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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



giovedì 25 settembre 2008

Western e lotterie


La mia infanzia è stata caratterizzata da una massiccia presenza del genere western: film, telefilm, e naturalmente fumetti, primo tra tutti Tex. Pare che verso i 5 anni o giù di lì sia stata elettrizzata dalla visione di "Ombre rosse" alla tv; da allora in poi ho inventato e disegnato storie  con protagonisti indiani e cowboys, immancabilmente.
Ci giocavo anche, con pistole, cinturoni, arco e frecce. I cinturoni me li costruivo col cartone, per necessità; a quei tempi certi giocattoli erano un po' un lusso, per certe famiglie. Io però non ho mai avvertito nessuna mancanza: mi sono sempre divertita un mondo, e disegnare costa poco e rende tanto. 
Questo fumettino di epoca fine anni 70 scaturisce da quella passione, e dalla voglia di mettermi dalla parte dei perseguitati, in quel caso i nativi americani - gli indiani.
Avevo circa 13 anni, come già detto usavo qualsiasi supporto per disegnare fumetti, e questo è uno dei più buffi: un blocchetto di quelli che si usano per le "riffe" casarecce, le lotterie tenute da bottegai vari - nel mio caso  il macellaio o il "fruttarolo", non ricordo bene; all'epoca abitavo in un  quartiere periferico di Roma nord.
Si possono notare su quei doppi foglietti staccabili i numeri che, a quanto pare, non mi davano per niente fastidio. Possiedo un altro blocchetto con su un'altra storia western; probabilmente mi piacevano tanto perchè potevo staccare con facilità le vignette mal riuscite. C'è da tenere conto il fatto che io disegnavo direttamente a penna senza fare alcuno schizzo a matita; credo che ignorassi del tutto le tecniche del disegno.
Il link conduce all'album su Picasa dove ho inserito per adesso le prime 8 "pagine"; più in là ne vorrei aggiungere altre (sono in tutto circa 90 paginette, piene di cose anche assurde). Incredibilmente la storia si conclude con un "Fine del 1° episodio", evento raro per me all'epoca!  

lunedì 22 settembre 2008

Ancora Gregory, a colori


Ogni tanto vado a scartabellare nei mucchi di cartelline piene di disegni, invano sistemati in base a criteri razionali.
Oggi per caso mi sono imbattuta in un "vecchio" disegno di "Gregory Hunter" a colori - tipo di produzione molto rara per me.
L'illustrazione risale al 1998, realizzata con acrilici su carta. In quel periodo avevo tentato di usare il colore in maniera abbastanza tradizionale, con risultati altalenanti. Facevo molta fatica a padroneggiare questa tecnica, e l'ho abbandonata presto.
La data apposta sul disegno indica il 1998, nonostante la serie sia andata in edicola a partire dal 2001: questo per dire con quanto anticipo si devono preparare le serie a fumetti!

venerdì 19 settembre 2008

Il podcasting, una piccola passione


Per chi non lo sapesse, il podcast è un file audio o video (se audio generalmente in formato mp3) che è scaricabile da internet sul proprio computer, e da qui trasportabile su tutti i supporti che lo consentano (lettori mp3, altri computer, lettori dvd che leggono il formato mp3, Psp, ecc.).
Quasi tutte le trasmissioni radio hanno il loro podcast sul sito internet, e anche molte di quelle televisive, dove è possibile recuperare spezzoni di trasmissioni e interviste.
Io ad esempio ascolto molto la radio, ma spesso alcune trasmissioni non riesco a seguirle a causa di un orario non comodo. Grazie al podcast posso recuperare quello che mi interessa e scaricarmelo sul computer; a volte trasferisco i file mp3 di queste trasmissioni sul mio lettore e le ascolto mentre porto a spasso il cane - per fare un esempio.
Una delle mie trasmissioni preferite è "Alle otto della sera", trasmessa su Radio Due. Per mezz'ora al giorno circa, e per qualche settimana, studiosi anche di fama parlano di un tema specifico, a carattere storico. Si va da Annibale al Medio Evo, dalle Crociate al delitto Moro, e di solito il racconto non è mai tedioso ( a chi interessa, certo!). Al link precedente troverete l'elenco archiviato di decine di trasmissioni con le relative puntate, pronte da scaricare.
Negli ultimi tempi il podcasting si è esteso a macchia d'olio, ormai anche i blog più comuni hanno questa funzionalità, comoda per chi non può stare molto al computer e intende seguire le proprie trasmissioni radio, o i propri blog, in altri momenti.
Il podcast è scaricabile liberamente una volta trovato il sito che ci interessa, ma è molto comodo, per chi vuole seguire le puntate future, usare un software apposito per effettuare degli abbonamenti - o iscrizioni (del tutto gratuite, di solito) - come ad esempio iTunes (consigliato per Pc e Mac, molto comodo e chiaro, scaricabile al link precedente in maniera gratuita).
Su iTunes tra l'altro i podcast disponibili sono divisi per argomento (storia, letteratura, trasmissioni comiche, sport, ecc.), ed è qui che ho trovato anche qualche podcast video con tutorial di Photoshop (segnalo questo in italiano): non male!
Un altro podcast da segnalare è quello delle lezioni di storia della Laterza: interessantissimo.

mercoledì 17 settembre 2008

Un amico sceneggiatore


Diversi anni fa ( 1994-95) ho avuto modo di lavorare come disegnatrice per l'allora "Il Corrierino" marca Rizzoli-Egmont, il cui editing era gestito dalla Struwwelpeter (cioè Laura Scarpa e Giorgio Pelizzari).
Con Giorgio ho collaborato al suo fumetto "Jordi eroe galattico", pubblicato sul Corrierino in tre episodi - una storia con alieni, avventure spaziali, e altri ingredienti avventuroso-umoristici con cui mi sono trovata molto bene, data la mia passione per il genere.
Terminata questa esperienza un po' prematuramente io e Giorgio non abbiamo smesso di pensare a qualche altra possibile collaborazione, ma  quel punto eravamo già entrambi indaffarati con altri lavori (io ad esempio avevo già iniziato a lavorare per la Sergio Bonelli).
Tuttavia  pensavo di poter fare qualcosa nei ritagli di tempo, così Giorgio mi ha dato una nuova serie a cui lavorare, pensando poi di andare in giro a proporla agli editori: "Doppio gioco" era stata pensata per un pubblico di ragazzi, con protagonisti principali Theo e Bred, un bambino e un adulto finito nella nostra realtà a causa di un incidente informatico . 
Nei disegni che si possono vedere al link precedente ci sono gli studi dei due personaggi, più una tavola inchiostrata (l'unica). Io avrei voluto usare uno stile abbastanza grafico, come mi riesce in un paio dei disegni, stile che non riesco a mantenere del tutto nella tavola inchiostrata. 
L'insoddisfazione dei risultati (insoddisfazione solo mia), e la constatazione che il tempo libero era molto minore di quello che immaginavo, mi hanno portato a "dare buca" a Giorgio, e ad abbandonare il progetto.
Giorgio Pelizzari ha questo atteggiamento serafico da cui è impossibile trarre i segnali umorali propri in questi casi: delusione, irritazione, sollievo...chi lo sa! Siamo ancora amici comunque, e a distanza, ormai, continuiamo le nostre dispute sulle recenti uscite fumettistiche. 
Mi sembra giusto, però, dare qualche notizia in più sulla sua lunga carriera di sceneggiatore, sperando di aggiornarla al più presto, dato che il "ragazzo" merita.

Lo sceneggiatore Giorgio ha iniziato la sua carriera variegata molti anni fa, a inizio anni 80: scrive soprattutto storie per ragazzi, pubblicate su una quantità davvero varia di riviste, da "Cartoni in Tv"al "Corriere dei Piccoli" (dove lavora con Leo Cimpellin), "Corrier Boy" (dove scrive storie per Casertano). Nel 1983 su richiesta di Tiziano Sclavi sceneggia "Kerry il trapper" e un paio di "Zagor"; non si lascia sfuggire collaborazioni anche con "Il Giornalino" e "Tiramolla". Negli anni 90 è sceneggiatore e responsabile redazionale della rivista di racconti e fumetti sulla natura "Moby Dick",  dopo verrà l'esperienza  con "Il Corrierino", più altre collaborazioni varie per riviste della Egmont Publishing.
Nel 1999 dopo aver frequentato un corso di Creative Writing presso l'Accademia Disney inizia la colaborazione alle testate "Minnie Mag" e "Topolino". Successivamente sceneggia le fotostorie di "Barbie", e nel frattempo continua a scrivere storie per "Focus Junior" (la serie di  "Shellrock Holmes") disegnate da Stefano Tognetti.

Immagine: copyright© G. Pelizzari - P. Mandanici


domenica 14 settembre 2008

Testo più immagine = fascino





In questi giorni su internet si fa un gran parlare del nuovo browser di Google, Chrome. Non ho molto da dire su questo, non sono competente, e a pare mio bisogna sempre aspettare un po' di tempo e testare bene i programmi prima di usarli; per adesso mi va più che bene Firefox
La cosa che mi ha incuriosito è stato uno dei mezzi che Google ha usato per pubblicizzare l'evento: un fumetto di Scott McCloud, già autore di "Capire il fumetto. L'arte invisibile", "Reinventare il fumetto", "Capire il fumetto", editi da Pavesio.
Di questi libri io ho letto solo il primo, che ho trovato interessante comunque, al di là se si condividono o no le idee di McCloud sulla natura del fumetto come linguaggio.
In questi casi il mio interesse non va solo al contenuto, ma anche a come questo contenuto viene trasmesso - in questo caso: un saggio di teoria del fumetto scritto con il fumetto stesso.
Nel caso di Chrome McCloud usa il fumetto per spiegare le caratteristiche di questo browser, e lo fa con il suo solito stile chiaro e preciso. Non c'è paragone, piuttosto che leggere un articolo pieno di spiegazioni su cosa è Chrome mi vado a leggere il fumetto di McCloud. 
Il fumetto didattico se fatto bene può essere più efficace di mille articoli, o saggi. L'unione di testo e immagine ha una sua profonda efficacia che mi sorprende sempre; se mi capita di vedere anche da lontano la forma di un balloon non posso fare a meno di esserne irretita, devo sapere cosa c'è dentro, e sotto, e scoprire la storia che mi vuole raccontare. 
Nel fumetto, anche se costituito da una sola vignetta, anche se muta, con didascalie o balloon, vedo un movimento che mi porta verso qualcosa: quel qualcosa da scoprire è quello che mi affascina da sempre, da quando mi è capitato un fumetto tra le mani, ancora analfabeta. 
Nel caso del fumetto "classico", costituito dal rapporto tra testo e immagine, la tensione che si instaura tra questi due mezzi espressivi è fonte di possibilità inesauribili, anche nelle forme più grezze. 
Sono abbastanza dispiaciuta del fatto che il fumetto, oggi come oggi, venga letto sempre meno.

P.S. Sul sito di Scott McCloud date subito un'occhiata a "The right number".

venerdì 12 settembre 2008

Questioni di genere


Penso che ci siano, specialmente in questa epoca, molti uomini che rifiutano il maschilismo che, sottotraccia (e anche no, in certi casi), permane ancora nella nostra società; non è facile liberarsi da secoli - millenni - di patriarcato.
Con tutta la buona volontà, dubito che questi uomini riescano però a capire fino in fondo cosa voglia dire subire delle discriminazioni di genere, specialmente quelle che sono più sottili e meno evidenti. E' normale: per capire cosa significa vivere da donna bisognerebbe esserci nati.
Ieri sono capitata sul sito dell'Anonima Fumetti e ho scovato questa notizia: nel 1938 la Walt Disney rispondeva a un'aspirante disegnatrice (animatrice, più precisamente) che loro non accettavano donne, perchè semplicemente quello era un lavoro da uomini. Per le donne forse c'era la possibilità, in Disney, di fare qualche altra cosa tipo riempire le linee o qualcosa del genere - il solito lavoretto laterale, di sostegno, di serie b insomma. Il tutto scritto a macchina su una carta da lettere non ironicamente decorata da Biancaneve, i sette nani e animaletti vari. In fondo alla lettera, se non sbaglio, chi firma è un qualche responsabile donna: ironico, questo sì, ma nient'affatto sorprendente se si pensa che in un sistema siffatto le donne, per poter avere delle possibilità qualunque, vi si devono adeguare; spesso senza avvertirne l'ingiustizia.
La cosa che più mi ha colpito, però, è stato un commento letto sul sito che forse conteneva la notizia originale, dove Suzanne Holland scrive di sentirsi le lacrime agli occhi, leggendo questa storia, e ricordando la sua personale (e bruciante) esperienza di discriminazione quand'era a scuola (se non sbaglio la nostra prima media), diverso tempo fa: lei amava suonare i tamburi (o la batteria - maledetto inglese - ma dubito che a quell'età a scuola la facessero suonare), ma le dissero che no, non poteva, poichè quello strumento era roba da maschi; adesso invece le ragazze possono farlo, per fortuna - concludeva la Holland.
Le ragazze adesso possono fare un sacco di cose (ma non tutto); ma quante di noi 20, 30, 40 anni fa si sono sentire dire "non puoi perchè sei una femmina?" Alcune possono rischiare di sentirselo dire anche adesso; ed è una frase che se ascoltata in giovane età può produrre frustrazioni devastanti.
Io per quanto riguarda il mio lavoro non ho avuto mai problemi di questo genere; ma durante la mia vita quella frase - "Non puoi perchè sei una femmina" - l'ho sentita, sì, ed è una cosa che suscita delle sensazioni che un uomo, come dicevo prima, non può capire.

La lettera qui riprodotta la trovate all'indirizzo Flickr di Sim Sandwich, nipote dell'aspirante disegnatrice.

giovedì 11 settembre 2008

Il non finito


Continuo il recupero di miei vecchi fumetti, questa volta saltando al 1987. A quell'epoca usavo i pennarelli, anche nella "colorazione" (di solito uno o due toni di colori, nei fumetti, mentre ho diverse illustrazioni colorate con tutta la gamma degli Stabilo), e questo stile che io definisco un po' mellifluo, anche se qui già ampiamente influenzato dalla lettura di Andrea Pazienza (forse non si nota molto).
Ignoro il perchè della scelta del titolo: credo sia del tutto casuale, qualsiasi cosa andava bene, dato che del contenuto sapevo poco anch'io.
E' probabile che il tema della storia sia stato ispirato da un sogno (o più sogni); il che significa che non avevo una storia precisa da raccontare, ma delle suggestioni, più visive che altro.
A mia discolpa c'è la scelta di non andare oltre la prima tavola: non è il mio record di fumetto non-finito, questa pratica diffusissima tra i giovani disegnatori dalle idee un po' confuse.
Io poi sono sostanzialmente una disegnatrice, e non una sceneggiatrice, o autrice completa; disegnare era più importante che imparare a raccontare, anche se disegnare è anche raccontare; ma non basta per portare avanti con giudizio un fumetto, lungo o breve che sia.

lunedì 8 settembre 2008

Navigando navigando...


Ieri sono capitata per caso su un sito che si chiama "Barnacle Press" in cui si possono trovare (ordinate in ordine alfabetico) la riproduzione di centinaia di strisce a fumetti d'epoca - ovvero dal 1905 al 1925 circa.
Quella che riproduco qui accanto si chiama "Barney Google" ed è stata disegnata da Billy DeBeck.
Altre notizie sono reperibili sul sito in questione, di cui consiglio la visita poichè si possono trovare davvero delle piccole perle (se non si capisce l'inglese va bene lo stesso osservare lo stile e la riproduzione di un'epoca ormai lontana).
Mentre cercavo notizie ulteriori su questo sito mi sono imbattuta in un sito italiano, "Balloons - Il blog delle comic strip", che è ben fatto, con tante notizie interessanti su questo settore del fumetto e con la presenza di striscie di Sauro Ciantini e altri.
Leggendo uno dei post del sito di "Balloons" (su Charlie Brown) sono poi andata a finire sul sito di "Diogene - filosofare oggi", in cui si possono trovare articoli che, con uno sguardo "filosofico", cercano di trattare qualsiasi argomento (con linguaggio alla portata di tutti).
Dopo questa bella "navigata" quello che auspico è trovare il tempo di esplorare per bene questi siti, cosa di cui dubito...

domenica 7 settembre 2008

Donne e demografia


E' noto a tutti il problema della bassa natalità che interessa diversi paesi dell'Europa e anche di qualche altra parte del mondo (il Giappone, ad esempio).
Su Internazionale n. 759 (uscito il 29 agosto) c'è un articolo di Russel Shorto che approfondisce la questione, e che mette in luce alcuni apparenti paradossi: uno di questi è che le nazioni considerate più "familiste" (e in cui la donna lavora meno fuori casa) il tasso di fertilità è tra i più bassi al mondo (Italia, Grecia, Spagna). 
Qui in Italia spesso si sente dire che le donne fanno meno figli anche perchè hanno questo smodato desiderio di rendersi indipendenti e voler lavorare, anzi, alcune di loro ambiscono anche a fare "carriera", trascurando i loro doveri principali (occuparsi dei figli, della casa, del marito).
Lasciando stare queste opinioni, forse minoritarie, ma che stanno assumendo una certa rilevanza - trascinate assieme ad altre opinioni retrive nel calderone delle battaglia di retroguardia dei neocon - si sa che il problema di allargare la famiglia è di origine soprattutto economica, specialmente là dove lo stato non mette a disposizione delle famiglie strutture apposite a gestire questa nuova società, dove la donna ha pieno diritto di realizzarsi anche al di fuori dell'ambito familiare.
Non a caso i paesi del nord hanno un alto tasso di fertilità, e il più alto tasso di occupazione femminile; come mai? Forse perchè lo stato aiuta la famiglia, le donne? O forse anche perchè l'uomo partecipa molto più che nei paesi "familisti" del sud alle faccende considerate di pertinenza femminile? Quest'ultima ipotesi ha più peso di quel che sembra.
Un sondaggio di Eurobarometro del 2006 svela che le donne europee intervistate vorrebbero avere una media di 2,36 figli: molto più del 2,1 necessario ad assicurare la stabilità di una popolazione. 
Qui in Italia ci sono diversi ostacoli al mettere al mondo e crescere più di due figli: scarsità di strutture statali per i bambini, minori stipendi delle donne a parità di mansione, scarso aiuto da parte del partner, tarda età delle donne che hanno il primo figlio - derivante dalla situazione tipicamente italiana per cui le case costano troppo, e gli stipendi iniziali sono bassi, con lunghe gavette; le famiglie si formano tardi, per forza di cose. 
Aggiungiamo anche il fatto che  certe coppie sono ostacolate nel loro desiderio di procreare (quelle con problemi di sterilità, ma non corrispondenti all'idea "sacra" di famiglia della Chiesa cattolica), o addirittura dissuase dal farlo (le coppie omosessuali).
L'articolo è molto più interessante di questo mio piccolo sunto; a chi volesse recuperarlo consiglio di andare nelle biblioteche con emeroteca e di ordinare l'arretrato.

venerdì 5 settembre 2008

Un tentativo...




...di usare un segno non bonelliano per disegnare un Nathan Never a colori (una rarità per me).
Questo Nathan risale al 2005 circa.
Era una prova secondo me non ben riuscita, il segno doveva essere più duttile e sottile, la colorazione un po' diversa.

mercoledì 3 settembre 2008

Un altro vecchio fumetto

Spero di non violare nessun copyright pubblicando questo mio fumettino di metà anni 70 con protagonisti Topolino e Pippo.
La storia e i disegni sono stati inventati totalmente dalla Patrizia di quei lontani anni, e data l'età mi sembro notevolmente più creativa di oggi.
Il fumettino era disegnato su foglietti di circa 10 cm x 10, e la matita inizia a sentire l'usura del tempo. Qui il link all'album su Picasa.
Nelle didascalie che ho aggiunto alla base di ogni immagine (8 in tutto) trascrivo il testo là dove risulta meno leggibile.
La storia si interrompe improvvisamente, come al solito.

Frontespizio dell'albo "La minaccia androide"

Nel secondo numero di "Universo Alfa" esordisce la "Squadra Fantasma" di Legs Weaver e soci in una storia scritta da Stefano Vietti e disegnata da me (maggio 2008).
Il mio disegno aveva pochi margini, per cui, date le esigenze di impostazione grafica del frontespizio, alla fine sembrava un po' sacrificato.
Nonostante i difetti stilistici che noto qua e là con mio rammarico, ecco, io la ripubblico, nuda e cruda, a disposizione dei miei quattro fan.

Immagine: Copyright©SBE.

martedì 2 settembre 2008

Riviste in DVD


Ieri mi sono comprata il dvd doppio della rivista "Le Scienze", 40 anni di articoli al modico prezzo di € 14,90.
Dopo mi sono chiesta: perchè l'ho fatto? Be', mi sono giustificata un po' pensando che così avrei potuto disfarmi della ventina di copie che conservo di questa rivista, e liberare dello spazio prezioso nelle mie librerie.
"Le Scienze" è una rivista che compro saltuariamente, alcuni argomenti mi interessano più di altri (antropologia, paleologia, evoluzionismo), ma ho qualche limite a comprendere gli articoli più tecnici, e quelli ricchi di formule matematiche (ah, visitate anche il blog interno di Dario Bressasini, "la Scienza in cucina", alcuni articoli sono interessantissimi e curiosi).
L'anno scorso per lo stesso motivo (la ricerca di spazio!) avevo acquistato la raccolta completa di "Diario della settimana", anche perchè dopo la battaglia di Deaglio contro i "brogli" avevo smesso di comprarlo; i suoi speciali sulla Memoria però erano imperdibili...
Un acquisto che sta diventando annuale è invece "Internazionale", un settimanale che pubblica una selezione di articoli provenienti da tutte le parti del mondo, tradotti, con un sacco di belle foto, due pagine dedicate ai fumetti più la striscia di Gipi e di Yocci. Andare il venerdì in edicola per comprare questa rivista ormai è un rito, ma già dopo un anno viene fuori che un preziosissimo scaffale viene occupato interamente da essa.
La soluzione: le annate complete raccolte in dvd (l'anno scorso il dvd costava sui 13 € se non sbaglio), una comodità unica, con un motore di ricerca interno molto efficiente.
Non mi chiedete quanto usi poi in effetti questi comodissimi dvd...ce li ho, occupano poco spazio, e tanto basta!

lunedì 1 settembre 2008

¡Que viva España!



Oggi mi è capitato di leggere l'Unità (versione cartacea, ormai bisogna specificare anche questo), e ho scoperto che in Spagna esiste l'Ufficio per la Difesa dei Diritti e delle Libertà (non ho capito però se è un'iniziativa limitata al comune di Rivas, da cui arriva la notizia).
L'articolo di Claudia Cucchiarato descrive l'epidemia di sbattezzi della cittadina di Rivas - facilitata certo dagli aiuti economici e burocratici del comune, tramite questo neonato Ufficio.
Ma, a quanto pare, il Psoe (il partito di Zapatero) vuole garantire per il futuro il diritto all'apostasia; del che se ne deduce che non deve essere facile neanche lì sgusciare via dal soffocante abbraccio della Chiesa cattolica.
Quando leggo certe notizie provenienti dalla Spagna mi sembra di leggere dei racconti di fantascienza. Qui come minimo l'istituzione di un Ufficio del genere verrebbe presa come un attentato alla libertà religiosa, rigurgito di ateismo anticristiano, e chissà cos'altro.
In Italia l'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) si occupa di fornire informazioni ai cittadini che volessero avviare l'iter per essere cancellati dall'elenco dei battezzati della Chiesa cattolica.
E' bene ricordare che è su questi elenchi che la Chiesa cattolica afferma che il 90% (o giù di lì) degli italiani è cattolico...