Lo dico subito: non lascerò Facebook finché ci saranno anche minimi vantaggi per me ad essere lì; potrà succedere forse che cambierò il mio modo di usarlo a seconda dei momenti, o con l'arrivo di nuove opzioni. Certamente più informazioni avrò sulle conseguenze di quello che pubblico meglio sarà, e in generale questo vale per tutti i social, non solo Facebook.
Su Facebook ad esempio sto molto attenta a scegliere con chi condivido i contenuti che pubblico: ho inserito i miei quasi 1000 contatti (definiti tutti "amici" da Facebook) in diversi gruppi a seconda del grado di conoscenza: oltre ai canonici "familiari" e "conoscenti" ne ho creati diversi altri, e il gruppo più grosso è quello dove inserisco gli appassionati di fumetti che mi chiedono l'amicizia per il lavoro che svolgo. A seconda di quello che pubblico nel mio status questo sarà condiviso o meno con alcuni gruppi, oppure reso pubblico quando l'argomento è molto generico o inerente al fumetto (e quindi visibile anche a chi mi "segue" senza avermi chiesto l'amicizia).
Sono consapevole che anche le cose che pubblico per un gruppo ristretto (che so, gli amici intimi) può essere divulgato e visto da altri, con o senza consapevolezza: quindi non pubblico pensieri che non vorrei fossero mai resi pubblici; con la scelta dei gruppi con cui condividere questo o quello semplicemente limito la possibilità di polemiche con determinate persone, che al 90% non conosco bene (dò sempre un'occhiata veloce alle bacheche di chi mi chiede l'amicizia, non sempre si riesce a capire con chi si ha a che fare, posto che serva a qualcosa).
Il problema è che molti di noi sono presenti su Facebook sia con parte della vita privata (in senso generico) sia con il proprio lato pubblico e professionale: è facile gestire male le impostazioni di privacy, è facile mostrare a gente sconosciuta troppo di noi.
Per me è stato molto bello aver trovato un minimo di contatto con parenti che ho sparsi in mezza Italia e anche nel mondo; è bello e anche utile avere contatti e scambio di informazioni con colleghi fumettisti (molti dei quali non avrei raggiunto - che so - con il telefono, o frequentandoli di persona, dato che anche qui siamo sparsi in tutta Italia).
La maggior parte dei contatti che ho su Facebook derivano da richieste altrui, di mio mi muovo molto poco a cercare amici o colleghi, forse per una strana forma di timidezza.
Ho anche problemi nei criteri di accettazione delle "amicizie": se capisco che chi mi fa la richiesta è un razzista o qualcosa di simile non ho dubbi nel rifiutarla (che poi è sempre possibile "seguire" i miei post pubblici), se invece vedo simpatie e affiliazioni ad associazioni o movimenti che detesto mi vengono molti dubbi. Chi mi chiede l'amicizia di solito lo fa perchè interessato al mio lavoro, e quello può essere seguito attraverso l'opzione "Segui"; spero che nessuno consideri l'accettazione di un'amicizia su Facebook come un mezzo per poter conoscere di più qualcuno, e in ogni caso io personalmente non ne avrei nessuna voglia.
Nonostante le parole scritte nella mia pagina Info su Facebook (poco visibile in effetti) e anche qua sul blog - un invito a scrivermi le motivazioni della richiesta di amicizia - il 95% delle persone non lo fa, non c'è niente da fare; se le 50 persone in attesa di risposta lo facessero potrei spiegare che c'è il tasto "Segui", che sarebbe esattamente equivalente - per loro - a una accettazione dell'amicizia.
Dimenticavo: sto e starò su Facebook anche per gestire la pagina di MangaStudio e Clip Studio Paint, che ha ormai più di 900 iscritti, e la pagina di Fumetti in giro.
Io non ho una tariffa dati sullo smartphone, quindi quando non sono in casa non sono "collegata", ma la maggior parte delle persone lo è, e Facebook ormai è diventato il centro non solo dei nostri contatti con gli amici, ma anche del reperimento delle notizie in generale - cronaca, cultura, società, sport, ecc.
Così come quando cerchiamo notizie attraverso i motori di ricerca, così anche su Facebook vediamo e troviamo quello che stabiliscono gli algoritmi, che selezionano per noi migliaia e migliaia di notizie. Il rischio è quello di trovare quello che ci aspettiamo già di leggere, e che coincide con i nostri gusti (o pregiudizi, talvolta); leggere ad esempio questo articolo: "Il confronto delle idee nell'epoca di Facebook".
Questo è qualcosa di cui dobbiamo tenere conto, e che va monitorato da chi può farlo, ma non è una cosa facilmente risolvibile, a mio parere; di natura tendiamo a essere interessati a...ciò che ci interessa, e tendiamo a non voler perdere tempo con ciò che pensiamo non possa interessarci o farci male (certi tipi di notizie non riesco proprio a leggerle). È quasi inevitabile creare una bolla e viverci dentro, come è quasi inevitabile nella realtà, e non solo sul web, crearci un giro di amicizie che rispecchi almeno in buona parte i nostri interessi, i nostri gusti, le nostre credenze; magari con intersezioni con altre "bolle" un po' distanti dal nostro modo di pensare, ma in cui troviamo perlomeno persone con cui discutere civilmente.
In effetti avremmo bisogno ogni tanto dell'incontro con il "diverso totale" da noi, con la sorpresa, con l'inaspettato; non so se si potrebbe creare un algoritmo che contempli questa variabile, non so se vorremmo usarlo. Di certo ci sono nuovi social network che invece spingono al contrario, verso la creazione della "bolla" perfetta: Quag ("Stesse passioni, nuovi contatti. Ti facciamo conoscere nuove persone che condividono i tuoi stessi interessi. Persone interessanti, proprio come te.").
Tutta la nostra vita digitale è monitorata, meglio saperlo e comportarci secondo le nostre priorità, esigenze e vantaggi, se ci sono; qui un articolo che ne parla: "Come guadagna Facebook?".
C'è chi abbandona Facebook, si può fare, e le motivazioni possono essere diverse: ad esempio leggere questo articolo e relativi commenti: "Perché Facebook vale un abbandono".
Questo pezzo invece presenta una specie di racconto molto specifico e diretto sul modo di usare Facebook da parte di una persona, con tutte le contraddizioni del caso: "La mia vita su Facebook".
E questo invece presenta diversi aspetti su cui riflettere: da una parte l'importanza delle impostazioni di privacy su Facebook, dall'altra lo scatenarsi dell'aggressività uguale e contraria tra due parti opposte: "Linciamo umani".
Ma, ma: per puro caso hai una cagnolina nera a nome Crystal? Ho come l'impressione di avervi appena incontrate davanti alle Poste in via Medeghino.
RispondiEliminaSì!! Ok che il mondo è piccolo...Ma mi hai sentito chiamarla? O sei quello con la cucciolina bagnata?
EliminaAh, mi chiamo Marco Bertoli, sono amico di Paolo Interdonato; http://pomeriggio-jazz.blogspot.it
RispondiEliminaMolto piacere! Ho visto il tuo blog, purtroppo il jazz non so apprezzarlo, so di perdermi molto (in generale però ascolto poca musica, almeno adesso).
EliminaSì, sono quello della cagnolina bagnata, Bruna. Ciao!
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