Quindi negli anni ottanta conoscevo gli X-men ma non mi avevano mai preso tanto da voler cercare nei negozi dell'usato le loro avventure in maniera sistematica.
Alla fine degli anni ottanta successe che per caso mi trovassi in un caldo giorno d'estate in un quartiere di Roma da me mai frequentato; ho un preciso ricordo del luogo, dell'edicola, ma non so con chi ero e cosa facevo lì: so solo che dovevo aspettare, e che per passare il tempo comprai in edicola una raccolta degli X-men, quella della Star Comics che si vede nella foto, a destra (e che reca la data 1987). Secondo me quella raccolta - che era situata nella parte posteriore dell'edicola - stava lì da almeno un anno, forse più; fatto sta che poi iniziai a comprare anche le altre raccolte, che recuperai in qualche modo, raccolte che partivano dalla storia "Stella binaria" di Chris Claremont e Dave Cockrum (poi più avanti ci saranno le matite di Paul Smith, dal tratto pulito che a me piaceva molto).
Da "Occhio di Falco" n. 2 Fraction/Pulido - Panini Comics |
Insomma, ho letto quelle classiche e bellissime storie nella mia solita maniera confusa, ma ho ancora la sensazione vivida delle sensazioni che mi aveva lasciato la lettura di quel ciclo (grazie di avermelo ricordato, Paolo).
Nello stesso tempo per puro caso mi sono imbattuta in questo articolo, che parla del documentario "Synth Britannia" - tutto sulla musica elettronica britannica sviluppatasi a partire da fine anni settanta, ma che ha caratterizzato poi gli anni ottanta, nel bene e nel male. Io sono cresciuta in quegli anni ascoltando un po' di punk, di rock, ma soprattutto dark e new wave, senza escludere anche il pop elettronico di certe band citate nel documentario.
Le interviste risalgono a pochi anni fa, non vi dico quanto mi sono sentita vecchia a ri-vedere quei cantanti dopo tanto tempo - anche loro invecchiati come me (con alcuni la differenza è di pochi anni). Un paio di canzoni non le avevo più sentite per decenni, credo (tipo quella dei Visage, di cui avevo anche dimenticato il nome).
A quei tempi certe atmosfere dell'elettronica più cupa mi affascinavano molto, così come quella leggera sensazione di alienazione e di sottile inquietudine da guerra fredda (poi certo l'uso dell'elettronica si è esteso a qualsiasi declinazione pop, dance, e dance-tamarro, per così dire).
Insomma, ho avuto una bella botta nostalgica - può capitare a tutti.
Per completare il tema ecco che oggi ho comprato il secondo numero di "Occhio di Falco" (ne avevo parlato qui): in copertina una bella
Oh, per adesso un assaggio della musica che ascoltavo a fine anni ottanta/inizio novanta (tutta roba che mi registrava una cara amica di Roma): Sugarcubes (il gruppo in cui suonava la giovane Björk), Eat (che non ricordo affatto), Primitives, R.E.M., Pixies. Ne parlerò un'altra volta...[di musicassette, eh...]
In copertina una videocassetta no musicassetta ;-)
RispondiEliminaE' vero, che rimbambita! Di videocassette "vintage" ne ho molte meno...
RispondiEliminaIn realtà una pellicola da 70 mm è irraggiungibile dai supporti digitali...
RispondiEliminaSì, è quello che si dice nel fumetto, e non solo. Proprio per questo l'analogico nel campo sicurezza la vince nei confronti del digitale.
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