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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



martedì 27 marzo 2018

Frankenstein e dintorni - supplemento

Nel post su Frankestein di circa 3 settimane fa non avevano trovato posto alcuni link e qualche altra ramificazione dell'interessante storia di Mary Shelley e del suo entourage - ed ecco questo nuovo  post.

Proprio in questo periodo su Netflix è possibile vedere la miniserie britannica "The Frankenstein Chronicles", protagonista uno Sean Bean affranto (come sempre) nella parte di un investigatore della polizia londinese alle prese con sparizioni di bambini, cadaveri a pezzi ricuciti, anatomisti e religiosi in lotta - e poi lei, Mary Shelley, già vedova del poeta (nella serie tv si dice che sono passati 8 anni da quando è stato pubblicato "Frankestein o il moderno Prometeo", ma l'illustrazione che vedete nella foto tratta dalla serie tv è stata pubblicata nell'edizione del 1831).

Il detective John Marlott (Sean Bean) legge "Frankenstein" in The Frankenstein Chronicles

"Frankenstein: or, The Modern Prometheus" di Mary Shelley

La rielaborazione della figura della Creatura di Mary Shelley continua anche in ambito letterario: "Frankenstein a Baghdad" di Ahmed Saadawi è uscito nel 2015 presso le Edizioni E/O (in questo articolo sull'Espresso di poche settimane fa se ne parla perché è stato pubblicato di recente in lingua inglese, suscitando molto interesse).
Nell'articolo di Angiola Codacci-Pisanelli (Frankenstein a Baghdad fa la guerra al terrore) si racconta che "[...]“Frankenstein a Baghdad” è ambientato nella capitale irakena negli anni 2005-2006, durante l'invasione americana. Un periodo di disordini e di terrorismo che precedette lo scoppio della guerra civile. Il libro racconta la storia di Hadi, un robivecchi che, dopo aver perso in un attacco terroristico un carissimo amico, decide di raccogliere parti di corpi di vittime di esplosioni e di cucirle insieme fino a costruire un cadavere completo.[...]"

Suggestioni dal libro della Shelley sono rintracciate da Matteo Contin anche nel fumetto "American Monster" di Azzarello e Doe (saldaPress); vi si racconta di "un uomo misterioso completamente ricoperto di cicatrici da ustioni piombato all’improvviso in una cittadina degradata della provincia americana[...] L’uomo si chiede: «Sono qui perché voglio sapere… perché esisto?» e subito la scrittura di Brian Azzarello ci riporta alla mente il mostro per eccellenza. Così come la creatura di Frankenstein, anche quest’uomo è alla ricerca delle persone che lo hanno reso un mostro, della vendetta e di una risposta ai perché della sua esistenza.
Al contrario del mostro di Shelley, però, quello di Azzarello non ci ispira alcuna pietà, nemmeno quando lo scrittore ci svela il suo passato e il suo ruolo di vittima" (“American Monster”: il Frankenstein noir di Brian Azzarello - Fumettologica).

Un interessante articolo sulla "scienza" in Frankenstein è quello di Philip Ball: "Frankenstein, a tale of scientific hubris? Only if you’re asking Hollywood": "[...]  the actual science in the book is extremely scanty, and that involved in the actual reanimation of Victor Frankenstein’s assemblage of body parts is left entirely unspecified. Second, Frankenstein himself bears little resemblance to a practising scientist even in the nineteenth century; he comes from an older tradition of alchemy and occult science. Third, that the novel bore a message for the ethics of science was a conclusion no one apparently drew in the nineteenth century. [...]

La vita di Mary Shelley e del suo entourage hanno affascinato molto gli inglesi, e alcuni biografi ne sono stati addirittura ossessionati. Ne parla Anne Barton in questo articolo:"There's something about Mary" (tra le altre cose:  Barbara Lynne Devlin che nel suo libro "I Am Mary Shelley" afferma di essere la sua incarnazione).
Tra le varie cose affascinanti di Mary Shelley: l'aver aiutato nel 1827 le sue amiche Isabel Robinson e Mary Diana Dods a ottenere un passaporto per la Francia per poter vivere come marito e moglie (Dods pubblicava libri con lo pseudonimo David Lindsay, riuscì a usare questa identità anche nella vita - qui una biografia in inglese).

Per chi conosce l'inglese un'antologia che raccoglie il risultato della famosa notte passata sulle rive del lago Lemano (in Svizzera) da Percy Shelley, Mary (ancora Godwin), Polidori e Byron: "A Dark and Stormy Night" contiene "Frankenstein", "The Vampyre", "Fragment Of A Ghost Story", "Fragment of a Novel".
Per conoscere la versione di Polidori di quella notte forse è utile leggere il suo diario: "The diary of Dr. John William Polidori: 1816 relating to Byron, Shelley, etc (English Edition)".

Lord Byron incrocerà le vicende degli Shelley anche durante i soggiorni in Italia, interessante notare che sua figlia Ada diventerà famosa come scienziata e matematica - il lavoro di Ada Lovelace (o Ada Byron, come viene nominata in questo libro rivolto ai giovani, o ancora Ada Augusta Byron King, come viene chiamata nel libro "Le tue antenate" di Rita Levi-Montalcini) viene considerato accanto a quello di Charles Babbage (che conobbe e con il quale collaborò) come fondamentale per lo sviluppo futuro dei computer.
Qui un libro che ne approfondisce la storia. Qui invece un libro illustrato su Ada Lovelace in inglese, lo segnalo perché i disegni di Zafouko Yamamoto sono molto belli.

domenica 25 marzo 2018

Una mia intervista a Bande Distorte

Il 20 marzo sono intervenuta alla trasmissione Bande Distorte di Radio Onda d'Urto, preceduta da Laura Scarpa che ha presentato il suo nuovo libro a fumetti "War Painters -1915-1918. Come l’arte ci salva dalla guerra" in uscita il 12 aprile (ne riparleremo).
In Bande Distorte si parla di fumetti, i conduttori sono appassionati e ben informati (oltre che simpatici); nella chiacchierata che ho fatto con loro ho parlato della mia carriera di fumettista e del libro "Cronache dall'Ombra" uscito l'anno scorso.
Di seguito il link a Soundcloud con il podcast della trasmissione, che però rimarrà solo ancora alcuni giorni; qui invece il link al podcast della radio (da cui è possibile scaricare il file).









lunedì 19 marzo 2018

Due letture (e me e Serra con una nostra tavola di Tex)

Comincio con la prima piccola anticipazione della storia di Tex che sto disegnando su sceneggiatura di Antonio Serra: nell’articolo “Bonelli: viaggio nella casa dei sogni” di Giuseppe Lamola compare una foto con me e Antonio che mostriamo una delle tavole (di più non potevamo far vedere). 
Lamola è uno dei redattori del blog Gli Audaci” (dedicato a recensioni e articoli sul fumetto) che giorni fa ha fatto una visita alla redazione Bonelli; quel giorno c’ero anche io e ho potuto constatare quanto possa essere emozionante per dei veri appassionati poter percorrere i luoghi della casa editrice e poter parlare con chi ci lavora. Il bell’articolo di Giuseppe è corredato da diverse foto.

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A proposito di Tex una delle mie due letture è proprio un Tex fuori serie, il cartonato “Giustizia a Corpus Christi” (che però trovate anche in edicola) scritto da Mauro Boselli e disegnato alla grande da Corrado Mastantuono. I colori di Matteo Vattani mi piacciono molto, ben adatti al segno e alle composizioni di Mastantuono.

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La seconda lettura è un libro che ho trovato alla manifestazione milanese A tempo di libri: “Ragazze con i numeri – Storie, passioni e sogni di 15 scienziate”; scritto da Vichi De Marchi e Roberta Fulci, illustrato da Giulia Sagramola (Editoriale Scienza).
Non so cosa pensare del proliferare improvviso di libri dedicati alle “donne super che ce la fanno nella scienza” – peraltro era ora che se ne parlasse, e meglio troppo che poco tra cui scegliere (sperando sempre che siano da sprone per ragazze che ancora adesso vengono frenate dall’intraprendere carriere scientifiche o in campi solitamente affollati da uomini).

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Questo libro in particolare è inserito in una collana – “Donne nella scienza” – i cui primi volumi datano 2008, se non sbaglio, quindi in tempi in cui si parlava ancora poco di questo argomento.
Ragazze con i numeri” presenta una bella scelta di scienziate, tutte molto interessanti (tra cui la nota Hedy Lamarr), i testi sono redatti in una “finta” prima persona ma piacevoli da leggere, le illustrazioni di Sagramola molto belle.

Un altro testo simile è quello della Salani, “Storie e vite di superdonne che hanno fatto la scienza”, di Gabriella Greison (non è segnalato l'illustratore, ma nell’estratto vedo un disegno di Federico Maggioni, non so se ce ne sono altri). Le biografie non sono raccontate in prima persona, altro non so (ma la parola “superdonna” non mi piace molto).

© Immagini degli aventi diritto

mercoledì 14 marzo 2018

Alcuni libri della mia infanzia -2

Altri 3 libri che ho trovato di recente nella casa dei miei (qui la prima parte con altri libri).

Il corsaro nero, Le due tigri, La guerra dei bottoni


"Il Corsaro Nero" di Emilio Salgari, Editrice Lucchi di Milano, adattamento di Luigi Tenconi, 1977. La copertina dovrebbe essere di Luigi Merati, e scopro leggendo Wikipedia che l'illustratore è anche fumettista, ha lavorato per varie case editrici per approdare nel 1974 alla Bonelli.
La storia non mi è rimasta impressa, forse non l'ho riletta ai tempi.

"Le due tigri" è un altro romanzo di Salgari edito dai Fratelli Fabbri nel 1976, le illustrazioni e la copertina sono di Alberto della Valle (davvero belle), il progetto grafico è di Maurizio Bajetti.
 In appendice c'è un testo intitolato "Salgari, le donne e gli amori" di Enrico de Boccard e Rolando Jotti, la documentazione iconografica è a cura di Jotti e Rinaldo Traini.





Illustrazione di Alberto della Valle


Illustrazione di Alberto della Valle

"La guerra dei bottoni" di Louis Pergaud non ha illustrazioni, è pubblicato da Bompiani e tradotto da Ettore Capriolo (edizione del 1963).
Di questo libro ricordo la voglia di acciughe che mi possedeva ogni volta che leggevo le parti con i bambini che facevano le riunioni e mangiavano queste cose buonissime (e recuperate di straforo, se non sbaglio).



Per ultimo metto un libro che non mi piacque per niente (chissà perché è sopravvissuto ai traslochi? Forse per la dedica del maestro che me lo regalò, non riesco mai a disfarmi dei libri regalati): "Senza famiglia" di Hector Malot, editrice "La Sorgente", traduzione e riduzione di D. Pilla, edizione del 1973.

"Senza famiglia" di H. Malot - 1973


martedì 13 marzo 2018

Alcuni libri della mia infanzia -1

Dopo aver ritrovato nella casa dei miei genitori "I ragazzi di via Paal" di Ferenc Molnár (ne parlerò in un prossimo post) mi è venuta voglia di cercare altri libri della mia infanzia sopravvissuti a vari traslochi: qui in foto quello che ho trovato.

Sono tutte letture di metà anni settanta, quando frequentavo le elementari. Dei 4 libri qui presenti quello che probabilmente mi è piaciuto meno (e che non ho riletto) è "Orso Bianco terribile guerriero" di W. Flowe - non ne ricordo nulla.
Il libro è un'edizione Capitol, ma all'interno non si hanno notizie di sorta né sul traduttore né su altro, e sul web non ho trovato solo un elenco di libri western degli anni sessanta scritti da W. Flowe (che forse è uno pseudonimo di uno scrittore italiano, su di lui non si trova altro).

"Moby Dick" di Melville (Editrice Piccoli Milano) è "a cura di Giorgio Perni" (immagino traduttore e responsabile anche della riduzione), le illustrazioni a matita (talvolta colorate parzialmente con un giallo banana) sono di Marcello Vettor Cassinari.
Moby Dick diversi anni dopo l'avrei letto in edizione integrale (e mi sarebbero piaciute anche le lunghe descrizioni sull'etologia e lo sfruttamento della balena).

Moby Dick - illustrazioni di M. Vettor Cassinari

Moby Dick - illustrazioni di M. Vettor Cassinari

Moby Dick - illustrazioni di M. Vettor Cassinari

Moby Dick - illustrazioni di M. Vettor Cassinari

"Le nuove avventure di Tom Sawyer" di Mark Twain è un libro della casa editrice Mursia, l'edizione è quella del 1969, traduzione "integrale dall'americano" di Camilla Zauli-Naldi. All'interno ci sono 2 storie: "Tom Sawyer all'estero (Tom Sawyer abroad) e "Tom Sawyer detective".
Le illustrazioni sono di Matteotti e Luise, la copertina di Spartaco Jacobuzio.
Questo libro l'ho riletto più volte, a casa dovrei avere da qualche parte anche il primo e più famoso libro con protagonista Tom Sawyer.




Quarto e ultimo libro del gruppo è "L'isola misteriosa" di G. Verne (ovvero Jules Verne), editrice AMZ, traduzione e adattamento di G. Cavallotti, copertina di I. Gongalov e illustrazioni di R. Molino (dovrebbe essere un'edizione del 1972). Anche questo libro l'ho riletto più volte, e anni dopo in edizione integrale (bello il fatto che venisse indicato da AMZ in copertina l'anno di redazione della storia).
L'isola misteriosa - Editrice AMZ

L'isola misteriosa - illustrazioni di R. Molino
Qui la seconda parte del post con altri libri.

sabato 3 marzo 2018

Frankenstein e dintorni

A 200 anni dalla pubblicazione di "Frankestein o il moderno Prometeo" di Mary Shelley la Creatura e il suo artefice, il dottor Frankenstein, continuano a stimolare la produzione di film, serie tv, libri, articoli - quasi sempre usando la suggestione di certi temi o personaggi più che approfondire il testo originale.
Ho letto questo libro qualche anno fa, un po' sorpresa dalla diversità rispetto ai film tratti da quest'opera. La mia lettura quindi non è fresca, e all'epoca non mi ero soffermata sull'autrice di questo particolare romanzo che è uno dei primi esempi di storia "fantascientifico-horror".
Quando ho iniziato a leggere diversi articoli che ricordavano questo bicentenario mi è venuta voglia di saperne di più sulla figura di Mary Shelley - che, ricordiamolo, aveva 19 anni quando ideò il libro durante l'estate passata a Villa Diodati con Percy Shelley, Lord Byron e John William Polidori.

Ho l'abitudine di scaricare sul Kindle le anteprime dei libri, in maniera da poter capire se possono conquistare il mio interesse: durante le mie prime ricerche su Mary Shelley mi sono imbattuta nel libro di Elisabetta Marino "Mary Shelley e l'Italia - Il viaggio, il Risorgimento, la questione femminile ", di cui esiste la versione ebook.
In una nota del suo libro Elisabetta Marino parla del Diario di Mary Shelley, e mi colpisce questa frase:
"Pur essendo un diario, la scrittura del Journal appare sempre molto controllata; Mary era consapevole del fatto che qualsiasi cosa fosse scritta cessava di essere privata".
Se bisognava stare attenti allora figuriamoci adesso con la velocità con cui girano le cose su internet e la facilità dei copia e incolla, gli screenshot e le copie cache (nel caso della Shelley c'era il ricordo di suo padre William Godwin: aveva incautamente inserito nelle sue Memorie delle lettere scabrose e private di Mary Wollstonecraft che avevano suscitato scandalo)!
Da qui la ricerca su Mary Shelley si è diramata andando di link in link, tanto che sono passate diverse settimane prima che finissi di raccogliere il materiale per questo post.

Mio omaggio al personaggio di John Clare (ispirato alla Creatura di Mary Shelley e interpretato da Rory Kinnear) della serie tv Penny Dreadful (disegno realizzato con Clip Studio Paint).

Come punto di partenza consiglio la lettura di questo articolo sul sito di Le ScienzeLa genesi di Frankenstein, tra scienza e dilemmi etici; tra le altre cose si racconta che il libro ebbe una trasposizione teatrale di successo:
La prima versione teatrale, Presunzione: o il destino di Frankenstein, fu rappresentata all'English Opera House di Londra nel 1823, di fronte a un pubblico enorme e accompagnata da una pubblicità scandalistica ( "Non portate le mogli, non portate le vostre figlie, non portate le vostre famiglie"). Mary Shelley, che era presente, sottolineò che "nei primi spettacoli le signore svenivano, con tutta la confusione che ne segue!"
 Nell'articolo si racconta la genesi del libro (che ebbe tre versioni, l'ultima "radicalmente rivista" e pubblicata nel 1831), le influenze sia di chi gli stava vicino (non solo il marito Shelley o Byron, ma anche Polidori che "doveva essere al corrente dei recenti esperimenti sulle tecniche di resuscitazione elettrica del fisico italiano Giovanni Aldini (nipote del bio-elettricista Luigi Galvani), e delle nuove teorie anatomiche dei fisiologi tedeschi, come Johann Friedrich Blumenbach"), ma anche le tante letture della giovane donna.

Questo articolo del New Yorker invece fa venire voglia di approfondire di più la storia dell'ambiente in cui nacque e crebbe Mary Shelley, il suo rapporto con la maternità, il modo in cui è stato simbolicamente rappresentata la Creatura, ecc.: The Strange and Twisted Life of “Frankenstein” di Jill Lepore  pone l'attenzione su diversi aspetti dell'opera, una delle quali è la caratterizzazione dell'aspetto della Creatura come "africana" - che però nella versione teatrale "diventa una caricatura" (i genitori della Shelley , suo marito e anche lei stessa erano per l'abolizione della schiavitù).

"Because the creature reads as a slave, “Frankenstein” holds a unique place in American culture, as the literary scholar Elizabeth Young argued, a few years ago, in “Black Frankenstein: The Making of an American Metaphor.” “What is the use of living, when in fact I am dead,” the black abolitionist David Walker asked from Boston in 1829, in his “Appeal to the Colored Citizens of the World,” anticipating Eldridge Cleaver’s “Soul on Ice” by a century and a half. “Slavery is everywhere the pet monster of the American people,” Frederick Douglass declared in New York, on the eve of the American Civil War."

MaryShelley

giovedì 1 marzo 2018

Post veloce

Sono settimane che ho iniziato a mettere da parte materiale per un post su Frankenstein e Mary Shelley, prima o poi riuscirò a terminarlo - intanto un po' di segnalazioni varie.

Su Facebook trovate una raccolta fondi per un progetto di pronto soccorso psicologico da parte della Dottoressa Fabiana Di Segni (conosco bene chi la conosce e la sostiene, ma per maggiori informazioni potete scriverle sulla pagina) localizzato a Roma.
Il progetto è ambizioso, interessante e parte praticamente da zero, chi volesse dare consigli pratici credo sia il benvenuto.
Qui parte della descrizione: il pronto soccorso dovrebbe diventare "un punto di riferimento su Roma per tutti coloro che si trovano in difficoltà. Attacchi di panico, depressione, separazioni, lutti, disturbi alimentari, ansia, disfunzioni sessuali, e tanto altro . Il centro sarebbe aperto 24/24h offrendo la possibilità di svolgere delle attività e di essere accolti e accuditi nel momento acuto e di necessità immediata. Sarebbe un modo per restituire dignità a tutti quei pazienti che si trovano a fare la stessa trafila in ospedale di pazienti con problemi fisici e non psichici...".

Altri amici che fanno e dicono cose belle e utili: qui lo storico Davide Jabes intervista Anna Segre, psicoterapeuta e scrittrice: "Scrivere l’indicibile" (Il passato che non passa e il lavoro di sensibilizzazione sui giovani. Come spiegare il genocidio ai ragazzi. L’universo dei nazionalismi estremi. Il dramma contemporaneo dell’accidia culturale).

Atlas & Axis di Pau (Tunuè) e Voci dal buio di Sarah Glidden (Rizzoli Lizard)

Qua sopra due tra i tanti fumetti che sono in attesa di essere letti, chissà quando. Di Pau ho letto il primo volume di Atlas e Axis, ne ho parlato qui.
Spero mi tornino le forze e la voglia di leggere, ultimamente faccio fatica.

Per finire con leggerezza (apparente forse): Gipi è tornato a fare video - gli ultimi 3 sono stati trasmessi a Propaganda Live (che io non guardo, come quasi tutto ciò che va in tv), sono recuperabili sul suo canale Youtube: "si fa così", "il tizio nella buca", "Occhiali mentali".