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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



giovedì 29 marzo 2012

Post via e-mail

In questo momento sono a far visita ai miei genitori, potrei chiamarla "mini vacanza", se con questo termine si intende un periodo di non-lavoro.
Di solito rivedo un po' di vecchi amici, leggo più del solito, cerco di resistere alle tonnellate di fumo passivo (e dire che i miei si "trattengono" quando ci sono io, non oso immaginare cosa respirano in tempi normali....).
Riesco a collegarmi a internet solo saltuariamente, e spesso non riesco a commentare sui miei blog - perció a chi mi scrive chiedo un po' di pazienza...
Sto provando anche questa nuova (per me) modalità di postare sul blog via mail, vediamo se funziona.

Inviato da iPad

martedì 27 marzo 2012

Insalata di link

Tema fumetto:
  • Mirko Perniola commenta l'ultima edizione di Cartoomics svoltasi a Milano, io ci sono stata e mi sento di dargli abbastanza ragione; da aggiungere che lo spazio dove ad esempio si è svolto l'incontro con Serra Perniola e Giardo era situato in un angolino buio con pochissime sedie - una cosa abbastanza triste a vedersi. Tra l'altro: a quando la possibilità di acquistare il biglietto online ed evitare quelle lunghe code soffocanti?
  • Su Lo Spazio Bianco segnalazione del saggio "Italia da fumetto. Graphic journalism e narrativa disegnata nel racconto della realtà italiana di ieri e di oggi" di Francesco Fasiolo; vi si trova anche il link per leggerne un'anteprima. Io per curiosità ho comprato "Il sistema fumetto" di Groensteen ma ancora devo leggerlo; spero di capirci qualcosa.
  • Del fumettista Matt Madden sono apparsi in Italia "Alla deriva" e "Esercizi di stile"; del programma Evernote ho già accennato qua e là in questo blog  (ma dovrei parlarne in maniera più approfondita prima o poi): cosa c'entrano Madden ed Evernote? Qui la spiegazione.
  • Qualche giorno fa ho consegnato le ultime 3 tavole del numero 252 di Nathan Never che uscirà il 18 maggio, per sapere se ne sono soddisfatta mi toccherà attendere, adesso non riesco a dare un giudizio obiettivo (certe tavole mi sembrano belle altre molto meno). Qui sul blog ho postato un paio di tavole e delle vignette, ma sul forum di Nathan Never, qui, trovate tutto con in più una tavola "inedita"; tra l'altro è l'occasione per vedere il restyling del sito, molto bello.
  • Di Moebius ho scritto qualche post fa, poco dopo ho scoperto questo blog che raccoglie tutti i disegni del maestro trovati in giro.
Tema ebook:

  • Gli ebook reader sembrano un'innovazione tecnologica recente, eppure esiste già un museo che sta raccogliendo tutti i modelli fin qui usciti - molti hanno fatto già in tempo a diventare obsoleti!
  • Per leggere il formato epub sui nostri pc/Mac esistono programmi come Calibre, Stanza o quelli che si installano quando si acquista un e-reader; il primo ha un grafica pessima, il secondo a me non permette l'apertura dei file se non dopo l'importazione dal programma - e insomma non è facile trovare un buon visualizzatore che sia anche veloce; per chi ha un Mac esiste Kitabu, è gratis e si trova sull'Apple Store. Questo programma supporta il drag and drop, è veloce, ha una buona grafica (ma non tiene in memoria l'ultima impostazione di font).
Tema fumetti digitali:
  • Sono in attesa di vedere i nuovi fumetti digitali della Marvel, questa volta appositamente creati per i supporti digitali - non adattamenti, quindi: qui la notizia.
  • I manga della J-Pop arrivano sui tablet con un'app, per adesso i titoli sono limitati, vedremo in futuro.
  • digiBiDi è un altro sito francese su cui si possono acquistare fumetti digitali e leggere le anteprime (è simile a Izneo); qui si possono anche acquistare "pacchetti" da 10 € e avere 1€ in offerta oppure da 25€ ed avere 5€ in più.

giovedì 22 marzo 2012

Il mio esordio da fumettista: intervista a Marcello Toninelli - parte 2

Seconda parte dell'intervista a Marcello Toninelli - qui la prima parte.

D:  Nel 1993 escono sul “Giornalino” 4 storie di “Agenzia Scacciamostri” in cui mi hai fatto disegnare le matite. Ricordo che mi sono divertita parecchio, anche perché la serie mi piaceva molto; quando l’hai creata, e come? Se non sbaglio tu mi davi la sceneggiatura e una bozza delle tavole, poi io ti portavo le tavole a matita, abbastanza pulite da quel che vedo dalle poche fotocopie che mi sono rimaste: è così?

R:  Dopo essermi inutilmente proposto come autore al Giornalino al tempo in cui responsabile dei fumetti era Claudio Nizzi (mi disse che il mio disegno non era adatto per il loro settimanale, né quello realistico, né quello delle strisce umoristiche), fui chiamato a collaborare da Gino D'Antonio (ne aveva preso il posto quando Nizzi era andato a lavorare in Bonelli) che aveva visto alcune mie storie sulla succitata "Fox Trot". Prima mi affidò qualche "finalino", come lì chiamano le storie autoconclusive. Poi proposi la serie, e l'accettarono subito. Dopodiché lo stesso D'Antonio propose al direttore anche il mio Dante, la Divina Commedia a fumetti. Don Tom(maso Mastrandrea) fu entusiasta della proposta. "Sono dieci anni che cerco il modo di portare la Commedia sul Giornalino!" mi disse tutto felice. A dimostrazione di quanto fiuto avesse Nizzi nello scegliere i collaboratori. Tornando all'Agenzia Scacciamostri (o professor Van Der Groot come l'ho sempre chiamata io), sempre indaffarato su mille fronti come ero, non sempre riuscivo a tenere il ritmo richiesto, così pensai di chiederti di aiutarmi a fare le matite di qualche episodio. Però non ricordo di averti fatto "bozze", ma solo normali sceneggiature.
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D:  Nel 1995 esce “Ossian”, la miniserie scritta da Martino Barbieri e pubblicata dalla Star Comics. Questa serie formato pocket era una delle tre serie assieme a quella di “Sprayliz” di Enoch e la tua “Shanna Shokk” - se non sbaglio tu ne avevi la cura editoriale (giusto?). Come sono nati questi progetti?

R:  Fu Cavallerin a telefonarmi. Io non lavoravo più per Bonelli, e lui mi chiese di creargli un bonelliano. Io gli feci (sbagliando di nuovo? Non lo sapremo mai) la controproposta di albi tascabili (in quel momento la Granata Press stava proponendo in quel formato "La Bionda" di Saudelli). E ne mettemmo in cantiere appunto tre: Sprayliz di Enoch, il mio Shanna Shokk e Ossian. Tanto per rovinarmi ancora un po' la vita, mi presi anche l'impegno di supervisionare la realizzazione di tutte e tre le serie. Shanna Shokk era una serie umoristico-fantascientifica, una specie di Alan Ford dello spazio.

D:  Per me questa è stata l’esperienza più importante fino a quel momento, ho dovuto rispettare scadenze, disegnare con una certa velocità molte tavole, disegnare anche le copertine (una cosa che non mi è più capitata, e che mi è piaciuta molto!). Di “Shanna Shokk” purtroppo sono usciti solo 4 numeri. A me piaceva molto e mi dispiace non abbia avuto un futuro; vuoi parlarcene un po’?

R:  Con la Star avevamo un contratto per dodici numeri di ogni serie, successivamente abbassati a otto, mi pare. Le vendite, purtroppo, non andavano benissimo. Barbieri e Enoch chiesero comunque il rispetto del contratto e li fecero tutti. Io, con Don Tom che mi pressava per avere con maggiore continuità i miei lavori, quando l'editore Bovini mi disse che le vendite erano bassissime, decisi di non insistere inutilmente, e accettai di far chiudere la testata al quarto numero, anche se mi vennero pagati regolarmente anche i due numeri di scorta già prodotti nel frattempo. La serie di Shanna aveva qualche buono spunto, e forse in un altro momento o in un altro contesto (e se avessi potuto ragionarci sopra con maggiore calma di quella che avevo all'epoca) avrebbe anche potuto funzionare. Ma è inutile piangere sul latte versato.
Peccato che nessuno ti abbia più fatto fare copertine. Quelle di Ossian erano bellissime.
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D:  Nonostante tu non sia più un giovincello (scusa eh!) non sei per niente diffidente rispetto alle nuove possibilità del digitale: molti tuoi fumetti si trovano in versione app, pronti per essere acquistati e scaricati. Vuoi parlarci di questo rapporto con il supporto digitale? Cosa pensi del futuro del fumetto rispetto a questa forma di pubblicazione?

DANTER: Beh, io non sono quello che si dice una persona appassionata di tecnologia. Già installare un videoregistratore per me è sempre stato un dramma. Se sono riuscito a restare attaccato al treno del computer, è per merito dei conti in rosso di "Fumo di China". Per farli quadrare, infatti, ci decidemmo a passare al desktop publishing che, tagliando fuori un paio di figure professionali, ci permise di ritornare rapidamente in pareggio. E, intanto, io ho cominciato a smanettare un po' coi Mac. Sono tuttora negato per la tecnologia, ma ho imparato comunque quanto basta per restare in linea con le richieste dell'editoria attuale che ormai ragiona completamente in termini digitali... e dove non arrivo da solo, ho per fortuna due figli che invece parlano coi computer da pari a pari. Dopo molte titubanze, recentemente ho deciso anche di provare a vendere alcuni miei lavori sul mercato del digitale, affidandoli a una piccola struttura, la ManFont, che si occupa di "lavorarli" e fornirli alla distribuzione. Nei confronti di questa nuova frontiera dell'editoria ho al contempo titubanze e entusiasmi. I timori vengono dal fatto che le nuove generazioni ormai sono abituate a "scaricare" tutto gratuitamente. Per un autore, questo significa la morte professionale, ovviamente. Gli entusiasmi invece vengono dalle possibilità di autogestione che il digitale offre agli autori e, in un futuro non lontano, potrebbe anche rendere inutile la figura dell'editore, almeno come la concepiamo oggi. Insomma, diciamo che sto a guardare, immergendo ogni tanto l'alluce nell'acqua della tecnologia per sentire se è fredda, o se si può già rischiare di fare il bagno. Mi incuriosisce anche il fatto che la tecnologia potrebbe cambiare proprio il modo di fare i fumetti, offrendo al nostro linguaggio possibilità narrative-illustrative fin qui inesplorate. Finora tutti i ragionamenti che ho fatto con un amico programmatore, portano solo a una "cartonanimatizzazione" del fumetto, che ovviamente non serve a niente, ma qualche primo pensiero su come arricchire il racconto fumettistico grazie al digitale incominciamo quantomeno ad "annusarlo". Vedremo se il nostro cervello, o quello di altri, ci farà fare qualche passo in quella direzione. Resta il fatto, comunque, che il fumetto è  una forma narrativa, e questo non cambierà. Inoltre, quale che sia la tecnologia che lo distribuisce e il modo in cui viene fatto, un fumetto per avere motivo di esistere dovrà sempre e in ogni caso essere ben scritto, ben disegnato, interessante e originale quanto basta da spingere qualcuno a pagare per leggerlo. Altrimenti, finisce tutto.

D:  Da poco è uscita una serie di episodi della tua serie “La classe perduta“ disegnata da Frosi e pubblicata su “Il Giornalino”; quali sono gli altri tuoi fumetti pronti per essere pubblicati o che stai disegnando? Progetti per il futuro?

PSposi001R:  Sempre per il Giornalino scrivo le sceneggiature della serie "Le fiabe sbagliate di nonno Nedo", affidate a diversi disegnatori. Per il resto, oltre alla scrittura di romanzi che vorrei intensificare, mi occupo prevalentemente di strisce umoristiche, che i miei lettori hanno dimostrato negli anni di prediligere rispetto ad altre mie produzioni. Al momento realizzo le strisce di "Capitan G" sempre per il Giornalino, "Tinì Trantran" e "Rokko Cipolla" per Gazzenda, l'agenda scolastica della Gazzetta dello Sport, "Renzo e Lucia, i Promessi Sposi a fumetti" per Fumo di China, il panel satirico "Il Peggio Evo" per Panoramitalia, rivista trilingue di Montreal, e le vignette del gabbiano Boiadé per il quotidiano online QuiLivorno.
Sto anche lavorando a un paio di progetti per la Francia con un disegnatore... conosciuto su una testata che hai frequentato anche tu! Per scaramanzia, non aggiungo altro.

Be', un grosso in bocca al lupo a Marcello e un ringraziamento speciale per avermi concesso del tempo per questa bella intervista.
Qui un link con un po' di suoi personaggi umoristici usciti durante questi anni, qui il link alla app che contiene la versione digitale del primo volume di "Berlustory", qui quella che permette di scaricare "Strip Wars", la divertente parodia di "Guerre Stellari".
Le due strisce di Marcello qui sopra postate sono tratte da "Dante. La Divina Commedia a fumetti" e da "Renzo e Lucia: I promessi sposi a fumetti".
La tavole di "Agenzia scacciamostri - Prof. Van Der Groot" sono tratte da "Varco al centro della Terra" pubblicato su"Il Giornalino" N. 17 del 28 apr. 1993. Il n. 2 di Ossian è del Giugno 1995, le due tavole in BN sono tratte da lì.

Copyright© immagini di Marcello Toninelli e degli aventi diritto.

domenica 18 marzo 2012

Il mio esordio da fumettista: intervista a Marcello Toninelli (parte 1)

 
Se avete letto il post  della chiacchierata con Massimo Galletti saprete che il mio vero esordio come fumettista professionista avviene grazie a Marcello Toninelli, "il tuttofare dei fumetti" - come lui si definisce più avanti nell’intervista.
Il racconto del mio primo incontro con Marcello (che io proprio non ricordavo) dipinge una scena quasi da film, dove il "Fato" sembra  metterci lo zampino: chissà come sarebbe andata la mia vita se fossi andata via dalla sede della Ned 50 senza nessun incarico utile per quella casa editrice...domanda oziosa, non solo perché non c'è possibilità di ripercorrere diverse linee temporali alternative, ma anche perché forse sarei finita lo stesso a disegnare fumetti, magari tentando altre strade, più tortuose, più lunghe; e magari no: chi può dirlo? E comunque non credo né al "Fato" né a coincidenze misteriose: spesso si tratta di fortuna, di occasioni, di scelte casuali; in ogni caso l'unico essere che mi sento di ringraziare per come ho iniziato la mia carriera è Marcello Toninelli, che non mi aveva mai visto e che dopo un'occhiata alla mia cartellina ha deciso di darmi un'opportunità.
Marcello è un fumettista di grande esperienza e che lavora in questo campo da tantissimi anni: mi è sembrato giusto chiedergli qualcosa del suo lavoro e della sua lunga carriera, illustrando questo e il prossimo post con alcune delle sue creazioni (oltre che con le mie). Altre notizie e approfondimenti potrete trovarli sul sito degli Audaci, dove Marcello è stato da poco intervistato in maniera più professionale e completa.

Intervista a Marcello Toninelli

D: Ciao Marcello, vorrei che ti presentassi brevemente ai lettori del mio blog, soprattutto che dicessi da quanto tempo lavori nel campo dei fumetti - scrivendoli e disegnandoli.

R:  Credo che l'unico modo di descrivermi sia: sono un tuttofare dei fumetti. Nel corso della mia già lunghissima carriera ho rivestito infatti il ruolo di matitista, inchiostratore, sceneggiatore, autore completo realistico e umoristico, copertinista, editore, redattore, grafico, direttore, coordinatore editoriale, traduttore, letterista, giornalista e critico... se non dimentico qualcosa. In più ho fatto l'illustratore pubblicitario, scritto saltuariamente per alcuni quotidiani locali e terminato due romanzi, uno già pubblicato e l'altro... incrocia le dita per me! Ah, dimenticavo... ho fatto anche il garzone da un panettiere e lavorato tre anni in banca. Faccio fumetti professionalmente da quando avevo 19 anni, ma ne facevo per conto mio su fogli di quaderno da quando ne avevo 10. E già facevo tutti i ruoli in commedia. La mia casa editrice (che produceva una sola copia di ogni albo... ma ne ho prodotti a decine con un gran numero di personaggi) si chiamava Edizioni Eagle. Che pronunciavo come si scrive, non conoscendo l'inglese.

D:  Ci sarebbe tantissimo da dire sulle tue varie esperienze fumettistiche; da disegnatrice bonelliana mi incuriosisce la tua esperienza come sceneggiatore di Zagor (e delle altre testate per cui hai scritto), molto importante: ce ne vuoi parlare un po’?, magari dandomi anche un consiglio di lettura per le storie che reputi più belle tra quelle da te scritte (io sono stata una lettrice molto saltuaria di Zagor, non so se mi è mai capitato di leggere qualcosa di tuo).

R:  Quando Zagor è arrivato nella mia vita professionale facevo fumetti già da una decina d'anni. Tramite un'agenzia mi fu offerto di scriverne le sceneggiature (Sergio Bonelli aveva abbandonato da un po' di mesi i testi della sua creatura) e per me fu la realizzazione di un sogno che non avevo mai neanche osato sognare. Lettore affezionato del personaggio, conosciuto già al tempo in cui usciva in volumetti a striscia, mi sono immediatamente "immerso" a scrivere. Il primo soggetto fu subito accettato, e per dieci anni lo Spirito con la Scure sono stato sostanzialmente io, avendo scritto la maggior parte delle storie pubblicate. Il mio lavoro era molto apprezzato dai responsabili, che mi chiesero di scrivere sceneggiature anche di altri personaggi: il Piccolo Ranger, Kerry il Trapper, Nick Raider e Dylan Dog.
Le mie storie migliori, e/o a cui sono più affezionato, sono: "L'agguato del mutante" (nn. 217/219); "Duello ai Grandi Laghi" (nn. 223/224); "Viaggionella paura" (nn. 231/234); "La palude dell'orrore" (nn. 241/243) e "La maledizione di Tonka" (nn. 282/284).

Shanna Shokk N.1001ShannapagShannagroup

D:  Come disegnatore umoristico hai trovato presto un tuo stile peculiare, una bella linea chiara non usuale qui in Italia, specie se applicata alle storie più narrative (come ne “L’agenzia Scacciamostri” e “Shanna Shokk”): puoi parlarci dei disegnatori che hanno avuto più importanza nella tua formazione?


R: La mia "linea chiara" è maturata nel tempo... per sottrazione. Non a caso, forse, credo si tratti dello stesso percorso fatto da Roberto Raviola (in arte Magnus), uno dei miei principali punti di riferimento. Anche se poi, avendo letto praticamente ogni genere di fumetti e amando un numero sterminato di disegnatori, direi che nella mia formazione hanno avuto importanza... tutti, dagli americani, ai francesi, agli argentini. Solo i giapponesi sono arrivati nella mia vita di lettore quando il mio stile si era ormai consolidato, altrimenti avrei attinto sicuramente qualcosa anche da loro.

D:  Tra le tue attività editoriali risulta anche la fondazione della NED 50 (e qui si arriva poi al periodo in cui ci siamo incontrati, ormai 20 anni fa!): ci racconti un po’ la sua storia, le sue pubblicazioni, i collaboratori.

R:  La Ned 50 è stata solo la seconda casa editrice che ho messo in piedi insieme ad altri colleghi. Prima c'erano state le Edizioni 50 (il nome dipendeva dal fatto che gli autori-editori erano nati tutti in quel decennio), con le quali avevamo prodotto le riviste "Prova d'Autore", distribuita solo per corrispondenza", e "Fox Trot" che tentò invece la via delle edicole. Quelle esperienze ci servirono per affrontare un po' più a ragion veduta l'azzardo di portare in edicola una fanzine già esistente, "Fumo di China", facendola diventare la prima rivista di informazione e critica sul fumetto. Ribattezzammo la casa editrice Nuove Edizioni 50, ragione sociale condensata in Ned 50. La nostra incoscienza fu premiata, perché riuscimmo a tenere la rivista (e la "sorella" uscita dalla sua costola, l'Annuario del Fumetto") in edicola per dieci anni con i conti in pari prima che la stanchezza ci spingesse a cederla a nuovi gestori, la banda riminese di Cartoon Club che continua ancora oggi a pubblicarla ed è arrivata proprio in queste settimane al ragguardevole traguardo del 200esimo numero da edicola.

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D:  Nel 1992 esce “Dark”, in coproduzione tra NED 50 e Granata Press; qui viene pubblicato il mio primo lavoro professionale, le inchiostrazioni delle tavole di Alfio Scalisi (sul n.3 marzo 1992 e 4 giugno 1992). Cos’era “Dark”? Come eri arrivato alla collaborazione con la Granata Press di Luigi Bernardi?


R:  "Dark" era un albo in formato comic book, figlio del fenomeno Dylan Dog. Decisi a tentare altre strade editoriali accanto a quella della rivista di critica, io e miei soci tentammo questa via "non bonelliana" alla moda del momento, e per l'occasione mi inventai questo gruppo di giornalisti-cacciatori del paranormale. Consapevoli di non avere le spalle abbastanza grandi per affrontare le tirature richieste dall'operazione, coinvolgemmo nell'operazione la Granata Press degli amici Bernardi e Ghiddi. Devo confessare di non aver gestito al meglio l'operazione. Stretto fra gli impegni professionali, la cura editoriale di "Fumo di China" e la famiglia, non potei dedicare a "Dark" il tempo e l'attenzione che avrebbe richiesto. E l'operazione naufragò rapidamente.

D:  La domanda a cui volevo arrivare dal principio: ma noi come ci siamo conosciuti? Perché mi hai preso a lavorare come inchiostratrice? Ricordo che ero ancora molto acerba rispetto a un tipo di inchiostrazione “realistica”, avevo realizzato sì dei fumetti (usciti su Schizzo) ma erano roba un po’ particolare, disegnata con stile personale. Col senno di poi mi sembra che tu mi abbia dato molta fiducia (cosa per cui non smetterò mai di ringraziarti).

R:  Beh, non ho ricordi così precisi da metterci la mano sul fuoco, ma mi sembra che fu il suddetto Roberto Ghiddi a farmi il tuo nome e a mandarti da me, suppongo dopo che tu eri andata da lui a Bologna a far vedere i tuoi lavori. Ricordo invece benissimo il tuo arrivo in redazione, in via Berna, a Milano. Eri molto timida, ma i tuoi disegni erano invece "decisi", e mi piacquero moltissimo. Una dote che penso di potermi riconoscere è quella di avere "fiuto" per il talento altrui (credo di essermi sbagliato raramente, nel giudicare le possibilità di un principiante. Forse mai), e in te lo vedevo con molta forza. Però era un tipo di disegno che non si adattava al progetto che in quel momento (stupidamente, col senno di poi) volevo più "banal-realistico", e ti dissi che perciò non potevo farti lavorare. Tu ringraziasti e uscisti, suppongo molto delusa. Io in quel momento ci stavo malissimo, perché non meritavi di essere messa alla porta. Così mi inventai su due piedi la faccenda dell'inchiostrazione, di cui effettivamente c'era bisogno, riaprii la porta, ti richiamai indietro e ti proposi quel tipo di collaborazione. Che poi ha avuto tutti i felici sviluppi che sappiamo.

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D:  Ricordo ancora con piacere le giornate in cui passavo alla NED 50, che era situata in un seminterrato; era nei pressi di Inganni, se non sbaglio. E’ stato lì che ho anche incontrato Davide Castellazzi, Federico Memola, Maurizio Rosenzweig: cosa facevano costoro in quel periodo, lì? :)

R:  Beh, Memola e Castellazzi sono stati due dei redattori-tuttofare di "Fumo di China". Rosenzweig era, come te, un aspirante autore, di cui pubblicammo un paio di storielle sulla rivista, e che poi mi fece anche le matite di uno "Shanna Shokk".

R:  Subito dopo “Dark” arrivo a disegnare degli episodi di “Billiteri” per “L’Intrepido” (dic. 1992-ago 1993) - e questa volta ricordo che sei stato tu a farmici arrivare, giusto?

R:  Sì, mia moglie lavorava alla Universo e conoscevo alcuni redattori. Conoscevo anche Sauro Pennacchioli, e quando fu accettata la sua proposta di "rinfrescare" la storica quanto vetusta testata, oltre a chiedermi di creare una serie ("Turma" coi disegni di Fabio Valdambrini) mi domandò anche nomi di giovani valenti da mettere al lavoro sul settimanale. E io gli feci il tuo, quello di Enoch, di Alberti ecc.
[continua nella seconda parteQUI]  

Cliccare sulle immagini per ingrandirle, oppure solo sulla prima e andare avanti con le frecce. Copyright© immagini di Marcello Toninelli e degli aventi diritto.
L'ultima tavola di Billiteri si può vedere a colori qui.

lunedì 12 marzo 2012

Il maggiore fatale

So che il web fumettistico è pieno di ricordi di Moebius/Jean Giraud in questo momento - ma come farne a meno? A parte la grandezza dell'artista credo che per tutti i disegnatori che hanno dai 40 anni in su Moebius abbia rappresentato tantissimo, anche per chi si sentiva un po' distante dal suo modo di intendere il fumetto.
Io l'ho adorato da subito in quei primi anni ottanta in cui lo scoprivo sulle pagine di Metal Hurlant; assieme a Pratt e Pazienza rappresenterà la triade mitica della mia giovinezza fumettistica.
Dopo la sbornia western che ebbi da quando seppi tenere una matita in mano fino alla fine delle medie ignorai poi del tutto i fumetti di quel genere - per cui niente "Blueberry" nella mia formazione (ed è un peccato, lo so).
Dopo la visione di "Guerre stellari" (e ancora dopo di "Alien") ci furono per me solo astronavi, alieni, e mondi lontani. Su "Metal Hurlant" lessi per la prima volta "L'Incal", che era una storia scritta da Jodorowsky, ma mi colpirono ugualmente le storie brevi e paradossali scritte interamente da Moebius: disegnate da dio, erano una festa per gli occhi.
Nel 1982 uscì un cartonato con copertina nera della Milano Libri dal titolo "Il maggiore fatale" (che è conosciuto anche come "Il garage ermetico" - titolo sotto cui si può trovare oggi, anche se non so se ci sono tavole differenti).
Ecco, quel modo di disegnare svincolato da ogni necessità di sceneggiatura non l'avevo mai visto, mi sembrò una cosa bellissima e pericolosa insieme - intuivo che solo un grande talento come il suo poteva permettersi quella cosa lì.
Ogni vignetta era un mondo - ci entravi dentro e potevi aggirarti senza sosta, trovando ogni volta qualcosa di nuovo, di inaspettato, o incontrando magari qualcosa che avevi sognato e immaginato.
D'altronde le tavole de "Il maggiore fatale" erano state disegnate due alla volta per lo più, a distanza di tempo, nei ritagli tra un "Blueberry" e l'altro (lo racconta lo stesso Moebius nella bella prefazione), senza avere uno schema o una direzione, in un bianco e nero bellissimo, a volte asciutto, a volte pieno di particolari e tratteggi plastici, meravigliosi.
"Il Garage è quindi un tipico esempio di fumetto senza una sceneggiatura prestabilita... ogni volta che mi veniva la tentazione di rinforzare la linea narrativa e si profilava un finale, buttavo tutto per aria e ripartivo alla ventura... non solo, ma ogni tanto mi capitava di aver dimenticato che cosa avevo disegnato il mese precedente... altre volte, mi ricordavo della scadenza all'ultimo momento e spedivo due pagine improvvisate in una notte... che meraviglia! Il fumetto dunque non è un lavoro serio!..."
"Il maggiore fatale" l'ho letto e riletto, ogni vignetta stampata a fuoco nella mente; quella che qui posto era una delle mie preferite: ci vedevo dentro tantissime storie, una serie anzi, e mi dispiaceva quasi che Moebius non fosse ritornato a raccontare delle "banali" storie con sceneggiatura con quei personaggi lì, di cui avrei voluto conoscere tutto.

Non tutti sanno che Moebius ha fatto studi e bozzetti per alcuni film di fantascienza come Tron, Abyss, Il Quinto Elemento, ma soprattutto Alien. Nel 1982 acquistai un bel volume che raccontava con tante immagini "La storia di Alien", e all'interno c'erano tra le altre cose dei disegni di Moebius (qui postati).

Confesso che dagli anni novanta in poi ho seguito pochissimo Moebius, dopo il ciclo di Edena (che già mi lasciava un po' perplessa) non riuscivo più a farmi coinvolgere dai suoi pur bellissimi disegni, a volte quasi astratti. Tempi diversi, sguardi diversi. Immagino che adesso vedrei le sue produzioni più slegate al fumetto con rinnovato interesse - ci vorrebbe davvero una sua grande mostra, poter vedere i suoi lavori dal vivo (ne ho visti anni fa, ed è un'esperienza grandiosa).
Concludo con qualche link, tra cui uno in cui Sergio Giardo racconta un suo breve incontro con  Moebius - anche per dare una piccola idea dell'uomo; qui dei video che "raccontano" delle storie brevi degli anni ottanta, e qui un piccolo omaggio con vignetta tratta da "Il maggiore fatale".

sabato 10 marzo 2012

Ultime a tema ebook, fumetti e altro

C'è tanto, troppo da leggere; in casa entrano meno libri di carta, ma quelli in digitale aumentano col passar del tempo. Quando vedo in offerta libri che ho nella mia "lista dei desideri" o che penso siano interessanti non riesco a resistere - e sulla mia libreria digitale di fiducia - Bookrepublic - di offerte ne fanno spesso, senza contare i bookpack (da cui mi sto tenendo alla larga!).
Nella mia foga compulsiva all'acquisto mi è capitato recentemente di prendere due copie dello stesso libro nel giro di due mesi (lo so, dovrei preoccuparmi); a dire la verità avevo l'impressione di averlo già, quel libro, ma una superficiale ricerca con Spotlight all'interno del Mac non aveva dato risultati.
Ho scritto una mail all'assistenza di Bookrepublic il giorno stesso dell'incauto acquisto - ed era anche domenica; dopo poche ore mi hanno risposto dandomi un codice per il rimborso, valevole fino a maggio (l'ho già speso comprando il libro di Leo Ortolani, questo; su Comicus un'intervista a Leo).

Sul tema ebook avevo sotto mano diversi articoli che mi sembravano interessanti da linkare, allora ho colto l'occasione per creare uno/a Storify.
Cos'è Storify? La mia è una scoperta recente, grazie alla lettura di un post di jumpinshark - post che contiene un semplice video tutorial di 5 minuti su come usare questo servizio web.
In pratica con Storify incolliamo diversi pezzi di notizie, articoli, foto, video che troviamo sul web e li mettiamo in un certo ordine.
Il mio Storify è molto scarno e poco accattivante, essendo costituito quasi solo da citazioni di articoli, ma volendo con un po' di fantasia si possono creare delle cose anche abbastanza interessanti (qui potete vederne un po' di quelli creati da jumpinshark).
Il servizio è in inglese, ci sono dei bookmarklet e delle estensioni per browser che consentono di "mettere da parte" subito le cose che troviamo navigando sul web; attenzione che può capitare che il bookmarklet non funzioni su certi siti - come ad esempio su quello del Sole 24 Ore; in quel caso l'alternativa è la semplice copia del testo (leggendo il mio Storify si capisce bene la differenza tra il testo acchiappato con il bookmarklet e quello non).

Qualcosa si sta muovendo sul fronte dei fumetti digitali: Lo Spazio Bianco segnala la nuova piattaforma di distribuzione di fumetti digitali "Retina", con la presenza di opere di fumettisti molto interessanti.
Sull'iBookstore della Apple appare una nuova categoria apposita per i fumetti Marvel denominata "Romanzi grafici Marvel" - proprio così; questo appare nella testata di presentazione, poi se si va a spulciare all'interno delle categorie si trova la dicitura "Comics e narrativa a fumetti".
Nella versione americana dell'iBookstore invece sulla testata principale si può leggere "Comics and graphic novels" - un po' più corretto ed esplicito.

E' appena uscito il libro di Paolo Bacilieri "Sweet Salgari", una amorevole e commovente biografia dell'autore del ciclo dei Pirati della Malesia e diversi altri forse meno famosi. Oltre a episodi della vita di Salgari vediamo scorrere le documentatissime e splendide immagini delle città in cui lui visse a cavallo tra ottocento e novecento - Verona, Venezia, Torino.
Il volume è edito dalla Coconino Press - e a proposito ecco qui il loro blog, nato da non molto. Qui invece un bel video dove Bacilieri parla del suo libro mentre ci stava ancora lavorando.
Segnalo anche un bel post di Laura Scarpa, che parla di Sweet Salgari ma non solo.

Anni fa su X-Men Deluxe uscì una serie davvero diversa dalle solite cose Marvel scritta da Peter Milligan e disegnata alla grande da "Madman" Allred: "X-Statix"; adesso potrete acquistare quelle storie raccolte in volumi da Panini/Marvel - il primo è uscito a gennaio, il secondo uscirà a breve.
Anche se non amate le storie con i supereroi sono sicura che vi divertirete lo stesso.

L'angolo del divertimento: lo "Tsunami" Elisabetta Melaranci in attesa del rifacimento di Tim Burton del suo stesso "Frankenweenie" (operazione che non è attesa spasmodicamente proprio da tutti) mette sul suo blog la prima parte del corto (la seconda la si può trovare facilmente su Youtube).

Disma dal Giappone continua a mandarci belle foto e pezzi di sociologia ed etnologia poco accademici: qui posta un video tratto da una trasmissione giapponese che mette a confronto i comportamenti di persone di diverse nazionalità di fronte a una piccola "provocazione" (se siete interessati solo alla parte "italiana" del video andate verso la fine).