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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



mercoledì 29 febbraio 2012

Il mio esordio da fumettista: conversazione con Massimo Galletti



Illustrazione per Avvenimenti - 1991
Come già scritto diverse volte in precedenza su questo blog chi mi ha "scoperto" e pubblicato per la prima volta le mie storie a fumetti, nel 1991, è stato Massimo Galletti nelle vesti di direttore della rivista "Schizzo" (edita dal Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona).
Nel mio tentativo di ricostruire i miei primi passi nel mondo meraviglioso dei fumetti ho pensato bene di chiacchierare un po' con Massimo attraverso il mezzo di comunicazione più veloce che avevamo a disposizione (escluso il telefono che avrebbe comportato registrazione e "sbobinatura"), cioè la chat di Facebook; dopodiché ho fatto un copia- incolla e un minimo di editing.
Leggendo la conversazione sia io che Massimo citeremo diversi miei fumetti, quasi tutti già postati in questo blog (ho messo i link); le illustrazioni che si vedono a corredo del post sono state pubblicate tra il 1990 e il 1991 su "Avvenimenti", rivista su cui mi "vide" per la prima volta Galletti (e qui ci sono altre illustrazioni similari).
Le circostanze del primo incontro (telefonico) con Massimo Galletti sono alquanto particolari; io ignoravo del tutto chi fosse, ed equivocando il suo particolare modo di parlare lo presi per un maniaco.
C'è anche una spiegazione per questo: la vecchia Telecom (cioè la SIP ) diede alla mia famiglia un nuovo numero di telefono a fine anni 80/inizio 90 - numero riciclato (non ricordo bene se dopo 6 mesi o un anno) e appartenuto a Cicciolina. Per diverse settimane casa mia venne disturbata da uomini arrappati  che oltretutto credevano che i miei mentissero quando affermavano che lì non c'era nessuna Cicciolina: "Dài, su, non fare così...", dicevano ogni tanto alla mia povera mamma. Ok, chiuso aneddoto divertente.

Prima della discussione con Massimo ecco una sua breve presentazione fatta da lui medesimo (è la stessa presentazione che potrete trovare su Lo Spazio Bianco, sito su cui è possibile trovare una sua Top Ten fumettistica del 2010 - credo a breve apparirà quella del 2011).

"Nasce a Cremona (dove risiede tuttora) nel 1960.
A 8 anni compra il suo primo “Corriere dei Piccoli”, lo segue nel divenire “Corriere dei Ragazzi”: due testate che rimangono a tutt’oggi le più importanti per la sua formazione fumettistica, culturale, politica.
In quegli anni ha la fortuna di leggere “Il Puffissimo”, di Peyo: in conseguenza a questa lettura, anni dopo, l’avvento nella società italiana di Silvio Berlusconi non lo troverà impreparato.
 Vive la sua adolescenza negli anni di Linus, Eureka, Il Mago, Alter Alter, la sua adolescenza prolungata negli anni di Orient Express, Frigidaire, Totem. Dato questo background, ha sempre saputo a quali livelli artistici e con quanta profondità sa esprimersi il linguaggio fumetto.
Illustrazione per Avvenimenti - 1991
Nel 1983 fa nascere a Cremona un circolo dell’A.R.C.I. locale dedicato al fumetto, circolo dal quale qualche anno dopo nascerà il Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, di cui è tra i principali fondatori.
Dal 1990 al 1995 dirige la rivista del Centro Fumetto “Schizzo”. Tra l’ottobre ’92 e la primavera ’95 costruisce 8 numeri e 3 supplementi di questa rivista che ritiene tuttora la cosa più bella che ha prodotto (figlie a parte). In questi 11 numeri pubblica, tra gli altri, i primi fumetti di Maurizio Ribichini, Patrizia Mandanici, Marco Corona, Andrea Bruno, Gianluca Costantini, Matteo Alemanno, fumetti di Ale Staffa, Roberto Grassilli, Sauro Ciantini, Lorenzo Sartori, le prime traduzioni italiane di Lewis Trondheim.
Negli anni del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” organizza anche decine di mostre ed incontri con autori, editori, critici del fumetto. Nel 1995 smette di collaborare col Centro Fumetto “Andrea Pazienza”.
Da allora, sue rubriche e recensioni sono apparse sulle riviste: Blue, Fumo di China, Mucchio Selvaggio, Tank Magazine, Scuola di Fumetto, Touch, Animals.
Nel 1998-99 è stato tra gli animatori della cooperativa editoriale “Rasputin libri”(6 libri: Trondheim, Neaud, Ribichini, Sartori, David B, Baudoin). Ha scritto introduzioni a pochi libri, ma di cui è orgoglioso (di Dave Mc Kean, Gianluca Costantini, Miguel Angel Martin, Mauro Ferrari).
Quando vuole vantarsi sostiene di essere stato il primo a scivere benissimo di Gipi.
Fine delle medaglie. (A Suivre)"

Adesso invece la trascrizione della "chattata" tra me e Galletti avvenuta la sera tra il 25 e il 26 gennaio (tra parentesi quadre le mie precisazioni aggiunte successivamente).


 Patrizia:  Io parto dal fatto che non mi ricordo come sono finita a lavorare con Marcello Toninelli, perché ho l'impressione che tutto risalga a te, ai tempi del mio primo incontro con Schizzo [nel 1991].
Io mica lo conoscevo Toninelli...

 Massimo Galletti: Sì, questa cosa o me l'hai già scritta o te l'ho già letta. Ma io non è che me la ricordo perfettamente.
PS.: quanti anni fa era? Lo Schizzo blu ce l'ho a portata di mano, ottobre 90 [Massimo si sbaglia, la mia storia sullo Schizzo Blu è datata ott. 1992].

 P: Dunque, io sono arrivata a Milano a fine 1991, ma all'inizio non ho contattato case editrici di fumetto, deve essere passato un altro anno. Nel frattempo su Schizzo nel 1992 usciva una mia cosa [“Hotel: geografia”], ma non la prima . Nel 1992 ho inchiostrato "Dark", per Toninelli; ecco, no, il mio primo fumettino su Schizzo è del 1991,"Libri" (Schizzo n. 12).

 Massimo:  Su Schizzo Blu è scritto che già facevi le matite per Toninelli - per "Il Giornalino”, le chine per "Dark", le illustrazioni per "Kaos" di Granata, e che stavi preparando una storia per "L'Intrepido". Era già tutto in moto, mi eri già diventata professionista e sfuggita via, non ti ho acchiappato più.
Schizzo n. 12 - ottobre 1991
 Secondo me ci siamo sentiti e conosciuti nel '90, esatto esatto non ricordo quando ma il come sì.

 P: Sì, era prima, ti ricordi che mi hai telefonato e io ti ho preso per un maniaco?
Avevi visto le mie illustrazioni su Avvenimenti [iniziate a uscire sul settimanale Avvenimenti a partire da fine 1989] e la tavola su Spot, che era del giugno 1990.

 Massimo:   E perché per un maniaco?

 P:  Perché parlavi a bassa voce, ti capivo poco, e mi sembrava strano che mi avessi telefonato:
uno sconosciuto che mi telefonava!

 Massimo:   Eh, non l'ho mica fatto solo con te...

 P: Era una tattica per reclutare fumettiste? Fumettisti?

 Massimo:   Ricordo Andrea Bruno che mi giura e rigiura che lui non sa fare e non farà mai fumetti...

 P: Forse dicendo fumetti pensava alle cose canoniche, mainstream - in effetti lui non li fa, no?

 Massimo:  No no, è che bisogna smuovervi, bisogna cercarvi e tirarvi fuori dai gusci, non sempre ma spesso si, bisogna setacciare tantissimo i mille che si propongono loro ed andare ad aprire i cassetti di quelli che non sono certi.

 P:  Hai sempre avuto talento per questo - e sì, è vero, avevo bisogno di essere sgusciata ai tempi; non pensavo ancora che avrei potuto fare come lavoro la fumettista.

 Massimo: Comunque. Io stavo preparando i "miei" Schizzo, che poi a tutt'oggi sono gli 8 colorati e i tre "Posse" venuti a rimorchio.

 P: Però hai fatto qualcosa anche per quelli precedenti, no?

 Massimo: Ne avevo fatti già quattro in precedenza, ma erano per tenere viva la testata preparando quella ambiziosa che doveva arrivare.

Schizzo Posse n. 1 - Novembre 1993
 P:  Caro ambizioso, ma già tu m'avevi "sgusciato" con "Libri", uscito su uno Schizzo di quelli in bianco e nero...

 Massimo: ...che aveva tutta una sua mappa, un suo percorso, e che si era accorto lungo la strada che esistevano talenti in grado di produrre storie brevi, in alcuni casi anche legate tra loro, che non avevano nulla da invidiare a quelle pubblicate sulle riviste "vere" in voga allora.
Alcuni erano già apparsi da soli, incontrati alle fiere, penso soprattutto a Maurizio Ribichini e Stefano Fabbri, che erano un po' l'ossatura del giornale. Cercando altro avevo allora naso e occhi sempre pronti a fiutare.
Non so perché al Centro Fumetto girasse la rivista "Avvenimenti", se qualcuno se la portava da casa, se la leggevo presso la sede cremonese dell'ARCI, che era proprio al piano superiore...

 P: A proposito ma poi come te lo eri procurato il mio numero di telefono?

Massimo: Avevo telefonato ad "Avvenimenti", spiegando il perché e il percome, e me lo avevano dato. Credo.

 P: Sì, credo sia stato l'unico modo.

 Massimo: "Avvenimenti" era una rivista che dava un grandissimo spazio all'illustrazione, e c'erano davvero molti illustratori bravi. Ma tu eri per me un vero e proprio appuntamento settimanale. Quando non c'eri ero deluso. Mi pareva addirittura una settimana buttata via, un'attesa inutile.
Avevi questo segno grosso, angoloso, certo illustrativo ma anche molto espressivo, e che però non so perché io vedevo perfettamente adatto ad un fumetto.
E io sono un po' così, quando mi esalto e ho in mano qualcosa che posso, in quel caso Schizzo... Piano piano mi sale una cosa che poi arriva il momento e mi dò coraggio e lo faccio, telefono.

 Massimo: E ricordo benino (non ricordo la faccenda del maniaco) che anche tu come Bruno eri stata molto dubbiosa sull'eventualità di poter fare fumetti...[poco ma sicuro, ero davvero pessimista]

 P: Oltre a te chi faceva questa opera di ricerca in giro, per Schizzo?

 Massimo: Quegli Schizzo erano miei, i quattro prima, gli otto colorati e i tre Posse sono roba mia. Quasi in tutto e per tutto, soprattutto i disegnatori. Solo Elettra era già apparsa su un'altra cosa del CFAPaz, tra quelli delle storie lunghe.
Va detto anche che effettivamente c'era già stato il tuo tentativo su Spot, di cui mi avevi parlato e annunciato al telefono (sbaglio o avevano pubblicato una tavola di quelle poi messe in Posse?) [No!]. Spot su cui era apparso anche il nostro Stefano Fabbri. E vari altri che poi pubblicarono qua e là. E soprattutto se non erro ci pubblicò anche Leo Ortolani.

 P: Sì, Ortolani e Frezzato. Su un altro Spot pure Luca Enoch.

 Massimo: Spot era un insertino de L'Eternauta uscito due tre volte [tre] per segnalare esordienti. Era fatto male stampato male e curato male (dopo dico il perché), ma, e vedo che anche tu coi tuoi nomi mi aiuti, è incredibile anni dopo come si vede quanto serva poi a posteriori qualsiasi operazione tesa a lanciare e trovare talento negli esordienti...
 Dico curato male perché  tu mi avevi raccontato come il curatore di Spot (io il nome non lo faccio, se vuoi lo fai tu...) ti avesse rifiutato una storia breve che io ancora oggi amo (e ritengo una delle tue cose migliori, e forse una delle, che so, cinquanta storie brevi italiane migliori di sempre) perché secondo lui non si capiva il finale [in effetti lo hanno capito in pochi, quindi non ne farei una gran colpa].
E che per colpa sua tu non hai mai chinato quella storia, che né io né altri abbiamo mai pubblicato. Sto male tutte le volte che ci penso.
Schizzo n. 1 nuova serie - Ottobre 1992
Però il tentativo per Spot dimostrava che tu la voglia di fumetto l'avevi, il fatto che al telefono mi parlavi del tuo amore per i super eroi e i fumetti in genere significava che il background l'avevi, e quando poi mi è arrivata la storia a matita "del vecchio", come la chiamo io, beh, quando uno scrive una storia così può scriverne tante... C'era il problema del guscio...

 P: Ecco, mi stai raccontando una cosa che già non ricordavo più - cioè che "La rapina" [ la storia "del vecchio" di cui non si capisce il finale] l'avevo fatta leggere in Comic Art...e sai che non ricordo chi praticamente mi disse di no.

 Massimo:  Comunque, con quella storia nella mia cartellina [le fotocopie] , insieme a quelle di Maurizio, Stefano, Elettra, e altri, io per un paio d'anni sono andato alle fiere mostrando a destra e a manca con che bei materiali stavo costruendo la mia bellissima futura rivista.
Lo scioccherellone di "Eternauta-ComicArt" era Rodolfo Torti, se non erro. Erro?
Ricordo anche uno che sulla tua storia aveva fatto un apprezzamento particolare: Thomas Martinelli, de "Il Manifesto" [per “Il Manifesto” realizzai qualche illustrazione prima di venire a Milano, prima o poi dovrò parlare anche di questo].

 P: Sicuramente era con Rodolfo Torti che parlavo, mi ricordo che avevo provato a fare un fumetto di prova su testi di un altro esordiente, solo che avevo provato a disegnare e inchiostrare "normalmente" e non ero capace; tuttavia lui mi aveva detto che avevo talento, sembrava davvero dispiaciuto che non riuscissi a trovare una soluzione (e ce n'è voluto prima che imparassi a inchiostrare). Io Torti lo ricordo molto gentile e disponibile, ma non è che potesse farmi da insegnante o maestro, non era il suo compito.

 M: E, come ti dicevo, cercando autori e promozionando, e vendendo i quattro pre-Schizzo, ero presente a un casino di fiere. Marcello Toninelli allora era direttore factotum di Fumo Di China, e per lo stesso motivo anche lui era presente alle fiere molto più di adesso. Marcello è una bella persona, ed è uno generoso nel provarci, aveva appena rotto con Bonelli, mi pare, ed aveva molti progetti in ballo, da solo, con Star Comics, con "Il Giornalino".

 P: Vedi?, magari m'hai detto tu di provare a contattarlo, a Milano.

 Massimo:  No, credo di averti promozionato  con Bernardi e con Roberto Ghiddi (il grafico della Granata Press), da lì devi essere stata consigliata a Marcello Toninelli [in effetti in quel periodo Granata Press e Ned 50 di Toninelli coprodussero il progetto “Dark”, sui cui esordirò nel 1992].

 P: Hai detto niente! praticamente ho iniziato a lavorare con Marcello, gli devo molto ("Ossian" ad esempio è stato fondamentale per poi andare in Bonelli, quando andai da Serra pensavo di essere una perfetta sconosciuta, invece lui aveva letto "Ossian" e si aspettava che prima o poi sarei passata di lì – anche in questo caso Toninelli fu fondamentale nello spingermi ad andare a fare un colloquio con Serra, che in quel momento cercava disegnatrici per Legs Weaver).
Tu però sei responsabile del mio incontro per la Granata, dei lavori per  Kaos...

 Massimo: Sì, ne erano scaturite le illustrazioni di Kaos [1992/93]; ma per i fumetti Luigi Bernardi comandava e ha sempre avuto i gusti suoi...[ricordo però che Bernardi in realtà era interessato ai miei fumettini della serie Hotel, anche se non era certo dove potessero essere collocati all'epoca; tanto che su suo suggerimento ridisegnai i layout di quelle storie per accorciarle di una tavola, da 5 a 4, se non sbaglio – poi non se ne fece più nulla anche perché non esisteva la rivista su cui poterli pubblicare]
Io non è che ti facevo lavorare, al massimo ho parlato bene di te con qualcuno che mi era amico, ma perché ero convinto ne valesse la pena!

 P: Sì, intendevo che grazie a te poi ho trovato da lavorare - e devo dire che tutto quello che ho fatto mi è sempre stato pagato, sempre.

 M: Sulle tue chine di allora e quelle di oggi non dico nulla che se no mi picchi, ma io quelle di allora le amo tantissimo ancora oggi, e sono veramente felice dell'unica "Hotel" pubblicata, perché  è lì ancora oggi a stagliarsi e a dire che cosa potevi fare, d'altro.
Taglia pure, ma metti almeno: "Massimo non è d'accordo col giudizio mio e di Torti sulle mie chine di allora”.
I tuoi "fermo immagine" in sequenza ravvicinata...

 P: Ma sì che lo metto, perché devo tagliarlo? Per me poi non è stata una questione di scelta migliore o peggiore - semplicemente in Bonelli quelle chine non possono esistere, e bon.

 Massimo: Certo, quello lo so.
E però rimane una splendida via di mezzo tra gli Hotel e i Nathan Never, che sono i tuoi Billiteri.

 P: Davvero? A te piacevano i miei Billiteri?

Illustrazione per Avvenimenti - 1990
 Massimo: E mi piaceva anche Billiteri come personaggio! Un'occasione persa del fumetto italiano. (Ma io li ho, e so dove sono; e piccolo applauso anche per Pennacchioli e il suo Intrepido coraggioso).

 P:  Su questo hai ragione, era un personaggio che con apparente leggerezza dava uno sguardo sull'Italia di quei tempi.

 Massimo: "Libri": due cose su Libri. Non la trovavo così "finita bene", non era bella come La rapina e Hotel, ma era una sceneggiatura gradevolissima, intelligente, e colta, nelle sue tre pagine, e comunque mostrava un'autrice solida di cui io sapevo già avremmo pubblicato di meglio (ce l'avevo in mano): e quindi l'ultimo Schizzo prima di quelli veri mi era sembrato un posto dove forzare una tua presenza.
Agli autori le promesse non piacciono, devono vedersi tangibilmente su carta, e tu ne avevi bisogno; e poi due parole su quella piccola meraviglia pubblicata su Posse che tu ti tenevi lì da tempo, e che nemmeno volevi darmi perché era un esercizio di tanto tempo prima, e perché era così diversa da tutte le cose che facevi ora (allora)...e che per fortuna hai rimesso in giro sul tuo blog un po' di tempo fa [si tratta del fumetto "Questa notte"]; in cui c'è tutta un'anima arrotolata ma potente, e voglio anche dirti di quanto erano belle e coerenti appese al muro del centro sociale in cui organizzarono il primo splendido happening Underground.

 P: Quello che ci fu a Milano?

 Massimo: sì, tutti a Milano, ma il primo con le tue tavole al Centro Sociale Garibaldi - non ancora al Leoncavallo...
E poi ti ho persa, come critico presunto potrei ancora scrivere della/e tua/e storia/e per Blue, dove si ritrova a distanza di anni la sensibilissima sceneggiatrice de La rapina; delle storie su Babilonia (idem come sopra ma in una due tavole) [qui c'è l'illustrazione per una copertina], e soprattutto però della splendida storia nell'inserto Fumetti di questa rivista, tre tavole ma con un gioco di sceneggiatura che vorrei rileggerlo (non so dove ce l'ho) ma credo abbia ancora oggi degli effetti di una modernità impressionante, ricordo un qualcosa di ispiratamente e linguisticamente "nuovo" [di quel fumetto non ho più le tavole originali e la stampa fu talmente pessima che faccio fatica a leggere il testo sull'inserto – ma anche il disegno è tutto un pasticcio, impossibile postarlo qui sul blog].
E va aggiunto che è un po' di anni che non vengo a rovistarti i cassetti - ma tanto ora mostri a tutti in diretta...

 P: Ho fatto pochissimo di fumetti, come vedi.

 Massimo: Vedo comunque che "Lo straniero" non ti molla mai del tutto, e che i mondi nei quali giochi sono sempre un po' i suoi... chissà mai...
Ciao, ti lascio dormire, a presto (che ti ho fatto fare notte!) [era quasi l'una di notte, io di solito vado a nanna non oltre le 23!]

Ringrazio molto Massimo per la disponibilità, lui che cerca di districarsi tra turni al lavoro e famiglia; e prossimamente l'intervista in due parti a Marcello Toninelli!


sabato 25 febbraio 2012

"ComicOut", fumetti, segnalazioni

Chiusa prematuramente l'esperienza della rivista "Animals" l'iperattiva Laura Scarpa rilancia fondando l'associazione "ComicOut", "che si propone di diffondere, far conoscere e far capire meglio il fumetto, la sua arte e la sua storia. Lo farà attraverso corsi, incontri, manifestazioni e pubblicazioni."; rimando al blog dell'associazione per gli approfondimenti, non dimenticando di informare gli aspiranti fumettisti (o i semplici appassionati) che sono sempre aperti i corsi di fumetto online tenuti da diversi professionisti del settore e coordinati da Laura.

Lo sceneggiatore Alberto Ostini adesso ha un sito dove è possibile dare un'occhiata ai suoi lavori non solo fumettistici, ma anche nel campo cinematografico e fotografico (quest'ultima è solo una passione, per adesso). Per scorrere i lavori trascinare la barra bianca, e cliccare sulle immagini delle tavole a fumetti per vederle interamente.

Pensavo di aver citato Comicom in qualche mio post precedente, invece no: "comunicare a fumetti" è il campo d'interesse del sito, che si presenta così: "Comicom vuole esplorare le potenzialità comunicative del fumetto e dell’illustrazione, linguaggi troppo spesso relegati nell’immaginario collettivo ad un pubblico infantile o ad una nicchia di appassionati. Le applicazioni nella comunicazione sono infinite, efficaci e maggiormente interconnesse al panorama quotidiano rispetto a quanto si creda. Questo blog vuole essere un percorso di analisi e di sensibilizzazione."

Su Comicsblog si informa di un albetto che sembra bellissimo di Chris Ware, acquistabile online a soli 5 € sul sito dell'editore tedesco Mono: per  aficionados.

Da ComicsBay una bella segnalazione per disegnatori (e non) amanti della fantascienza e del mecha design.

Sul Tropico del Libro si segnala l'arrivo dei fumetti digitali anche su Facebook: Archie Comics ha aperto una pagina dove è possibile scorrere le anteprime dei suoi albi e decidere se acquistarli e leggerli.

Io nel frattempo continuo a lavorare sulla storia di Mirko Perniola, sto quasi per arrivare a metà strada - posto qui una vignetta con May.

mercoledì 22 febbraio 2012

"Il censimento", fumetto pubblicato su Frigidaire nel 1992

Continuo la panoramica sui miei lavori degli anni 1991/92, quelli in cui ho cominciato a lavorare nel campo dei fumetti.
"Il censimento" è una storia di cui non ricordo né come è nata (anche se conosco la data di realizzazione, il 1990), né come è arrivata a "Frigidaire"- una rivista che negli anni ottanta per me è stata fondamentale per farmi vedere i fumetti (e non solo) sotto un altro punto di vista.
Il numero su cui è uscito il mio fumetto è del settembre 1992, quindi lavoravo già con Marcello Toninelli e avevo già realizzato illustrazioni per "Kaos" della Granata Press; è possibile che qualcuno di loro abbia parlato di me con qualcuno della redazione di Frigidaire, poiché ricordo bene che non non sono stata io ad andare a cercarli, bensì mi fu chiesto se avevo qualche fumetto pubblicabile - aggratis, che i tempi erano cambiati e sulla rivista ormai uscivano fumetti di giovani di vario (e alcune volte incerto) valore.
"Il censimento" l'avevo già disegnato per conto mio (tranne il lettering), sapevo che sarebbe rimasto altrimenti nelle mie cartelline, così accettai la pubblicazione. Credo anche di aver spedito delle fotocopie (e comunque gli originali li ho con me), e tutto sommato se il lettering me lo fossi fatto da sola forse era meglio...
Altra cosa che non ricordo è perché ho anche la versione a colori delle prime due tavole - rifatte in maniera identica, tra l'altro! - ah, avessi avuto il computer...ma non usava allora.
Tecnica usata per le tavole a colori: ecoline e inchiostro.
Come al solito seguire il link per leggere la storia di 6 pagine su Picasa WebAlbum.








venerdì 17 febbraio 2012

Disegni inizio anni '90 e un anniversario

Copertina di Giuseppe Palumbo
L'anniversario che ricordo qui non è quello di Mani Pulite, che è abbondantemente ricordato da giornali e siti, ma è quello che mi riguarda personalmente: nel 1992 iniziavo la mia carriera di fumettista.
Come già accennato in vari post ho iniziato a lavorare nel campo dei fumetti grazie a Marcello Toninelli, che mi ha affidato il ripasso a china di un paio di albi della rivista "Dark".
Di quella storia parlerò più estesamente tra qualche post, oltre all'intervista-chiacchierata con Galletti ne ho in cantiere una molto bella con Marcello, in cui abbiamo rievocato proprio quel periodo.

A inizio anni '90 avevo trovato questo segno grosso e "puntuto" che gradualmente ammorbidirò, un segno con cui realizzerò dei fumetti (come quelli per "Schizzo") e delle illustrazioni, come quelle per la rivista "Kaos" edita dalla Granata Press.
La rivista "Kaos" trattava di temi per me del tutto alieni - i giochi di ruolo e il fantasy (be', già il fantasy lo masticavo di più, grazie alla lettura de "Il signore degli anelli" e al fumetto di "Conan il barbaro", ma a parte questo non ero certo un'appassionata). Conobbi Bernardi e Ghiddi (il grafico della Granata, ma non solo) grazie a Galletti o Toninelli - entrambi ricordano di avermi indirizzato verso Bologna (e io non mi ricordo nulla, naturalmente); comunque era il 1992 di sicuro.
A quei tempi oltre a "Kaos" e a vari volumi di fumetti vari (tra cui dei manga, allora del tutto snobbati in Italia) la Granata Press editava la bella rivista "Nova Express" (anche di questo mi piacerebbe parlare in un post apposito - ovvero delle riviste che uscivano nelle edicole a cavallo di anni '80 e '90).

Qui sotto potete vedere alcune delle illustrazioni realizzate per "Kaos"; di solito c'erano dei racconti da illustrare, e quindi erano strettamente a tema.
Quelle in bianco e nero erano disegnate con pennino e, se presenti, con retini applicati (quelli del disegno con l'uomo col falco ad esempio sono applicati a parte su un acetato); quelle a colori sono realizzate con ecoline e inchiostro.
Sul Conan a colori (non eccelso) ho un ricordo preciso: guardandolo Ghiddi ne fu un po' deluso soprattutto perché non avevo pensato a disegnare il fiato condensato che un uomo al gelo avrebbe dovuto avere (e aveva ragione); questo minava il senso di verosimiglianza che il disegno, pur nella sua "graficità", doveva esprimere.
Ho postato anche un disegno di quel periodo lì mai pubblicato, una specie di illustrazione "pubblicitaria" per una delle tante storie che mi inventavo e di cui di solito sopravvivono schizzi, studi, soggetto, layout, e se va bene le prime tavole complete. Con quel tipo di segno lì, molto dispendioso in termini di tempo, non mi era facile disegnare storie lunghe; la storia "La condanna" la immaginavo come una serie a episodi, il protagonista era un "alieno" che era stato processato e  condannato a vivere in una Terra post-catastrofe, dove non esisteva più la tecnologia e la civiltà e gli esseri umani vivevano raggruppati in tribù che adoravano come totem i resti tecnologici dei nostri tempi (magari di questa storia parlerò un'altra volta); niente di nuovo, ma a rivedere i personaggi qui disegnati mi è tornata un po' di nostalgia, sembrano avere una loro storia precisa e articolata, pronta per essere raccontata.

Tutti i disegni sono stati realizzati tra il 1991 e il 1992; cliccare sulle immagini per ingrandirle.







domenica 12 febbraio 2012

Fumetti digitali, segnalazioni veloci (più il mio Incal scomparso)

Fumetti digitali, ovvero fumetti nati per essere fruiti su supporti digitali, o anche fumetti adattati per essere letti in digitale - non è la stessa cosa, ma tanto dei primi ancora si vede poco in giro, e se c'è è un semplice riproporre lo schema della tavola cartacea.
In ogni caso il fatto di poter leggere lo stesso fumetto sia su carta che su supporto digitale in effetti allarga  potenzialmente il bacino di lettori - di poco per adesso, un giorno chissà.
In un post di qualche settimana fa avevo linkato il sito di Giorgio Pezzin e Manuela Marinato, ma non avevo fatto cenno al fatto che Pezzin crede molto nel futuro digitale del fumetto e sta lavorando per convertire in formato digitale (per iPad) la sua produzione fumettistica indipendente (qui potete  vedere quello che è già scaricabile - ci sono storie realizzate in coppia con Cavazzano, Marini, Perconti).
Sul suo blog poi potrete leggere notizie sul suo lavoro, sui suoi progetti digitali, e magari potrete scambiare dei pareri su questo argomento (e in generale sui fumetti!).

Anche il fumettista Pino Oliva si sta interessando alle possibilità del digitale, in questo caso come vetrina dei suoi lavori: la app che contiene sue storie a fumetti, illustrazioni, musiche, si può scaricare gratis qui.

L'Incal di Moebius (1981)
Tra i portali di fumetti che permettono l'acquisto di fumetti digitali io frequento Izneo e AveComics, sul primo i fumetti si possono anche "prendere in prestito" per la lettura per 10 giorni a 1,99 € (oltre che per poterli acquistare), sul secondo no, si possono solo comprare; su ambedue i siti gli albi possono essere letti sia online, che sull'iPad/iPhone tramite le app dedicate, accedendo al nostro account.
Ultimamente su AveComics ho visto quella che sembrava una nuova edizione de "L'incal" di Jodorowsky e Moebius (ne hanno fatte a bizzeffe, credo), invece è proprio un fumetto nuovo disegnato da Jose Ladronn e dal titolo "Final Incal". 
Sfogliando l'anteprima online mi è balzata subito agli occhi la vignetta a tutta pagina in cui John Difool si getta nell'abisso della gigantesca città futuristica - nel 1981 quando vidi quella stessa vignetta disegnata da Moebius mi fece una grandissima impressione, così come tutta la storia che fu pubblicata a puntate sulla rivista Metal Hurlant (versione italiana) a partire dal numero 2.
I 12 numeri di quella rivista sono all'origine del mio amore per la fantascienza fumettistica (per la fantascienza filmica devo risalire al 1977, quando vidi "Guerre stellari" al cinema: smisi improvvisamente di disegnare cowboy e indiani, come fatto dall'età di 5 anni, e iniziai a disegnare astronavi, alieni, e così via).
Su Metal Hurlant non si riuscì a completare la storia de "L'Incal", per cui pur avendo letto a pezzi e bocconi il seguito (chissà dove) non ho mai posseduto una versione intera della saga.
Non molto tempo fa le edizioni BD hanno fatto uscire questo volume, che io avevo comprato e messo poi nella pila delle cose da leggere; non avevo urgenza dato che la storia è un classico che conosco (anche se mi ricordo poco e niente della storia, che non mi hai mai interessato molto a dire la verità).
L'Incal di Ladronn
Adesso volevo andare a sfogliare il volume e vedere le differenze tra la storia disegnata da Moebius e quella disegnata da Ladronn, ma...il volume è sparito! Non lo trovo più, ho cercato dappertutto, in tutti gli scaffali, senza risultato. Sono sicura di non averlo prestato a nessuno, così la realtà è che per qualche motivo il volume sia stato fagocitato in qualche libreria del mio studio. 
Ho anche immaginato che qualcuno potesse averlo sottratto, ma l'unica persona non conosciuta che è entrata in casa è un tecnico della caldaia (io non ero lì presente), ma ipotizzare che tra tutte le cose che poteva prendersi l'uomo (cosa improbabilissima in effetti) sia stato "L'incal" sa un po' di...fantascienza!
L'unica spiegazione possibile è che il volume sia appunto nascosto da qualche parte (anche se non capisco perché avrei dovuto fare questa cosa); purtroppo ciò equivale ad ammettere che il volume è andato perduto, per avere un possibilità di trovarlo dovrei in effetti mettere ordine nel caos che ho in studio, il che vorrebbe dire avere una settimana a disposizione di vacanze per poter fare solo questa cosa: impossibile
Tornando a "Final Incal": a parte la fedeltà di Ladronn nel ricostruire le ambientazioni moebiusiane, e le somiglianze di alcune vignette, per il resto si narra credo la stessa storia ma con personaggi diversi e diversa trama. Dell'Incal originale di Moebius (quello pubblicato sulla rivista nel 1981) non ricordavo i colori così accesi, che a vederli oggi non mi piacciono granché; quelli attuali di Ladronn sono naturalmente più "pittorici" e realistici (anche se un po' monotoni), e il suo modo di disegnare è pieno di particolari e sfondi ricostruiti maniacalmente.
Non mi interessa paragonare due artisti così diversi, di cui uno ha fatto la storia del fumetto; dico solo che per quanto non capisca granché questa nuova versione de "L'Incal" il lavoro fatto da Ladronn è molto buono, se lo si prende per quello che è.
Ladronn è un disegnatore che ha cominciato con uno stile smaccatamente kyrbiano, poi si è evoluto andando verso una linea chiara più europea: un disegnatore che apprezzo, ma senza esagerare.

martedì 7 febbraio 2012

Due vecchie storie uscite su "Schizzo"

Due post fa parlavo di una "chiacchierata" fatta con Massimo Galletti che pubblicherò tra non molto; tra i fumetti che citeremo ci sono anche queste due mie brevi storie pubblicate  su "Schizzo" -  la prima sul numero 12 del 1991 e la seconda su Schizzo 1 (nuova serie, quello blu) del 1992.
"Libri" è stato il mio primo fumetto uscito su rivista, anche se un po' di nicchia come la rivista del Centro Fumetto Andrea Pazienza - di nicchia ma molto importante come vetrina per tantissimi giovani autori che successivamente si sono affermati nel mondo del fumetto e delle arti in generale.
Per dire, su quel numero del 1991 c'erano fumetti di persone come Matteo Alemanno, Roberto Grassilli, Stefano Fabbri, Lewis Trondheim, Elettra Gorni...
Sullo Schizzo blu, molto bello graficamente e più ambizioso del 1992 vedo la presenza di interviste a Berardi e Bacilieri, Lupoi e Chiaverotti, fumetti di Ribichini, poi ancora Fabbri, Trondheim ed Elettra Gorni tra gli altri.
La storiella di "Libri" risente della grande influenza che avevano su di me in quel periodo le letture della fantascienza di certo fumetto francese (Moebius su tutti, ma non solo), anche se a dire la verità quell'epoca stava già per chiudersi.
Lo stile è quello che ho usato molto in quegli anni, derivato (come spiego qui) dal mio amore per la linografia. Fumetti e illustrazioni presentavano questo segno grosso, un po' grafico, che parzialmente rimediava alle mie mancanze come inchiostratrice - se ci si riferisce al fumetto di tipo realistico, cosa che ai tempi non mi interessava per niente, peraltro.
La storiella di "Hotel" invece è ispirata a una mia esperienza giovanile di lavoro in un hotel di Parigi, ne ho fatto una piccola serie di cui esistono ancora 3 o 4 storie a layout, questa è l'unica che ho realizzato (da notare la presenza dei retini, quelli veri tipo Letraset; il lettering invece non è il mio).
In gioventù ho avuto la fortuna di poter andare spesso in Francia grazie a due zie francesi acquisite; uno dei miei zii con la sua compagna aveva in gestione un hotel a Parigi, e da inizio anni '80 ho potuto  soggiornare spesso in quella splendida città; l'aver studiato francese alle medie mi aveva aiutato a non sentirmi sperduta, la giravo da sola senza problemi e dopo i 18 anni anche in automobile.
Nel 1981 (avevo 16 anni) rimasi più di un mese a Parigi dando una mano ai miei zii nel lavoro giornaliero all'hotel - in pratica dovevo sistemare e pulire le camere.
L'esperienza fu davvero molto interessante, l'hotel era un 3 stelle senza pretese, sistemato su 5 piani senza ascensore (non vi dico che fatica fare su e giù), pieno di ospiti che si suddividevano in tre categorie: gli ospiti fissi, quelli che non avevano abbastanza soldi per pagarsi un affitto normale in un appartamento, i clienti degli appuntamenti (alcuni ricorrenti, si riconoscevano coppie fedifraghe), i parenti di persone malate che stavano in un ospedale lì vicino.
Forse però dovrei dedicare un altro post a questo racconto (pieno di personaggi interessanti), magari per l'occasione posterò i layout delle altre storielle.
Se cliccate sulla prima immagine potete poi scorrere con i tasti freccia le altre tavole, in sequenza.












domenica 5 febbraio 2012

Fumetti e discussioni

Essendo una persona dalle poche certezze vengo particolarmente attratta dai temi che sollevano tante discussioni, specialmente se le opinioni sono molto polarizzate. Talvolta mi trovo a navigare tra queste opinioni trovando del giusto qua e là, ma non sentendomi alla fine mai parte di una "fazione" piuttosto che dell'altra.
Mi piacciono le opinioni meditate, dubbiose, possibiliste - non sempre, ma spesso.
Ora l'argomento del giorno nel fumettomondo sono i prequel di Watchmen, il fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons apparso nel 1986.
Assurto presto a capolavoro, spartiacque di un certo modo di fare fumetto - o comunque del fumetto supereroistico - Watchmen e il suo creatore sono stati un po' santificati dalla parte più "focosa" dei loro estimatori (persino la voce di Moore su Wikipedia avverte della parzialità delle opinioni lì espresse...).
Io ho amato molto Watchmen (e non so se sia "invecchiato" come dice Interdonato - forse sì, non lo so, fatto sta che è stabilmente nella mia top ten); ho amato e amo di Moore anche "Top 10" e l'operazione ABC, "V for vendetta" e in subordine "La Lega degli Straordinari Gentlemen".
Non sono una fan di Alan Moore, certe cose non mi hanno interessato per niente, altre le trovo troppo esoteriche e complicate per i miei gusti, altre come "The Hell" sto cercando il tempo e la concentrazione giusta per leggerle (starò diventando meno sveglia ma se a una storia complessa mi si aggiunge un disegno che non mi aiuta a distinguere personaggi e avvenimenti non mi viene tanto voglia di leggerla).
Ai paventati prequel di Watchmen (sì, si sta parlando di qualcosa che ancora nessuno ha letto, anche se la presentazione del progetto e le copertine mostrano l'intento prettamente commerciale) non avrei prestato molta attenzione se non fosse che se ne parla dappertutto, e vabbè, adesso m'è venuta voglia di darci almeno un'occhiata - come faccio con tutte le novità, peraltro.
I post di Recchioni, Stefanelli e Interdonato illustrano quasi tutte le posizioni in merito, specialmente leggendo i commenti che danno conto delle sfumature delle varie opinioni ma anche della loro durezza.
Ecco, quello che più mi ha colpito forse è l'indignazione forse esagerata per un progetto che si ritiene lesivo dell'opera di Moore (e Gibbons, su, che forse non sarà un genio del fumetto ma che ha servito molto bene l'idea di Moore - anzi, meglio lui che un artista "originale" che avrebbe forse reso più confusa la storia, dato anche la quantità di particolari da illustrare) - o meglio lesivo dell'idea personale che si ha dell'opera di Moore.
Tutte le riserve e le critiche su questa operazione hanno la loro fondatezza, per carità, ma inalberarsi come se qualcuno fosse venuto a strapparci di casa la nostra copia o fossimo obbligati a comprare questo prequel mi sembra un po' strano - ma forse sono io che cerco di prendermela calma per tutto in generale, che mi sembra non valga la pena farsi il fegato a pezzi per cose del genere, e quindi non capisco.
Al di là della legittimità o no della DC comics di fare questa cosa, della validità o meno degli artisti coinvolti (Darwyn Cooke sì e gli altri no - perché?, non è che la sua opera sia giudicabile al di fuori del progetto che la contiene, più o meno bella delle altre che sia/sarà), ecco, sono passati 25 anni (che sembrano secoli con i parametri moderni) e Watchmen è diventato un classico del fumetto: lo aspettano quindi interpretazioni, rifacimenti, tradimenti, e così via...
Ironico poi che l'opera di Moore - che per quanto compiuta in sè (neanche io sentivo il bisogno di prequel e sequel) tratta pur sempre di "supereroi" - venga usata a distanza di anni prelevando quei personaggi e ritrasformandoli in banali supereroi da miniserie (almeno così sembra).
Comunque per sdrammatizzare un po' consiglio la lettura di questo post di Leo Ortolani...


mercoledì 1 febbraio 2012

Layout di un vecchio fumetto

Ogni tanto ripenso agli inizi della mia carriera di fumettista, al fatto che l'ho cercata poco, e con poca convinzione; a come l'incontro fortuito con determinate persone abbia dato una direzione per me imprevedibile alla mia vita.
Nel 1989 terminavo il mio percorso scolastico fatto tutto di studi artistici, ma che non recavano traccia di qualcosa che avesse a che fare col fumetto; per quello avevo sempre fatto da me, disegnavo fumetti per divertimento e per necessità interiore da praticamente sempre.
                                                                                                                                                                                 Da La rapina
Dopo un anno e mezzo di illustrazioni realizzate per Avvenimenti (che non mi permettevano certamente di vivere, solo loro) spinta dai miei genitori a fine 1991mi trasferivo a Milano per fare...non so bene cosa, credevo avrei continuato a cercare nel campo dell'illustrazione, dell'editoria - ma io non conoscevo nessuno, era proprio un salto nel buio.
A dire la verità a Roma avevo anche per un breve periodo tentato la strada del fumetto andando alla redazione della rivista L'Eternauta (che a quei tempi - 1990 - coincideva con la redazione della rivista Comic Art), ma mi convinsi che ero troppo lontana da un livello professionale per poter entrare a lavorare in quel campo (lo racconto qui).
In quel 1991 così pieno di incertezze (credo di ricordare vagamente l'ansia e lo sconforto al pensiero di non sapere assolutamente cosa avrei finito col fare nella vita) probabilmente ci fu il primo contatto (telefonico) con una persona che avrebbe avuto un certo peso sulla strada che avrei poi intrapreso in campo fumettistico: Massimo Galletti per me era un perfetto sconosciuto - mentre lui aveva visto le mie illustrazioni pubblicate su Avvenimenti e anche la tavola poco fumettistica uscita su "Spot" nel 1990.
Di questo però vorrei parlare in uno o più futuri post, presentare meglio Massimo (che è stato animatore del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona e direttore della rivista Schizzo, ormai diversi anni fa), soprattutto postare una conversazione tra me e lui avvenuta qualche sera fa tramite la chat di Facebook: gli chiedevo in particolare se fosse stato lui a consigliarmi di rivolgermi a Marcello Toninelli, a Milano (con cui ho esordito nel campo del fumetto professionale).
Massimo Galletti però è stato il mio primo fan, colui che ha anche pubblicato su rivista i miei primi fumetti in assoluto (su la sopracitata Schizzo).
Nella conversazione che posterò parliamo di diverse cose, e Massimo fa riferimento ai tre fumetti che Schizzo - nelle sue varie incarnazioni - mi ha pubblicato; vorrei così prima postare quei vecchi fumetti, ma anche un fumetto non pubblicato (perché mai realizzato) che Massimo ha amato e ama molto tutt'ora: di quel fumetto esiste un layout abbastanza accurato (ho scoperto grazie a Massimo che è così perché l'avevo fatto leggere a Rodolfo Torti, pare - io già non me lo ricordavo più) di cui qui sopra c'è la prima tavola (cliccando sul link del titolo  - La rapina - si va a leggere tutta la storia di 9 tavole, una volta arrivati su Picasa e cliccato sulla prima tavola se volete ingrandirla c'è una minuscola lente in alto a sinistra); la data di realizzazione è settembre 1990.
Due parole sull'ambientazione: mi sono ispirata a una zona abbastanza popolare di Roma, all'incrocio tra Torrevecchia e Trionfale, dove nei pressi esiste l'ospedale San Filippo Neri e una volta c'era anche il manicomio di Santa Maria della Pietà; non so quando fu chiuso quest'ultimo, ma da allora molti dei suoi ex pazienti non dovevano essersi allontanati di molto, poiché in zona si potevano vedere ai semafori queste persone che facevano l'elemosina, o che si aggiravano nel quartiere diventando dei personaggi noti, ognuno con le sue particolarità.
E' passato molto tempo da quando ho realizzato questa piccola storia, e dai riferimenti nei testi si capisce bene...