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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



domenica 27 maggio 2018

Ritorno sul blog con vari consigli di lettura

Scusatemi per la lunga assenza, problemi famigliari.
Il tempo corre, e io sono indietro col lavoro (e del tempo lo sto perdendo anche cercando di capire come adeguarmi al GDPR - pare che non siano molti i blog che non hanno attivato Analytics e plugin, come il mio, e Google aiuta solo in parte; nonostante io non raccolga i dati di nessuno - per sicurezza ho disattivato i pulsanti dei Social - un'analisi gratuita del sito Cookiebot dice che non sono a regola: sappiate che è possibile che sospenda il blog finché capisco cosa diavolo devo fare senza spendere troppo o perdere tempo).


"Generazioni" è una delle varie miniserie di 6 numeri che stanno affiancando la serie di Nathan Never (Sergio Bonelli Editore) da qualche tempo; ideata da Antonio Serra ogni numero si ispira a un genere e stile fumettistico diverso - omaggio a dei classici che scoprirete man mano: il primo albo è in edicola con il titolo di Hell City Blues, sceneggiatura di Giovanni Eccher e disegni di Alessandro Russo.
Alla miniserie partecipa anche Massimo Dall'Oglio che è il disegnatore di un albetto allegato al numero di Nathan Never adesso in edicola, il 324 (Il segreto di Eve Lynam, storia di Alberto Ostini e disegni di Elena Pianta, copertina di Sergio Giardo).
Per capire meglio cosa è Generazioni si possono leggere le parole di Antonio Serra, qui (o guardare il video di presentazione con vari disegnatori e sceneggiatori della miniserie - oltre che Serra - qui su Youtube).
Aggiungo che ho visto le tavole del n. 2 di questa miniserie e posso dire che i disegni sono veramente eccezionali (e la storia promette bene da come mi è stata raccontata).

Un altro articolo di Boris Battaglia sulla natura del fumetto: "Quando leggi un fumetto, quello che fai è guardarlo" (Fumettologica). Qui uno stralcio:
Guardando tavole come queste [di Winsor McCay] ci rendiamo conto di come il fumetto sia un sistema espressivo complesso, il cui specifico è un’attività visiva spaziale (cioè lo spostamento dello sguardo nello spazio fisico) necessaria a costruire senso temporale. Se dovessi usare un’espressione più stringente, una definizione più immediata, direi che il fumetto è una simmetria contingente 
E sai quale fondamentale conseguenza deriva da questa cosa? 
Che decade necessariamente quel dualismo che definisce invece la letteratura (e questo dimostra una volta per tutte che il fumetto non è una sovrastruttura letteraria): il dualismo tra storia e discorso. Nel fumetto più che in ogni altro mezzo d’espressione il cosa è il come, il dove è il quando. E viceversa.
Continuano le "Cronache da supervisor" di Daniela Zaccagnino: "Perchè dare il massimo anche se il tuo fumetto verrà stampato in sole 100 copie".

Per adesso mi fermo qui, e non so quando riuscirò ad aggiornare il blog; intanto un saluto a tutti quelli che continuano a leggermi.