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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



venerdì 26 aprile 2013

Ebook e fumetti digitali - nuove uscite

Ultimamente ci sono state molte uscite per quanto riguarda il catalogo digitale della Tunuè, fumetti e saggi; non ne cito nessuna in particolare perché sono tante, potete vederle qui (sono tutte in Social DRM).
In digitale arriva anche uno storico saggio uscito nel 1999, "Mangamania, 20 anni di Giappone in Italia", a cura delle Edizioni IF.
Segnalo anche recenti uscite della Rizzoli Lizard - in particolare "La Casati" di Vanna Vinci e "Roy Mann" di Sclavi e Micheluzzi - ma questi ebook sono pdf protetti da DRM (e costano quasi 12 € ciascuno) e li sconsiglio (del perché ne ho parlato qui); prenderli in cartaceo è l'unica scelta possibile.
Su Amazon si trovano 4 numeri di ristampe in ebook del fumetto Geppo di Tiziano Radice e Piero Luigi Sangalli (sul sito - in basso - si può leggere una presentazione dell'opera a cura di Radice); presente anche l'ultima raccolta di Zerocalcare, "Ogni maledetto lunedì su due".
Dopo un periodo in cui la collana Urania si era fermata con le uscite in ebook ecco invece le recenti - e DRM free! Segnalo "La tigre della notte" di Alfred Bester (di cui parla Daniele Barbieri qui), "La compagnia del tempo" di Kage Baker, "Le fontane del paradiso" di Arthur C. Clarke (bizzarramente queste uscite non sono catalogate nella sezione fantascienza di Bookrepublic): se qualcuno nei commenti sa dirmi qualcosa su questi libri è il benvenuto (magari anche sul libro "L'Ambasciatore di Marte alla corte della Regina Vittoria" di Alan Baker, per curiosità).
La storia di Rodolfo Walsh l'ho conosciuta grazie a questo podcast di Wikiradio; qui trovate in ebook il suo famoso libro di investigazione giornalistica "Operazione Massacro", uscito nel 1957.
E' uscito in ebook "Infinite jest", il monumentale e famoso libro di David Foster Wallace; lo segnalo perché è un esempio di come in alcuni casi l'ebook è quasi indispensabile per leggere libri che pesano chili (sono 1300 pagine circa in cartaceo). Il costo dell'ebook è di quasi 10 €, a fronte di un prezzo cartaceo che in origine è di 27 € (ma sugli e-store si trova scontato anche a 23 €); la differenza è quasi ragionevole, anche se spendere 10 € per un file protetto e che non si può regalare o rivendere mi sembra ancora troppo. Esempi peggiori però ce ne sono: "Tutto e subito" di Morgan Sportès delle edizioni e/o in ebook costa quasi 12 €, a fronte delle 19 in cartaceo (che con i soliti sconti online diventano circa 16); oppure "Immaginare Babele" di Mario Liverani (Edizioni Laterza) che in ebook costa quasi 21 € - tanto, anche se in cartaceo sono 35 € (con lo sconto 28!).
Un po' di segnalazioni e consigli:

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile 2013



Zona piazza Abbiategrasso - Milano
Questa striscia di Makkox è di due anni fa ma va sempre bene.

mercoledì 24 aprile 2013

Un'altra app per leggere ebook: Readmill [aggiornato]

Readmill fa parte di quella serie di app che cercano di socializzare l'esperienza di lettura digitale; è disponibile solo per il mondo Apple.
Come DotDotDot (di cui ho scritto recentemente) si possono sottolineare e commentare frasi dei libri, per poi condividerle; a differerenza di DotDotDot non si possono mettere tag o creare scaffali e cartelle; soprattutto in Readmill tutto è concentrato sull'ebook inteso come libro, e non sugli articoli che si possono trovare in rete (anche se c'è un modo per importarli nella libreria, ne parlerò più avanti).
Gli account che non hanno ancora personalizzato il loro avatar si presentano come gufi
Gli ebook che si possono importare sono quelli in formato epub, PDF, e anche gli ebook protetti da DRM: in questo caso si importa il file ACSM, poi una volta aperto all'interno dell'iPad o dell'iPhone verrà richiesta la password per accedere all'ID Adobe, infine verrà scaricato il libro (io ho fatto una prova con l'Urania "Universo senza luce" di Daniel F. Galouye, consigliato da Luigi Bicco; per l'occasione ho sperimentato l'acquisto su Google Play, che adesso consente anche lo scaricamento del file sul computer - certo non lo consiglio per i file protetti, ma insomma...).
Con Readmill si ha la creazione di un account con relativo spazio web dal quale controllare la nostra libreria, leggere i commenti e le sottolineature nostre e altrui, scoprire e mettere libri nella nostra "wishlist", ecc., ma non potremo leggere gli ebook: quello lo si può fare solo sui device Apple (al contrario di DotDotDot che permette la lettura dei testi anche via browser).

Non si possono importare ebook Kindle, iBooks o Barnes and Noble, perché hanno una loro speciale protezione, però bizzarramente si possono importare le sottolineature dagli ebook Kindle usando un bookmarklet all'interno del nostro account Amazon.
Readmill è rivolto a un pubblico prevalentemente di lingua inglese, può capitare che le copertine non vengano importate (come è successo col mio Urania); in questo caso si possono caricare manualmente.
Questa app (come quella Kobo, se non sbaglio) monitora i nostri progressi e calcola anche la stima del tempo che rimane per finire di leggere il libro; questo alla prima apertura può essere settato come privato o pubblico, in maniera che commenti e sottolineature possano essere visibili solo da noi, oppure condivise sul sito Readmill - o su Twitter e Facebook; una pecca la trovo nella scarsa scelta per la grandezza del carattere (vedere foto), e anche nel fatto che la pagina ha margini molto ampii (e se si ruota il device in senso orizzontale il testo non si adatta in larghezza).

Readmill consiglia molti ebookstore, la massima parte sconosciuti a noi italiani, da cui è possibile mandare direttamente l'ebook acquistato all'interno dell'app; nell'elenco che vedete nelle foto appare anche Readlist, un sito che raccoglie articoli scovati sul web tramite l'app Readability.
Un modo quindi per importare in Readmill articoli dal web è quello di aprire un account Readability, installare il bookmarklet nella menubar, e dopo aver collezionato un po' di articoli mandarli direttamente in Readmill (nella foto di esempio ho trovato una raccolta in italiano su Readlist e ho fatto la prova mandandomela nel mio account Readmill).
Nella terza foto a destra si vede la possibilità di aggiungere brani da libri che non si hanno in digitale tramite un servizio chiamato Pingbook, collegato al nostro account Readmill; in realtà per poter aprire quella finestra bisogna cliccare su un titolo che già appare nella nostra libreria - in cui ci sono  per forza di cose ebook che abbiamo caricato o comprato noi; non vedo quindi la possibilità di "add highlights from physical books" come sostenuto nella pagina Support di Readmill (magari non ho capito io, eh).


Aggiornamento del 31/3/2014: Readmill chiude, qui il comunicato

domenica 21 aprile 2013

Domande e riflessioni

Vignetta tratta dal Nathan Never che ho finito di disegnare poche settimane fa
Inizio con una domanda: perché un post che evidentemente avevo pubblicato nel 2009 (questo, che ho ripristinato), è sparito dal blog per finire nelle bozze? Mi riferisco a quello che pensavo fosse un mio errore, cioè aver saltato il post n. 3  delle minilezioni di Manga Studio , che in effetti non trovavo più (eppure è stato pubblicato, aveva anche molti commenti!).

Perché con tutti i modelli di eReader che adesso girano l'unico che abbia un bel dizionario integrato inglese-italiano è il Sony? Per integrato intendo che quando seleziono una parola di qualsiasi testo posso visualizzarne all'istante la traduzione - e per qualsiasi testo intendo anche quelli caricati da noi, non solo quelli comprati e scaricati dallo store di riferimento (come succede mi sembra con gli ebook di Kobo: per me ad esempio è una pecca non da poco).
Per Kindle, come già detto in un altro post, esiste la possibilità di installare e usare altri dizionari oltre quelli monolingua a disposizione, ma di decenti in vendita non ce ne sono: anche quello più costoso contiene solo 20.000 lemmi - tanto vale installarsi quello gratis che si trova in rete e che credo sia anche più corposo; la qualità comunque non è paragonabile al dizionario Collins del Sony.
Gli eReader Sony non hanno un grande schermo, che è poco "luminoso", e sono più costosi dei concorrenti; io ormai sono abituata a leggere anche sull'iPad, e passare alla relativa oscurità del mio Sony 350 mi costa molta fatica.
In generale quando si vanno a guardare le pagine web con le presentazioni dei vari eReader presenti sul mercato non si mette molto in rilievo questa caratteristica che è un valore aggiunto del leggere ebook: la facilità con cui si possono leggere testi in una lingua diversa (se se ne ha una infarinatura); sulla pagina dell'ultimo modello Sony non sono neanche menzionati i dizionari (che credo esistano come sul modello 350), su quello del Kobo non si precisa che i dizionari integrati funzionano solo per i "loro" ebook (l'ho scoperto leggendo il forum di Simplicissimus).
Bah!

Perché continuo a leggere sul web cose che mi deprimono? Ovvero, perché non riesco ad evitare di leggere cose che so già non mi porteranno nessuna nuova conoscenza, nessun aiuto, nessun divertimento?
Questa è una domanda retorica, so già la risposta, anche se non mi convince del tutto: perché assieme a tanta roba che farei bene ad evitare c'è anche tanta roba interessante, ed è spesso difficile evitare un aspetto se mischiato o vicino è presente anche l'altro.
Tempo fa mi ero ripromessa di stare un po' lontana dal web, ma l'intenzione si è rivelata molto difficile da perseguire; ci sono delle cose che mi interessano molto, e che mi fa piacere leggere, non potrei più rinunciarci.  Inoltre stare troppo lontani dalla rete significherebbe per me perdere il contatto con innovazioni e notizie che riguardano non solo il campo in cui lavoro, ma anche quello che - chissà - un giorno potrebbe essermi molto utile per vivere (o sopravvivere); per tante ragioni (compreso il declino costante dei lettori di fumetti) non credo sia scritto da nessuna parte che io finirò i miei giorni con la matita in mano.
Per motivi che sono stati indagati da psicologi e studiosi di ogni tipo (e che qui non voglio affrontare) scrivere sul web libera le persone da ogni remora e anzi acuisce certi lati non proprio piacevoli dell'animo umano: penso sarà capitato a tutti, anche senza volerlo, di essere coinvolti in discussioni spiacevoli (come minimo), oppure semplicemente di leggere commenti aggressivi, insultanti, disinformati o presuntuosi.
Questo è un aspetto del web, ma non il solo, che mi mette a disagio quando mi capita di girare per blog; l'altro è quello che riguarda... [e niente, ho cancellato una parte corposa che probabilmente avrebbe sollevato qualche polemica - cosa che non voglio, e non vale neanche la pena; non a caso qui non parlo di religione e di politica. Potrei invece proseguire con: "...l'altro è quello che riguarda il mio carattere, la paura di impelagarmi in discussioni animate e in generale di affrontare argomenti controversi"; ma qui si va troppo sul personale e quindi per adesso lascio perdere].

Riflessione: ho letto per caso questo post di Matteo B. Bianchi (autore di diversi romanzi) che parla della "passività dell'esordiente"; ovviamente si parla di esordienti scrittori, ma a parte le naturali differenze vi ho trovato diverse analogie con l'atteggiamento di alcune tipologie di esordienti (o aspiranti) disegnatori di fumetti.
Cito dal post: "Inoltre ho verificato che esiste una formula esoterica in grado di riaccendere all’istante un’intera sala di ascoltatori disinteressati e sonnecchianti, più efficace e immediata di una botta di cocaina: “Ora vi fornirò un elenco di case editrici che pubblicano esordienti”. Ecco che tutte le nuche si rialzano, gli occhi si accendono, le orecchie si spalancano, le penne poggiano tremanti sul foglio pronte a trascrivere ogni parola. La famosa chiave d’accesso al mondo dorato: ve la sto svelando. Dalle continue richieste (scusi può ripetere?) mi rendo conto che si tratta di case editrici da loro mai sentite nominare prima, ma questo non sembra rappresentare un problema: è importante capire bene il nome dell’editore, non conoscere il suo catalogo. Raramente avviene che, dopo questo elenco magico, qualcuno mi faccia domande su che tipo di libri pubblica questa o quell’altra casa, che voglia indagare l’ambito narrativo dell’editore per capire se il proprio testo possa essere adatto." 
Precisando che non tutti gli aspiranti disegnatori che mi hanno contattato avevano questo atteggiamento, mi è capitato più di una volta di sentirmi chiedere indirizzi di case editrici a cui far vedere i propri fumetti; alcuni mi chiedono di dare loro un parere su disegni o tavole, ma altri mi domandano direttamente a chi rivolgersi per pubblicare fumetti (magari senza specificare che tipo di fumetti si disegnano).
Alcuni palesemente non leggono molti fumetti, non conoscono la varietà di case editrici che esistono in Italia, non capiscono che se se disegnano manga è inutile rivolgersi a chi disegna fumetto realistico - e così via.
Ci sono aspiranti disegnatori che si presentano dandosi già un giudizio di valore, altri che sono convinti esistano corridoi privilegiati attraverso cui far vedere i propri lavori ai redattori delle case editrici (considerate come una grande lobby interconnessa - tipo che ci conosciamo tutti e quindi io potrei "raccomandare" un disegnatore alla Disney, per dire).
Saper riconoscere un disegnatore carismatico da un altro come tanti è indice di buon occhio critico, dietro cui probabilmente c'è non dico il talento ma almeno la passione e la conoscenza; rivolgersi a me per aiuti pratici e pareri sul proprio lavoro invece che ad altri disegnatori più bravi e importanti mi dà da pensare (come sono stata trovata io sul web possono essere trovati molti altri disegnatori che hanno un blog, un sito, o che sono presenti su Facebook).
Inoltre io non sono a conoscenza (se non per caso e in maniera non approfondita) delle serie o miniserie nuove su cui si sta eventualmente lavorando in casa editrice: se si vogliono presentare delle prove è bene rivolgersi direttamente ai caporedattori delle varie testate (e il nome si trova nelle informazioni presenti nella prima pagina di ogni albo - posto che un aspirante disegnatore dovrebbe leggere e conoscere gli albi della casa editrice per cui vorrebbe lavorare).
Posso dare è vero qualche parere personale sui fumetti o disegni che mi si mandano in visione (meglio link, meglio cose recenti e selezionate), ma io non insegno, non sono un caporedattore, non sono insomma la persona che può dire "questo va bene, questo no" come se il mio giudizio potesse contare veramente ai fini di una possibile futura pubblicazione.
Qualche consiglio lo posso dare, per quel che vale: se volete entrare nel mondo del fumetto sia come autori che come disegnatori non limitatevi a migliorare la vostra tecnica, ma approfondite la conoscenza del fumetto in generale - storia, riviste, testate, autori, ma soprattutto leggete tanto e di tutto, non limitatevi a guardare le cose che vi piacciono.

giovedì 18 aprile 2013

Varie - 41 (e una mostra a cui parteciperò)

Come sanno quelli che hanno provato a invitarmi a mostre e incontri difficilmente esco da casa per queste occasioni (i motivi sono vari: mancanza di tempo, difficoltà a organizzarmi col cane, disagio a stare in pubblico); questa volta ho accettato un invito di Daniele Statella a essere presente alla manifestazione "Fumetti al Castello - Comix Girls"  - anche perché Abbiategrasso è molto vicino a dove abito (almeno a distanza d'auto).

Copio dal comunicato dell'evento: 
"Il Festival FUMETTI AL CASTELLO - COMIX GIRLS è organizzato dal comune di Abbiategrasso con la collaborazione dell'Ass.Creativecomics, la progettazione e la direzione artistica dell’evento sono a cura dei fumettisti Bruno Testa e Daniele Statella. L’evento si svolgerà il 12 maggio 2013 presso il castello visconteo di Abbiategrasso(MI); all'interno, nella piazzetta, sarà allestito il palco per il cosplay, le stanze della biblioteca ospiteranno i laboratori per le scuole e nel bellissimo sotterraneo ci sarà una mostra di tavole e gli incontri con gli autori. Il filo conduttore dell'evento sarà "rosa" perché le mostre saranno dedicate ai personaggi femminili del fumetto italiano e ci saranno ospiti varie autrici di fumetti. Gli incontri si svolgeranno nella "sala del camino" nella biblioteca del castello. Saranno presenti vari autori e autrici e sarà stampato un disegno in tiratura limitata di ciascun disegnatore. Queste stampe saranno distribuite gratuitamente ai visitatori e autografate durante la session di firma nelle sale della biblioteca." 
Sarò alla mostra il 12 maggio di mattina e firmerò delle stampe con un disegno di Nathan Never (che sul sito su Facebook sarà anche pubblicato nei prossimi giorni); con me ci saranno diverse altre disegnatrici, tra cui Anna Lazzarini.

Altre notizie fumettose:
Link vari:

venerdì 12 aprile 2013

Cose che mi sono successe di recente (e osservazioni su Manga Studio 5)

Il 10 aprile sono andata a tenere una "lezione" alla Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco; sono stata invitata da Lorenzo Sartori che da anni vi insegna fumetto, e il tema era "La rete: come sfruttarla professionalmente".
Le persone che mi conoscono e che passano sulla rete meno tempo di me mi immaginano come una piccola "guru" del web, quando è chiaro che sono una semplice curiosa che col tempo ha raccolto informazioni e qualche dritta - ma nulla rispetto ai veri conoscitori di come funzionano i meccanismi della rete, anche tecnicamente.
Tuttavia quello che mi aveva chiesto Lorenzo era dare qualche consiglio a giovani aspiranti disegnatori su come muoversi sulla rete per far conoscere il proprio lavoro e soprattutto come trovare risorse utili - documentazione, tutorial, ecc. Ho raccolto una serie di link da mostrare divisi per tema (la sicurezza in rete, come trovare documentazione di vario tipo, come aprire un blog, dove trovare tutorial, ecc.), con l'aiuto di un proiettore collegato a un pc (e la collaborazione di Giorgio Pelizzari) ho mostrato un po' di siti e spiegato poche cose - con la solita fatica che faccio nel parlare in pubblico (c'erano forse una ventina di ragazzi, o poco meno); spero di non
aver annoiato nessuno, e magari di essere stata utile a qualcuno.
Tra i ragazzi solo due avevano aperto un blog (due ragazze per la precisione), mentre qualcun altro credo fosse interessato alla cosa (anche all'apertura di un sito vero e proprio); non so se sfrutteranno i link che ho dato (sono stati poi spediti a tutti via mail) per essere più presenti in rete con i loro lavori, ma data la giovane età è probabile che siano nella fase in cui tutte le energie sono rivolte a produrli, questi lavori, magari a cercare ancora un proprio segno e una propria strada; verrà dopo il momento di fare vedere a un pubblico più vasto ciò che si è creato.

L'altro ieri ho tentato di condividere la connessione internet dal mio iMac all'iPad, come faccio spesso: l'Ipad si connetteva alla rete wi fi del computer ma non riusciva ad andare su internet; stessa cosa con l'iPod. Inutile dire che non avevo cambiato nessuna impostazione né sul Mac né su sull'iPad e iPod.
Ho provato ad attivare un router e a collegarvi l'iPad e l'iPod, con quello funzionava tutto, la navigazione su internet era senza problemi.
Io non sono una grande conoscitrice di come funziona internet e il wi fi, in caso di necessità ho sempre seguito le guide o letto articoli sul web: spesso sono arrivata alla soluzione di certe difficoltà passate un po' fortunosamente. Anche in questo caso mi sono intestardita a cercare una soluzione, ho confrontato le opzioni del network del Mac e dell'iPad, e c'erano in effetti numeri diversi (ma non so se debba essere così normalmente). Ho notato che sull'iPad il campo DNS era vuoto, mentre sul Mac erano segnati dei numeri in grigio; ho provato a inserire sull'iPad il primo dei due numeri che apparivano sul Mac e - magia - sono riuscita a navigare su internet: ignoro del tutto cosa sia successo, e cosa significano quei numeri. Ecco, tanto per spiegare ai miei cari amici che di certe cose proprio non capisco nulla (e pensare che di cose ne leggo in giro, ma basta andare a leggere qui, dove c'è una persona che ha avuto problemi simili ai miei - anche se io non ho aggiornato il sistema operativo - per capire che è un po' un casino tra DNS, IP, configurazioni e roba varia).

A fine marzo ho iniziato a notare che la linea del telefono presentava dei fruscii durante le telefonate, ma questi non impedivano la conversazione; a un certo punto si è iniziato a sentire in sottofondo anche un "tu-tuuu" ripetuto, come di segnale di occupato. Non mi ero ancora decisa a telefonare alla Telecom, anche perché uso talmente poco il telefono che certi problemi se non sono gravi tendo a dimenticarli.
Il primo aprile ricevo una telefonata sul cellulare da un signore che si presenta come "Telecom", mi dice che ha telefonato per il guasto, sa che ho chiamato e quindi mi manderà il tecnico. Ho esclamato di getto: "Ah, quindi vi siete accorti del guasto?", subito dopo ho riflettuto sul fatto che in realtà io non avevo chiamato nessuno; l'ho detto, ma il tipo ha affermato, un po' scocciato "guardi che ha chiamato lei". C'era la probabilità dell'1% che avesse chiamato qualcun altro da casa mia senza dirmi niente  per cui non mi sono sentita di affermare categoricamente che non fosse partita una chiamata di assistenza dal mio telefono, ma il tono di voce di rimprovero, e le frasi sul "mettermi d'accordo con gli altri in casa prima di chiamare" mi ha fatto escludere di volere ricevere qualsivoglia persona in casa mia. Il tipo mi ha fatto presente che se ora rifiutavo l'assistenza la prossima volta non era detto che avrebbero risposto a una mia altra richiesta, al che mi sono imbizzarrita: ho detto che la linea era a mio nome, che solo io ero titolata a chiedere l'intervento di un tecnico, che non l'avevo fatto prima, e che se ne avessi avuto bisogno prossimamente loro erano tenuti a venire. Il tono di voce del tipo è cambiato sino a diventare di delusione, "allora adesso non vuole l'intervento?...". No, ho ribadito.
Ora: chiaramente nessuno da casa mia ha mai telefonato al 187 (me ne sono accertata), il "guasto" era di una tipologia che in passato era stato risolto da "remoto", e l'andamento della telefonata mi faceva sospettare qualcosa di losco; riflettendoci credo che fossero davvero della Telecom (come facevano a sapere dei miei problemi sulla linea?), ma ho il sospetto che le riparazioni adesso siano date in appalto a diverse ditte esterne, e che queste siano pagate a "intervento": è possibile una cosa come questa? Che si prevengano addirittura le telefonate al 187? ammesso poi che questi tecnici possano sapere in anticipo quali sono le linee disturbate o guaste e accedere quindi al numero del mio cellulare.
Le riparazioni sono incluse nel salato canone che pago (e se rimango ancora con Telecom è perché fino ad adesso i pochissimi problemi di linea che ho avuto in 20 anni sono sempre stati risolti velocemente - in un caso erano da cambiare i fili della vecchia linea telefonica), quindi da me i tecnici non avrebbero ricevuto un soldo - a meno che avessero tentato di convincermi del contrario, non lo so, tutto è ormai possibile in questa Italia in cerca di persone da raggirare.
Nei giorni seguenti la linea più o meno è tornata a posto senza che io telefonassi al 187 (non avevo voglia di perdere tempo a spiegare ciò che mi era accaduto a un qualsiasi addetto di un call center - che non mi avrebbe certo fatto parlare con un responsabile). Adesso, a distanza di 10 giorni, il problema si è ripresentato, aggravato, quindi ho davvero telefonato al 187, e il risultato è  stato che sì, c'è un degrado della linea, i tecnici andranno a vedere la centralina (non verranno da me) e il guasto sarà riparato in 48 ore (spero, ma le altre volte hanno sempre mantenuto gli impegni). Tra l'altro ho raccontato cosa mi era successo il 1 aprile, ma il tipo del call center non ha fatto alcun commento.

Ho iniziato a lavorare sul gigante di Nathan Never, e con mio dispiacere ho lasciato perdere l'ipotesi di usare Manga Studio 5 (non ha le Story ma in estate, con l'arrivo delle versione EX, avrei potuto importare i file singoli creati fino a quel momento).
All'inizio avevo pensato di disegnare anche le matite in digitale, dato che in Manga Studio 5 adesso lo strumento matita è molto più personalizzabile (si possono arrivare a imitare un po' le matite di grana grossa con il trucco di applicare delle texture al segno). Ebbene, non sono riuscita a riprodurre la versatilità della mia matita vera, che con poco mi può dare un segno sottile e preciso oppure più spesso e granuloso: in Manga Studio 5 perdevo troppo tempo nel variare la grandezza del segno, e anche l'intensità (pur avendo la Wacom questa possibilità ha dei limiti - si rischia di graffiare la superficie aumentando troppo la pressione). Inoltre lavorare in grande a matita mi riusciva molto più innaturale che in fase di inchiostrazione; alla fine ho lasciato perdere e sono tornata a disegnare le matite su carta.
L'altro problema, più grosso, è che anche con il pennello (pen) mi sono trovata male: pur avendo molte più possibilità di personalizzazione per pressione, grana, e altre opzioni (ma non c'è quella che esiste in Manga Studio 4 di poter cambiare la forma della punta - da tonda a rettangolare o altro) ho notato che il segno non sembra rispondere al 100% al gesto che creo sulla tavola, come se alla fine ci sia una piccola correzione. Ora, questa caratteristica c'è in Manga Studio, si chiama appunto "correzione" (in Manga Studio 4) e "stabilizing" in MS 5: però si può azzerare, come ho fatto io in MS 4, e come ho fatto anche nel 5 - ma i risultati non sono gli stessi.
L'impressione può essere soggettiva, dovuta al modo di disegnare che ognuno di noi ha, e quindi non è detto che questa mia impressione sia valida anche per altri; so solo che in Manga Studio 4 mi trovo meglio a inchiostrare che in MS 5.
Aggiungo che ci sono altre piccole cose che mi disturbano un po' - ad esempio in MS 5 lo strumento selezione "free" non permette di rendere indipendenti i 4 angoli, ma solo di spostare "liberamente" in maniera ortogonale i 4 lati: sembrerà una cosa piccola, ma io uso molto la selezione totalmente free che ha MS 4 (c'è il mesh transform eventualmente, ma questo mi fa perdere più tempo perché ci sono diversi punti da spostare - spesso non ho bisogno di una trasformazione così precisa); poi c'è la "squadratura" che in MS 4 e 5 si crea in maniera diversa - e in MS 4 è più veloce e comoda (per come ho costruito la mia personale routine di creazione della tavola).
Attenderò l'estate e le prime recensioni di Manga Studio 5 EX per conoscere le nuove features, e sapere se varrà la pena per me spendere altri soldi per comprare un programma che tutto sommato non userei per lavoro - se così rimanessero le cose; vedremo...

martedì 9 aprile 2013

Varie -40

Un po' di link a tema ebook:
Fumetti (digitali e non):
Varie:

venerdì 5 aprile 2013

Raccogliere, leggere e commentare ebook e post: DotDotDot

  DotDotDot: qui altre foto
Ho scoperto DotDotDot grazie a questo articolo su "Scrittore computazionale", dove c'è scritto il DotDotDot è poter riunire in un solo luogo virtuale i nostri testi digitali, ebook o articoli web che siano, ed eventualmente poterli commentare insieme alla comunità che usa questo servizio (ma i testi possono anche essere resi privati).
necessario su questa app (e anche piattaforma online di condivisione): in pratica lo scopo di
I testi importati nella app possono essere letti offline, così come con Pocket, ad esempio; a differenza di quest'ultima (e di altre app simili) DotDotDot ha un lato social molto sviluppato, la si frutta pienamente solo se si ha voglia di scoprire nuovi blog, nuovi utenti con gusti simili ai nostri (ma anche no), se si vogliono condividere le impressioni su questo o quel testo (o singole frasi). Certo, per adesso la comunità è quasi totalmente in lingua inglese, ma si possono trovare anche alcuni italiani.
Ho creato un album di foto su Google+ che riguardano sia la app per iPad che la piattaforma web, qui (cliccate su ogni singola foto per leggere anche la didascalia).
I testi che possiamo importare dal nostro computer per adesso possono essere solo in formato epub (niente PDF o Word ad esempio). Le tag che possono essere applicate alle sottolineature e ai commenti non si possono usare per gli interi articoli (peccato, magari è una funzione che verrà inserita in futuro).
Tra le varie possibilità di importazione di testi c'è anche il possibile collegamento diretto con Google Reader, pensato quando ancora era lontano l'annuncio della sua dismissione; sono curiosa di vedere che alternative saranno proposte in futuro in DotDotDot, se ce ne saranno.
Questa (anche web) app è ancora in beta, e il creatore Thomas Schinabeck (qui intervistato sempre da Scrittore computazionale) è aperto a suggerimenti e commenti: a ogni nuovo iscritto manda una mail in cui richiede la nostra opinione e suggerisce di scrivergli e telefonargli a ogni ora (!); io gli ho subito prontamente risposto chiedendo alcune cose che non mi erano chiare, una tra tutte: non si possono certo importare e leggere gli ebook con DRM, ma quelli con social DRM? In teoria è possibile, ma se rendo non privato il testo in pratica lo metto a disposizione di tutti - cosa che non si può fare, essendo anche le copie in social DRM per uso personale e protette da diritto d'autore.
Se guardo a tutti gli ebook che ho comprato finora solo una piccola parte sono leggibili free e non protetti da alcunché - praticamente solo i classici italiani.
L'idea di raccogliere in un posto solo tutte le nostre letture digitali in teoria è allettante, ma ancora piena di ostacoli (e nella lista delle letture digitali da raccogliere online lascerei fuori gli ebook - intesi come libri comprati sui vari store online).  Essendo DotDotDot una beta seguirò comunque il suo evolversi, mi piace molto la grafica e l'organizzazione della app (anche se a mio parere manca un cosa importante come la scelta delle grandezza del font degli articoli importati).
Chi si iscrive a DotDotDot può trovarmi qui (credo), anche se non sono molto attiva.

martedì 2 aprile 2013

Leggere sceneggiature su iPad

In questi giorni di riposo (dopo aver finito il lavoro di Nathan Never) non sono stata del tutto con le mani in mano: ho letto la sceneggiatura quasi definitiva del gigante scritta da Giovanni Eccher e curata da Antonio Serra, 220 tavole dense e piene di ritmo; le ho lette d'un fiato, impossibile fermarsi: lo ritengo un buon segno, io mi sono appassionata e divertita a leggerle, e spero di poter trasmettere col disegno le stesse sensazioni ai futuri lettori.
Non posso dire granché sulla trama perché finirei con lo "spoilerare" troppo: basti sapere che sono  protagonisti ben presenti lungo tutta la storia Nathan, Legs, Orson, Kathy e Branko; sono i personaggi che più amo disegnare, e che qui sono stati ben caratterizzati da Giovanni.
Leggendo la storia visualizzavo mentalmente le inquadrature, mi viene spontaneo farlo sempre, ma qui in più mi sono sforzata di vederle anche disegnate e rese dinamiche e vive: vorrei riuscire a far entrare il lettore nella storia, a farlo avvicinare il più possibile ai personaggi - sia mentre parlano sia mentre sono coinvolti in scene d'azione spettacolari (e ce ne sono diverse).
Vorrei che il mio solito segno diventasse più sottile e preciso, che le ombre siano usate per costruire e rendere le atmosfere, più che per mero realismo, che la tecnologia sia resa molto meglio di quello che ho fatto finora; anche per questo sto guardando in full immersion disegni e illustrazioni di fantascienza che trovo in quantità in siti come Pinterest, e "ripasserò" e guarderò i film di fantascienza più ricchi di tecnologia: non voglio copiare, quanto assorbire (copiare mi annoierebbe sopra ogni altra cosa).

Ricordo i tempi in cui Stefano Piani mi mandava le sceneggiature di Legs via fax (sempre più veloce della posta, comunque); adesso tutto avviene via email, e le sceneggiature sono in formato word. Di solito stampo su carta le pagine della sceneggiatura perché le uso per disegnarci in piccolo i bozzetti delle tavole - delineo il layout delle vignette e schizzo anche il disegno vero e proprio, le posizioni dei personaggi più che altro. In questo caso la sceneggiatura del gigante non è definitiva, qualche tavola sarà spostata e c'è qualche piccola correzione da fare (dialoghi, credo); per evitare di stampare la sceneggiatura con i numeri delle tavole sbagliate mi sono caricata il file sull'iPad, per la sola lettura (potevo leggerla sul Mac, sì, ma per lunghe letture di testo preferisco l'iPad, così mi posso spaparanz stendere comodamente sul letto o sulla poltrona).
Qualcuno ha mai provato a leggere documenti .doc sull'iPad? Che programma usate? Vi mantiene la formattazione e soprattutto il numero delle pagine come in origine? Ecco, a me no - non con i programmi che ho a disposizione.
Documents è un bel programma che legge documenti di Office e PDF, ma ecco cosa succede quando nella pagina del documento c'è inserito un disegno (o una tabella): si sovrappone al testo. Non solo, non mantiene la divisione tra le pagine e le conteggia a modo suo; finita la sceneggiatura mi risultavano 135 pagine invece delle 220.

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Tra le opzioni utili di Documents c'è quella di poter aprire un dato documento in altro programma presente sull'iPad: ho provato così a esportare la sceneggiatura in Smart Office 2, altro programma interessante. Come forse si può intravedere nella foto con la simpatica visualizzazione in 3D anche in quel caso la tabella va a coprire il testo; e sì, il conteggio delle pagine è sballato.
Certo, questi programmi sono gratis, cosa pretendo? Ma siamo sicuri che un programma a pagamento sia migliore? Chi sa dirmi se ad esempio in GoodReader i documenti .doc vengono visualizzati pagina per pagina nella loro interezza? Non sono riuscita a trovare informazioni in merito.
Sapete cosa ho fatto? Ho aperto la sceneggiatura con LibreOffice, dove c'è un bel tastino per l'esportazione in pdf di qualsiasi file; ho esportato in pdf (e il peso in kb è rimasto praticamente invariato) e reimportato lo stesso sull'iPad, dove viene visualizzato come si deve.

Per chi è stato via per le vacanze di Pasqua ricordo il mio post recente, il solito pieno di link.