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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



giovedì 27 agosto 2015

Leggeteli per me

"Leggeteli per me" potrebbe diventare una rubrica ricorrente su questo blog, visto il tempo sempre minore che posso dedicare alla lettura di libri e fumetti. Ormai riesco (quasi) a fermarmi in tempo prima di comprare libri che vorrei leggere ma che probabilmente finirebbero a ingrossare una pila già molto lunga.
Non posso leggere molti libri della mia lista desideri, ma qualcun altro potrebbe, no?
Allego ai titoli seguenti le descrizioni che si trovano sui siti dell'editore, credo siano quelle che si trovano in quarta di copertina, più due righe (in corsivo) di mio commento.

Fredrik Sjöberg L'arte di collezionare mosche

Tutti nell'intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti.

«Nessuna persona sensata si interessa alle mosche», e soprattutto, ahimè, non le ragazze. Ma sono questi screditati insetti ad aver cambiato la vita di Fredrik Sjöberg, o meglio, la curiosa famiglia dei sirfidi, che abbondano nell’idilliaca isoletta svedese dove si è trasferito e di cui è uno dei maggiori esperti e collezionisti. E sono loro il suo ironico punto di partenza per osservare la vita da un’altra ottica, l’alfabeto di una lingua nuova per leggere il paesaggio, e forse il mondo. La lentezza; la poesia dell’attesa; la sicurezza del vivere entro i confini ristretti di un’isola perché «si dorme meglio con la porta chiusa»; il collezionismo come bisogno di controllare il caos dell’esistenza; gli altri grandi irrequieti, Chatwin, Lawrence, Kundera, affascinati dalla catalogazione: attraverso divagazioni, storie, aneddoti si resta presi nella rete di un’incantata affabulazione, fino a scoprire che «tutti nell’intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti». Un inclassificabile romanzo-conversazione in cui all’esperienza dell’autore fa da controcanto l’avventurosa vita di René Malaise, geniale inventore della trappola che ha permesso di scoprire migliaia di nuove specie: un don Chisciotte alla Balzac, esploratore in Kamčatka, nella Birmania dei tagliatori di teste, in luoghi selvaggi che erano allora chiazze bianche sulle carte geografiche, illustre scienziato e teorico visionario dell’esistenza di Atlantide. L’uomo degli eccessi che diventa per Sjöberg il suo inafferrabile alter ego. Sarà poi così vero, allora, che la felicità è a portata di mano, che basta contemplare il proprio giardino, che l’arte di porsi limiti è forse il suo segreto?

Di questo libro ho sentito parlare in una trasmissione di Radio3 Scienza, questa; è stato intervistato l'autore e certamente questo ha stimolato la mia curiosità nei confronti del libro.



AA. VV.  Sette pezzi d'America
dal watergate a scientology, i grandi scandali americani raccontati dai premi pulitzer


Un particolare mosaico degli ultimi trent’anni di storia americana attraverso sette grandi inchieste giornalistiche premiate dal Pulitzer. Dal caso Watergate allo scandalo dei preti pedofili, dal Vietnam a Scientology fino all’industria del tabacco, vengono denunciati omicidi, corruzioni, abusi e insabbiamenti nel governo e nelle multinazionali, nelle religioni e nella scienza. In questo libro sono raccolti gli articoli originali e la ricostruzione delle indagini portate avanti da reporter di testate celebri come New York Times, Wall Street Journal, Washington Post e Boston Globe, ma anche da tre battaglieri giornali di provincia. Sette inchieste memorabili, che non hanno soltanto raccontato la storia: l’hanno cambiata.

Mi piacciono i reportage scritti bene (anche se non so se è questo il caso, ma probabilmente sì), mi interessa la storia americana, i grandi casi: avrebbe potuto essere una bella lettura.


Horst Bredekamp  Immagini che ci guardano


Uno fra i più autorevoli storici dell’arte dei nostri giorni si interroga sul perché l’idea stessa di immagine, il suo fascino e la sua potenza siano temi sempre attuali. Questo dipende in primo luogo dall’inedita predominanza del visuale in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Ma dietro si annida un problema più profondo e paradossale: le immagini, in quanto artefatti, non possiedono vita propria, eppure sviluppano una presenza che le differenzia e le eleva rispetto alla materia inanimata. Da qui l’aspettativa che la riflessione possa spingersi oltre il livello del puro sguardo, della mera contemplazione.
Nell’apparente conflitto tra fissità e vitalità sta il vero potere attivo delle immagini. Partendo da questo presupposto, Horst Bredekamp sviluppa una teoria dell’atto iconico complementare a quella dell’atto linguistico e distingue tre aree in cui le immagini operano attivamente: la vita artificiale, lo scambio di immagine e corpo e l’energia autonoma della forma.
Il volume rappresenta la summa di decennali ricerche sulla fenomenologia delle immagini e sulla loro forza intrinseca.

Questo volume di Bredekamp è stato segnalato da Boris "Borja" Battaglia, lo immagino un po' denso ma interessante. Eh, pazienza.


Antonio Faeti  Gli amici ritrovati. Tra le righe dei grandi romanzi per ragazzi


Gli amici ritrovati, con riferimento al grande romanzo di Fred Uhlman, sono alcuni dei libri che Faeti ha letto, amato e infine raccontato per anni, sotto forma di prefazioni e postfazioni. Non si tratta di letture critiche, ma di suggestioni, riflessioni personalissime, nelle quali confluiscono, insieme ai richiami letterari, i racconti di vita vissuta, l'esperienza come maestro elementare, le strade di Bologna, il cinema, i fumetti, l'Italia del dopoguerra e quella dei giorni nostri. Il risultato è una selezione di "introduzioni alla lettura", come lui stesso le definisce, che ci aiuta a orientarci nelle librerie dei bambini e dei ragazzi, ci spinge a ripescare le nostre letture dell'infanzia, ci guida alla scoperta di libri mai letti, ci fa ritrovare emozioni letterarie sopite. E in questo modo, fatalmente, ci porta a ritrovare qualcosa anche di noi.


AA.VV.  Umanesimo e rivolta in Blade Runner 



“Il mio romanzo diventerà una livida, gigantesca accozzaglia di androidi in scadenza che uccidono gli umani, nel mezzo di un caos mortale – il tutto estremamente emozionante da vedere. Al confronto, il mio libro risulta noioso”. Così Philip K. Dick, in un testo del 1981, a proposito di Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, quando il suo romanzo stava per diventare un film “da quindici milioni di dollari”. Si può concordare, in parte ci sembra legittimo, con Dick: Blade Runner, è innegabile, non ha molto da spartire con il testo da cui prende le mosse, resta però il fatto che quella gigantesca accozzaglia di androidi in scadenza, cioè Blade Runner di Ridley Scott, ha segnato una frattura nel modo di fare e intendere il cinema di fantascienza. Umanesimo e rivolta in Blade Runner: Ridley Scott vs Philip K. Dick quinto volume della serie “corpo a corpo” è dedicato a questi due capolavori della science fiction, e, come di consueto, si caratterizza per l’approccio libero da vincoli disciplinari e per l’ampia e differenziata provenienza dei contributi. Come al solito non c’è nessuna pretesa di dare risposte definitive, e meno che mai quella di stabilire “meglio il libro, meglio il film”. Aprire piuttosto a domande, insinuare dubbi, invitare alla riflessione, crediamo sia ancora utile lavorare così, perché se questo è lo scopo nobile delle opere d’arte a maggior ragione deve essere almeno l’intento del lavoro critico che su quelle opere si fa.

Ho sempre voluto leggere qualche saggio di approfondimento su Blade Runner, uno dei miei film preferiti. Chissà com'è. 

giovedì 20 agosto 2015

Mio corso su Manga Studio 5 a Milano, a novembre

L'Associazione Autori di Immagini (ex Associazione Illustratori) organizza da tempo corsi di tutti i tipi (come potete vedere sul loro sito) tra cui un breve corso su Manga Studio 5 /Clip Studio Paint che sarà da me tenuto in 2 giorni a Milano, il 14 e il 15 novembre (8 ore in entrambi i giorni con pausa pranzo in mezzo).
Ho deciso di dare una panoramica del programma ma anche di dare qualche indicazione in più sulla creazione della tavola a fumetti, poiché credo che il programma interessi molto i fumettisti, più che gli illustratori (per quanto adesso l'ultima versione del programma abbia raggiunto una buona qualità nella gestione e nell'uso del colore).


Data anche la complessità del programma ho ritenuto che fosse utile riservare qualche ora del secondo giorno a fare un po' di pratica, in maniera da poter poi rispondere ai possibili problemi all'istante - si ricordano meglio certe procedure, certe opzioni se sperimentate subito; per questo è consigliato venire con un pc portatile e tavoletta grafica, per quanto non sia vietato portare un mouse al posto della tavoletta grafica, o anche solo un quaderno per prendere appunti - ma troverei molto difficile memorizzare bene le informazioni, in quest'ultimo caso.
Il corso partirà se si raggiunge un minimo di 15 iscrizioni, e avete tempo per questo fino a 5 giorni prima del 14 novembre.
Trovate tutti i post e i link che riguardano il programma Manga Studio (Clip Studio Paint) in questo post, dove ho raccolto link a tutorial, articoli, risorse varie.
 Esiste anche un gruppo su Facebook dedicato a questo programma che ha più di 900 iscritti - troverete consigli e discussioni sulle varie problematiche.
 
Di seguito un programma di massima del mio corso, a cui si aggiungerà il tempo dedicato a un'esercitazione pratica (potrebbe essere la creazione veloce di una striscia a fumetti dal bozzetto all'esportazione finale):

Interfaccia grafica
Personalizzare lo spazio di lavoro (Workspace)
Come impostare le preferenze del programma
Palette e menu bar

Gli strumenti
I pennelli: come personalizzarli e crearne di nuovi
I rulers (i righelli): linee, cerchi, effetti vari, ecc.
I rulers prospettici: come impostare una prospettiva
Altri strumenti (sfumature, effetti, selezioni, ecc.) 

I livelli
Livelli normali e livelli vettoriali
Livelli a retino
Gestione e impostazioni dei livelli

Il colore
Gestire le palette dei colori
RGB e CYMK

Creare una storia a fumetti

Come impostare una tavola dal bozzetto alla versione finale (inchiostrazione, retini, colore)
 Per la versione EX (che ha in più la funzione “multipages”) come impostare una storia a fumetti con più pagine
Come importare disegni o schizzi da usare nelle tavole a fumetti
Impostare la squadratura (Ruler Frame)
Come inserire testo e balloon
Impostazioni per l’esportazione delle tavole

I modelli 3D
Come usare i modelli 3D presenti nel programma
Come importare i modelli 3D

 Trovate il modulo per l'iscrizione e altre info qui, e potete scrivere per domande ulteriori a: info@associazioneillustratori.it

domenica 9 agosto 2015

Usare Facebook con consapevolezza (o non usarlo per niente?)

Lo dico subito: non lascerò Facebook finché ci saranno anche minimi vantaggi per me ad essere lì; potrà succedere forse che cambierò il mio modo di usarlo a seconda dei momenti, o con l'arrivo di nuove opzioni. Certamente più informazioni avrò sulle conseguenze di quello che pubblico meglio sarà, e in generale questo vale per tutti i social, non solo Facebook.
Su Facebook ad esempio sto molto attenta a scegliere con chi condivido i contenuti che pubblico: ho inserito i miei quasi 1000 contatti (definiti tutti "amici" da Facebook) in diversi gruppi a seconda del grado di conoscenza: oltre ai canonici "familiari" e "conoscenti" ne ho creati diversi altri, e il gruppo più grosso è quello dove inserisco gli appassionati di fumetti che mi chiedono l'amicizia per il lavoro che svolgo. A seconda di quello che pubblico nel mio status questo sarà condiviso o meno con alcuni gruppi, oppure reso pubblico quando l'argomento è molto generico o inerente al fumetto (e quindi visibile anche a chi mi "segue" senza avermi chiesto l'amicizia).

Sono consapevole che anche le cose che pubblico per un gruppo ristretto (che so, gli amici intimi) può essere divulgato e visto da altri, con o senza consapevolezza: quindi non pubblico pensieri che non vorrei fossero mai resi pubblici; con la scelta dei gruppi con cui condividere questo o quello semplicemente limito la possibilità di polemiche con determinate persone, che al 90% non conosco bene (dò sempre un'occhiata veloce alle bacheche di chi mi chiede l'amicizia, non sempre si riesce a capire con chi si ha a che fare, posto che serva a qualcosa).
Il problema è che molti di noi sono presenti su Facebook sia con parte della vita privata (in senso generico) sia con il proprio lato pubblico e professionale: è facile gestire male le impostazioni di privacy, è facile mostrare a gente sconosciuta troppo di noi.
Per me è stato molto bello aver trovato un minimo di contatto con parenti che ho sparsi in mezza Italia e anche nel mondo; è bello e anche utile avere contatti e scambio di informazioni con colleghi fumettisti (molti dei quali non avrei raggiunto - che so - con il telefono, o frequentandoli di persona, dato che anche qui siamo sparsi in tutta Italia).


La maggior parte dei contatti che ho su Facebook derivano da richieste altrui, di mio mi muovo molto poco a cercare amici o colleghi, forse per una strana forma di timidezza.
Ho anche problemi nei criteri di accettazione delle "amicizie": se capisco che chi mi fa la richiesta è un razzista o qualcosa di simile non ho dubbi nel rifiutarla (che poi è sempre possibile "seguire" i miei post pubblici), se invece vedo simpatie e affiliazioni ad associazioni o movimenti che detesto mi vengono molti dubbi. Chi mi chiede l'amicizia di solito lo fa perchè interessato al mio lavoro, e quello può essere seguito attraverso l'opzione "Segui"; spero che nessuno consideri l'accettazione di un'amicizia su Facebook come un mezzo per poter conoscere di più qualcuno, e in ogni caso io personalmente non ne avrei nessuna voglia.
Nonostante le parole scritte nella mia pagina Info su Facebook (poco visibile in effetti) e anche qua sul blog - un invito a scrivermi le motivazioni della richiesta di amicizia - il 95% delle persone non lo fa, non c'è niente da fare; se le 50 persone in attesa di risposta lo facessero potrei spiegare che c'è il tasto "Segui", che sarebbe esattamente equivalente - per loro - a una accettazione dell'amicizia.

Dimenticavo: sto e starò su Facebook anche per gestire la pagina di MangaStudio e Clip Studio Paint, che ha ormai più di 900 iscritti, e la pagina di Fumetti in giro.

Io non ho una tariffa dati sullo smartphone, quindi quando non sono in casa non sono "collegata", ma la maggior parte delle persone lo è, e Facebook  ormai è diventato il centro non solo dei nostri contatti con gli amici, ma anche del reperimento delle notizie in generale - cronaca, cultura, società, sport, ecc.
Così come quando cerchiamo notizie attraverso i motori di ricerca, così anche su Facebook vediamo e troviamo quello che stabiliscono gli algoritmi, che selezionano per noi migliaia e migliaia di notizie. Il rischio è quello di trovare quello che ci aspettiamo già di leggere, e che coincide con i nostri gusti (o pregiudizi, talvolta); leggere ad esempio questo articolo: "Il confronto delle idee nell'epoca di Facebook".
Questo è qualcosa di cui dobbiamo tenere conto, e che va monitorato da chi può farlo, ma non è una cosa facilmente risolvibile, a mio parere; di natura tendiamo a essere interessati a...ciò che ci interessa, e tendiamo a non voler perdere tempo con ciò che pensiamo non possa interessarci o farci male (certi tipi di notizie non riesco proprio a leggerle). È quasi inevitabile creare una bolla e viverci dentro, come è quasi inevitabile nella realtà, e non solo sul web, crearci un giro di amicizie che rispecchi almeno in buona parte i nostri interessi, i nostri gusti, le nostre credenze; magari con intersezioni con altre "bolle" un po'  distanti dal nostro modo di pensare, ma in cui troviamo perlomeno persone con cui discutere civilmente.
In effetti avremmo bisogno ogni tanto dell'incontro con il "diverso totale" da noi, con la sorpresa, con l'inaspettato; non so se si potrebbe creare un algoritmo che contempli questa variabile, non so se vorremmo usarlo. Di certo ci sono nuovi social network che invece spingono al contrario, verso la creazione della "bolla" perfetta: Quag ("Stesse passioni, nuovi contatti. Ti facciamo conoscere nuove persone che condividono i tuoi stessi interessi. Persone interessanti, proprio come te.").

Tutta la nostra vita digitale è monitorata, meglio saperlo e comportarci secondo le nostre priorità, esigenze e vantaggi, se ci sono; qui un articolo che ne parla: "Come guadagna Facebook?".
C'è chi abbandona Facebook, si può fare, e le motivazioni possono essere diverse: ad esempio leggere questo articolo e relativi commenti: "Perché Facebook vale un abbandono".
Questo pezzo invece presenta una specie di racconto molto specifico e diretto sul modo di usare Facebook da parte di una persona, con tutte le contraddizioni del caso: "La mia vita su Facebook".
E questo invece presenta diversi aspetti su cui riflettere: da una parte l'importanza delle impostazioni di privacy su Facebook, dall'altra lo scatenarsi dell'aggressività uguale e contraria tra due parti opposte: "Linciamo umani".

giovedì 6 agosto 2015

Post estivo

Post estivo, ovvero un po' confusionario - il grande caldo persistente ha scombussolato un po' i miei ritmi e devo dire ha influito anche sull'umore e la voglia di fare certe cose.

Innanzitutto un aggiornamento per chi ha letto sul mio blog l'ultimo post a proposito della vicenda del fumettista Luca Vanzella e del marito argentino: per adesso Roberto Ruager potrà rimanere in Italia.

Su Facebook è arrivata anche la pagina ufficiale di Nathan Never gestita dalla Sergio Bonelli Editore; eventuali anticipazioni, disegni o bozzetti della storia che sto disegnando saranno pubblicate lì, e non più sul mio blog (con la storia sto andando avanti un po' lentamente sia per impegni personali sia perchè il caldo mi sta stancando molto).

Ho anche diversi articoli da consigliare (con argomenti vari - scienza, vita digitale, storia, foto, ecc.) ma credo li riunirò in un altro post.


Per chi non segue il mio Tumbrl "Fumetti senza fine" (o il mio account su Facebook): il disegno qui riprodotto fa parte di una serie di studi su un progetto di fumetto (per adesso davvero in alto mare) di cui ho iniziato a parlare qui (dentro ci sono altri link verso altri disegni su Tumbrl). Come scritto più recentemente su quel blog credo che potrei cambiare il titolo, e il filo rosso della storia - che se veramente riuscissi a metterla giù dovrebbe essere lunga diverse decine di pagine.
Per adesso ci sono flash, immagini, piccole sequenze, e una sottile profonda urgenza, e disagio, e incertezza su dove andrò a finire. Il poco tempo non aiuta, neanche l'umore altalenante.

Buona estate, spero la passiate meglio di me!