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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



sabato 28 aprile 2012

I nostri file online: pericoli e vantaggi

Dal titolo sembra che abbia scritto un post da esperta della materia, in realtà mi sono limitata a raccogliere in giro un po' di pareri e considerazioni su cui io stessa vorrei riflettere insieme a chi mi legge.
Chi segue un pochino le discussioni sul modo di usare il nostro pc avrà avuto l'impressione  che il futuro sia "in the cloud"; chi si ricorda del pc di Google perennemente collegato a internet e con quasi nessuna possibilità di conservare documenti sull'hard disk?
Ci sono vari problemi legati a questa modalità di conservazione dei dati: se non si hanno dei server propri ci si mette sempre e comunque nella mani di altri - l'affidabilità di una compagnia in questo caso dovrebbe fare la differenza (dovrebbe); poi c'è sempre il pericolo di attacchi hacker che possono rubare questi dati; infine la possibilità che a volte (o spesso) non ci sia il collegamento internet quando a noi serve accedere a questi dati.
Negli ultimi giorni sul web si parla molto del nuovo servizio di storage online offerto da Google: Google Drive.  Rispetto al noto Dropbox Google Drive arriva a dare 3 Giga in più di storage nella versione free (5 in tutto quindi), ma meno del servizio di Microsoft SkyDrive che per i nuovi utenti ne mette a disposizione 7, e ben 25 per quelli che hanno iniziato a usarlo tempo fa.
Ci sono molti altri servizi disponibili, comunque questi tre qua sopra sono tra i più famosi, se siete interessati a compararli qui c'è un articolo in tema, mentre qui un blogger l'ha installato e descrive la procedura.
Di Google Drive però si è parlato molto perché le condizioni d'uso sembrano molto più inquietanti rispetto a quelle degli altri servizi. In realtà Google rende più esplicito quello che negli altri servizi è solo accennato: ovvero la possibilità di usare e maneggiare i nostri dati per far funzionare i vari servizi che poi ci vengono messi a disposizione. Quello che mettiamo online è certo nostro, poi cosa succede a questi dati è un altro conto: generalmente niente (quanti casi avete sentito di mail private rese pubbliche, di nostre foto caricate su questi siti - non in cartelle pubbliche - trovate altrove?).
Dubitare e diffidare è sempre bene, ed è per questo che non metterei mai dati ultrapersonali, codici e password, documenti di lavoro che devono rimanere riservati, ecc. su questi siti - che, non dimentichiamolo, nella versione base sono gratis.
Sulle analisi dei termini d'uso di Google Drive (e anche degli altri servizi) ho raccolto diverse fonti e ne ho fatto un altro Storify: lì potrete leggere qualche parere un po' più preciso su questa faccenda (su cosa è Storify ne ho parlato qua ).
Tuttavia è innegabile che per certi usi lo storage online è molto utile, specialmente se siamo in giro e vogliamo accedere a certe nostre foto o documenti, o se abbiamo diversi pc e device su cui vogliamo resti sincronizzato qualcosa in particolare.
Io ad esempio uso Dropbox per sincronizzare gli appunti che scrivo su Plain Text per iPad, o che viceversa scrivo sul Mac con qualsiasi programma di testo (mi basta lasciare il file dentro la cartella di Dropbox). Ho utilizzato questo servizio anche per condividere una cartella di foto (o di disegni) con un amico; fino a poco tempo fa l'amico doveva avere Dropbox installato, adesso invece si possono usare dei semplici link.
E se volessi caricarci dei file video? Dei film? Magari anche dei backup di dvd regolarmente acquistati.
Ecco, a leggere le condizioni d'uso (specialmente di iCloud della Apple - ne accenna TheVerge sul mio Storify) sarebbe meglio non farlo: in teoria potrebbero controllare che non ci siano video coperti dal diritto d'autore ed eventualmente cancellarli.

Per me che adesso lavoro in digitale non sarebbe male avere a disposizione un altro posto dove tenere una copia dei miei file - nonostante i miei 3 backup diversi non arrivo mai a sentirmi completamente al sicuro (ho Time Machine, poi un backup settimanale su altro Hard disk, infine backup giornaliero su chiavetta usb).
Ho pensato anche a usare un metodo per mettere una qualche password su cartelle, so che esistono dei programmi, non so quanto sicuri (per Mac si parla di Truecrypt e Cryptix tra quelli free, ma non ne so nulla...); molti consigliano di usare i servizi del computer stesso - il Mac nel mio caso - andando in Utility disco e creando un file DMG protetto in cui infilarci i file: sarà utile? sarà pratico?
Secondo Richard Stallman tutto il cloud computing è una cosa stupida - può essere, ma tra evitare di usare qualsiasi servizio internet e tenere tutti i propri dati in locale non esiste una via di mezzo? Ci sarà un giorno un modo di conciliare sicurezza e mobilità?
Pare che l'Europa voglia implementare la sicurezza online e la privacy: almeno così si evince da questo libretto rivolto ai frequentatori meno esperti del web (illustrato dal fumettista Pierre Kroll); in che modo però non l'ho capito, vedremo.
Per finire con le domande: voi usate dei servizi di storage online? Come vi trovate?

mercoledì 25 aprile 2012

Ricordare



Visualizzazione ingrandita della mappa


Non molti giorni fa è stato completato un monumento ai caduti di tutte le guerre situato nel parco della Chiesa Rossa di Milano, quello dove è anche situata la Biblioteca. Originariamente le targhe che si vedono nella foto erano collocate in Via Boifava; la più vecchia fa riferimento ai caduti della Resistenza e risale al 1985. La zona 15 menzionata nella targa non esiste più, adesso si chiama zona 5.

Tre link per ricordare questo giorno, questa festa, e anche le donne che hanno partecipato alla Resistenza:
- in ebook a 0,99 € il diario della partigiana Giovanna Zangrandi
- un articolo sulle donne partigiane dell'Archivio Caltari
- la vignetta di Makkox, che a parte la fissazione con i comunisti mi sembra c'entri il punto.

martedì 24 aprile 2012

Il nuovo (vecchio) Nathan Never e altro

Copertina di Sergio Giardo del n. 252 di Nathan Never
Non ho ancora parlato del nuovo corso della serie bonelliano per cui lavoro, Nathan Never; forse ci sono stata così dentro in questi ultimi mesi che dopo aver terminato il sudato numero 252 (in uscita il 17 maggio) ho dimenticato di farci un po' di pubblicità.
Dopo la fine della lunga saga della "Guerra dei mondi" (orchestrata da Stefano Vietti) col numero 250 di Nathan Never c'è stato una specie di "starting point" ideale per nuovi eventuali graditi lettori: lungo l'arco di 4 numeri si stanno ripercorrendo (condensati) i 20 anni di vita editoriale del personaggio (con nuovi punti di vista e storie nuove, naturalmente).
Questa nuova ripartenza è rimarcata anche dal cambio del copertinista: al bravissimo De Angelis (occupato con altri lavori) si è sostituito Sergio Giardo che si sta facendo apprezzare anche dai fan più sfegatati del primo; per avere un'idea del suo lavoro e della sua passione basta vedere gli schizzi e le tavole postati nel suo blog.
Quella che qui ho postato è la versione in bianco e nero della copertina dell'albo da me disegnato e scritto da Davide Rigamonti - qui trovate invece la versione a colori.

Se avete Sky immagino che molti di voi staranno aspettando con gioia di vedere la seconda stagione di "Games of Thrones", la stupenda miniserie della HBO tratta dalla mastodontica saga di George R. R. Martin "Cronache del ghiaccio e del fuoco"; come al solito sarebbe meglio vederla e sentirla in originale con sottotitoli, ma immagino che sia bella da vedere anche doppiata in italiano - la cura di ogni particolare di questa serie dà la misura del suo valore, dalla recitazione degli attori alle scenografie, ai costumi, alla regia.
Data la mia lentezza nella lettura ho fatto in tempo a leggere solo le prime 40/50 pagine del primo libro della saga, e lo stile dello scrittore mi è sembrato davvero bello. Le "Cronache del ghiaccio e del fuoco" di solito viene assegnato alla categoria "fantasy" - non so bene quale sottocategoria di questo calderone tematico - ma di "fantasy" nel senso più classico ce n'è poco, almeno nel primo libro (raccontato nella prima miniserie): niente magia (almeno in questa prima parte), parecchio medioevo, più qualche elemento che però è solo accennato attraverso la figura del...no, niente spoiler, tranquilli.
In ebook non si trova ancora nulla di questa saga, peccato, perché proprio la mole dei libri autorizzava una lettura più facile in digitale.
A fine maggio dovrebbe uscire anche il videogioco per diverse piattaforme - io ormai non gioco più a niente per mancanza di supporti, ma intanto lo segnalo per i videogiocatori appassionati.
Lateralmente segnalo l'uscita di un libro di Martin di genere fantascientifico scritto ormai molti anni fa, ma dalla trama intrigante: "In fondo il buio" (trad. di Tarallo e Tintori) è pubblicato dalla casa editrice Gargoyle.
A proposito di fantasy e fantascienza segnalo la nascita di un giovane forum di discussione tematico - Mondi Fantastici; se siete interessati fateci un salto.

Proprio ieri sera è iniziato su Radio Due l'ascolto dello sceneggiato radiofonico "Blade Runner, cacciatore di androidi", tratto dal libro di Philip K. Dick “Do Androids Dream of Electric Sheep?”. Man mano che verrano trasmesse le puntate (a mezzanotte!) qui troverete in seguito i podcast da scaricare (almeno spero; e un grazie al forum di Nathan Never dove ho trovato cenno della notizia).
A proposito di Blade Runner ecco qui un video prodotto dalla indimenticabile Sean Yong ai tempi della produzione del film "Dune" di David Linch: un dietro le quinte davvero simpatico con una carrellata di attori e autori niente male (e grazie ancora a Luigi Bicco).

Ecco come mi piacerebbe far circolare molti dei libri che devo dar via: una mini biblioteca pubblica da sistemare nel parchetto vicino casa. E' facile immaginare però quanto durerebbe una cosa del genere in Italia: forse un paio di giorni, a dir tanto.

Un video dove Dave Gibbons pubblicizza a un tempo la Cintiq della Wacom e il programma Manga Studio: comunque un esempio di come si può utilizzare la tecnologia per disegnare fumetti.
Io la Cintiq l'ho provata un pochino ma non mi ci sono trovata bene (meglio :), costa un bel po'!): mi sembra sempre di essere sollevata sopra il foglio (virtuale), anche mezzo millimetro lo sento come un'enormità. Rimango alla mia Wacom Intuos 3, la mia vecchia fedele tavoletta grafica, con cui ormai mi sento completamente a mio agio.
A proposito di Manga Studio ecco qui un video non semplicissimo da seguire ma che spiega come creare dei pennelli multipli con il programma.
Certi settaggi di Manga Studio sono davvero farraginosi, e pur essendo riuscita a creare una cartella Preferiti dei "Brushes" non so come arrivarci facilmente quando poi disegno: dalla palette omonima non risulta nessuna cartellina in cui cercarli.
Altro mistero: non riesco ad installare nuovi pennelli trovati magari su alcuni siti che li mettono a disposizione. Qui ad esempio c'è un disegnatore che ne ha creati alcuni, scaricabili; ho seguito le istruzioni ma quando poi vado ad aprire la mia palette dei pennelli quelli nuovi non vengono visti.

Per una curiosa coincidenza nel giro di pochi giorni sono apparse su due siti diversi due interviste alla sottoscritta: una su CartoonMag, sito dove potrete trovare davvero tante interviste a disegnatori e illustratori molto noti, e poi sul sito di Ubaldo Schiavone, che per passione scrive lezioni e tutorial per aspiranti disegnatori.

martedì 17 aprile 2012

Ebook, pirateria e backup

In giro sulla rete si possono trovare i pareri più disparati sulla pirateria nel campo degli ebook: chi la ritiene un pericolo per case editrici ed autori, chi la giustifica in alcuni casi, chi proprio la approva e la pratica senza alcun senso di colpa.
Io sono una lettrice, ma anche una possibile autrice di opere piratate: non posso certo a cuor leggero essere d'accordo sempre e comunque con una pratica che rischia di far diminuire i possibili guadagni di chi queste opere le produce con non poca fatica.
Sull'argomento ho già pubblicato in post passati alcuni link ad articoli che riguardano questo argomento, in particolare uno Storify dove c'è anche un angolo dedicato ai pareri sulla pirateria, ma qui Luke in un commento a un post ha riassunto più o meno come la penso anche io, almeno per adesso.
Il fatto é che esistono lettori digitali voraci che fanno fatica ad attendere le versioni in ebook dei libri che desiderano leggere. Alcuni di questi lettori accumulano irrazionalmente centinaia e centinaia di ebook reperiti nei soliti circuiti sotterranei (o scambiati direttamente con altri lettori) - ebook di cui probabilmente leggeranno solo una minima parte: è una compulsione all'accumulo simile a tante altre manie collezionistiche.
A parte questi esempi estremi quello che a me interessa è il comportamento del lettore medio, quello che compra molto (non esageratamente) e che legge abbastanza - non dico tutto, che neanche io ci riesco.
Io compro ancora volumi cartacei, sia perché in alcuni casi sono ancora attirata da belle copertine e belle edizioni (sempre più raramente però), sia perché non esistono alternative in ebook; confesso però che se potessi scegliere vorrei sempre avere la versione digitale: ormai trovo questo tipo di lettura molto più comoda e congeniale ai miei attuali bisogni.
Alcuni auspicano che un giorno si possano comprare i libri cartacei con annessa la possibilità di scaricare l'equivalente in ebook: sarebbe già un grosso passo avanti (qui il parere di Mantellini, che tra le altre cose dice: "...in molti casi un certo numero di lettori (ed io fra loro) sarebbero disposti a pagare il prezzo della versione cartacea di un libro a patto che all’interno di quel medesimo prezzo fosse compresa anche la versione elettronica: posso pagare (forse, e solo in certi casi) il costo di un testo in brossura, magari un romanzo di quelli ingombranti che è scomodo e pesante da portare in viaggio, oppure un manuale o un saggio che desidero poter sottolineare con una matita, ma non comprerò mai lo stesso libro due volte per averlo a disposizione anche in formato digitale. Il mercato degli ebook mi costringe a scegliere e un numero sempre maggiore di persone nel mondo sceglie la versione digitale"); penso però che uno dei vantaggi dell'ebook, specialmente per chi legge molto e non ha un grosso stipendio, sia quello di poter acquistare libri a prezzo minore - come è il caso dei libri digitali.
In un mondo ideale dovrebbero esistere prodotti e servizi adatti a ogni genere di esigenza, la coesistenza di più modi di lettura dovrebbe essere un bene, una possibilità in più.
Nel mio caso comprerei in carta i libri a cui tengo di più (ricordo a chi non mi legge spesso che la mia lamentela ricorrente è: "non ho più spazio dove mettere  libri e fumetti, mi devo liberare di un altro paio di scatoloni"); il resto mi andrebbe benissimo averlo in digitale.
Quando vedo in libreria un libro che mi interessa mi informo sempre se esiste anche la versione in ebook; se non c'è ogni tanto mi viene la tentazione di vedere  se lo si trova nel "lato oscuro" del web, e spesso non la trovo (anche perché mi piacciono più i saggi che la narrativa, e di saggi ne girano di meno), ma anche quando esiste i miei sensi di colpa mi trattengono dal reperire in questo modo il libro.
Questi sensi di colpa sono di molto attenuati quando invece mi imbatto in versioni digitali di libri irreperibili anche nel mercato reale, quello di carta; la stessa cosa mi succede quando vedo che esistono versioni digitali di libri che ho già acquistato in versione cartacea. Spesso il libro di carta è un librone grosso e scomodo da leggere, magari con la font minuscola (sono presbide, e in generale faccio più fatica a leggere certe tipologie di libri); la tentazione di leggerlo nella sua versione "oscura" ma in digitale è forte.
 Con la chiusura di molti siti che permettevano il caricamento di file di ogni genere (dai film agli ebook, e così via) è adesso più difficile scaricare illegalmente; i più esperti però sanno già dove andare a cercare, credo che si stiano ricreando gli stessi circuiti illegali di prima, solo in altri posti. Io che non smanetto e che non uso Emule e roba simile se mi imbatto in qualcosa di non legale è quando faccio le mie ricerche su Google per libri che vorrei acquistare in digitale.
Mi è capitato però di poter vedere alcuni ebook piratati e la maggior parte sono illeggibili, almeno per un lettore un minimo esigente.

Faccio un esempio: il libro di Danilo Mainardi "Il cane secondo me" non esiste in ebook, così l'ho comprato in cartaceo (la foto con Milou accerta questo fatto!); da mesi il libro sta in attesa di lettura, poiché come detto trovo molto più comodo poter leggere in digitale (lo so che non si fa, ma spesso leggo a tavola, e girare le pagine di un grosso libro di carta mentre si mangia è complicato: con l'iPad basta un tocco veloce ed è fatta).
Mi hanno fatto vedere una versione piratata dell'ebook, anzi, più versioni contenute in una cartella: addirittura c'era la versione epub, la lit, mobi e il pdf, che credo fosse l'"originale" da cui sono state tratte malamente le altre versioni. Il pdf poi era tutto in grassetto! Orribile! E l'epub e il mobi presentavano grandi spazi e a capo non dico dopo ogni punto delle frase ma quasi: la lettura sarebbe stata alquanto spiacevole.
Uno dei mezzi con cui si può combattere la pirateria è proprio la cura dell'edizione della versione digitale dei libri; la maggior parte dei libri piratati che girano in rete non sono copie dei libri digitali già in vendita, ma appunto copie ricavate da scansioni in pdf convertite malamente. Per fare un buon ebook ci vogliono indici fatti bene, che rimandino ai vari capitoli, note realizzate con lo stesso criterio, magari copertine pensate appositamente, soprattutto una disposizione tipografica senza spazi, salti, a capo improvvisi, e cose del genere.
Succede invece che chi  ha un minimo di vera passione e si intende di software che aiutino a creare dei buoni epub (ad esempio) riesca a creare degli ebook migliori dei corrispettivi legali messi in vendita dalle case editrici: sul forum di Simplicissimus c'è un'intera sezione intitolata "La brutta tipografia", dove diversi lettori sfogano la loro delusione dopo aver speso soldi in cambio di libri con errori spesso gravi di impaginazione.
Il DRM - il lucchetto digitale a protezione degli ebook messi in vendita - è facilmente aggirabile per chi si informi un pochino in giro: non bisogna essere smanettoni per arrivarci.
Alcune persone "delucchettano" i propri ebook per farsi solo delle copie personali, sia per backup sia perchè (come me) hanno diversi device su cui leggerli in condizioni diverse: ad esempio un ebook reader e un tablet come l'iPad (ma non solo); in teoria l'ebook con DRM comprato per il mio Sony potrei leggerlo solo lì, senza poterlo passare su un tablet, ad esempio  (e viceversa se compro un mobi su Amazon non posso passarlo sul mio Sony ereader che i mobi non li legge; potrei convertirlo con Calibre o altro, ma dato che è protetto da DRM non si può).
Credo che la legge permetta delle copie di backup (anche perché è noto un esempio di "cancellazione" da remoto di diversi libri venduti da Amazon!), ma come si fa se esistono i DRM e se è illegale toglierli?
L'ebook io non posso neanche prestarlo a un amico, come invece potrei fare col libro di carta; nè rivenderlo come "usato". Certo però che una volta tolto il DRM potrei farne copie e darlo a tanti amici, o metterlo a girare gratis  nei circuiti  illegali: questo certamente potrebbe in alcuni casi significare mancati guadagni per autori e case editrici.
In ogni caso questo è un problema di cui tener conto, qui si scontrano esigenze diverse: quella del lettore di avere libertà di lettura e di backup, quella dell'editore e autore di avere il giusto guadagno.
Quello che so é che io (e molti lettori appassionati come me) sono disposti a pagare per avere dei buoni ebook da leggere, facilmente scaricabili in maniera legale e senza pericoli di avere dei testi mal impaginati e con errori grossolani.


lunedì 9 aprile 2012

Varie -27

Periodo in cui compro pochi fumetti, comunque ecco qualche consiglio al volo: visto in fumetteria un "100% Collezione" della Panini Comics, è una ristampa di "Gipsy" di Thierry Smolderen e del bravissimo Enrico Marini (ci sono dentro 3 albi, quindi prezzo conveniente per un'ottima lettura).
Il web comic "Davvero" scritto da Paola Barbato e realizzato da tantissimi disegnatori arriverà prossimamente alla pubblicazione su carta grazie alla Star Comics; e intanto anche Emanuele Tenderini ha dato il suo contributo!
Avvistato anche il box con tutti e 7 gli episodi dell'OAV "Freedom" - regia di Morita Shuhei ma grafica di Katsuhiro Otomo, come si può vedere anche dal trailer, qui. I singoli episodi durano 20 minuti o poco più, sappiatelo, ma secondo me vale la pena avere il box per gli appassionati del genere.

Il mio Hard Disk esterno da 500 G da 3.5 su cui effettuavo i backup di Time Machine è morto (era uno Iomega): l'alimentazione funziona, sembra vivo, ma il Mac (e anche il pc portatile) non lo vede più (ho provato di tutto, anche a cambiare il cavo usb). Lo tenevo acceso dalla mattina alla sera, qualcuno mi ha suggerito che così l'HD si consuma a stare sempre acceso; possibile, anzi certo, ma se Time Machine ha un senso è proprio nell'avere disponibili backup di poche ore prima (addirittura una come impostazione di Time Machine, che però io ho cambiato tramite il programma TimeMachineEditor portandolo a 3).
Per il mio lavoro un backup al giorno è fattibile ma rischioso, potrei perdermi il lavoro di un intero giorno se il Mac si rompesse la sera (e certi miei giorni sono molto produttivi, al contrario di altri); comunque alcuni mi dicono che attaccare e staccare continuamente l'HD esterno è sempre stressante - e insomma, che devo fare?
Per sicurezza io ho comunque un altro HD esterno portatile da 2.5 (un Western Digital) su cui effettuo un backup di tutte le cartelle del Mac una volta a settimana; a questo devo per forza affiancare un altro HD su cui avere Time Machine - e per adesso ho riciclato un Maxwell da 2.5, provvisorio (preferirei un altro WD, magari un 3.5). Poi a maggior sicurezza (e per poter eventualmente continuare il lavoro sul mio portatile Acer su cui è installata un'altra copia di Manga Studio) la sera faccio sempre dei backup del lavoro giornaliero su una chiavetta usb: mai fidarsi del tutto degli oggetti tecnologici e digitali.

Ebook: è uscita anche la versione ebook di "John Carter di Marte" di Edgar Rice Burroughs, dove vengono raccolti i primi 3 libri della saga. Il film non l'ho visto, leggo recensioni per lo più non positive. Comunque rileggendo le prime pagine di questo libro mi accorgo di come il mio passato "amore" Alan B. Akers vi si sia pesantemente ispirato, almeno nella cornice.
Una ricerca americana sembra avvalorare l'ipotesi che chi legge in digitale legga più libri in confronto ai lettori di libri cartacei - d'altronde questo l'ho constatato su me stessa. Sono dati naturalmente che vanno analizzati e soprattutto ripetuti e approfonditi, ma c'è di che riflettere.
Tranquilli, in Italia per adesso tutto si muove con la solita lentezza che ci contraddistingue - e comunque ancora una volta (lo ripeterò ogni volta che ne scriverò qui sul blog, almeno finché leggerò in giro che c'è gente che pensa davvero che l'affermarsi dell'ebook significhi la sparizione dei libri di carta): non c'è una guerra tra ebook e libri di carta, le due forme possono benissimo convivere e anzi lavorare in sinergia.
Sul tema ebook vs. carta invito a vedere il simpatico video presentato da Wired: si assisterà al confronto tra un libraio antiquario digiuno di libri digitali e un e-reader Kindle nuovo di pacca.
Ebook, autopubblicazione e autopromozione: confesso che su questo argomento sono un po' confusa e perplessa. Si può dire di tutto sui limiti dell'editoria attuale - io poi non sono un'esperta - ma passare da cure editoriali carenti od ottuse alla libertà assoluta di immettere sul mercato qualsiasi cosa (anche di infima qualità), ecco, questa mi sembra un'alternativa non molto migliore.
Con l'avvento degli ebook il pericolo è che le opere interessanti e di qualità scompaiano in un mare di libri autopubblicati e autogiudicati - o giudicati dalla cerchia ristretta di amici e conoscenti.
Il web permette di trovare poi strumenti vari di promozione per chi ha un minimo di iniziativa e di fantasia; e qui il passaparola è più veloce e virale che nel mondo fisico dove vivono i libri di carta.
Sono sicura che anche tra gli autopubblicati ci sono opere di valore (un esempio è quello di Sergio Donato, a cui ho anche prestato un mio disegno per la copertina del suo ebook di racconti "E' qui che dobbiamo stare", adesso disponibile anche sui vari store di vendita online ), ma credo siano una piccola percentuale: come scovarli?
Un esempio di autopromozione che mi ha colpito è quello di Carlo Menzinger, che dopo la pubblicazione di vari libri cartacei è passato all'autopubblicazione con l'ultimo libro "La bambina dei sogni"- sul suo sito si può trovare scaricabile gratis in molteplici formati digitali, mentre chi lo vuole avere di carta potrà acquistarlo su Lulu.
Su aNobii Menzinger è molto attivo nei vari gruppi di discussione, e come forma di promozione usa anche i messaggi privati; nel suo sito sono linkati i vari blog dove si parla dei suoi libri, è spiegato come è possibile ottenere in lettura gratis anche i suoi libri di carta, è stimolato il passaparola e il rapporto diretto con i lettori, di cui si sollecitano consigli e pareri, ecc.: un'autopromozione a 360°.
Questo è solo un esempio tra i tanti - di Menzinger non ho letto e non leggerò nulla perché non è proprio il mio genere.
Il web offre vaste possibilità di far conoscere il proprio lavoro, ed è una cosa positiva, ma non so se offre allo stesso tempo la possibilità di confrontarsi e di crescere come autori, dato che non c'è alcun vaglio, alcun passaggio di cura editoriale - sia pure per l'analisi della correttezza grammaticale e lessicale, come minimo.

Passo a tutt'altro: il buon Paolo Attivissimo ha messo a disposizione degli utenti meno esperti della rete un testo molto utile, "Facebook e Twitter - manuale di autodifesa", scaricabile gratis, o acquistabile di carta su Lulu; per gli utilizzatori di questi social network si tratta di un'utile manuale per imparare ad impostare al meglio tutti i settaggi e soprattutto capire le conseguenze dell'immettere in rete i nostri dati e i nostri pensieri.

Grazie al duo di "Easyapple" ho scoperto questo ennesimo esperimento di serie video nata online ("Lost in Google"): idea e realizzazione tutta italiana, non male, dateci un'occhiata.
Sempre grazie a "Easyapple" ho scoperto una app per iPhone/iPod/iPad che a me sembra davvero fantastica, soprattutto per il rapporto qualità/prezzo: "Figure" è la riduzione "for dummies" di software musicali che servono per comporre le basi per canzoni di genere techno/house/dub e cose simili - perdonate l'ignoranza.
Io di musica capisco poco e niente, ma come mi sto divertendo a giocare con questa app che costa solo 0,79 €! Certo, le composizioni create non si possono esportare (anche se ci sono suggerimenti per ovviare un minimo a questo limite), ma per questo prezzo non credo si possa pretendere di più (al limite potrebbero fare una versione più cara con anche questa funzione, perché no?).
Per capire un minimo come funziona questa app e cosa si può fare rimando alla visione di un paio di video su Youtube, quaqua, e qui in una recensione più chiara e approfondita: e vai col ritmo!

Vignette tratte dal Nathan Never che ho iniziato a disegnare da poco, storia di Giovanni Eccher, seconda parte di una storia che uscirà su due albi l'anno prossimo. Le vignette provengono da due tavole diverse.