Screenshot da Gay.it |
La notizia del rischio di espulsione dall'Italia del marito di Luca Vanzella gira da un po' sui vari social network, specialmente tra chi è sensibile alla lotta per i diritti civili delle coppie gay, ma gli articoli che sono girati fino a poco tempo fa non citavano per esteso il nome di Vanzella, e quindi nell'ambiente fumettistico la notizia è arrivata un po' in ritardo.
Io ad esempio ho capito che era coinvolto un collega solo dopo aver letto il post del 13 luglio di Wally Rainbow ("Solidarietà..."), dove viene raccontato chi è Luca Vanzella e quale è il problema che sta affrontando (confido che possa essere risolto dato che se ne sta interessando la Rete Lenford, un team di avvocati che si occupano dei diritti LGBTI che proprio recentemente ha vinto un ricorso alla Cassazione contro la sterilizzazione forzata per la rettificazione degli atti di stato civile delle persone transessuali).
Wally Rainbow ha un blog dove parla della rappresentazione dell'omosessualità nei fumetti - un blog militante e che è caratterizzato da toni e contenuti "senza peli sulla lingua": fumetti Marvel, DC, Bonelli, italiani in genere, manga, ecc. vengono messi al setaccio e commentati secondo l'aspettativa dell'autore di vedere rappresentati nei fumetti quelli che sono i cambiamenti nella società, anche la presenza più visibile e attiva di una minoranza che proprio in questi ultimi anni sta lottando in molti paesi (tra le altre cose) per l'ottenimento del matrimonio egualitario.
Aldilà delle specifiche opinioni di Wally Rainbow su determinati fumetti, o artisti, o case editrici credo che gli argomenti affrontati (e le notizie riportate, spesso poco o per niente note nell'ambiente fumettistico italiano) siano degni di attenzione, con questioni che in effetti talvolta andrebbero approfondite. Si capiscono meglio i toni polemici dell'autore se si leggono un bel po' di post assieme, senza soffermarsi solo sugli ultimi due da me citati.
Detto questo rimando alla lettura non solo di "Solidarietà...", dove Wally sembra "sfidare" i fumettisti a parlare apertamente del problema di Vanzella sui rispettivi social, ma anche del post seguente, "Chiarimenti...", dove tiene conto delle reazioni al suo post e di come la notizia sia stata poi "diversamente" linkata (la foto di me che mangio una brioche è presa dal mio profilo Facebook, dato che sono citata nell'articolo).
Sono intervenuta nei commenti al primo post dubitando che ci fossero motivi di omofobia latente tra i miei colleghi, ho condiviso il post di Wally Rainbow su Facebook e lì ho spiegato che si poteva anche non essere del tutto d'accordo o in generale con i toni usati (che a quanto pare hanno urtato diverse persone), ma che quello comunque era il post dove Luca Vanzella, fumettista, veniva citato (al contrario degli altri due articoli che hanno parlato della notizia, quello di Gay.it e quello di Redattore Sociale).
Dopo aver letto il secondo post "Chiarimenti..." e dopo aver verificato che in effetti il post di Wally Rainbow era stato linkato da un piccolo numero dei miei contatti (la notizia della Corte USA che permette i matrimoni gay invece era stata linkata moltissimo, al confronto), mi ha dato un po' da pensare.
Mi viene il dubbio che parecchi non hanno linkato Wally e Gay.it perchè troppo... militanti? imbarazzanti per certi contatti? Non posso saperlo, e la mia è una sensazione basata su quello che ho visto attraverso la mia cerchia dei contatti (che non comprende certo tutti i fumettisti italiani).
Di certo - come scrive Wally Rainbow - la notizia riguardante uno sceneggiatore abbastanza noto non è stata quasi riportata da nessun sito fumettistico.
Dato che si è parlato di omosessualità e diritti civili segnalo un libro molto interessante (e importante nel suo genere) uscito da poco: "Tutta un'altra storia - L'omosessualità dall'antichità al secondo dopoguerra" di Giovanni Dall'Orto.
Questo libro "è una storia dell'omosessualità e degli omosessuali, e non dell'omofobia e degli omofobi, a differenza di molti altri saggi provenienti dal mondo accademico, che da trent'anni si concentrano su ciò che hanno detto giudici, inquisitori, preti, psicoanalisti, psichiatri, moralisti, dottori...disinteressandosi di cosa pensassero le loro vittime" (dalla prefazione dell'autore).
Libro poderoso ma avvincente, molto documentato e con un bell'apparato di note a fondo libro; quando lo finirò ne parlerò in maniera più approfondita.