mail

Questo é un post di prova, se tutto va bene dovrebbe apparire sul blog quello che ho scritto in una mail - il titolo coinciderà con l'oggetto della stessa.
L'indirizzo del destinatario lo si trova nelle impostazioni di Blogger, in parte é personalizzabile.
Provo anche ad allegare una foto.
Ah, e buon settembre a tutti, stagione di ripartenze, di nuovi progetti, e per alcuni - ahimè - di chiusure e brutte sorprese.