Illustrazione per Avvenimenti - 1991 |
Nel mio tentativo di ricostruire i miei primi passi nel mondo meraviglioso dei fumetti ho pensato bene di chiacchierare un po' con Massimo attraverso il mezzo di comunicazione più veloce che avevamo a disposizione (escluso il telefono che avrebbe comportato registrazione e "sbobinatura"), cioè la chat di Facebook; dopodiché ho fatto un copia- incolla e un minimo di editing.
Leggendo la conversazione sia io che Massimo citeremo diversi miei fumetti, quasi tutti già postati in questo blog (ho messo i link); le illustrazioni che si vedono a corredo del post sono state pubblicate tra il 1990 e il 1991 su "Avvenimenti", rivista su cui mi "vide" per la prima volta Galletti (e qui ci sono altre illustrazioni similari).
Le circostanze del primo incontro (telefonico) con Massimo Galletti sono alquanto particolari; io ignoravo del tutto chi fosse, ed equivocando il suo particolare modo di parlare lo presi per un maniaco.
C'è anche una spiegazione per questo: la vecchia Telecom (cioè la SIP ) diede alla mia famiglia un nuovo numero di telefono a fine anni 80/inizio 90 - numero riciclato (non ricordo bene se dopo 6 mesi o un anno) e appartenuto a Cicciolina. Per diverse settimane casa mia venne disturbata da uomini arrappati che oltretutto credevano che i miei mentissero quando affermavano che lì non c'era nessuna Cicciolina: "Dài, su, non fare così...", dicevano ogni tanto alla mia povera mamma. Ok, chiuso aneddoto divertente.
Prima della discussione con Massimo ecco una sua breve presentazione fatta da lui medesimo (è la stessa presentazione che potrete trovare su Lo Spazio Bianco, sito su cui è possibile trovare una sua Top Ten fumettistica del 2010 - credo a breve apparirà quella del 2011).
"Nasce a Cremona (dove risiede tuttora) nel 1960.
A 8 anni compra il suo primo “Corriere dei Piccoli”, lo segue nel divenire “Corriere dei Ragazzi”: due testate che rimangono a tutt’oggi le più importanti per la sua formazione fumettistica, culturale, politica.
In quegli anni ha la fortuna di leggere “Il Puffissimo”, di Peyo: in conseguenza a questa lettura, anni dopo, l’avvento nella società italiana di Silvio Berlusconi non lo troverà impreparato.
Vive la sua adolescenza negli anni di Linus, Eureka, Il Mago, Alter Alter, la sua adolescenza prolungata negli anni di Orient Express, Frigidaire, Totem. Dato questo background, ha sempre saputo a quali livelli artistici e con quanta profondità sa esprimersi il linguaggio fumetto.
Illustrazione per Avvenimenti - 1991 |
Dal 1990 al 1995 dirige la rivista del Centro Fumetto “Schizzo”. Tra l’ottobre ’92 e la primavera ’95 costruisce 8 numeri e 3 supplementi di questa rivista che ritiene tuttora la cosa più bella che ha prodotto (figlie a parte). In questi 11 numeri pubblica, tra gli altri, i primi fumetti di Maurizio Ribichini, Patrizia Mandanici, Marco Corona, Andrea Bruno, Gianluca Costantini, Matteo Alemanno, fumetti di Ale Staffa, Roberto Grassilli, Sauro Ciantini, Lorenzo Sartori, le prime traduzioni italiane di Lewis Trondheim.
Negli anni del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” organizza anche decine di mostre ed incontri con autori, editori, critici del fumetto. Nel 1995 smette di collaborare col Centro Fumetto “Andrea Pazienza”.
Da allora, sue rubriche e recensioni sono apparse sulle riviste: Blue, Fumo di China, Mucchio Selvaggio, Tank Magazine, Scuola di Fumetto, Touch, Animals.
Nel 1998-99 è stato tra gli animatori della cooperativa editoriale “Rasputin libri”(6 libri: Trondheim, Neaud, Ribichini, Sartori, David B, Baudoin). Ha scritto introduzioni a pochi libri, ma di cui è orgoglioso (di Dave Mc Kean, Gianluca Costantini, Miguel Angel Martin, Mauro Ferrari).
Quando vuole vantarsi sostiene di essere stato il primo a scivere benissimo di Gipi.
Fine delle medaglie. (A Suivre)"
Adesso invece la trascrizione della "chattata" tra me e Galletti avvenuta la sera tra il 25 e il 26 gennaio (tra parentesi quadre le mie precisazioni aggiunte successivamente).
Patrizia: Io parto dal fatto che non mi ricordo come sono finita a lavorare con Marcello Toninelli, perché ho l'impressione che tutto risalga a te, ai tempi del mio primo incontro con Schizzo [nel 1991].
Io mica lo conoscevo Toninelli...
Massimo Galletti: Sì, questa cosa o me l'hai già scritta o te l'ho già letta. Ma io non è che me la ricordo perfettamente.
PS.: quanti anni fa era? Lo Schizzo blu ce l'ho a portata di mano, ottobre 90 [Massimo si sbaglia, la mia storia sullo Schizzo Blu è datata ott. 1992].
P: Dunque, io sono arrivata a Milano a fine 1991, ma all'inizio non ho contattato case editrici di fumetto, deve essere passato un altro anno. Nel frattempo su Schizzo nel 1992 usciva una mia cosa [“Hotel: geografia”], ma non la prima . Nel 1992 ho inchiostrato "Dark", per Toninelli; ecco, no, il mio primo fumettino su Schizzo è del 1991,"Libri" (Schizzo n. 12).
Massimo: Su Schizzo Blu è scritto che già facevi le matite per Toninelli - per "Il Giornalino”, le chine per "Dark", le illustrazioni per "Kaos" di Granata, e che stavi preparando una storia per "L'Intrepido". Era già tutto in moto, mi eri già diventata professionista e sfuggita via, non ti ho acchiappato più.
Secondo me ci siamo sentiti e conosciuti nel '90, esatto esatto non ricordo quando ma il come sì.
P: Sì, era prima, ti ricordi che mi hai telefonato e io ti ho preso per un maniaco?
Avevi visto le mie illustrazioni su Avvenimenti [iniziate a uscire sul settimanale Avvenimenti a partire da fine 1989] e la tavola su Spot, che era del giugno 1990.
Massimo: E perché per un maniaco?
P: Perché parlavi a bassa voce, ti capivo poco, e mi sembrava strano che mi avessi telefonato:
uno sconosciuto che mi telefonava!
Massimo: Eh, non l'ho mica fatto solo con te...
P: Era una tattica per reclutare fumettiste? Fumettisti?
Massimo: Ricordo Andrea Bruno che mi giura e rigiura che lui non sa fare e non farà mai fumetti...
P: Forse dicendo fumetti pensava alle cose canoniche, mainstream - in effetti lui non li fa, no?
Massimo: No no, è che bisogna smuovervi, bisogna cercarvi e tirarvi fuori dai gusci, non sempre ma spesso si, bisogna setacciare tantissimo i mille che si propongono loro ed andare ad aprire i cassetti di quelli che non sono certi.
P: Hai sempre avuto talento per questo - e sì, è vero, avevo bisogno di essere sgusciata ai tempi; non pensavo ancora che avrei potuto fare come lavoro la fumettista.
Massimo: Comunque. Io stavo preparando i "miei" Schizzo, che poi a tutt'oggi sono gli 8 colorati e i tre "Posse" venuti a rimorchio.
P: Però hai fatto qualcosa anche per quelli precedenti, no?
Massimo: Ne avevo fatti già quattro in precedenza, ma erano per tenere viva la testata preparando quella ambiziosa che doveva arrivare.
P: Caro ambizioso, ma già tu m'avevi "sgusciato" con "Libri", uscito su uno Schizzo di quelli in bianco e nero...
Massimo: ...che aveva tutta una sua mappa, un suo percorso, e che si era accorto lungo la strada che esistevano talenti in grado di produrre storie brevi, in alcuni casi anche legate tra loro, che non avevano nulla da invidiare a quelle pubblicate sulle riviste "vere" in voga allora.
Alcuni erano già apparsi da soli, incontrati alle fiere, penso soprattutto a Maurizio Ribichini e Stefano Fabbri, che erano un po' l'ossatura del giornale. Cercando altro avevo allora naso e occhi sempre pronti a fiutare.
Non so perché al Centro Fumetto girasse la rivista "Avvenimenti", se qualcuno se la portava da casa, se la leggevo presso la sede cremonese dell'ARCI, che era proprio al piano superiore...
P: A proposito ma poi come te lo eri procurato il mio numero di telefono?
Massimo: Avevo telefonato ad "Avvenimenti", spiegando il perché e il percome, e me lo avevano dato. Credo.
P: Sì, credo sia stato l'unico modo.
Massimo: "Avvenimenti" era una rivista che dava un grandissimo spazio all'illustrazione, e c'erano davvero molti illustratori bravi. Ma tu eri per me un vero e proprio appuntamento settimanale. Quando non c'eri ero deluso. Mi pareva addirittura una settimana buttata via, un'attesa inutile.
Avevi questo segno grosso, angoloso, certo illustrativo ma anche molto espressivo, e che però non so perché io vedevo perfettamente adatto ad un fumetto.
E io sono un po' così, quando mi esalto e ho in mano qualcosa che posso, in quel caso Schizzo... Piano piano mi sale una cosa che poi arriva il momento e mi dò coraggio e lo faccio, telefono.
Massimo: E ricordo benino (non ricordo la faccenda del maniaco) che anche tu come Bruno eri stata molto dubbiosa sull'eventualità di poter fare fumetti...[poco ma sicuro, ero davvero pessimista]
P: Oltre a te chi faceva questa opera di ricerca in giro, per Schizzo?
Massimo: Quegli Schizzo erano miei, i quattro prima, gli otto colorati e i tre Posse sono roba mia. Quasi in tutto e per tutto, soprattutto i disegnatori. Solo Elettra era già apparsa su un'altra cosa del CFAPaz, tra quelli delle storie lunghe.
Va detto anche che effettivamente c'era già stato il tuo tentativo su Spot, di cui mi avevi parlato e annunciato al telefono (sbaglio o avevano pubblicato una tavola di quelle poi messe in Posse?) [No!]. Spot su cui era apparso anche il nostro Stefano Fabbri. E vari altri che poi pubblicarono qua e là. E soprattutto se non erro ci pubblicò anche Leo Ortolani.
P: Sì, Ortolani e Frezzato. Su un altro Spot pure Luca Enoch.
Massimo: Spot era un insertino de L'Eternauta uscito due tre volte [tre] per segnalare esordienti. Era fatto male stampato male e curato male (dopo dico il perché), ma, e vedo che anche tu coi tuoi nomi mi aiuti, è incredibile anni dopo come si vede quanto serva poi a posteriori qualsiasi operazione tesa a lanciare e trovare talento negli esordienti...
Dico curato male perché tu mi avevi raccontato come il curatore di Spot (io il nome non lo faccio, se vuoi lo fai tu...) ti avesse rifiutato una storia breve che io ancora oggi amo (e ritengo una delle tue cose migliori, e forse una delle, che so, cinquanta storie brevi italiane migliori di sempre) perché secondo lui non si capiva il finale [in effetti lo hanno capito in pochi, quindi non ne farei una gran colpa].
E che per colpa sua tu non hai mai chinato quella storia, che né io né altri abbiamo mai pubblicato. Sto male tutte le volte che ci penso.
Però il tentativo per Spot dimostrava che tu la voglia di fumetto l'avevi, il fatto che al telefono mi parlavi del tuo amore per i super eroi e i fumetti in genere significava che il background l'avevi, e quando poi mi è arrivata la storia a matita "del vecchio", come la chiamo io, beh, quando uno scrive una storia così può scriverne tante... C'era il problema del guscio...
P: Ecco, mi stai raccontando una cosa che già non ricordavo più - cioè che "La rapina" [ la storia "del vecchio" di cui non si capisce il finale] l'avevo fatta leggere in Comic Art...e sai che non ricordo chi praticamente mi disse di no.
Massimo: Comunque, con quella storia nella mia cartellina [le fotocopie] , insieme a quelle di Maurizio, Stefano, Elettra, e altri, io per un paio d'anni sono andato alle fiere mostrando a destra e a manca con che bei materiali stavo costruendo la mia bellissima futura rivista.
Lo scioccherellone di "Eternauta-ComicArt" era Rodolfo Torti, se non erro. Erro?
Ricordo anche uno che sulla tua storia aveva fatto un apprezzamento particolare: Thomas Martinelli, de "Il Manifesto" [per “Il Manifesto” realizzai qualche illustrazione prima di venire a Milano, prima o poi dovrò parlare anche di questo].
P: Sicuramente era con Rodolfo Torti che parlavo, mi ricordo che avevo provato a fare un fumetto di prova su testi di un altro esordiente, solo che avevo provato a disegnare e inchiostrare "normalmente" e non ero capace; tuttavia lui mi aveva detto che avevo talento, sembrava davvero dispiaciuto che non riuscissi a trovare una soluzione (e ce n'è voluto prima che imparassi a inchiostrare). Io Torti lo ricordo molto gentile e disponibile, ma non è che potesse farmi da insegnante o maestro, non era il suo compito.
M: E, come ti dicevo, cercando autori e promozionando, e vendendo i quattro pre-Schizzo, ero presente a un casino di fiere. Marcello Toninelli allora era direttore factotum di Fumo Di China, e per lo stesso motivo anche lui era presente alle fiere molto più di adesso. Marcello è una bella persona, ed è uno generoso nel provarci, aveva appena rotto con Bonelli, mi pare, ed aveva molti progetti in ballo, da solo, con Star Comics, con "Il Giornalino".
P: Vedi?, magari m'hai detto tu di provare a contattarlo, a Milano.
Massimo: No, credo di averti promozionato con Bernardi e con Roberto Ghiddi (il grafico della Granata Press), da lì devi essere stata consigliata a Marcello Toninelli [in effetti in quel periodo Granata Press e Ned 50 di Toninelli coprodussero il progetto “Dark”, sui cui esordirò nel 1992].
P: Hai detto niente! praticamente ho iniziato a lavorare con Marcello, gli devo molto ("Ossian" ad esempio è stato fondamentale per poi andare in Bonelli, quando andai da Serra pensavo di essere una perfetta sconosciuta, invece lui aveva letto "Ossian" e si aspettava che prima o poi sarei passata di lì – anche in questo caso Toninelli fu fondamentale nello spingermi ad andare a fare un colloquio con Serra, che in quel momento cercava disegnatrici per Legs Weaver).
Tu però sei responsabile del mio incontro per la Granata, dei lavori per Kaos...
Massimo: Sì, ne erano scaturite le illustrazioni di Kaos [1992/93]; ma per i fumetti Luigi Bernardi comandava e ha sempre avuto i gusti suoi...[ricordo però che Bernardi in realtà era interessato ai miei fumettini della serie Hotel, anche se non era certo dove potessero essere collocati all'epoca; tanto che su suo suggerimento ridisegnai i layout di quelle storie per accorciarle di una tavola, da 5 a 4, se non sbaglio – poi non se ne fece più nulla anche perché non esisteva la rivista su cui poterli pubblicare]
Io non è che ti facevo lavorare, al massimo ho parlato bene di te con qualcuno che mi era amico, ma perché ero convinto ne valesse la pena!
P: Sì, intendevo che grazie a te poi ho trovato da lavorare - e devo dire che tutto quello che ho fatto mi è sempre stato pagato, sempre.
M: Sulle tue chine di allora e quelle di oggi non dico nulla che se no mi picchi, ma io quelle di allora le amo tantissimo ancora oggi, e sono veramente felice dell'unica "Hotel" pubblicata, perché è lì ancora oggi a stagliarsi e a dire che cosa potevi fare, d'altro.
Taglia pure, ma metti almeno: "Massimo non è d'accordo col giudizio mio e di Torti sulle mie chine di allora”.
I tuoi "fermo immagine" in sequenza ravvicinata...
P: Ma sì che lo metto, perché devo tagliarlo? Per me poi non è stata una questione di scelta migliore o peggiore - semplicemente in Bonelli quelle chine non possono esistere, e bon.
Massimo: Certo, quello lo so.
E però rimane una splendida via di mezzo tra gli Hotel e i Nathan Never, che sono i tuoi Billiteri.
P: Davvero? A te piacevano i miei Billiteri?
Massimo: E mi piaceva anche Billiteri come personaggio! Un'occasione persa del fumetto italiano. (Ma io li ho, e so dove sono; e piccolo applauso anche per Pennacchioli e il suo Intrepido coraggioso).
P: Su questo hai ragione, era un personaggio che con apparente leggerezza dava uno sguardo sull'Italia di quei tempi.
Massimo: "Libri": due cose su Libri. Non la trovavo così "finita bene", non era bella come La rapina e Hotel, ma era una sceneggiatura gradevolissima, intelligente, e colta, nelle sue tre pagine, e comunque mostrava un'autrice solida di cui io sapevo già avremmo pubblicato di meglio (ce l'avevo in mano): e quindi l'ultimo Schizzo prima di quelli veri mi era sembrato un posto dove forzare una tua presenza.
Agli autori le promesse non piacciono, devono vedersi tangibilmente su carta, e tu ne avevi bisogno; e poi due parole su quella piccola meraviglia pubblicata su Posse che tu ti tenevi lì da tempo, e che nemmeno volevi darmi perché era un esercizio di tanto tempo prima, e perché era così diversa da tutte le cose che facevi ora (allora)...e che per fortuna hai rimesso in giro sul tuo blog un po' di tempo fa [si tratta del fumetto "Questa notte"]; in cui c'è tutta un'anima arrotolata ma potente, e voglio anche dirti di quanto erano belle e coerenti appese al muro del centro sociale in cui organizzarono il primo splendido happening Underground.
P: Quello che ci fu a Milano?
Massimo: sì, tutti a Milano, ma il primo con le tue tavole al Centro Sociale Garibaldi - non ancora al Leoncavallo...
E poi ti ho persa, come critico presunto potrei ancora scrivere della/e tua/e storia/e per Blue, dove si ritrova a distanza di anni la sensibilissima sceneggiatrice de La rapina; delle storie su Babilonia (idem come sopra ma in una due tavole) [qui c'è l'illustrazione per una copertina], e soprattutto però della splendida storia nell'inserto Fumetti di questa rivista, tre tavole ma con un gioco di sceneggiatura che vorrei rileggerlo (non so dove ce l'ho) ma credo abbia ancora oggi degli effetti di una modernità impressionante, ricordo un qualcosa di ispiratamente e linguisticamente "nuovo" [di quel fumetto non ho più le tavole originali e la stampa fu talmente pessima che faccio fatica a leggere il testo sull'inserto – ma anche il disegno è tutto un pasticcio, impossibile postarlo qui sul blog].
E va aggiunto che è un po' di anni che non vengo a rovistarti i cassetti - ma tanto ora mostri a tutti in diretta...
P: Ho fatto pochissimo di fumetti, come vedi.
Massimo: Vedo comunque che "Lo straniero" non ti molla mai del tutto, e che i mondi nei quali giochi sono sempre un po' i suoi... chissà mai...
Ciao, ti lascio dormire, a presto (che ti ho fatto fare notte!) [era quasi l'una di notte, io di solito vado a nanna non oltre le 23!]
Ringrazio molto Massimo per la disponibilità, lui che cerca di districarsi tra turni al lavoro e famiglia; e prossimamente l'intervista in due parti a Marcello Toninelli!
Adesso invece la trascrizione della "chattata" tra me e Galletti avvenuta la sera tra il 25 e il 26 gennaio (tra parentesi quadre le mie precisazioni aggiunte successivamente).
Patrizia: Io parto dal fatto che non mi ricordo come sono finita a lavorare con Marcello Toninelli, perché ho l'impressione che tutto risalga a te, ai tempi del mio primo incontro con Schizzo [nel 1991].
Io mica lo conoscevo Toninelli...
Massimo Galletti: Sì, questa cosa o me l'hai già scritta o te l'ho già letta. Ma io non è che me la ricordo perfettamente.
PS.: quanti anni fa era? Lo Schizzo blu ce l'ho a portata di mano, ottobre 90 [Massimo si sbaglia, la mia storia sullo Schizzo Blu è datata ott. 1992].
P: Dunque, io sono arrivata a Milano a fine 1991, ma all'inizio non ho contattato case editrici di fumetto, deve essere passato un altro anno. Nel frattempo su Schizzo nel 1992 usciva una mia cosa [“Hotel: geografia”], ma non la prima . Nel 1992 ho inchiostrato "Dark", per Toninelli; ecco, no, il mio primo fumettino su Schizzo è del 1991,"Libri" (Schizzo n. 12).
Massimo: Su Schizzo Blu è scritto che già facevi le matite per Toninelli - per "Il Giornalino”, le chine per "Dark", le illustrazioni per "Kaos" di Granata, e che stavi preparando una storia per "L'Intrepido". Era già tutto in moto, mi eri già diventata professionista e sfuggita via, non ti ho acchiappato più.
Schizzo n. 12 - ottobre 1991 |
P: Sì, era prima, ti ricordi che mi hai telefonato e io ti ho preso per un maniaco?
Avevi visto le mie illustrazioni su Avvenimenti [iniziate a uscire sul settimanale Avvenimenti a partire da fine 1989] e la tavola su Spot, che era del giugno 1990.
Massimo: E perché per un maniaco?
P: Perché parlavi a bassa voce, ti capivo poco, e mi sembrava strano che mi avessi telefonato:
uno sconosciuto che mi telefonava!
Massimo: Eh, non l'ho mica fatto solo con te...
P: Era una tattica per reclutare fumettiste? Fumettisti?
Massimo: Ricordo Andrea Bruno che mi giura e rigiura che lui non sa fare e non farà mai fumetti...
P: Forse dicendo fumetti pensava alle cose canoniche, mainstream - in effetti lui non li fa, no?
Massimo: No no, è che bisogna smuovervi, bisogna cercarvi e tirarvi fuori dai gusci, non sempre ma spesso si, bisogna setacciare tantissimo i mille che si propongono loro ed andare ad aprire i cassetti di quelli che non sono certi.
P: Hai sempre avuto talento per questo - e sì, è vero, avevo bisogno di essere sgusciata ai tempi; non pensavo ancora che avrei potuto fare come lavoro la fumettista.
Massimo: Comunque. Io stavo preparando i "miei" Schizzo, che poi a tutt'oggi sono gli 8 colorati e i tre "Posse" venuti a rimorchio.
P: Però hai fatto qualcosa anche per quelli precedenti, no?
Massimo: Ne avevo fatti già quattro in precedenza, ma erano per tenere viva la testata preparando quella ambiziosa che doveva arrivare.
Schizzo Posse n. 1 - Novembre 1993 |
Massimo: ...che aveva tutta una sua mappa, un suo percorso, e che si era accorto lungo la strada che esistevano talenti in grado di produrre storie brevi, in alcuni casi anche legate tra loro, che non avevano nulla da invidiare a quelle pubblicate sulle riviste "vere" in voga allora.
Alcuni erano già apparsi da soli, incontrati alle fiere, penso soprattutto a Maurizio Ribichini e Stefano Fabbri, che erano un po' l'ossatura del giornale. Cercando altro avevo allora naso e occhi sempre pronti a fiutare.
Non so perché al Centro Fumetto girasse la rivista "Avvenimenti", se qualcuno se la portava da casa, se la leggevo presso la sede cremonese dell'ARCI, che era proprio al piano superiore...
P: A proposito ma poi come te lo eri procurato il mio numero di telefono?
Massimo: Avevo telefonato ad "Avvenimenti", spiegando il perché e il percome, e me lo avevano dato. Credo.
P: Sì, credo sia stato l'unico modo.
Massimo: "Avvenimenti" era una rivista che dava un grandissimo spazio all'illustrazione, e c'erano davvero molti illustratori bravi. Ma tu eri per me un vero e proprio appuntamento settimanale. Quando non c'eri ero deluso. Mi pareva addirittura una settimana buttata via, un'attesa inutile.
Avevi questo segno grosso, angoloso, certo illustrativo ma anche molto espressivo, e che però non so perché io vedevo perfettamente adatto ad un fumetto.
E io sono un po' così, quando mi esalto e ho in mano qualcosa che posso, in quel caso Schizzo... Piano piano mi sale una cosa che poi arriva il momento e mi dò coraggio e lo faccio, telefono.
Massimo: E ricordo benino (non ricordo la faccenda del maniaco) che anche tu come Bruno eri stata molto dubbiosa sull'eventualità di poter fare fumetti...[poco ma sicuro, ero davvero pessimista]
P: Oltre a te chi faceva questa opera di ricerca in giro, per Schizzo?
Massimo: Quegli Schizzo erano miei, i quattro prima, gli otto colorati e i tre Posse sono roba mia. Quasi in tutto e per tutto, soprattutto i disegnatori. Solo Elettra era già apparsa su un'altra cosa del CFAPaz, tra quelli delle storie lunghe.
Va detto anche che effettivamente c'era già stato il tuo tentativo su Spot, di cui mi avevi parlato e annunciato al telefono (sbaglio o avevano pubblicato una tavola di quelle poi messe in Posse?) [No!]. Spot su cui era apparso anche il nostro Stefano Fabbri. E vari altri che poi pubblicarono qua e là. E soprattutto se non erro ci pubblicò anche Leo Ortolani.
P: Sì, Ortolani e Frezzato. Su un altro Spot pure Luca Enoch.
Massimo: Spot era un insertino de L'Eternauta uscito due tre volte [tre] per segnalare esordienti. Era fatto male stampato male e curato male (dopo dico il perché), ma, e vedo che anche tu coi tuoi nomi mi aiuti, è incredibile anni dopo come si vede quanto serva poi a posteriori qualsiasi operazione tesa a lanciare e trovare talento negli esordienti...
Dico curato male perché tu mi avevi raccontato come il curatore di Spot (io il nome non lo faccio, se vuoi lo fai tu...) ti avesse rifiutato una storia breve che io ancora oggi amo (e ritengo una delle tue cose migliori, e forse una delle, che so, cinquanta storie brevi italiane migliori di sempre) perché secondo lui non si capiva il finale [in effetti lo hanno capito in pochi, quindi non ne farei una gran colpa].
E che per colpa sua tu non hai mai chinato quella storia, che né io né altri abbiamo mai pubblicato. Sto male tutte le volte che ci penso.
Schizzo n. 1 nuova serie - Ottobre 1992 |
P: Ecco, mi stai raccontando una cosa che già non ricordavo più - cioè che "La rapina" [ la storia "del vecchio" di cui non si capisce il finale] l'avevo fatta leggere in Comic Art...e sai che non ricordo chi praticamente mi disse di no.
Massimo: Comunque, con quella storia nella mia cartellina [le fotocopie] , insieme a quelle di Maurizio, Stefano, Elettra, e altri, io per un paio d'anni sono andato alle fiere mostrando a destra e a manca con che bei materiali stavo costruendo la mia bellissima futura rivista.
Lo scioccherellone di "Eternauta-ComicArt" era Rodolfo Torti, se non erro. Erro?
Ricordo anche uno che sulla tua storia aveva fatto un apprezzamento particolare: Thomas Martinelli, de "Il Manifesto" [per “Il Manifesto” realizzai qualche illustrazione prima di venire a Milano, prima o poi dovrò parlare anche di questo].
P: Sicuramente era con Rodolfo Torti che parlavo, mi ricordo che avevo provato a fare un fumetto di prova su testi di un altro esordiente, solo che avevo provato a disegnare e inchiostrare "normalmente" e non ero capace; tuttavia lui mi aveva detto che avevo talento, sembrava davvero dispiaciuto che non riuscissi a trovare una soluzione (e ce n'è voluto prima che imparassi a inchiostrare). Io Torti lo ricordo molto gentile e disponibile, ma non è che potesse farmi da insegnante o maestro, non era il suo compito.
M: E, come ti dicevo, cercando autori e promozionando, e vendendo i quattro pre-Schizzo, ero presente a un casino di fiere. Marcello Toninelli allora era direttore factotum di Fumo Di China, e per lo stesso motivo anche lui era presente alle fiere molto più di adesso. Marcello è una bella persona, ed è uno generoso nel provarci, aveva appena rotto con Bonelli, mi pare, ed aveva molti progetti in ballo, da solo, con Star Comics, con "Il Giornalino".
P: Vedi?, magari m'hai detto tu di provare a contattarlo, a Milano.
Massimo: No, credo di averti promozionato con Bernardi e con Roberto Ghiddi (il grafico della Granata Press), da lì devi essere stata consigliata a Marcello Toninelli [in effetti in quel periodo Granata Press e Ned 50 di Toninelli coprodussero il progetto “Dark”, sui cui esordirò nel 1992].
P: Hai detto niente! praticamente ho iniziato a lavorare con Marcello, gli devo molto ("Ossian" ad esempio è stato fondamentale per poi andare in Bonelli, quando andai da Serra pensavo di essere una perfetta sconosciuta, invece lui aveva letto "Ossian" e si aspettava che prima o poi sarei passata di lì – anche in questo caso Toninelli fu fondamentale nello spingermi ad andare a fare un colloquio con Serra, che in quel momento cercava disegnatrici per Legs Weaver).
Tu però sei responsabile del mio incontro per la Granata, dei lavori per Kaos...
Massimo: Sì, ne erano scaturite le illustrazioni di Kaos [1992/93]; ma per i fumetti Luigi Bernardi comandava e ha sempre avuto i gusti suoi...[ricordo però che Bernardi in realtà era interessato ai miei fumettini della serie Hotel, anche se non era certo dove potessero essere collocati all'epoca; tanto che su suo suggerimento ridisegnai i layout di quelle storie per accorciarle di una tavola, da 5 a 4, se non sbaglio – poi non se ne fece più nulla anche perché non esisteva la rivista su cui poterli pubblicare]
Io non è che ti facevo lavorare, al massimo ho parlato bene di te con qualcuno che mi era amico, ma perché ero convinto ne valesse la pena!
P: Sì, intendevo che grazie a te poi ho trovato da lavorare - e devo dire che tutto quello che ho fatto mi è sempre stato pagato, sempre.
M: Sulle tue chine di allora e quelle di oggi non dico nulla che se no mi picchi, ma io quelle di allora le amo tantissimo ancora oggi, e sono veramente felice dell'unica "Hotel" pubblicata, perché è lì ancora oggi a stagliarsi e a dire che cosa potevi fare, d'altro.
Taglia pure, ma metti almeno: "Massimo non è d'accordo col giudizio mio e di Torti sulle mie chine di allora”.
I tuoi "fermo immagine" in sequenza ravvicinata...
P: Ma sì che lo metto, perché devo tagliarlo? Per me poi non è stata una questione di scelta migliore o peggiore - semplicemente in Bonelli quelle chine non possono esistere, e bon.
Massimo: Certo, quello lo so.
E però rimane una splendida via di mezzo tra gli Hotel e i Nathan Never, che sono i tuoi Billiteri.
P: Davvero? A te piacevano i miei Billiteri?
Illustrazione per Avvenimenti - 1990 |
P: Su questo hai ragione, era un personaggio che con apparente leggerezza dava uno sguardo sull'Italia di quei tempi.
Massimo: "Libri": due cose su Libri. Non la trovavo così "finita bene", non era bella come La rapina e Hotel, ma era una sceneggiatura gradevolissima, intelligente, e colta, nelle sue tre pagine, e comunque mostrava un'autrice solida di cui io sapevo già avremmo pubblicato di meglio (ce l'avevo in mano): e quindi l'ultimo Schizzo prima di quelli veri mi era sembrato un posto dove forzare una tua presenza.
Agli autori le promesse non piacciono, devono vedersi tangibilmente su carta, e tu ne avevi bisogno; e poi due parole su quella piccola meraviglia pubblicata su Posse che tu ti tenevi lì da tempo, e che nemmeno volevi darmi perché era un esercizio di tanto tempo prima, e perché era così diversa da tutte le cose che facevi ora (allora)...e che per fortuna hai rimesso in giro sul tuo blog un po' di tempo fa [si tratta del fumetto "Questa notte"]; in cui c'è tutta un'anima arrotolata ma potente, e voglio anche dirti di quanto erano belle e coerenti appese al muro del centro sociale in cui organizzarono il primo splendido happening Underground.
P: Quello che ci fu a Milano?
Massimo: sì, tutti a Milano, ma il primo con le tue tavole al Centro Sociale Garibaldi - non ancora al Leoncavallo...
E poi ti ho persa, come critico presunto potrei ancora scrivere della/e tua/e storia/e per Blue, dove si ritrova a distanza di anni la sensibilissima sceneggiatrice de La rapina; delle storie su Babilonia (idem come sopra ma in una due tavole) [qui c'è l'illustrazione per una copertina], e soprattutto però della splendida storia nell'inserto Fumetti di questa rivista, tre tavole ma con un gioco di sceneggiatura che vorrei rileggerlo (non so dove ce l'ho) ma credo abbia ancora oggi degli effetti di una modernità impressionante, ricordo un qualcosa di ispiratamente e linguisticamente "nuovo" [di quel fumetto non ho più le tavole originali e la stampa fu talmente pessima che faccio fatica a leggere il testo sull'inserto – ma anche il disegno è tutto un pasticcio, impossibile postarlo qui sul blog].
E va aggiunto che è un po' di anni che non vengo a rovistarti i cassetti - ma tanto ora mostri a tutti in diretta...
P: Ho fatto pochissimo di fumetti, come vedi.
Massimo: Vedo comunque che "Lo straniero" non ti molla mai del tutto, e che i mondi nei quali giochi sono sempre un po' i suoi... chissà mai...
Ciao, ti lascio dormire, a presto (che ti ho fatto fare notte!) [era quasi l'una di notte, io di solito vado a nanna non oltre le 23!]
Ringrazio molto Massimo per la disponibilità, lui che cerca di districarsi tra turni al lavoro e famiglia; e prossimamente l'intervista in due parti a Marcello Toninelli!
bellissima idea queste interviste e bella questa (il Gallo è sempre uno spettacolo, me lo immagino con la sua voce al telefono... e poveretta tua mamma col numero ex-Ilona Staller!!
RispondiEliminaSì, chi conosce Galletti può apprezzare meglio l'aneddoto della telefonata :)
EliminaAnch'io avrei voluto fare il talent scout di un disegnatore... ma non c'é stato verso di convincerlo! e pensare che a 14 anni disegnava Conan come (e meglio) di Buscema, in una decina di secondi!! ... sapeva disegnare qualsiasi posa (una volta mi ha fatto vedere una sorta di kamasutra a fumetti). non c'é stato verso... in seguito si è laureato in Lettere e Filosofia... tu pensa.
RispondiEliminaDavvero un peccato, da quello che dici sembra proprio un talento naturale, molto raro. Spero che non abbia rimpianti per una strada che non ha intrapreso per nulla - l'importante è che sia soddisfatto di quello che fa adesso.
EliminaAmmazza! Un pezzettone di storia niente male davvero :)
RispondiEliminaContinuo a pensare che le tue illustrazioni a colori fossero brillantemente "complete" già allora. Peccato non ti sia ricapitata occasione in tempi più recenti (almeno credo). L'illustrazione editoriale, a volte, dà piccole soddisfazioni.
Ciao Luigi, scusa il ritardo nella risposta: sì, non è più capitato in tempi recenti di poter fare illustrazioni, se dovesse ricapitare sarei contenta perché mi divertivo allora e mi divertirei adesso, con altre tecniche e uno stile un po' diverso, più morbido :)
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