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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



giovedì 27 febbraio 2014

Fumetti, ebook e la nuova testata del blog

Finalmente ho potuto terminare l'ultima versione dell'illustrazione per la testata del blog dopo aver accolto alcuni dei suggerimenti dei lettori (in particolare Luigi Bicco, che è illustratore e grafico e ci capisce molto).
Qui e qui i post in cui si vede da dove sono partita con l'immagine di Legs e Nathan; per chi legge da feed: venite a vedere il sito per vedere la nuova testata. Sicuramente si può migliorare ed eventualmente lo farò con calma, perlomeno ho una base su cui lavorare.

Fino al 5 marzo Manga Studio EX 4 lo trovate a meno di 30 € - per chi non usa molto il colore questo programma (che è quello con cui lavoro e lavorerò per almeno un altro anno) è ancora molto valido; certo, non è bello (e un tantino complesso) come la versione 5, ma se volete risparmiare è un'occasione da non perdere.

A seguire varie notizie su fumetti e illustrazioni:


Notizie su ebook e dintorni:

martedì 25 febbraio 2014

Questioni varie (lavoro, fumetti, digitale)

Fino ad adesso ho chiamato "gigante" il lavoro che sto facendo su Nathan Never, era previsto che questa storia di 220 pagine finisse nella collana annuale di grande formato che usciva a febbraio; come si evince dai verbi usati al passato il gigante di Nathan Never è stato sostituito da una nuova collana che si chiamerà "Le grandi storie di Nathan Never", il cui primo numero uscirà a metà marzo con il debutto di Corrado Roi su questo personaggio ("I giorni della maschera" è scritto da Davide Rigamonti, qui trovate una sua intervista dove parla anche di questa storia per la nuova collana).
Anche la mia storia uscirà l'anno prossimo nell'ambito di questa collana, il cui formato, per ragioni economiche, torna ad essere quello classico degli albi Bonelli (la copertina, se non sbaglio, dovrebbe essere simile a quella dei "Romanzi a fumetti").
Nonostante abbia disegnato metà storia pensando che sarebbe stata stampata in un formato più grande non credo farò grandi ritocchi: per varie ragioni la storia alla fine l'ho disegnata più o meno come avrei disegnato un Nathan della serie normale, solo con più cura su certi aspetti (non ho cambiato neanche la frequenza dei retini); magari semplificherò qualche sfondo, e limerò qualche "effetto" dato con il pennello "sporco" di Manga Studio, ma niente di più.


Adesso una domanda per chi ha un Mac e usa Manga Studio 4EX: avete aggiornato a Mavericks? Avete riscontrato problemi con Manga Studio 4? So che con la versione 5EX non ci dovrebbero essere problemi, a vedere la tabella di Roaringapps.com - solo che io per adesso non riesco a rinunciare al pennello di MS4.
E a proposito di Manga Studio: una guida in diversi formati di Doug Hills: "Rulers: A Manga Studio 5/Clip Studio Field Guide"; un webinar dello stesso autore: "How to Use Perspective Rulers in Manga Studio 5 e 5 EX".
Qui invece potete osservare Luca Malisan che con Manga Studio inchiostra una vignetta del fumetto Dragonero n.11 (in uscita ad aprile).

Di V!P ho già parlato qui nel blog (qui una mia "apparizione" all'interno dell'universo di V!P e un bellissimo disegno di Milou), un fumetto digitale di Roberto Gallaurese ed Ernest Yesterday nato sul web e da poco approdato su carta, anche se le copie non sono tante: qui si spiega come averne una (tramite Amazon); vedere un fumetto nato sul web arrivare su carta e non perdere nulla in efficacia, anzi migliorare, è una bella cosa.

Segnalo questo articolo di Boris Battaglia che ricorda un grande fumetto che è passato in fretta tra gli scaffali italici e da tempo introvabile: "Diario (1)" di Fabrice Neaud stampato nel 1998 da rasputin!libri. A me piacerebbe anche la pubblicazione dei seguenti volumi del Diario, che io ho in francese fino al volume quarto, ma mi rendo conto che interesserebbe pochissime persone.


giovedì 20 febbraio 2014

Disegnare (o scrivere) ciò che si conosce?

Per le strane coincidenze della vita negli ultimi giorni mi è capitato di incrociare opinioni su
questo tema - ma lo dico subito, non ho una risposta precisa e in verità non voglio neanche approfondire la questione: è oltre le mie capacità.
Rimanendo sul superficiale è molto facile e comprensibile che chi inizia a esprimersi nel campo artistico (in senso lato) inizi a parlare di quello che vede e conosce più da vicino - non da ultimo se stesso, l'argomento preferito di ogni adolescente o persona in giovane età.
L'esperienza, la conoscenza, lo studio di solito poi permettono di allargare gli orizzonti, di affrontare altri mondi. A volte però la mancanza di talento questi orizzonti li fa restringere, diventano fessure attraverso cui si vede poco, e quel poco sembra non avere molto senso - come un film di cui si siano salvati pochi fotogrammi sparsi.

L'altro ieri mi sono venuti a trovare per un attimo quei progetti di fumetti di cui parlo in Fumetti senza fine; non so perché ho pensato ad alcuni dei ragazzi-tipo che abitano nel mio quartiere, mi sono chiesta come avrei potuto farli parlare in un'ipotetica scena di gruppo.
Da quel poco che sento quando li incrocio intuisco poca scolarizzazione, poca cultura, un linguaggio povero. Che tipo di ragazzi siano un poco lo dico qui, nel post che ho dedicato a questo non-fumetto, ma è chiaro che la mia incapacità di immaginare di cosa possano parlare questi ragazzi (e non solo in strada, in pubblico, ma tra di loro, a casa, nei locali) deriva dal fatto che fanno parte di un mondo parallelo che non frequento e che non mi interessa frequentare.
Tante volte mi sono chiesta perché non sono diventata un'autrice seria di fumetti, perché non mi sono messa a raccontare "le mie cose"; alla fine mi sono risposta che era  per diverse ragioni, ma una abbastanza importante è che chi sta tutto il giorno a casa (o quasi) non può avere molto da raccontare (senza parlare del talento, quella cosa che potrebbe far diventare interessante anche le mie passeggiate col cane).

Insomma, tornando ai miei "incroci" fortuiti: sto leggendo velocemente (come non mi capitava da tempo) un libro di carta comprato diversi mesi fa, "Mappe e leggende" di Michael Chabon (di cui consiglio "Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay"); in questo libro si trovano brevi saggi su alcune letture di Chabon (libri e fumetti), riflessioni, divagazioni che hanno sempre come filo i libri, le letture, la vita personale.
In uno di questi scritti Chabon racconta i suoi esordi di scrittore, le difficoltà di scegliere di cosa parlare - anche se con la sensazione di urgenza di dover scrivere, e scrivere comunque; nel saggio "Le mie brutte copie" racconta come è nato il suo primo libro (aveva 22/23 anni):
[...] E allora forse avrei trovato un modo, magicamente, per dire davvero qualcosa sull’estate, sull'idea dell'estate in America, qualcosa che i grandi poeti americani della stagione estiva come Ray Bradbury e Bruce Springsteen avrebbero capito. Forse, o forse no. Ma almeno avrei praticato la virtù cardinale che i professori mi avevano inculcato con tanto zelo: avrei scritto di ciò che conoscevo. No, avrei fatto di meglio. Avrei scritto di ciò che avevo conosciuto, un tempo, e che da allora, nella mia triste e dilettevole condizione di caduto, avevo imparato a considerare illusorio.[...]
 
Raccontare solo ciò che si conosce a lungo andare può diventare limitante e noioso, credo, è chiaro che tanti narratori studiano e approfondiscono  ciò che può servire per i loro racconti - il resto è intuito, empatia, talento e abilità.
Anche Chiara Prezzavento (da scrittrice di narrativa storica) ha detto la sua su "scrivi ciò che conosci", ribaltando un po' "la prescrizione" (qui l'articolo completo):
[...] dubito che chiunque abbia formulato la prescrizione avesse in mente proprio di relegare ogni singolo scrittore ai campi che conosce già.
Per quanto si scriva “Scrivi Ciò Che Conosci”, niente mi leverà dalla testa che si debba leggere all’altra maniera: Conosci Ciò Che Scrivi.
Fa’ i compiti. Studia. Documentati. Capisci quel che c’è in ballo. Prendi ragionevolmente sul serio quello di cui scrivi e i lettori che lo leggeranno.
Almeno quanto basta ai fini della storia. Conosci – e poi scrivi.[...]
Chiara Prezzavento prendeva spunto dall'articolo di Davide Mana, questo: si parla di un racconto che gli è stato commissionato e che deve essere inserito in un'antologia tematica, con la copertina già presente; Mana potrebbe ambientare il racconto ovunque...

...in un laboratorio biologico, in un museo paleontologico, in una scuola di perfezionamento in ostetricia.
Ma sulla copertina ci sono ruderi ed archeologi, e quindi mi serve un gancio archeologico al quale appendere la mia storia.
Un nucleo di informazioni con le quali spolverare la storia per dare plausibilità alla mia storia.
In cui ci saranno i ruderi, ma non parlerà di ruderi – se non quelli relativi alle vite che molto spesso vengono distrutte in ambito universitario.
E qui qualcuno potrebbe urlare allo scandalo.
Sto barando, sto lavorando per far credere ai miei ignari lettori che io sappia di cosa parlo quando parlo di testi ugaritici o di bambole Kachina della cultura pueblo.
Che ne è dunque della fondamentale Regola, scrivi ciò che conosci?
Non sto dunque scrivendo ciò che conosco?
Beh, sì.
È per questo che ora vado a sedermi sul divano, col libro di Fagan.
Per conoscere il necessario di cui scrivere – per quanto ciò di cui io scriverò davvero sia qualcosa di diverso, e che conosco, avendo passato molti molti anni nel mondo universitario. [...]
A volte, lo confesso, la mia fissazione per le storie di fantascienza rappresentava una scappatoia rispetto al dover prendere sul serio la realtà, al dovermi documentare, aprire bene gli occhi, "studiare"; poi magari nelle mie storielle la realtà ci entrava lo stesso, in altre forme, ma non mi sentivo obbligata a immaginare come parlano gli alieni proletari di Altair IV o cosa provano i pendolari del tunnel spaziale dietro la Luna (faccio per dire...).
La realtà spesso mi sembra opprimente in modo sottile: quante volte ho cercato di disegnare a memoria qualcosa che avevo visto - persone, luoghi - e mi sono sentita frustata e in colpa perché forse non avevo rispettato nei particolari le cose che avevo visto? Anche il ragazzo che ho disegnato in Fumetti senza fine, ecco, io non l'ho mai visto: è una ricostruzione, un collage di certi ragazzi che mi sembra di ricordare vagamente (il giubbotto senza maniche era proprio così? e le scarpe?).

domenica 16 febbraio 2014

Varie -59


Fumetto:

Kristal e l'amico Rufus

Varie:

Ebook:

giovedì 13 febbraio 2014

Prova a colori per la testata del blog

Sono assente da un po' causa brutta influenza che mi ha tenuto a letto diversi giorni, solo oggi sono riuscita a stare un po' davanti al pc, e spero tanto domani di poter tornare al lavoro (5 giorni buttati via...grrr!).
Questa prova a colori per la testata del blog (ormai ho postato tante versioni, e non è detto sia l'ultima) l'avevo terminata poco prima di ammalarmi. La scelta del carattere è un po' casuale, l'ho trovato su DaFont dietro consiglio di Luigi Bicco; quando sceglierò il carattere da usare vorrei essere sicura di poterlo fare senza andare contro il copyright assegnato dall'autore, ma non sempre si capisce bene come e dove poter usare queste font "gratis".


Ho scelto di colorare la versione col segno a matita perché è quella che piace di più, ma questo mi costringe a mantenere "acquarellosi" e velati i colori (potrei scurire la matita ma diventerebbe meno matitosa); altrimenti potrei fare una versione a colori più robusta con il segno a "pennello". Peraltro Nathan non mi convince (come quasi sempre) e alla fine potrei ritoccare pesantemente lui e fare una versione in scala di grigi - e buonanotte!
Tutto è stato fatto con Manga Studio 5. Approfitto per dire che ho aggiornato la pagina "Tutti i post e tutorial su Manga Studio" aggiungendo dei link al canale Youtube di The Jetty Jet Show.

lunedì 3 febbraio 2014

Varie -58

Fumetti:
Vignetta con Nathan Never - lavoro in corso

Varie:

Libri e ebook:
La versione a matita della vignetta con Nathan la si trova qui.