
Il numero speciale de Le Scienze in edicola dai primi di novembre è intitolato "La nostra storia" ed è tutto dedicato alle ultime scoperte in merito all'evoluzione umana attraverso i fossili - in pratica una fotografia di quello che è lo stato della ricerca paleoantropologica ad oggi, uno stato che è destinato a cambiare velocemente grazie alle tante scoperte che si stanno facendo in tutto il mondo e all'avanzare delle varie tecniche di analisi e di ricerca (non solo quindi ricerca sui fossili, ma anche analisi comparate su storia del clima, dei pollini fossili, ecc.).
Da quando ho scritto questo post 3 anni fa ( Homo sapiens e le origini dell'umanità ) sono state fatte molte scoperte e la mappa della nostra evoluzione è stata rivoluzionata (c'è stato il sequenziamento del DNA dell'uomo di Neanderthal e la scoperta dell'incrocio con la nostra specie, poi nuove ipotesi per Homo floresiensis, sui Denisoviani e così via).
È tutto molto più complicato di prima, più cose si scoprono più è difficile capire come le cose devono essere poste nel simbolico albero frastagliato delle nostre parentele ancestrali: è normale sia così, l'evoluzione non ha un percorso lineare, e noi non possiamo riavvolgere all'indietro il film della nostra storia e vedere come andarono le cose.
Uno degli articoli di questo numero è intitolato "Datemi un martello", scritto da Ian Tattersall; l'articolo si conclude con questo brano:
Questa prospettiva sulla nostra evoluzione, in cui la nostra indubbiamente notevole specie è emersa da una rapida sequenza di eventi esterni casuali del tutto scollegati alle specifiche qualità dei nostri antenati, è assai meno esaltante dell'idea tradizionale di una maestosa progressione lungo gli eoni. Ma un attento esame del prodotto finale lo rende plausibile: non ci vuole chissà quale introspezione per capire che, con tutte le sue grandi capacità, H. sapiens è una specie imperfetta, un tema che riempie interi volumi, non ultimi quelli della psicologia evoluzionistica.Vedere la nostra straordinaria specie come un accidente dell'evoluzione, però, ci da un'importante lezione. Perché se non siamo stati forgiati dall'evoluzione per essere qualcosa di specifico - adattati al nostro ambiente e fatti su misura per certi fini - allora abbiamo davvero un libero arbitrio che le altre specie non hanno. Possiamo davvero fare delle scelte sui nostri comportamenti. E questo vuoi dire, ovviamente, che di ogni scelta dobbiamo accettare la responsabilità.
Sono sempre stata affascinata dalle nostre origini, ne ho anche parlato nel post scritto tempo fa per il blog dei Segni (da cui ho preso anche l'immagine fantasiosa di un nostro simil-antenato qui sotto).
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Disegno del 2011 tratto dal post "Riflessioni" |
Concludo mettendo i link alle app della rivista Le Scienze per chi preferisce averla in digitale (o se non trovate più il numero in edicola e volete averla subito in lettura sui vostri tablet): app per iOS e app per Android.