Ho già parlato qui di un vecchio progetto per un fumetto realizzato interamente da me - e non in età giovanile (vedere i post con etichetta "Dai miei archivi"...).
Il titolo provvisorio (e ormai definitivo) era "Lo straniero": il succo era che un uomo finiva su un altro pianeta, già abitato da una specie aliena antropomorfa; questi nativi si erano organizzati nel ricevere altri alieni provenienti misteriosamente da altri pianeti, come il terrestre mio protagonista.
Non racconto la genesi di questa storia - anche perché è difficile da spiegare; non attraversavo un bel periodo, dal punto di vista emotivo personale, e quando mi capita così reagisco inventando storie a fumetti. Ricordo la notte esatta (del 1999 o 2000 circa) in cui mi venne una specie di illuminazione: immaginai sequenze, personaggi, dialoghi, atmosfere.
Purtroppo quello che pensai quella notte non si materializzò che in una parte infinitesimale, a partire specialmente dal 2001 in poi - gli schizzi che vedete qui sotto (molto più tardi) sono una pallida eco di quell'idea originale.
Nel corso degli anni tentai di buttare giù soggetti, layout, sceneggiature, schizzi: niente andava bene, niente ricordava la storia immaginata quella notte - soprattutto il senso profondo che volevo dargli. A un certo punto ho tentato anche di farla diventare una storia "normale", di fantascienza, qualcosa da poter proporre in giro (ho una sceneggiatura a layout di diverse pagine, che forse un giorno posterò).
La verità è che non sono un'autrice di storie d'avventura, non ho le capacità - non a livello professionale.
Le prime due pagine inchiostrate del mio fallito progetto si possono vedere qui sotto, dopo le illustrazioni: sono mortalmente noiose. Non so poi perché ho previsto un lettering manuale, per cui non sono portata. Nei miei sogni avrei dovuto portare avanti questo progetto nel mio tempo libero (era il 2005), e avrei anche dovuto colorare le tavole digitalmente (ah! ah! ah!)... Un esempio di come avrebbe dovuto essere la colorazione potete vederla qui accanto, in una tavola di prova realizzata qualche anno prima di quelle in bianco e nero.
Alcuni di questi disegni si possono trovare sul sito di Alice, ma dato che lì ormai i file caricati non si ingrandiscono più (non so per quale motivo) li riposto qui.
In quasi tutte le versioni di questo fumetto c’è Aldor, forse l’unico alieno che il mio protagonista avrebbe potuto chiamare “amico”.
Tutte le illustrazioni sono realizzate con il pennello GFKPN Brush Pen e poi scansionate e colorate digitalmente.
Più si va avanti con gli anni e più perdevo di vista anche la maniera con cui volevo disegnare questa storia, il segno con cui volevo caratterizzarla.
Non per niente le ultime cose realizzate (come le due tavole in bianco e nero) sono le più brutte.
L'idea e' molto bella, gli studi anche, la tavola a colore notevole.....dunque io farei 4 tavole ( come quella a colori), la sinossi, la probabile copertina e spedirei il progetto in giro, magari in Francia.
RispondiEliminaSarebbe un peccato non leggere questa storia...
Mi piace la pagina con l'alieno seduto. Bellissimi colori... Proporzioni perfette...
RispondiEliminaMauro@: grazie per la fiducia!, ma davvero la storia (così come sarei in grado di buttarla giù) non interesserebbe alcun editore, sono quasi sicura.
RispondiEliminaIl vero problema è che non credo più al progetto - e questo lasciando da parte il primo problema che è quello che comunque non avrei tempo per realizzarlo (sarò occupata a tempo pieno per i prossimi due anni almeno!).
P. Alexis@: sì, il disegno a colori con l'alieno seduto piace abbastanza anche a me, anche se è venuto fuori più rigido di quello che volevo...
La prima tavola (colore) è spettacolare !!!
RispondiEliminaMagari a disegnare così...
Con disegni così ti pubblicano qualsiasi storia! E poi mi sembra una storia molto poetica... Io lo comprerei!
RispondiEliminaChe le tavole in bianco è nero siano le più brutte, è una parola grossa. Sicuramente la Patrizia Mandanici di dieci anni fa, non è quella di oggi. Però non esageriamo :)
RispondiEliminaUn progetto personale è sempre una cosa meravigliosa da coltivare come un orticello, poco alla volta. Il fatto che tu abbia già fin troppi impegni è cosa buona, ma fossi in te non rinuncerei a dare un colpo di zappa al suddetto orticello di tanto in tanto. Se non proprio a questa storia, magari a un'altra. Anche solo perchè sul mercato francese ti ci vedo davvero bene.
Per il resto, citi uno strumento che io sto imparando ad amare. Per quelle poche cose che faccio "a mano", da quando uso la penna pennello della Pentel (sembra uno scioglilingua), non capisco proprio come facessi prima. Anche se non riesco ancora a gestirla al 100%, devo dire che rende delle soddisfazioni. Mi hanno detto che dopo due o tre anni, la sua china (non purissima) dovrebbe cominciare a ingiallirsi. Confermi?
Comunque, il materiale che mostri in questo post, mostra si l'ottima crescita che hai avuto in questi anni, ma lo trovo in ogni caso molto molto interessante.
Ciao Luigi, grazie molte, il tuo parere è per me prezioso.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Pentel: mah, io ho iniziato a usarla almeno 8 anni fa, non noto nessun ingiallimento; certo, devo dire che i disegni che ho realizzato stanno quasi sempre chiusi in cartellette.
Questo pennello lo amo tantissimo anche io, ha una bellissima fluidità - e pensa che ho trovato una somiglianza tra questo pennello e quello digitale di Manga Studio!, per questo mi piace inchiostrare anche al computer...
Dovrei trovare il tempo prima o poi di portare avanti un progettino anche minimo personale, lo so, ma essendo io pigra e con le energie che vanno scemando con l'età adesso trovo difficile il solo pensarci; e comunque avrei bisogno dell'apporto di uno sceneggiatore, qualcuno però che sia vicino ai miei gusti, al mio modo di lavorare: un po'difficile.
P. Alexis@: ti ringrazio per esserti offerto come sicuro compratore della mia storia immaginaria - se ne trovi altri 3-4ooo come te può darsi che ci faccia un pensierino (tra un paio d'anni)!
Riprenderai i tuoi progetti personali quando e se avrai voglia, perchè è giusto che nascano (e ri-nascano) in questo modo.
RispondiEliminaI pennlli di Manga Studio? Come avevo avuto modo di dire tempo fa, molto molto interessanti anche quelli. Almeno su questi non potrà mai esserci il dubbio che la china si ingiallisca con il tempo :)
Le più brutte? Ma dai Patrizia, così fai passare la voglia ai dilettanti come me di disegnare fumetti. Se son brutte queste...
RispondiEliminaPer me questo progetto meriterebbe maggiore fiducia....
Mi par di capire che avresti anche accettato di perdere la "purezza" iniziale della storia a favore di qualcosa di più proponibile a un editore, ma che non riuscivi a trovare tempo e ispirazione. Non so come sia il tuo settore, ma non c'è nessun sceneggiatore che sarebbe disposto a darti una mano? Se ne parli ancora significa che in qualche modo questo progetto ti stava a cuore. Piuttosto che lasciarlo morire, condividerlo con qualcuno.
RispondiEliminaSì, le cose devono essere fatte al momento giusto; se sono progetti personali poi (senza impegni, senza scadenze) è bene che vengano fuori in maniera naturale. Questa storia è stata rimuginata per troppo tempo, e metterla giù adesso, senza tempo, senza un obiettivo, senza nessuno con cui poter andare avanti non ha senso.
RispondiEliminaNo, non conosco nessuno di così "intimo" che potrebbe essere interessato a scrivere una cosa non sua, senza sapere neanche se riuscirò mai a portare a termine la cosa!
Ah, Boscho, forse ho usato dei termini non esatti; volevo dire che le ultime tavole rispetto alle prime prove sono "meno belle": funziona meglio? :)
RispondiEliminaFunziona meglio, ma secondo me son sempre stupende :). E poi tengo conto che queste tavole hanno qualche annetto sulle spalle. La tua tecnica, a distanza di tempo, è ovviamente migliorata. Ma in ogni caso, non scherzavi nemmeno allora.
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RispondiEliminaSono convinto che la tua storia ha le potenzialita' per trovare un editore francese. Essendo parte dell'anno in Belgio vedo i fumetti prodotti in Francia, e credimi non e' che ci siano molti fumetti che sono meglio di quello che hai postato.
RispondiEliminaLa tavola a colore e' veramente bella.
Io, i miei progetti li disegno nel tempo libero, lavorando come idraulico.
Magari in un anno riesci a fare altre 4 tavole a colori, fare la copertina e a scrivere la sinossi e poi spedire, cosi' magari qualcuno ti risponde positivamente e riesci tra due anni, finiti i tuoi impegni, a realizzarla.
Seguo sempre con piacere iol tuo blog.
Grazie per l'incoraggiamento, Luigi, ma non ho davvero le energie psicofisiche per avviare qualcosa - specialmente se devo proporlo seriamente all'estero.
RispondiEliminaTra due anni potrei essere ancora occupatissima in Bonelli come anche disperata (non so per cosa, ipotizzo...) e non in grado di occuparmi di un progetto vecchio di 10 anni!
E' vero che tra le tante cose che pubblicano in Francia non tutto è di prim'ordine - ma è anche naturale, sui grandi numeri c'è sempre qualcosa al di sotto della media.
Ignoro il valore che potrebbe avere il mio soggetto (che sarebbe stato a dire la verità ancora tutto da definire), ma se ne avessi le forze immagino che vorrei fare qualcosa di diverso, di valido - altrimenti è inutile intasare le librerie e fumetterie con altri albi così così o con cose già viste.
Brava Patrizia.
RispondiEliminaBrava per le tavole a colori (e la prima in bianco e nero retinata...o la porzione di tavola che è).
Brava per l'onestà intellettuale di non intasare le edicole o i negozi nostrani (e transalpini) di qualcosa che "non senti" anche se spinta dai fans.
Sarai a Lucca nei prossimi giorni?
Federico@: no, non saró a Lucca - non ci vado da anni, troppo complicato arrivarci, organizzarsi, riprendersi dopo dal viaggio. E poi adesso ho meno tempo che mai; un po' mi dispiace...
RispondiEliminasembrava molto intimista, come storia... esattamente la fantascienza che piace a me e che ogni tanto fa capolino su Nathan Never. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie Gianluca, in effetti l'idea era quella di sfruttare certe suggestioni da "fantascienza" per parlare dei sentimenti di una persona; poi col tempo ho immaginato ulteriori elementi nella trama che però nelle mie intenzioni avrebbero dovuto aiutare a sviscerare i problemi del protagonista.
RispondiElimina'Sì, le cose devono essere fatte al momento giusto; se sono progetti personali poi (senza impegni, senza scadenze) è bene che vengano fuori in maniera naturale. Questa storia è stata rimuginata per troppo tempo, e metterla giù adesso, senza tempo, senza un obiettivo, senza nessuno con cui poter andare avanti non ha senso.'
RispondiEliminaPersonalmente non sono d'accordo su questo. Le storie vengono fuori anche lavorandoci su.
Non sono una professionista (neanche lontanamente), ma ho notato che a me le storie che non escono fuori 'naturalmente' vengono 5 volte meglio di quelle che mi escono in modo naturale, e anche altri la pensano allo stesso modo.
Anonimo@: eh, come fai notare certe volte c'è differenza tra chi è abituato a lavorare nell'ambiente fumetto professionalmente e chi no. Si vedono le cose in maniera un po' diversa, quello che può essere utile perfezionamento di un progetto per chi non è abituato a realizzarli per un professionista può essere invece rischio di involuzione o di perdita di freschezza.
RispondiEliminaE anche io l'ho visto succedere ad altri...
C'è un tempo per fare determinate cose, e un tempo per farne altre; l'importante è essere motivati e un minimo sicuri di dove si vuole andare. Io non sapevo bene dove volevo andare, mi sembrava un po' uno spreco di tempo.