-


Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



sabato 29 ottobre 2011

Basta poco per sbagliare una tavola

A volte la routine si fa sentire di più, altre volte può essere semplice stanchezza, o distrazione; può capitare quindi di leggere la sceneggiatura con superficialità, e soprattutto limitarsi a leggere una particolare tavola senza essere andata a rileggere le tavole precedenti (nel caso che qui prendo in considerazione  ho la piccola attenuante che la scena precedente non è legata a quella che ho continuato a disegnare - ma non dovrebbe essere una giustificazione).
Nella tavola a matita si può vedere Nathan Never che passeggia in un quartiere della città, raggiunge un edificio, apre la porta e si affaccia all'interno. Questa scena è collegata a un'altra disegnata il mese scorso, dopo uno stacco su altri ambienti sono tornata a disegnare e concludere questa particolare sequenza.
Come sempre mando le tavole a matita in visione ad Antonio Serra e Davide Rigamonti.
Serra mi ha telefonato e mi ha detto che Nathan sembra tornarsene tranquillamente a casa sua: invece non deve essere così! Nathan sta andando in un posto sconosciuto ad affrontare non si sa cosa, il suo atteggiamento deve rispecchiare questa incertezza.
Cosa stavo pensando mentre disegnavo quella tavola? Probabilmente a niente, ed è questo il punto: bisogna sempre pensare a cosa si disegna, al perché lo si disegna in un certo modo e non in un altro, cosa è successo prima e cosa succederà dopo, in che stato d'animo è il personaggio che si sta disegnando.
Nella tavola che poi ho inchiostrato ho cercato di rendere Nathan più "attivo", non so ancora se va bene così (e devo ancora ritoccare qualcosa, in ogni caso), ma ho voluto postare questo esempio per mostrare come basti un po' di distrazione per mancare lo spirito di ciò che si sta disegnando.
Tra l'altro è in casi come questo che si nota la necessità di un curatore, di un editor: cosa che mi fa riflettere su cosa voglia dire certe volte autoprodursi senza avere delle figure di riferimento con cui passare al vaglio la propria opera (gli amici non valgono, di solito).

Un'altra tavola appartenente a questa scena (ma disegnata tempo fa e collocata diverse pagine indietro, nella storia) si può vedere qui.

Immagini ©SBE

21 commenti:

  1. Fortunatamente non hai dovuto cambiare molto :)

    RispondiElimina
  2. Non è meglio quindi la sceneggiatura a disegni?

    RispondiElimina
  3. Ture@: in questo caso no, in altri potrebbe andar peggio!
    P. Alexis@: se ti disegni tu il fumetto sì, altrimenti è dura (a parte che bisogna consegnare in redazione delle pagine di sceneggiatura in cui si capisca qualcosa!).
    Lo sceneggiatore potrebbe anche essere una bestia a disegnare, e in ogni caso lo schizzo non basta, da quello ad esempio non so quali sono le espressioni dei personaggi, la loro attitudine, l'atmosfera del luogo, i particolari, ecc. A meno che lo sceneggiatore perda tempo a farmi lui le matite e a scrivere oltretutto una descrizione!

    RispondiElimina
  4. Brava Patrizia, credo che questo post sia molto utile. Mi è capitata la stessa cosa varie volte ed hai ragione: vivere la storia dentro di noi, provare in prima persona le stesse emozioni che stiamo raccontando è la condizione indispensabile per essere efficacemente cominicativi.
    Da qualche parte ben nascosta tengo un personale museo degli orrori con le vignette più brutte che ho mai disegnato. Al 99% fortunatamente non hanno raggiunto la fase di stampa, proprio grazie al lavoro di revisione da parte della redazione, ed alla autocensura... certi sgorbi, soprattutto appartenenti al regno animale.

    RispondiElimina
  5. Ah, gli animali sono difficili da disegnare!
    Comunque riguardando adesso la tavola mi rendo conto che sì, adesso Nathan come atteggiamento va meglio, ma le pose sono ancora artificiose; cercherò di rimediare, in attesa di ulteriori suggerimenti da parte di Antonio e Davide che credo siano fuori sede (giustamente).

    RispondiElimina
  6. Questa è una pagina di sceneggiatura di G.L. Bonelli... è comprensibile?
    http://i52.tinypic.com/znsphc.jpg

    RispondiElimina
  7. Abbastanza, ma qui stiamo parlando della tua ipotesi che se la tavola di sceneggiatura che ho disegnato fosse stata "schizzata" io avrei compreso che Nathan avrebbe dovuto avere un atteggiamento furtivo: con delle figurine accennate come nell'esempio che hai postato io avrei solo potuto capire la disposizione dei personaggi - nulla di più.
    E la disposizione di solito o è indicata chiaramente nel testo, oppure la deduco io - e quella di solito non la sbaglio, anzi, senza uno schizzo almeno ho un po' di libertà nella composizione della vignetta e della tavola.

    RispondiElimina
  8. Aggiungo che quando dicevo che si deve "capire qualcosa" intendevo anche che le tavole che consegna lo sceneggiatore vanno date anche al letterista, e poi anche in amministrazione.
    Chiaramente Gianluigi Bonelli poteva permettersi di scrivere le sceneggiature come più gli pareva, aveva un rapporto diretto e stretto sia con i disegnatori che con i letteristi.
    All'epoca non c'erano centinaia di persone a lavorare nella casa editrice!

    RispondiElimina
  9. A me non sembra così disastrosa, anzi, forse è meglio della sucessiva. Nathan dovrebbe essere capace di muoversi con disinvoltura e non come un comune ladruncolo.
    Più che altro non mi convincono le proporzioni anatomiche, vabbe' che si tratta di un uomo sui 2 mt di altezza, ma la testa mi sembra piccola e anche il fisico sembra quello di un teenager.
    In ogni caso sei brava e... Serra ha l'aria di un tormentatore :)))

    Bert

    RispondiElimina
  10. Nathan non si deve muovere come un ladruncolo, ma neanche deve passeggiare come se niente fosse mentre sta andando a fare qualcosa di potenzialmente pericoloso...
    Per ogni cosa ci deve essere una giusta misura, e Serra qui aveva perfettamente ragione, onde per cui non ho vissuto l'osservazione come "tormento", al contrario.
    Non sapevo Nathan fosse alto quasi due metri, strano che Serra non me l'abbia mai ricordato!

    RispondiElimina
  11. L'altezza di Nathan l'ho dedotta io dato che trattandosi non di un impiegato ma di un uomo d'azione vissuto nel futuro è immaginale che sia più alto dei suoi omologhi odierni, tutti, ovviamnete, molto slanciati e altletici.
    Ciao
    Bert

    RispondiElimina
  12. Sì, si può immaginare che siano tutti più alti, come anche no!, magari attualmente abbiamo raggiunto le altezze massime (almeno per adesso), chi lo sa.
    Per come viene disegnato Nathan rispetto ad altri personaggi nel fumetto, quindi in relazione agli altri, certamente Nathan è atletico, prestante, un pochino più alto della media (ma non un gigante).
    Di solito infatti Serra quando si accorge che lo faccio magrolino mi dice di irrobustirlo, senza dare misure che nel fumetto servono a poco.
    Certamente l'ho disegnato più magrolino nella tavola a matita nella prima vignetta - e magari dovrò ulteriormente irrobustirlo nella versione inchiostrata (infatti devo ancora farci diverse modifiche, tutte su Nathan).
    Nella terza vignetta non mi sembra affatto abbia il fisico di un teenager, piuttosto non mi piace molto il disegno e lì interverrò comunque - Serra deve ancora vedere la tavola, saprà certo indicarmi cosa non va, come sempre.

    RispondiElimina
  13. Cmq il modello dovrebbe sempre essere Castellini, o no?

    RispondiElimina
  14. Non c"è un modello a cui rifarsi, a quanto ne so, e comunque ultimamente sia io sia altri abbiamo cercato di disegnare un Nathan leggermente diverso dal solito seguendo dei consigli e degli esempi di Serra - poi però come al solito é difficile uniformarsi, e ognuno lo interpreta diversamente, é normale.

    RispondiElimina
  15. bello vedere come nasce ciò che poi si legge

    RispondiElimina
  16. Ciao Pat, sono molto d'accordo con te sulla necessità di avere sempre un revisore attento, sia nel caso di un fumetto che di un libro (di narrativa, di saggistica, scientifico ecc.)

    Purtroppo, troppe volte si trovano testi rivisti malamente :-(

    RispondiElimina
  17. Disma@: ciao! Ma lo sai che quel post sulle storie di Topolino mi ha intrigato parecchio? Spero di riuscire a trovare il Topolino 2900 da qualche parte...
    Massimo@: i revisori e gli editor stanno scomparendo, e si vede...

    RispondiElimina
  18. Stupendo post, Patrizia. Bellissima tavola finita. Riflessioni interessanti.

    Ti do ragione su tutti i fronti. Probabilmente al tavolo da disegno si è un po' anche attori e "interpretare" nel migliore dei modi i personaggi in campo, fa parte del mestiere. Il fattore attenzione è importantissimo.

    Però...

    Guardando la tavola (dio non voglia che io sia tacciato di presunzione) sarebbe magari bastata una vignetta di rottura (tra le seconda e la terza?) come un primissimo piano di Nathan in ombra con gli occhi rivolti all'indietro (circospezione, non atteggiamento ladruncolo) o anche uno di quinta con le stesse intenzione. Insomma, una serie di inquadrature meno "normali" avrebbero aiutato (credo!). Forse in quel caso sarebbe stato più facile per te e per il lettore.

    Non me ne voglia il buon Rigamonti, anche perchè non so com'era la sceneggiatura originale.

    P.S.: Vogliamo più post del genere :)
    P.P.S.: Grazie per aver "rebloggato" il mio Lebron James :)

    RispondiElimina
  19. Dio benedica i curatori in gamba! E' quando non alvoriamo con gente come loro che ti accorgi dei problemi...

    RispondiElimina
  20. Dio benedica i curatori in gamba! E' quando non alvoriamo con gente come loro che ti accorgi dei problemi...

    RispondiElimina
  21. Luigi@: e devo ancora linkare da qualche parte la tua intervista, quella con a corredo diverse tue bellissime illustrazioni.
    Forse hai ragione per quanto riguarda l'aggiunta di una vignetta in più tra seconda e terza, tuttavia l'atteggiamento di Nathan credo che debba rimanare "in tensione", se non furtivo, per cui l'eventuale aggiunta della vignetta sarebbe un rimarcare questo atteggiamento; può anche essere che Serra mi dica invece che la scena così si capisce lo stesso, e non mi faccia fare del lavoro in più - non perché sia pigra, ma perché di solito ci deve essere un rapporto tra comprensibilità e tempo occorrente per disegnare la scena.
    Di solito non si punta mai alla perfezione, non se non c'è tempo; si tende piuttosto a un compromesso, in maniera poi di avere del tempo per intervenire anche su altre tavole con lo stesso criterio - altrimenti non si finirebbe mai di migliorare una tavola, specialmente se non si è dei geni!
    Quando sentirò Serra comunque gli chiederò se secondo lui l'aggiunta di una vignetta tra la seconda e la terza potrebbe migliorarne la comprensibilità:)

    RispondiElimina

Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.