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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



sabato 29 ottobre 2011

Basta poco per sbagliare una tavola

A volte la routine si fa sentire di più, altre volte può essere semplice stanchezza, o distrazione; può capitare quindi di leggere la sceneggiatura con superficialità, e soprattutto limitarsi a leggere una particolare tavola senza essere andata a rileggere le tavole precedenti (nel caso che qui prendo in considerazione  ho la piccola attenuante che la scena precedente non è legata a quella che ho continuato a disegnare - ma non dovrebbe essere una giustificazione).
Nella tavola a matita si può vedere Nathan Never che passeggia in un quartiere della città, raggiunge un edificio, apre la porta e si affaccia all'interno. Questa scena è collegata a un'altra disegnata il mese scorso, dopo uno stacco su altri ambienti sono tornata a disegnare e concludere questa particolare sequenza.
Come sempre mando le tavole a matita in visione ad Antonio Serra e Davide Rigamonti.
Serra mi ha telefonato e mi ha detto che Nathan sembra tornarsene tranquillamente a casa sua: invece non deve essere così! Nathan sta andando in un posto sconosciuto ad affrontare non si sa cosa, il suo atteggiamento deve rispecchiare questa incertezza.
Cosa stavo pensando mentre disegnavo quella tavola? Probabilmente a niente, ed è questo il punto: bisogna sempre pensare a cosa si disegna, al perché lo si disegna in un certo modo e non in un altro, cosa è successo prima e cosa succederà dopo, in che stato d'animo è il personaggio che si sta disegnando.
Nella tavola che poi ho inchiostrato ho cercato di rendere Nathan più "attivo", non so ancora se va bene così (e devo ancora ritoccare qualcosa, in ogni caso), ma ho voluto postare questo esempio per mostrare come basti un po' di distrazione per mancare lo spirito di ciò che si sta disegnando.
Tra l'altro è in casi come questo che si nota la necessità di un curatore, di un editor: cosa che mi fa riflettere su cosa voglia dire certe volte autoprodursi senza avere delle figure di riferimento con cui passare al vaglio la propria opera (gli amici non valgono, di solito).

Un'altra tavola appartenente a questa scena (ma disegnata tempo fa e collocata diverse pagine indietro, nella storia) si può vedere qui.

Immagini ©SBE

mercoledì 26 ottobre 2011

Musica e link vari

Del mio amico musicista Federico Moi ho già parlato qui, ma è su questo post che ho accennato agli Hollowblue, il gruppo in cui Federico suona la batteria.
Il 21 ottobre gli Hollowblue si sono esibiti in un concerto abbastanza intimo alle Officine Morghen, un nuovo spazio aperto da poco al quartiere  Bovisa a Milano. Pur non essendo io molto incline al mondo del reiki, della meditazione, ecc. ho potuto apprezzare la gentilezza e l'ospitalità dei gestori dell'associazione (e ottimo il buffet che era compreso nel prezzo del biglietto).
Il luogo non è molto grande, e la presenza del parquet della palestra impone di lasciare le calzature all'entrata: Federico e Gianluca il cantante però se le sono rimesse durante il concerto per l'esigenza di poter pestare bene i pedali degli strumenti, mentre il coraggioso Killijoy (nella foto all'estrema sinistra) è rimasto scalzo, pur essendo quello che pigiava pedali e bottoni più di tutti (a dire la verità fallendo la metà delle volte, probabilmente).
Gli Hollowblue sono attivi dal 2003 e hanno pubblicato 3 album, più (si spera) un quarto di cui si sono potuti ascoltare diversi pezzi in anteprima al concerto (molto belli); tra le loro diverse collaborazioni si segnala quella recente con lo scrittore Dan Fante ( figlio di John Fante).
A me il concerto è piaciuto molto, anche se forse il luogo era eccessivamente piccolo per apprezzare al meglio la musica degli Hollowblue, che data la mia ignoranza non saprei neanche come definire, musicalmente parlando: qui comunque c'è un'intervista al cantante Gianluca Maria Sorace che risale all'uscita del loro ultimo album, Wild nights, quit dreams.
Concludo dicendo che questi musicisti sono davvero simpatici e alla mano, sono stata molto contenta di vederli all'opera e soprattutto di vedere in azione alla batteria Federico, per la prima volta.

Link vari:
- Michele Ginevra sul suo blog segnala l'uscita del volume "Eccetto Topolino - Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti". Il tema sembra interessante, ma soprattutto mi è piaciuta la copertina.

- Emiliano Mammuccari, bravissimo fumettista e illustratore, si cimenta anche con la scrittura, ma il tema è sempre fumettistico: "Lezioni spirituali per giovani fumettari - L'arte, il mercato, il mestiere".

- Su "Il Mac minimalista" si parla di un profilo Twitter molto particolare: vi si racconta tramite foto e poche righe di descrizione, giorno per giorno, la seconda guerra mondiale (io amo particolarmente la storia, meglio se storia resa anche attraverso le foto).

- Da utente Apple mi rendo conto dei tanti contro (ma anche pro) di questa azienda: qui uno sberleffo ironico, qui invece un discorso sui pregiudizi sulla Apple, in generale sull'ignoranza informatica.

- Un'idea romantica, adottare una parola della lingua italiana il cui uso sta lentamente scomparendo: qui si parla dell'iniziativa della Società Dante Alighieri, con anche un elenco di parole "in pericolo" (molte sono già state "adottate"). Ci sono parole la cui presenza nell'elenco desta in me meraviglia, poiché  pensavo fossero di uso comune; alcune invece non le avevo mai incontrate (tipo "amarume", "appastarsi", "aprico", "cianciolo", ecc.).

- Grazie a Juhan ecco un link a delle foto magnifiche di nuvole dalle forme inquietanti (o semplicemente belle).

- Masayume dà ancora un ottimo consiglio, dare un'occhiata al blog di Kevin Keele, disegnatore che lavora per la Disney; io mi ci sono iscritta, i suoi tutorial sono davvero interessanti, i disegni molto belli.

- E' uscita la nuova versione di Painter, la 12, con le solite mirabolanti innovazioni riguardanti il realismo dei nuovi pennelli digitali. Il costo del programma è abbastanza alto, ed è rivolto quindi ai professionisti del settore (io non ce l'ho - o meglio, tempo fa ho acquistato la versione Essential, molto molto "stringata"), però vedere la demo di presentazione mi diverte sempre.

domenica 23 ottobre 2011

La saga di Dray Prescot - di Alan B. Akers

Credo che quasi nessuno conosca lo scrittore di fantasy e fantascienza Alan B. Akers, pseudonimo di Kenneth Plummer - non in Italia perlomeno. Gli ultimi (pochi) suoi libri tradotti in italiano sono stati stampati ormai molti anni fa, quasi introvabili ormai; procurarseli in inglese è l'unica alternativa.
Vorrei qui parlare degli unici tre libri usciti in Italia nel 1978 facenti parte della saga di Dray Prescot (della prima parte di questa lunghissima saga a dire la verità, come ho scoperto solo di recente) che ebbi la fortuna di acquistare in edicola in quei tempi lontani (avevo 13 anni).
Confesso che non amo molto il fantasy, eppure mi è capitato di restare affascinata da singole isolate opere; un esempio è quello de "Il signore degli anelli", il cui volume in gioventù lessi almeno tre volte, un altro esempio recentissimo è dato dalla visione della miniserie tratta dalla prima parte della saga "Cronache del ghiaccio e del fuoco" di G.R.R. Martin (e anche il libro "Il trono di spade" che ho iniziato a leggere mi piace molto).
Aggiungo che sempre in gioventù avevo fatto scorpacciate di "Conan il barbaro", le storie meravigliosamente disegnate da persone come John Buscema e Barry Windows-Smith, tra gli altri. Di Robert E. Howard invece ho letto solo un libro, tanti anni fa, e mi colpì molto la sua scrittura potente ed espressiva.
Comunque, a parte queste esperienze, direi che il fantasy non rientra tra i miei generi preferiti, specialmente se è scritto male o con poca fantasia.


Osservando le copertine dei libri "Destinazione Scorpio", "I soli di Scorpio" e "Guerriero a Scorpio" disegnate da Marco Rostagno si noterà un tipo di stile che andava molto negli anni settanta; è anche probabile che venni attirata proprio da quelle copertine così colorate e dal segno un po' fumettistico, poiché non era mia abitudine acquistare libri in edicola (all'epoca poi non ce ne erano così tanti come adesso).
Ricordo che dopo l'acquisto del primo volume aspettai pochi mesi l'uscita del secondo, e poi del terzo; aspettai con ansia l'uscita del quarto, poichè era evidente che le avventure di Dray Prescot non erano terminate. Ci volle tempo per abituarmi all'idea che non sarebbe più uscito niente di quella serie: per mesi, anni sperai di rivedere in edicola quelle copertine così evocative.
Quei 3 libri all'epoca li ho letti e riletti diverse volte; difficile dire perché mi piacevano così tanto. Lo stile indubbiamente era molto efficace, le ambientazioni molto affascinanti e i personaggi ben delineati; soprattutto la scelta dei nomi, molto fantasiosi, evocavano in me mondi lontani, piene di cose fantastiche.
Il protagonista è Dray Prescot, marinaio inglese della fine del 18° secolo che inspiegabilmente viene trascinato (teleportato, si direbbe) nella costellazione dello Scorpione, sul pianeta Kregen, da entità potentissime e misteriose dette "Signori delle stelle". Questi hanno dei loro piani che solo parzialmente Dray Prescot riuscirà a decifrare nel corso delle sue avventure, narrate da lui stesso e con la prospettiva di un uomo che ha vissuto nel frattempo molto più a lungo di qualsiasi mortale.
Kregen è un pianeta costituito da sette continenti abitati da diverse razze di uomini e semiuomini (simili nel volto a varie specie di animali), oltre a una varietà infinita di bizzarri animali, spesso molto pericolosi. La vita su Kregen è molto dura (come sottolinea più volte Dray Prescot) e vige un tipo di civiltà tra il feudale e la nostra era classica, con la presenza di schiavitù, guerre, violenza, ingiustizie varie.
Un'eccezione è costituita dalla presenza della città-stato dei Savanti, i quali posseggono tecnologia avanzata e un grado di civiltà che da tempo ha bandito la violenza e in cui si vive in uguaglianza, anche dei sessi. Sono i Savanti che accoglieranno all'inizio Dray Prescot (anche essi hanno dei piani su Dray Prescot, che per qualche motivo è un "predestinato" a fare qualcosa, anche se non si capisce bene cosa - almeno in questi 3 libri che ho potuto leggere).
Un'iniziativa non gradita da parte di Dray Prescot costringerà i Savanti a cacciarlo via da questo "paradiso", dando così via alle sue peregrinazioni sul pianeta Kregen.
Prescot è il classico eroe determinato, intelligente, brutale solo quando serve, con grande senso della giustizia e anche della pietà, coraggioso, fortissimo (ma in ciò è stato aiutato dai Savanti - non dico come per i pochi che siano curiosi di recuperare questi libri), e che però è devoto fin dall'inizio (dalla sua permanenza presso i Savanti) alla sua Delia delle Montagne Blu - il grande amore che sarà anche uno dei motori delle azioni e delle avventure di Dray Prescot.
La prestanza e la determinazione di Dray Prescot lo porteranno a diventare cavaliere del Clan di Felschraung, schiavo nelle cave di marmo a Zenicce, signore di Strombor, Krozair di Zy (un ordine guerriero-mistico devoto al sol rosso Zair, in contrapposizione al sole gemello verde Grodno), comandante di navi nel mare interno chiamato Occhio del Mondo, ecc.
Insomma, avventura allo stato puro, senso del meraviglioso, ma anche una certa attenzione ai sentimenti e alla psicologia di persone messe in una data condizione, anche se immaginaria.

Molti anni dopo mi è capitato di leggere i primi racconti di "John Carter di Marte", la saga scritta da Edgar Rice Burroughs; è evidente che parte dell'ispirazione di Ken Plummer viene da lì, con anche un po' del Conan di Howard e di altro che non saprei dire, data la mia ignoranza.
Tuttavia mi sento di dire che lo stile di Plummer ha una sua certa forza e merita certamente la lettura (degli appassionati del genere almeno); rileggendolo adesso a più di 30 anni (!) di distanza avverto ancora parte del fascino di quelle storie, usando anche come metodo di misura l'assenza di stanchezza nell'andare avanti e avanti nella lettura nonostante l'ora tarda.

Solo grazie a internet ho potuto sapere che la saga di Dray Prescot  non era terminata con quel terzo volume, e neanche con il quarto o quinto, come ipotizzavo.
L'anno scorso ho cercato su aNobii se fossero presenti nel database i tre volumi di Alan B. Akers: non c'erano. Stavo pensando di metterceli io, creando delle schede nuove, ma sapevo che era un periodo un po' difficile per gli inserimenti di libri ex novo in aNobii, quindi ho desistito. Pochi mesi fa, ricontrollando, mi sono accorta che qualche anima buona aveva inserito i tre volumi in questione, e seppi così che almeno altre 8/9 persone li possedevano.
Da notare che nessuno di essi ha messo il "voto" ad alcuno dei libri, né tantomeno ha scritto una recensione (o meglio un commento): probabilmente avevano letto quei libri da giovani e ben poco ricordavano, o non erano più interessati a parlare di quei vecchi libri fantasy (o "heroic fantasy", come scritto in copertina).
Questo fatto mi ha stimolato a fare ricerche più approfondite su internet: chi era Alan B. Akers? Esistevano altri suoi libri in italiano? O della saga di Dray Prescot, magari in inglese?
E dunque ho scoperto quello che scrivevo in apertura post, sebbene non sia molto. La saga di Dray Prescot si dilunga per decine di libri, divisi in 11 cicli; qui ad esempio c'è l'elenco dei cicli con i link che portano ai titoli dei diversi libri che lo compongono (i "miei" tre libri fanno parte del primo ciclo, chiamato "Delian cycle": me ne mancano altri due per completarlo, "Swordships of Scorpio" e "Prince of Scorpio").
Su questo sito inglese è possibile comprare diversi omnibus in ebook (di vari formati) che raccolgono i libri dei vari cicli (qui il primo con anche il primo capitolo in lettura). Qui invece è possibile comprare separatamente i libri del primo ciclo a pochi euro ciascuno (non ho resistito e ho comprato "Swordships of Scorpio" a 2,90 €, anche se il formato è un dannato pdf e non mi è possibile usare il dizionario integrato del mio Sony - purtuttavia con Calibre ho potuto convertirlo in epub anche se devo ancora smanettarci su per ottenere una migliore formattazione del testo).
Su Amazon.com si possono trovare quasi tutti i libri della saga in cartaceo, sia nuovi che usati.
In italiano su eBay è possibile trovare in vendita tutti e tre i libri di cui ho parlato (qui ad esempio il primo a buon prezzo, occhio che lo si trova in vendita anche a prezzi più alti, cercate bene).
Se Delos Store è possibile comprare due di questi libri a prezzo intero (dai 14 ai 16€ - il prezzo originale del 1978 era di 3000 lire), manca però il primo della serie.

Accennavo prima alla scelta da parte di Plummer di nomi molto fantasiosi ed evocativi per luoghi e persone; tutto il mondo da lui creato è delineato con precisione, usi e costumi dei vari popoli, accenni a un linguaggio e a parole particolari - insomma, si ha l'impressione che Kregen esista veramente da qualche parte, lassù tra le stelle.
Come capita spesso - specialmente da quando c'è internet - delle persone si sono dedicate a catalogare e sistematizzare questo mondo (anche se abbastanza artigianalmente): qui c'è un sito dedicato alla saga di Dray Prescot, con l'elenco dei libri dei vari cicli, le mappe (ma sono un po' deludenti, meglio quelle disegnate dall'autore stesso; c'è anche la descrizione di un metodo per costruirsi un bel mappamondo del pianeta Kregen, solo che le mappe non sono ingrandibili, accidenti!), e qui si trova un glossario dei termini usati nella saga da scaricare; esiste anche un gruppo di discussione su Yahoo.
Qui e qui ho postato degli esempi della scrittura apparentemente semplice di Plummer, perché scorrevole, ma che in realtà presenta diversi termini abbastanza specifici, a volte poco comuni (cosa che mi fa dubitare che io possa leggere i libri in inglese senza problemi, nonostante l'aiuto del dizionario); le parole sono sempre scelte con cura, e direi che doveva avere certamente una mano veloce e felice data la sua estesa produzione letteraria.
Mi rivolgo senza nessuna speranza a editori che cercano autori da riscoprire: ristampate e continuate a tradurre i libri della saga di Dray Prescot! Al confronto con certe cose che si pubblicano oggi quei libri appaiono certamente ben scritti e avvincenti - forse un po' fuori moda, lo ammetto...

lunedì 17 ottobre 2011

La mia vita tecnologica (e un OT)

Un OT per chi capitasse qui sul blog avendomi fatto recapitare una richiesta d'amicizia (senza risposta) su Facebook: ho scritto qui sul box di destra cosa mi piacerebbe lèggere in caso di richieste di sconosciuti, e l'ho scritto anche sulle info per chi mi cerca su Facebook (inutilmente presumo).
Lo ripeto ancora una volta: vorrei un messaggio privato, due parole, ma proprio due per farmi sapere se si richiede la mia amicizia per qualche motivo particolare, o se si è appassionati di fumetto. Non capisco perché dovrei accettare l'"amicizia" di qualsiasi persona, così, solo perché ne ha voglia.
Immagino che una mia non risposta possa essere interpretata come maleducazione, mi dispiace, io tutte le volte vado anche a controllare chi è che me la richiede (nonostante l'assenza di messaggi e presentazioni), se capisco che il richiedente è un appassionato di fumetti accetto sempre l'amicizia; se costui invece ha anche tutte le informazioni riservate, ebbene, lì mi arrendo e non accetto proprio nulla - così come quando qualcuno mi viene a bussare alla porta di casa prima di aprire gradirei sapere chi è.
Se siete iscritti su Google+ invece mi potete "accerchiare" senza dovermi chiedere nulla e aspettare risposte...
Ah, e lo stesso vale per Linkedin; essendo un social network focalizzato sul lavoro mi aspetterei che a chiedermi l'amicizia siano persone che anche vagamente hanno a che vedere con l'editoria, il marketing, la pubblicità: spesso non è così. Anche in questo caso è possibile scrivere due parole in allegato quando si manda la richiesta, e anche in questo caso non lo fa mai nessuno, o quasi.

Dunque, in questo post di diversi giorni fa mi lamentavo del mio vecchio pc con Windows XP che faceva le bizze, paventando una mia avventura nel mondo linuxiano: credo che il momento sia arrivato.
Forse non dovevo testardamente cercare i motivi del riavvio durante l'uso dei viedeogiochi, ma qualcuno mi ha consigliato di scaricare i driver aggiornati della scheda grafica (una Ge Force 9500 GT).
Fino a quel momento il pc si avviava normalmente, dopo la ripulitura effettuata grazie ai consigli di P. Alexis.
Ebbene, all'inizio non mi permetteva di scaricare l'aggiornamento direttamente dal pc, poi (una volta scaricatili su altro pc e trasferitoli nell'XP tramite chiavetta USB) l'installazione si bloccava a metà causando riavvii a catena. Sono riuscita a disinstallare i vecchi driver ma a quel punto non riusciva più ad avviarsi né in modalità normale, né in quella provvisoria.
Mi arrendo, a questo punto l'unica alternativa possibile è una formattazione totale e un'istallazione di Ubuntu - posto che il problema non sia hardware. Non ho ancora deciso quando lo farò, per adesso per le cose windowsiane ho un portatile con Vista, per come lo uso va più che bene (come detto in precedenza l'unico problema è che non ha un masterizzatore).

Tecnologia domestica: il ferro da stiro è un oggetto tecnologico, no? Io lo uso poco, e per quel poco cerco di trattarlo bene: uso acqua demineralizzata, non vi lascio mai acqua dentro, ecc.
Il problema è che sia che ne compri uno da pochi soldi, sia che ne compri uno di media fascia scaduti i due anni di garanzia si rompono, sempre. Comprarne uno di fascia alta mi sembrerebbe uno spreco dato che lo userei poco (e se facesse la fine degli altri mi irriterebbe alquanto, dato il loro prezzo).
Il ferro da stiro che devo sostituire è un Rowenta, che mi sembrava un minimo di marca (ma forse no, boh); adesso devo decidermi: spendere poco sapendo che tanto dura poco, o spendere di più sperando che questa volta mi vada meglio? Mah...

Ho cambiato recentemente telefonino, il mio l'ho dato a un'amica a cui è quasi morto il suo, e io ne ho approfittato per prenderne uno con una fotocamera decente: quando sono in giro mi capita spesso di voler fare foto, spesso in zona, che vorrei usare per una futura rubrica sul blog che vorrei intitolare "Cose di quartiere".
Il telefonino è un LG ed era in offerta; peraltro a parte la presenza della radio non mi interessavano altre funzioni (e comunque per le telefonate e i messaggi lo uso molto poco).
Il mio telefono precedente e anche altri si sono sempre collegati senza problemi via bluetooth con il mio Mac per scaricarvi le foto; davo per scontato che lo stesso sarebbe successo con questo.
Ho passato diverso tempo a cercare inutilmente di collegare l'LG con il Mac, sia via usb che via bluetooth. La cosa buffa è che il Mac e il telefonino a un certo punto si riconoscevano e si collegavano, solo che era impossibile spedire foto dal telefonino al Mac, invece era possibile il contrario (!).
Col portatile con Vista nessun problema invece. Una ricerca non facile su internet alla fine mi ha fatto capire che l'LG che ho supporta solo Windows - cosa che non è evidenziata sulla scatolina e neanche sul libretto di istruzioni.
A parte questo irritante problema la fotocamera del telefonino mi soddisfa, ed è quello che mi importava di più.

Chi ha prodotti Apple si sarà trovato di fronte alla novità di iOS 5, e con l'arrivo di iCloud.
Il mio iMac non ha Lion e quindi non ho la possibilità di usufruire di questo servizio che offre uno spazio gratuito online fino a 5 Giga.
Invece sull'iPod e l'iPad  non ho attivato iCloud (pur potendo) perché a quanto ho capito anche se posso scegliere cosa mettere sulla "nuvola" (i filmati, le foto, la musica, i documenti) non posso però selezionare cartelle specifiche. Sincronizzare tutto (a parte la cosa inquietante di avere tutto online, di conseguenza consultabile solo se si ha una linea attiva - senza parlare della sicurezza, della privacy, ecc.) vuol dire ipotizzare che i miei device siano capienti, cosa che non è (iPod e iPad hanno il taglio minimo di Giga). A seconda di come uso questi aggeggi io diversifico la musica, i documenti e insomma i dati che ho su ognuno di essi. Non lavorando fuori casa non avrei neanche tutta questa comodità di avere tutto a disposizione, sempre.
Forse però ho capito male: avrei il mio Mac, l'iPod e l'iPad vuoti e tutto rimarrebbe su iCloud (che poi sono solo 5 Giga, oltre bisognerebbe pagare)? Mi sembrerebbe assurdo, io quando vado in giro con l'iPod non sono certamente collegata a internet, le cose che ascolto le traggo dalle 8 Giga della sua memoria fisica.
Ho letto tanti articoli in giro ma nessuno che spiegasse bene cosa cavolo comporta usare iCloud. Fino a che non l'avrò capito credo che continuerò ad usare Dropbox.

venerdì 14 ottobre 2011

Spazi gratuiti online e link vari

In questo post avevo accennato al servizio di storage online Dropbox, gratuito fino a 2 Giga; ce ne sono però anche di più capienti, come Comodo (grazie Federico!), che offre 5 Giga gratis e con molti dei servizi che ha Dropbox (cartelle in condivisione, sincronizzazione, ecc.), o come Minus che ne offre 10, o addirittura come Box.net, che ne offre 50!
A parte Dropbox (con cui mi trovo bene) li altri non li conosco, se qualcuno li usa può anche scrivere nei commenti le sue impressioni.

Link a raffica di articoli che mi sembrano degni di interesse, o che sono semplicemente curiosi:
- Lorenzo Mattotti al lavoro, è sempre un bel vedere.
- Discussioni intorno al fumetto da parte di Marco Pellitteri, considerazioni da leggere, al limite da discutere.
- Cyberluke nota una certa somiglianza tra un prototipo di automobile e quella di un certo personaggio dei fumetti...come dargli torto? (bella però)
- Isola Virtuale segnala questo fantastico sito: avete presente i lucchetti mocciani che stavano deturpando Ponte Milvio a Roma?
- Amo gli animali e non sopporto quando si umanizzano troppo o quando si sfruttano nelle maniere più varie: qui la mia prima reazione è stata di pensare "povero cane", ma non ho potuto fare a meno di ammirare l'ingegnosità del costume...
- Yoko è giapponese, e Giovanni (Giova-chang) è il suo compagno italiano: entrambi vivono a Milano e hanno un blog bilingue molto divertente da leggere. Qui si consigliano luoghi milanesi e modalità di preparazione del piatto Yakisoba, per gli amanti del genere.
- Non ricordo dove ho trovato questo link, il video di Ji Lee presenta delle soluzioni sonoro-tipografiche abbastanza interessanti.

mercoledì 12 ottobre 2011

Letture e ascolti


Nella mia riscoperta del Mister No nolittiano mi sono imbattuta in un paio di storie di un Tiziano Sclavi trentenne - una che inizia dal n.105 ("Ombre rosse"), disegnata da Diso, e l'altra che segue a ruota ("Alien!", n. 108), più breve, con un giovane Civitelli alle chine.
La storia "americana" di Sclavi porta Mister No in Arizona, ospite di un miliardario bizzarro (e della sua famiglia). Piena di risvolti comici e surreali questa trasferta è il pretesto per osservare un lungo elenco di luoghi comuni sul West, che però vengono sbeffeggiati o rivoltati in maniera tipicamente "sclaviana": il vero e il falso vengono continuamente mescolati a una velocità tale che la verso la fine si avverte un po' di sfaldamento, data la lunghezza della storia (quasi tre albi).
Qui Mister No fa quasi solo da spettatore, perennemente sorpreso dall'assurdità delle situazioni; tuttavia i dialoghi sono scoppiettanti e le citazioni numerosissime, la storia è davvero godibile e la consiglio a chi non l'ha mai letta.
A seguire invece c'è "Alien!", in cui la tematica del diverso è simbolicamente trattata attraverso il confronto con il "nemico" sovietico dell'era della guerra fredda (la storia è ambientata nel 1953). A parte qualche concessione finale alla retorica anche qui Sclavi sa destreggiarsi bene tra toni umoristici e malinconici, sapendo far risaltare bene l'umanità dei personaggi.

Tra i pochi acquisti recenti di fumetti segnalo lo strano manga di Kengo Hanazawa (che non conoscevo) "I am a hero", edito da GP Publishing; il disegnatore è molto bravo, ma soprattutto la storia ha una tensione che sotto traccia avanza per tutto il volume, acquistando man mano dei risvolti inquietanti. Anche qui c'è la storia di un mangaka in crisi, mezzo fallito, con evidenti problemi psicologici (o no?); il tema vedo che è molto trattato ultimamente.

Infine non posso fare a meno di segnalare un fumetto digitale acquistabile (in inglese) all'interno della app per iPad di McSweeney's: "Touch Sensitive" di Chris Ware. La storia è formata da non molte pagine, ma costa anche 0,79 c., e l'esperienza di lettura vale veramente la pena, dato che qui finalmente si inizia a vedere cosa si può realizzare nelle arti visive narrative sfruttando la peculiarità del mezzo iPad.
Nella seconda foto postata sopra (cliccare per ingrandire) si possono vedere in fila tre schermate seguenti una all'altra: con il tocco a destra, a sfogliare la pagina, si vede apparire una parte di fumetto, seguita poi dall'altra che appare accanto. Chris Ware costruisce un percorso visivo di cui noi possiamo controllare solo i tempi, ma non lo fa solo banalmente aggiungendo pezzi di fumetto a ogni cambio pagina.
Ogni pagina è costruita in maniera diversa, ed è strettamente collegata al contenuto: altre pagine non presentano nessuna giustapposizione, in altre invece la direzione di lettura viene alterata, facendo comparire al tocco una vignettina a sinistra, piuttosto che a destra. E' presente anche una bellissima doppia splash page, o anche in un paio di vignette un cambiamento della stessa in alcuni particolari, come una piccola animazione.
Chris Ware qui è regista della storia, ma una storia che non è animazione e non è fumetto: è altro, è qualcosa che nasce per essere fruito attraverso l'iPad (e si spera in futuro su altri tablet non Apple).
Segnalo un paio di problemi: chi ha già letto "Jimmy Corrigan" deve aver avuto una buona vista, data la piccolezza dei caratteri dei balloon (e anche dei disegni); qui è lo stesso, dato che la pagina non si può zoommare (e mi sembra giusto, spezzerebbe la composizione così ben studiata da Ware): il mio consiglio per i cecati come me è di premunirsi anche di una lente d'ingrandimento (non sto scherzando, io ne ho comprata una, molto utile).
Altra cosa che manca (o che non funziona) è la possibilità di tornare alla prima pagina del fumetto se si è cominciata la lettura: neanche arrivando all'ultima pagina si riesce e ricominciare daccapo, bisogna scorrere all'indietro tutto il fumetto - abbastanza scomodo e bizzarro.

Ascolti: il mio amico musicista Federico Moi mi ha segnalato un autore davvero interessante, Alberto Arcangeli. La mia ignoranza in fatto di musica non mi permette di descrivere bene il genere della musica di Arcangeli, ma le influenze mi sembrano varie (in alcuni casi non credo di sbagliare avendovi sentito echi beatlesiani, ma non sono i soli), e su tutto prevale lo strumento della chitarra.
Qui è possibile scaricare gratis (o con un minimo contributo, a scelta) il suo ultimo cd, o anche altri due album più vecchi - ma "Pop Down The Rabbit Hole" lo consiglio davvero, è molto bello.
Da notare la bella grafica e i disegni delle copertine, realizzati da Massimo e Maddalena Arcangeli.

Podcast: segnalo che alla trasmissione Ad alta voce è in lettura "Il grande Gatsby" di F.S. Fitzgerald; per chi non ha mai letto il libro, come me, un'ottima occasione per ascoltare un classico. Se avete iTunes o simili si possono scaricare insieme tutte le puntate fin qui apparse.
Guardarsi intorno e approfondire: alla trasmissione Alaska di Radio Popolare di Milano Marina Petrillo da tempo segue gli avvenimenti della "primavera araba"; in questa trasmissione di ieri si parla degli scontri tra copti e musulmani in Egitto, abilmente sobillati da chi ha interesse a farlo - certo però che le appartenenze religiose si prestano più di tutte a essere strumentalizzate per odii, scontri e fanatismi...
La Petrillo legge, traducendo, i resoconti di testimoni,  giornalisti o blogger che vivono in prima persona gli avvenimenti; mi ha colpito la descrizione di un inizio di scontro tra due gruppi opposti che d'improvviso si sono fermati quando qualcuno ha iniziato a intonare una canzone (credo popolarmente nota agli egiziani) che parla dell'essere una cosa sola di copti e musulmani.
Non so se sia vera questa cosa, ma certo rende l'idea dell'assurdità delle divisioni di questo genere e di quanto il voler aggredire qualcun altro è un istinto facilmente manovrabile, purtroppo ben presente a tutti i livelli, nel mondo.

Immagini fumetto © Chris Ware/McSweeney's

sabato 8 ottobre 2011

Ancora su Bonelli, e altri link

Nel post in cui ho parlato della morte di Sergio Bonelli ho accennato ai tanti commenti dei lettori sul sito della casa editrice, che mi hanno davvero commosso (se sembrerò retorica mi dispiace, chi mi conosce sa che non sono il tipo, e che quello che scrivo e provo è sincero); ad oggi sono arrivati a più di 10.000, andando a recuperare il link mi è capitato sotto'occhio il post che potete leggere accanto (cliccare per ingrandire un po'), mi sembra indicativo del lettore-tipo degli albi Bonelli (in specie i "classici", come Tex e Zagor),  ma credo che dimostri anche i motivi per cui il fumetto bonelliano è qualcosa di più di un "sistema editoriale che ha soffocato possibili alternative nel mondo del fumetto" (affermazione che sento spesso dire in giro).
D'altronde un critico attento (ma anche appassionato) come Harry mi sembra abbia centrato alcuni punti cercando i motivi di tanto affetto - e questo senza tacere delle riserve che continua ad avere su certe testate o politiche editoriali della casa editrice.
Qualche giorno fa ho fatto vedere a Luca Del Savio (dello staff della casa editrice) il mio altro omaggio a Bonelli postato di là, mi ha consigliato di mandarlo alla sezione del sito (cliccare su "Ciao Sergio") in cui ci sono vari omaggi di alcuni disegnatori; da notare (abbastanza vicino al mio) quello di Giacomo Bevilacqua, molto apprezzato in redazione.

Varie segnalazioni:
- Qui Comicsblog segnala che il British Museum ha commissionato un manga a Hoshino Yukinobu che serva ad avvicinare le giovani generazioni "alla cultura e alla scienza"; non male come idea, considerata anche la scelta del disegnatore, molto bravo.
- Segnalo la bella intervista ad Akab e Ratigher su Lo Spazio Bianco: non conoscevo Akab ma mi piace moltissimo così come apprezzo molto Ratigher. Il loro modo di fare fumetto è  particolare ed inquietante a volte, così come è giusto che sia, la loro visionarietà è geniale.
- Sempre su Lo Spazio Bianco la notizia della nuova App della Disney che dovrebbe portare "le più belle storie di Topolino su iPhone, iPod, iPad". Vedremo, per adesso ci sono tutte cose abbastanza recenti (tranne mi sembra le prime due storie di Paperinik), credo più o meno di 20 pagine l'una a 0,79 centesimi.
 Si può provare la app anche scaricando dei fumetti gratis (sezione "Digifree") e provando la lettura "guidata" per vignetta (o striscia) se messo il device in senso orizzontale. Le istruzioni precise su come usare e settare il sistema di lettura si trovano in "Impostazioni - Aiuto" (consiglio subito di cliccare sulla "I" in alto a destra quando si apre un fumetto per "rallentare" la velocità di scorrimento, che va automaticamente).
Sull'iPad che è abbastanza grande si possono leggere le storie a pagina intera, sull'iPhone/iPod evidentemente no. E' possibile anche disattivare gli effetti sonori (ebbene sì!), che sono un po' poverelli e  inutili (poi c'era anche una vignetta in cui ci si tuffava in acqua e in quel caso mi sarei aspetta l'effetto "splash", invece no).

- Masayume questa volta mi fa scoprire la disegnatrice Noelle Stevenson, che ha anche un Tumbrl e mi sembra abbastanza interessante.
- Credo di non aver ancora segnalato il blog di Sergio Giardo, disegnatore di Nathan Never e altri personaggi, lo faccio adesso!

Ah, il disegno di Legs a matita potrebbe essere qualsiasi cosa - una vignetta scartata, un flaskback...così come anche le vignette che ho postato in precedenza di Sigmund. No, vabbè, solo per non voler dare troppe sicurezze ai lettori di Nathan Never che si chiedono cosa succederà ai vari personaggi del mondo neveriano dopo la Guerra dei Mondi :)

mercoledì 5 ottobre 2011

DDL sull'obbligo di rettifica per siti e blog

Se ne era già parlato tempo fa a un primo tentativo di presentazione della legge, poi il comma in questione (il 29, all'articolo 1) fu ritirato, adesso rispunta all'interno di un disegno di legge che deve essere ancora approvato - ma meglio parlarne prima, no?
Wikipedia per protestare contro questa legge si è auto-oscurata da ieri, ma diversi commentatori hanno contestato il suo allarmismo e quello di altri blog.
Qui ad esempio si fa una dura critica ai blogger che non vorrebbero che internet sia regolamentata come qualsiasi altro settore della vita pubblica - ovvero che rimanga il "far-west" che sembra essere. Si cita il fatto che questa legge è un'estensione di una legge che esiste dal 1948, e che cerca di tutelare le persone ingiustamente diffamate. Lo stesso blogger interviene anche nei commenti al post di Attivissimo, che consiglio di leggere.
Personalmente credo che i blogger debbano sottostare alle stesse leggi che vigono già in difesa delle persone diffamate, libertà non vuol dire impunità. Ma, per l'appunto, non esistono già queste leggi? E' giusto equiparare dei blog a testate giornalistiche?
Quello che mi lascia più perplessa però è la tempistica ristretta che si lascia ai siti e ai blogger per la rettifica, dato che come sembra non c'è prima un giudizio da parte di un terzo che constati la diffamazione.
Mattia Butta scrive che " Se non attribuisci un atto, un pensiero o una affermazione ad alcuno non hai nessun obbligo di rettifica.
Per capirci, se dici che l’on. Spingifondi è andato a letto con un trans allora ti può chiedere la rettifica e sei obbligato a pubblicarla. Ma se ti limiti a dire che l’on. Spingifondi è un pirla non devi rettificare nulla. Perché essere pirla non è un atto, e tanto meno un pensiero o una affermazione. E’ uno stato, una condizione.
Di fatto la rettifica è qualcosa che serve per correggere un dato di fatto, ossia se una persona ha veramente fatto o detto qualcosa. Non funziona sulle opinioni. Quindi il bavaglio si sgonfia di parecchio."
A me sembra che di post in cui si parli di persone precise che fanno o dicono qualcosa ce ne siano tanti, e che la possibilità di ricevere richieste di rettifica (e minacce di sanzioni), anche se infondate, siano parecchie, anche solo come minaccia e intimidazione da parte di chi si può permettere di farlo verso persone che magari non hanno tutti gli strumenti per capire quanto rischiano realmente in sede di sanzioni o altro.
Scritto così questo comma più che rendere anche internet "responsabile" di ciò che afferma - come qualsiasi altra forma di comunicazione - sembra volersi accanire in maniera particolare.
Poi magari non è così, ma non tutti quelli che si stanno allarmando adesso sul web sono fautori del "far-west".
Anche dire che poi questa legge sarebbe per lo più inapplicabile non mi sembra un buon ragionamento: una legge o è giusta o non lo è, e allora non andrebbe proposta - non in quella data forma e con quel contenuto.

domenica 2 ottobre 2011

I miei problemi (recenti) con Windows

Scrivo "recenti" perché ne ho avuti in passato, come sempre - ma non ne farei una tragedia perché i computer danno sempre problemi prima o poi, sia che abbiamo Windows, OS X o Linux: sono macchine, e hanno software imperfetti, il che non mi impedisce di pensare che per certe operazioni che vi compiamo (non per tutte) si perda più tempo che altro (tra manutenzione, risoluzione problemi, aggiornamenti e palle varie).
Nei commenti a questo post ventilavo l'ipotesi di provare Linux, anche perché pensavo di non poter reinstallare sul mio pc il sistema operativo originale (un XP su un "vecchio" HP Pavillion, un Pentium 4 da 3 Ghz, con 1,5 di Ram e una GeForce 9500; su un totale di 250 Giga di spazio ne erano occupati i due terzi).
Questo mio pc da tempo lo "curo" solo aggiornando l'antivirus (Avira) e scaricando i soliti ponderosi aggiornamenti Microsoft, per il resto viene usato da un'altra persona che lo adopera per scrivere, sentire la musica e andare su internet (più che altro Youtube). Nessun programma è stato installato da almeno un anno, forse più.
Da un paio di mesi quando lo collegavo alla mia linea ADSL (ho un modem non wi fi) usciva sempre fuori una finestra che segnalava il tentativo di collegamento alla linea internet in altro modo, non capivo bene, anche perché in realtà una volta infilata l'ethernet il collegamento era immediato. Da qualche settimana poi all'avvio caricava immediatamente il programma desktop di Evernote, anche se nelle opzioni avevo tolto la spunta  a questa opzione (l'ho tolta e rimessa, nessun cambiamento).
Due settimane fa il pc ha iniziato a riavviarsi da solo segnalando l'errore che si vede nella foto; all'inizio la cosa avveniva non di frequente, poi ha iniziato a diventare impossibile usare il computer. Ricerche su internet rimandavano a problemi i più vari, poteva essere qualsiasi cosa.
Ho anche pensato fosse un virus, sono riuscita ad aggiornare Avira e a fare la scansione (per quel che vale): niente, il problema permaneva.
Non ho capito subito all'inizio che avrei potuto avviarlo in modalità provvisoria per poter disinstallare un po' di roba in maniera tranquilla, mi sono decisa solo quando il pc aveva smesso di caricare del tutto Windows, mi si bloccava totalmente quando veniva fuori la finestrella di tentato collegamento ADSL ad Alice.
Il mio terrore era di aver perso la possibilità di recuperare i dati, o meglio una cartellina della persona che usa adesso il pc e che NON ha seguito i miei consigli di salvare i file a ogni fine sessione: credevo che avrei dovuto fare direttamente una bella formattazione.
Ieri mattina di seguito ho fatto queste cose: ho aperto il case e l'ho pulito con aspirapolvere e pennello (era molto pulito a dire la verità); poi l'ho avviato finalmente in modalità provvisoria e ho scoperto che si possono fare le stesse cose che si fanno praticamente da modalità normale - tipo disinstallare programmi (non tutti), vedere video, ecc. Ho iniziato a pulire il pc da tanti programmi inutili. Poi avrei voluto salvare la cartellina dei dati su una chiavetta usb, ma il pc non leggeva nessuna periferica usb (in effetti era Avira che mi bloccava l'autorun, ma l'ho scoperto solo dopo). Ho avuto problemi anche a far riconoscere il mouse: a un certo punto non mi funzionava neanche la tastiera, e non sapevo come andare avanti. Stranamente il mouse non funzionava sulle prese usb solite (4 posizionate sul retro) ma solo su una posizionata dalla parte opposta: boh.
La cartellina con i dati l'ho masterizzata su un cd. Poi ho fatto una pulizia disco e una deframmentazione che però ha escluso alcuni file; Windows mi diceva anche che avrei potuto consultare il report per sapere quali file era impossibile deframmentare, solo che questo report era vuoto: interessante.
Ho disinstallato Evernote e il collegamento di rete di Alice, al riavvio in modalità normale tutto sembrava essere tornato a posto, su Avira ho deselezionato la possibilità di bloccarmi chiavette cd e dvd - tanto non uso mai roba datami da altri.
Sul pc ho quasi 100 Giga liberi, probabilmente prima o poi (non adesso) proverò a installare una versione live di Ubuntu, come da consiglio di una cara amica esperta che si è anche offerta di farmi da consulente passo passo: non si sa mai, Windows potrebbe di nuovo fare le bizze per qualsiasi altra cosa misteriosa.
Comunque ho perso mezza giornata di lavoro per occuparmi di questo cavolo di pc, e non so se una persona meno testarda e/o informata di me sarebbe stato capace di risolvere questo/i problema/i - a meno di chiamare qualcuno e sborsare dei soldi, ovvio. Windows sarà anche il sistema più facile da usare e più conosciuto, ma prima o poi se non si è dei smanettoni ci si trova davanti a problemi e difficoltà, è inevitabile.