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mercoledì 5 ottobre 2011

DDL sull'obbligo di rettifica per siti e blog

Se ne era già parlato tempo fa a un primo tentativo di presentazione della legge, poi il comma in questione (il 29, all'articolo 1) fu ritirato, adesso rispunta all'interno di un disegno di legge che deve essere ancora approvato - ma meglio parlarne prima, no?
Wikipedia per protestare contro questa legge si è auto-oscurata da ieri, ma diversi commentatori hanno contestato il suo allarmismo e quello di altri blog.
Qui ad esempio si fa una dura critica ai blogger che non vorrebbero che internet sia regolamentata come qualsiasi altro settore della vita pubblica - ovvero che rimanga il "far-west" che sembra essere. Si cita il fatto che questa legge è un'estensione di una legge che esiste dal 1948, e che cerca di tutelare le persone ingiustamente diffamate. Lo stesso blogger interviene anche nei commenti al post di Attivissimo, che consiglio di leggere.
Personalmente credo che i blogger debbano sottostare alle stesse leggi che vigono già in difesa delle persone diffamate, libertà non vuol dire impunità. Ma, per l'appunto, non esistono già queste leggi? E' giusto equiparare dei blog a testate giornalistiche?
Quello che mi lascia più perplessa però è la tempistica ristretta che si lascia ai siti e ai blogger per la rettifica, dato che come sembra non c'è prima un giudizio da parte di un terzo che constati la diffamazione.
Mattia Butta scrive che " Se non attribuisci un atto, un pensiero o una affermazione ad alcuno non hai nessun obbligo di rettifica.
Per capirci, se dici che l’on. Spingifondi è andato a letto con un trans allora ti può chiedere la rettifica e sei obbligato a pubblicarla. Ma se ti limiti a dire che l’on. Spingifondi è un pirla non devi rettificare nulla. Perché essere pirla non è un atto, e tanto meno un pensiero o una affermazione. E’ uno stato, una condizione.
Di fatto la rettifica è qualcosa che serve per correggere un dato di fatto, ossia se una persona ha veramente fatto o detto qualcosa. Non funziona sulle opinioni. Quindi il bavaglio si sgonfia di parecchio."
A me sembra che di post in cui si parli di persone precise che fanno o dicono qualcosa ce ne siano tanti, e che la possibilità di ricevere richieste di rettifica (e minacce di sanzioni), anche se infondate, siano parecchie, anche solo come minaccia e intimidazione da parte di chi si può permettere di farlo verso persone che magari non hanno tutti gli strumenti per capire quanto rischiano realmente in sede di sanzioni o altro.
Scritto così questo comma più che rendere anche internet "responsabile" di ciò che afferma - come qualsiasi altra forma di comunicazione - sembra volersi accanire in maniera particolare.
Poi magari non è così, ma non tutti quelli che si stanno allarmando adesso sul web sono fautori del "far-west".
Anche dire che poi questa legge sarebbe per lo più inapplicabile non mi sembra un buon ragionamento: una legge o è giusta o non lo è, e allora non andrebbe proposta - non in quella data forma e con quel contenuto.

3 commenti:

  1. Sempre nel blog di Attivissimo, c'è un commento a cui però non si è dato il giusto peso: che questa legge non è altro che un "aggiornamento" di quella che vige fin dal 1948 e che riguardava tutte le altre forme d'informazione, internet esclusa, ovviamente. Mi devo documentare meglio, ma pare che questo sul decreto sia uno sfogo represso per 63 anni.

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  2. Sì, io poi questa cosa l'ho letta in altri articoli, naturalmente chi si allarma pensando che che la legge sia fatta apposta per far "tacitare" il web esagera e si dimostra poco informata (come quasi sempre accade).
    Continuando a leggere i commenti sul post di Attivissimo alcuni pongono l'accento sul fatto della uguaglianza di fronte alla legge (rispetto al tema diffamazione) tra giornali e siti informatici; il ragionamento è anche "48 ore di tempo per la rettifica sono stabilite per un giornale che pure ha tempi di pubblicazione più lunghi di un sito, quindi...": ci si dimentica però che una redazione di giornale è aperta 24 ore su 24 ed è abituata a gestire questo genere di cose, un blog tenuto magari da gente comune come me che potrebbe anche assentarsi per giorni direi che potrebbe avere molti problemi a ottemperare a eventuali ingiunzioni.

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  3. Interessante, grazie dell'approfondimento.

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Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.