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lunedì 15 agosto 2016

Ferragosto con "The get down"

Volevo scrivere 2-3 post ordinati e a tema, ma proprio non ci riesco. Così ho deciso di andare avanti con l'ultima cosa che mi ha colpito, la nuova serie Netflix "The get down" ambientata nel Bronx del 1977.


L'altro ieri ho iniziato a vedere il primo episodio e sono rimasta un po' stupita (non mi ero informata granché, meno che mai sullo stile del regista): non so cosa sto vedendo, una specie di musical? una serie tv pretenziosa e sopra le righe?
Forse, e forse è qualcosa di più, meglio guardare lasciandosi andare al ritmo frenetico delle rime, del linguaggio che è musica, dei colori accesi degli anni settanta e dei sentimenti di rivalsa dei giovani neri.
La messinscena è teatrale e nello stesso tempo allude (anche con inserti documentaristici) alla realtà di quel preciso momento storico. Tempo fa ho visto dei documentari su questo tema, e qui se volete trovate anche un podcast: "Il risanamento del Bronx"(qui in un articolo invece).
Due articoli su quel periodo: "“Ladies and gentlemen, the Bronx is burning” -La storia di come New York è sopravvissuta agli anni ‘70" e "Il Bronx degli anni ’70 e le guerre fra bande nell’ultimo video dei Run The Jewels".
Per quanto riguarda la nascita (o lo sviluppo) della cultura hip hop qui un libro (che non ho letto però): "Renegades of funk. Il Bronx e le radici dell'hip hop", qui un altro: "New York 1973-1977. Cinque anni che hanno rivoluzionato la musica".
 E adesso mi è venuta voglia di recuperare questo libro a fumetti: "Hip-hop family tree: 1".
Il trailer non può rendere l'idea di cosa è questa serie tv - tutta basata sul montaggio e sul rapporto tra questo e la musica e il linguaggio: piaccia il risultato o no non si può dire che dietro non ci sia un gran lavoro.




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