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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



lunedì 28 ottobre 2013

Varie -53


giovedì 24 ottobre 2013

Fumetti: novità, siti, ricordi

Di "Orfani", la nuova testata a colori della Sergio Bonelli Editore, si sta parlando un po' dappertutto - complice anche l'attivismo di Roberto Recchioni che vorrebbe far conoscere l'albo anche a chi solitamente è un po' lontano dai gusti bonelliani (o anche chi legge pochi fumetti).
Il risultato prevedibile è quello di esporsi molto e di attirare le attenzioni di tutti, non solo il pubblico a cui potrebbe essere rivolto il fumetto (peraltro in parte del tutto sconosciuto e imprevedibile), ma anche quelli che aspettano al varco ogni nuova pubblicazione Bonelli per poterne poi (s)parlare secondo i propri gusti e umori. Tutto normale, cori di entusiasti, cori di delusi, cori di incavolati, e poi opinioni più equilibrate ed attendiste - in giro in effetti si trova un ampio spettro di commenti.
Vorrei segnalare qualche post in cui si mettono in rilievo alcune cose di Orfani, non sempre prese in considerazione da quel tipo di lettori che si aspettavano una cosa ben precisa (ed evidentemente non l'hanno avuta): qui un intervento di Laura Scarpa molto "tecnico", sia sulla copertina che sul primo numero - come dice lei introduttivo (ma da molti è stato giudicato come fosse una storia singola: quindi banale, troppo veloce, con psicologie poco approfondite, ecc. - in metà albo praticamente vengono presentati almeno 8/9 personaggi principali, difficile per chiunque dare già un ritratto approfondito di ognuno, ma vabbè...); qui il sempre equilibrato Luigi Bicco aggiunge altre considerazioni che mettono a fuco altri aspetti - prezzo, omaggi (e non "copia", ma su questo molti altri dissentono), e il fatto che questa uscita non è "un miracolo", né una rivoluzione nel fumetto italiano (molti forse hanno confuso una campagna pubblicitaria inusuale per la Bonelli con proclami di chissà cosa); qui ancora si parla sulle aspettative che si erano create, e sulla pretesa di originalità.
Di mio vorrei dire tante cose ma evito, non ho voglia di entrare all'interno di discorsi che lascio ad altri essendo troppo coinvolta nell'argomento. Dico solo una cosa però: leggo di troppa gente che mette a confronto le pere con le mele - a volte è semplice ignoranza, a volte no, e questo mi sorprende sempre un po' (solo un po', non sono così ingenua).

E' nato da poco un nuovo sito di informazione fumettistica: Fumettologica. Il direttore è Matteo Stefanelli, che abbandona quindi il suo blog Fumettologicamente.
Tra i tanti articoli, interviste e anteprime da segnalare su Fumettologica mi preme linkare due articoli che ricordano Luigi Bernardi, scomparso pochi giorni fa: questo in cui viene ricordato da Vittorio Giardino, e questo in cui si racconta un po' cosa ha fatto per il fumetto italiano.
Io l'ho conosciuto davvero poco e in un'altra epoca, quasi, quella in cui era attiva la Granata Press - ne ho raccontato brevemente un po' qui; quello però che non ho raccontato, credo, è che in quel periodo Luigi Bernardi aveva letto i layout di 4/5 storielle della mia serie "Hotel" (qui ce n'è un esempio, uscito sulla rivista Schizzo) e gli erano piaciuti, mi aveva consigliato di accorciare gli episodi di una tavola (o di allungarli di una, non ricordo più bene), avrebbe voluto pubblicarli sulla rivista "Nero". Io in effetti ci lavorai un po' su, ma poi la rivista chiuse, e poi anche la Granata, e di quel progetto non se ne fece più nulla. Ero ancora una disegnatrice (e autrice, anche se per poco) molto acerba, ancora ripenso alla fiducia che comunque Bernardi mi diede in quel caso, alla gentilezza dei suoi modi, alla curiosità che aveva verso tutto.

Notizie varie:

  • Tra una settimana c'è Lucca, e io non ci sarò come al solito, però ci andranno un sacco di fumettisti e ci saranno molte belle uscite - tra le altre l'imperdibile volume de "Il Dottor Oss" di Mino Milani e Grazia Nidasio: le info sul blog di Comicout.
  • Nell'ultimo mio post ho parlato dei problemi con le immagini caricate su Blogger (in realtà su tutti i servizi Google); una delle persone che ha affrontato e risolto il problema è stato il disegnatore Davide De Cubellis: colgo l'occasione per segnalare il suo blog
  • Luigi Bicco scova un altro interessante disegnatore: Feng Zhu Design.
  • Non è un fumetto ma animazione stile Wallace and Gromit - ed infatti il creatore è lo stesso: sono i video di Creature Comfort (peccato che non capisca quasi nulla di quello che dicono - sono divertenti?).


martedì 22 ottobre 2013

Problemi con le immagini su Blogger [Aggiornato]

Sul mio blog dei Segni ho recentemente postato dei disegni di Branko (collega di Nathan Never), sia in bianco e nero che a colori. Dopo un po' mi sono accorta che i colori non erano quelli originali - ovvero quelli dei disegni che avevo realizzato in Manga Studio 5 (e poi esportati senza variazioni in jpeg, aperti con Anteprima del Mac, ecc.).
Guardando meglio anche il post del "sogno della faccia da gatto" presentava colori più scuri - in pratica un velo grigiolino a coprire il tutto, velo che si può notare osservando il bordo bianco (in origine lo sfondo del mio disegno è bianco).
L'ultimo post in cui non mi sembra ci sia il problema è quello di Nathan dell'11 ottobre. Che ci sia il problema è facile verificarlo raffrontando il Branko citato prima con lo stesso Branko caricato su Tumbrl.
Adesso faccio un'ulteriore esperimento, riposto qui due immagini già comparse su questo stesso blog tempo fa: nella prima potete vedere due personaggi che compaiono nella storia di Nathan Never adesso in edicola (matite di Vercelli, chine mie, sceneggiatura di Eccher), nella seconda una Legs Weaver
I link ai vecchi post sono qui per la prima immagine, qui per la seconda. Entrambe sono state caricate dalla stessa fonte, i file in jpeg che ho nella mia cartellina sul Mac; specialmente per l'immagine di Legs potete notare come la tonalità sul blu del disegno originale diventi marroncina adesso.
Ho cercato di fare delle ricerche per vedere se questo problema lo hanno anche altri ma non ho trovato nulla; ho appena scritto all'assistenza di Blogger ma non ho idea di quando mi risponderanno (e se lo faranno). 
Se qualcuno sa qualcosa di questo mistero e potesse aiutarmi...Anche perché se non risolvo la cosa sarà inutile continuare a postare qui delle immagini i cui colori verrebbero alterati in questo modo.

Ed ecco risolto il problema, grazie a un suggerimento nei commenti di Fabrizio: bisogna andare nelle Impostazioni di Google+ (non in quelle di Blogger) e disabilitare la "correzione automatica delle immagini"; ebbene sì, di default Google su tutti i suoi servizi ha attivato questa simpatica opzione. Ho già fatto la prova ed era questa opzione attivata l'origine del problema che qui ho esposto. 


mercoledì 16 ottobre 2013

Novità in edicola dalla Sergio Bonelli Editore


Oggi in tutte le edicole d'Italia potete trovare il numero 1 di "Orfani" (ideazione di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari), la prima serie bonelliana nata e pensata a colori (e realizzata su carta "normale", cosa per niente facile come si racconta ad esempio qui - e spero sarà chiaro il perché del prezzo aumentato, per me il minimo per i costi in più affrontati tra coloristi e stampa).
Se andate sul sito ufficiale della Bonelli troverete tantissimi contenuti tra video, illustrazioni, anteprime, interviste agli autori e altro - è davvero ben fatto e completo.
Chi ama la fantascienza  dovrebbe dare almeno un'occhiata ai primi numeri (il primo è abbastanza introduttivo, direi), ma anche chi ama semplicemente un fumetto disegnato e colorato ad alti livelli dovrebbe essere interessato a questa serie (abbiamo Emiliano Mammucari ai disegni, ai colori Lorenzo De Felici, copertina di Massimo Carnevale). A De Felici sono affiancati altri validi coloristi/e che potete conoscere un po' attraverso questa intervista.


Dato che ci sono pubblicizzo anche l'uscita di Nathan Never n. 269, "Sangue nell'arena", a cui ho partecipato nella veste per me inedita di inchiostratrice: i disegni a matita sono di Gino Vercelli, la storia di Giovanni Eccher (colui che ha scritto anche il gigante su cui sto lavorando da qualche mese), la copertina al solito di Sergio Giardo.
L'uscita ufficiale nelle edicole è domani, il 17, ma nel nord Italia è probabile si trovi già (come è successo per Orfani, a quanto pare, avvistato nelle edicole addirittura lo scorso fine settimana).
La storia di "Sangue nell'arena" si svolge nel mondo del wrestling e porterà Nathan in un paese del centramerica; la storia è divisa in due parti, la seconda uscirà il mese prossimo e sarà interamente disegnata da me.


lunedì 14 ottobre 2013

Varie -52

©SBE
Una vignetta dal gigante di Nathan Never a corredo di questo post, e poi un link all'altro mio blog dei Segni (molto meno visitato di questo, quindi magari qualcuno non ha ancora visto la vignetta colorata - sempre un Nathan dal gigante). A proposito di visite sul blog devo ammettere che però il post con la vignetta colorata citato prima ha fatto un record di visite su quel blog, ben 120 (la media è sulle 17/20 visite giornaliere, con picchi sulle 50 quando carico nuovi post).
Questo blog invece sta gradualmente aumentando le visite giornaliere (si va da una media sopra i 200, con picchi anche che si avvicinano alle 400), ma i numeri che mi dà Blogger si riferiscono solo alle visite reali sul sito - credo; c'è anche un altro modo di leggere i post, ovvero dall'interno di un qualsiasi servizio di lettura dei feed come era Google Reader (a meno che uno abbia impostato sul proprio blog la lettura parziale dai feed, in maniera da essere costretti a venire sul sito per leggerli per intero: io non ho scelto questa impostazione).
L'altro giorno mi è arrivata una mail da un altro servizio di aggregazione dei feed che si chiama Feedspot, mi offriva l'iscrizione Premium gratis per un anno, e per invogliarmi mi ha fatto vedere che il mio blog viene seguito dall'interno di Feedspot da una ventina di persone (molti stranieri, curioso). In realtà ci si può iscrivere gratis e va bene lo stesso, l'account Premium dà delle opzioni in più ma non necessarie; la grafica è meno bella di quella di Feedly che sto usando attualmente, però nel complesso non è male.
Insomma, credo che calcolare le visite reali a un blog non sia facile, anche dall'interno di Feedly ho notato che diverse persone condividono i miei post, e magari non vengono mai a leggere sul sito ma lo fanno dall'interno della app; non che sia un problema per me, non ho pubblicità e non ricavo un soldo dal blog, né devo vantare numeri con chissà chi: è che mi incuriosisce il funzionamento di internet e le dinamiche di scambio e circolazione dei contenuti.
Adesso i soliti consigli di lettura messi alla rinfusa:
Qualche notizia a tema ebook:

giovedì 10 ottobre 2013

In digitale: una rivista di "graphic journalism" e un libro

"La Revue Dessinée" è una rivista francese trimestrale di reportage giornalistici raccontati a fumetti; è appena uscito il primo numero e io ne consiglio l'acquisto, sia in carta che in digitale (esiste una app, ma solo per iPad).
Qui potete vedere le prime due pagine di tutte le storie presenti (la più corposa è quella intitolata "Marins d'eaux dures"), interessanti e ben disegnate, pur nella varietà estrema degli stili.
La versione per iPad è ben realizzata, è facile visualizzare il sommario e anche il link "En savoir +" che porta a un paio di pagine di approfondimento dell'argomento trattato nel reportage che si sta leggendo (naturalmente se si è collegati a internet); inoltre rispetto ad altri fumetti digitali qui la visualizzazione nel 10 pollici del tablet è comoda, si legge e si vedono bene i disegni.
Il prezzo per la versione digitale è di € 3,59, decisamente onesto (ma io consiglio- per chi può- di ordinare la rivista su carta, meglio se in abbonamento per sostenere un progetto così ambizioso e bello). Come potete notare la copertina è del nostro Gipi (e qui una foto con l'autore). Qui invece potete vedere una selezione di pagine tratte dalla rivista per far vedere come vengono visualizzate certe funzioni.

Sul mio blog dei Ritagli troverete un brano tratto da "Avventurieri sul Crocevia del Mondo" di Davide Mana, in vendita su Amazon in ebook; la cosa interessante (oltre al contenuto del libro che narra dei vari esploratori ed avventurieri che si sono succeduti e incrociati lungo la Via della Seta) è che Mana per ovviare alla difficoltà di inserire immagini nell'ebook (spesso coperte da copyright) ha aperto una board su Pinterest raccogliendo sul web immagini di personaggi, cartine, persino disegni di autori come Pratt che vengono a completare il racconto storico/avventuroso del libro.

Infine qualche notizia fumettosa:
  • Dal 10 ottobre con Il Sole 24 Ore uscirà in allegato il primo volume della ristampa di Capitan Miki, il piano prevede 30 uscite.
  • Partono i corsi di Scuola di Fumetto Online, ma qui potete vedere una utile lezione esemplificativa sul blog relativo.
  • Si avvicina la data dell'uscita in edicola di "Orfani" della Sergio Bonelli Editore, ecco il lavoro che c'è stato dietro le quinte a proposito della stampa a colori. 

venerdì 4 ottobre 2013

Intervista al disegnatore Stefano Martino

"Nosferatu" vol. 1 - ©Peru/Martino - ed.Soleil - 2011
Stefano Martino è un disegnatore che è riuscito a lavorare per Bonelli, per i francesi e per gli americani: non male!; soprattutto adopera il digitale per il suo lavoro, ed è anche per questo che
gli ho rivolto delle domande.
Una delle sue ultime collaborazioni con la Bonelli riguarda Nathan Never (l'albo n. 263), altre ce ne saranno; in questo periodo è impegnato in progetti con lo sceneggiatore Olivier Peru con cui ha collaborato per la serie "Nosferatu" pubblicata da Soleil (qui un'intervista a questo autore dove si possono trovare due bozzetti e poi due tavole in B/N di Stefano Martino).
Altre illustrazioni e disegni potete trovarli sul blog di Stefano, qui.

Patrizia:
Ciao Stefano, è difficile riassumere la tua carriera artistica, molto varia e interessante, mi aiuto con un paio di link – uno in particolare che conduce alla tua scheda biografica in Bonelli, in cui hai lavorato dal 1997 disegnando per “Zona X”, “Jonathan Steele”, “Legs Weaver” e “Nathan Never”, l'altro invece porta a un elenco dei tuoi lavori dal 1997 al 2009.
Quando hai iniziato a lavorare per l'editoria straniera? E cosa hai fatto da allora fino ad oggi?

Stefano Martino:
Ho lavorato per la Moonstone in un soggetto di Matherson, per la IDW in comics tratti da serie televisive come Doctor Who o Angel o addirittura con George R.R.Martin in Doorways in una miniserie tutta mia di 4 numeri,  per la Dynamite in un numero di John Carter e finalmente  per la Dc comics l'anno scorso in 4 tavole di Ravagers e 4 tavole per Catwoman; il discorso americano è iniziato nel 2007, se non ricordo male, ma dopo le recenti esperienze non so se andrò avanti…sto aspettando però con ansia mi diano un fill in per Judge Dredd (IDW) uno degli eroi della mia infanzia…

P:
Come mai dubiti che continuerai a lavorare per gli americani? Che tipo di problemi hai avuto?

SM:
Innanzitutto il ritmo di lavoro è indiavolato, in alcuni casi si parla di 23 pagine al mese matite e chine e bisogna essere veramente preparati ad un ritmo così…ma in realtà ho avuto il problema più semplice e basico che possa esistere: immense difficoltà a farmi pagare.
Poi mi hanno pagato, ma con 6-7 mesi di ritardo e neanche delle scuse, non è per me accettabile; inoltre le correzioni realizzate da DC comics sono state semplicemente senza senso (cosa peraltro notata anche in alcune recensioni in rete). Un esempio: perché Catwoman ha la camicia di forza, poi la rompe per uscire dalla cella e poi se la rimette e poi se la toglie? (ovviamente la sceneggiatura originale di Ann Nocenti era coerente…).
Poi, sopratutto, se consegno delle tavole matita e china, perché mi si pagano solo i layout? “Perché le correzioni non le hai potute fare tu”, mi si risponde, “perché non eri disponibile” (ero  occupato con il trasloco, comunicata la data addirittura due mesi prima).
Le correzioni? cioè una faccina leggermente diversa e questa scemenza della camicia di forza che era meglio lasciarla com'era? le chine, tra l'altro sono identiche o pressoché identiche alle mie (basta mettere le tavole originali e quelle rifatte una a lato dell'altra…)… ma le avete fatto ricalcare da un altro…quindi che diavolo avete fumato? insomma, capisco che ho una professionalità già troppo oltre per gente che lavora così.
Questo per quanto riguarda la DC comics.
Per la IDW invece non ho nulla da dire, si sono comportati bene e mi hanno pagato il giusto e in orario; se dovessi tornare a lavorare per il mercato americano sarebbe con loro, senza dubbio. Adesso però sono così preso da presenti e futuri progetti tra Soleil e Bonelli che la vedo difficile, anche fosse solo per una questione di tempo.

P:
Leggo nella scheda della Bonelli che nel 1992 hai frequentato un corso di grafica editoriale, e da allora credo che non hai più smesso di avere familiarità con il computer: quand'è che hai iniziato a sfruttare il pc per il tuo lavoro come fumettista?

SM:
Già nel 96 creavo i miei propri retini… non applicandoli in forma digitale però!, creavo delle texture a punti, le stampavo su pellicole autoadesive trasparenti e le applicavo come fossero normali letraset…un lavoraccio; per di più la colla di quei film trasparenti non era nemmeno tanto buona e si accartocciava dentro il calore della stampante. Adesso, se uso retini, è tutto molto più facile, elegante e rapido. Ho smesso di utilizzarli, ovviamente; mai sottovalutare il lato masochista di un disegnatore.


P:
Immagino che in tutti questi anni si sarà evoluto il tuo modo di lavorare (mi riferisco ai fumetti soprattutto), anche tecnicamente: che strumenti usavi ad esempio quando disegnavi le storie per Zona X e  Jonathan Steele?

SM:
In realtà il metodo è quasi lo stesso: all'epoca di Zona X usavo matita 2b, pennini e pennelli con inchiostro di china e i famigerati retini. Adesso ho sviluppato un metodo digitale che è la trasposizione esatta di quello che facevo prima: perché? perché così non getto alle ortiche 18 anni di esperienza :-) quello che è cambiato è che ho studiato molto anatomia e i volti…ma questo ben poco c'entra con un computer.

P: Quando hai iniziato ad usare il computer per intervenire (o disegnare) sulle tavole a fumetti che programmi usavi? E che programmi usi adesso? Come si è evoluto il tuo modo di disegnare in digitale?

SM:
Il passaggio dal mondo cartaceo a quello digitale è stato completo e si è risolto tutto nel giro di un mese; già studiavo la forma di poter fare tutto il processo in digitale da un paio di anni, ma sempre ero bloccato dai software che non mi offrivano la velocità a cui ero già arrivato con procedimenti normali: Painter era troppo complesso, Photoshop non mi garantiva la possibilità di tracciare linee prospettiche con le irregolarità tipiche di un passaggio a china tradizionale (il che rende tutto molto più freddo e innaturale) e Manga Studio, il favorito di molti, mi risultava…lento. Poi è uscito Sketchbook  e vedendo il video di presentazione ho compreso che era proprio quello che cercavo; un mese dopo già facevo squadratura della pagina, layout, matite e chine tutto in digitale.
Bisogna anche ricordare che prima di comprare una Cintiq tutto questo sarebbe stato impensabile per me.

Metodo di lavorazione con Sketchbook Pro - ©Stefano Martino
P:
Noto che molti disegnatori si trovano bene con la Cintiq e nessuno ha mai accennato al problema che ho incontrato io usandola per un paio di giorni (un prestito): la punta della penna ottica non coincide del tutto col segno che poi appare sullo schermo – c'è come una sorta di piccolissima distanza dovuta alla pellicola dello schermo. Questo gap mi confonde molto e mi mette a disagio, data la natura “mimetica” della Cintiq in cui si cerca di ricreare il tipo di rapporto che c'è con la carta; per questo preferisco la distanza apparentemente meno naturale tra tavoletta grafica classica e schermo.
Tu dunque ti trovi bene con la Cintiq: che modello hai?

SM:
Ho una Cintiq 21 pollici di un paio di anni fa e non è in hd come gli ultimi modelli. Quella distanza tra schermo e penna effettivamente disturba giusto la prima settimana poi ci si abitua facilmente; anzi, la verità è che ci si chiede, nel giro di un mese, come si viveva senza :-)

P:
Vantaggi e svantaggi del digitale nel fumetto e nell'illustrazione – a tuo parere.

SM:
Avendo trasportato da carta e matita a digitale lo stesso metodo di lavoro, devo dire che il tempo di produzione è…rimasto lo stesso! ma posso fare nello stesso tempo una tavola più ricca, particolareggiata e raffinata - voglio dire…posso cancellare la china quante volte mi pare! già solo questo ne vale la spesa :-) inoltre questo punto è realmente importante perché mi ha permesso di "sciogliermi", di lasciarmi andare a sperimentazioni senza il timore di rovinare ore di lavoro o di costringermi a tonnellate di bianchetto.
Lo svantaggio principale è che non esistono originali e che certe tecniche risultano ancora "freddine" rispetto alle controparti "analogiche"…ma è più una limitazione mia che dello strumento, credo. Un altro problemino (ma è più un dilemma di abitudine) è che le linee tracciate non hanno la definizione visiva che hanno in manga studio in certi gradi di zoom anche se poi il risultato finale è esattamente lo stesso; diciamo che mentre ci si lavora quello che si vede è leggermente diverso dal risultato finale ( decisamente migliore).

P:
Tu che lavori anche per case editrici estere quali sono le differenze più evidenti nelle modalità di lavoro rispetto all'Italia?

SM:
Nessuna differenza rilevante; la lingua gioca dei brutti scherzi a volte. Cercare di capire una sceneggiatura è a volte un' impresa già nella propria lingua natale! sopratutto i riferimenti alla cultura popolare come tv, musica e cose così; prima era un incubo, meno male che adesso c'è Google.
Comunque se si è capaci di fare fumetti e raccontare bene, cambiano solo i formati della gabbia e poco più; con gli americani c'è un taglio più spettacolare, più ravvicinato, con i francesi invece si tende alla narrazione più verbale….Ma sono solo teorie; poi esistono bande dessinée d'azione spettacolare e comics americani verbosi e lentissimi.

P:
Veniamo adesso a Sketchbook Pro, il programma di cui abbiamo parlato un po' nei nostri messaggi su Facebook: mi hai scritto che lo usi da due anni nel lavoro, puoi spiegare in che modo?

SM:
Innanzitutto uso un Macintosh e non un Pc; sono passato dal Pc al Mac per problemi di affidabilità e non me ne sono mai pentito.
In secondo luogo, ho passato ore e ore a "crearmi" col programma  le MIE matite e le MIE chine, il più fedeli possibile a i risultati che ottenevo precedentemente. si parla di ore e di prove su prove, ma è tutto tempo che vale la spesa.

Adesso il processo:
passo uno, creo la gabbia (guardando la sceneggiatura che tengo a lato) con un programma che si chiama Comics Life e salvo l'immagine delle vignette vuote in tiff a 400 dpi; potrei farlo con Sketchbook  ma è più veloce ed immediato con Comics Life e mi permette di conservare le misure e i formati differenti passando da una tavola francese a una americana senza perdere tempo in misure e corbellerie varie.
Passo due: apro l'immagine con Sketchbook Pro 6, aggiungo un livello e su questo faccio il layout, cioè riempio le vignette con gli spazi occupati dalle figure, i protagonisti e la posizione delle inquadrature (come da esempio).
Passo tre: riduco l'opacità del livello del layout fino al minimo visibile in modo da ottenere delle linee guida che non mi confondono quando farò le matite; quindi aggiungo un livello e su questo eseguo le matite.
Passo quattro: elimino il livello del layout e riduco l'opacità del livello delle matite, così da non confondermi quando eseguo il ripasso a china.
Passo cinque: eseguo il ripasso a china, elimino il livello delle matite (quindi niente sgommatura e tavole rovinate) e unisco tutti i livelli (cioè i due rimanenti, le chine e le vignette vuote).
L'ultimo passo è con Photoshop, apro la tavola (che ho salvato in tiff o in psd, per comodità) e trasformo la pagina a colori (perché Sketchbook la produce a colori, anche se si lavora solo in bianco e nero) in b/n senza tonalità di grigio, in modo da avere (per la stampa Bonelli è importante) solo bianco e solo nero.
Il procedimento è tutto qua, e visto che il programma offre la possibilità di usare china bianca sul nero, degli ottimi righelli che funzionano in modo molto simile a quelli veri cioè potendo tracciare una linea retta che però varia di spessore  a seconda della pressione esercitata, proprio come i vecchi tiralinee.
Insomma credo che chi ha dei dubbi col digitale  perché affezionato ai metodi di lavoro tradizionali con una Cintiq e questo programma se li fa passare velocemente.

Grazie a Stefano Martino per la disponibilità e la gentilezza, e anche per il bellissimo Conan disegnato appositamente!

martedì 1 ottobre 2013

Varie -51