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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



mercoledì 13 novembre 2013

Discussioni varie sul self publishing

Non c'entra col self publishing - è solo il mio confusionario tavolo da lavoro
Il fenomeno dell'autopubblicazione mi interessa molto sia per i suoi aspetti positivi che per quelli
più problematici. Il digitale e il web sembrerebbero aprire molte possibilità per gli autori (e i lettori), ma per adesso la realtà è che i numeri sono ancora davvero bassi.
In Italia chi si interessa all'autopubblicazione è riuscito ad organizzare anche un festival a Senigallia, a ottobre, l'International Self Publishing Festival (sul sito però non ho trovato resoconti dettagliati di cosa si è parlato - o forse sono io che non ho cercato bene, non so).
In rete ho trovato diversi articoli recenti che mettevano a confronto detrattori e sostenitori del self publishing, ne ho raccolti qui alcuni:
  • Il selfpublishing conviene? |l blog di Bookrepublic : articolo che ha suscitato diverse discussioni (la risposta finale era che no, non conviene al lettore); è intervenuto nei commenti anche Sergio Donato (di cui ho consigliato più volte i racconti) che pur avendo nel tempo ammorbidito il suo giudizio ha rinviato a un suo "vecchio" post, questo: Perché sono contrario al self-publishing.
  • L'articolo di Bookrepublic viene citato e commentato da Davide Mana (Il lettore penalizzato), il quale scrive da tempo sull'autopubblicazione riflettendo sul modo migliore di farlo (qui ad esempio un interessante post su come presentare e vendere il proprio ebook e sull'importanza del blurb).
  • Anche Arturo Robertazzi ha dei dubbi sul self publishing ("Un altro motivo per cui è difficile sfondare da self-publisher, diciamolo chiaramente, è la qualità del libro. Sei sicuro che tu sia in grado di valutare il tuo libro in maniera obiettiva? Sei sicuro di aver fatto un buon editing? Sei sicuro che le case editrici che hanno rifiutato il tuo libro avessero tutte torto?"), però dà l'occasione a eFFe di presentare il sito di PubblicarSì.com - il sito che dà una mano al self-publisher.
  • C'è anche chi dice che "la distinzione oggi non è più tra editoria tradizionale e self-publishing, ma piuttosto tra editori professionisti ed editori improvvisati" - qui l'articolo completo con breve intervista a James Altucher, autore dell'ebook "Scegli te stesso".
  • Volete creare un ebook tutto da soli? In rete si trovano consigli su come fare, anche se non tutti propongono gli stessi percorsi. A cura di Simplicissimus Book Farm ecco il sito di BackTypo che aiuta a costruire degli epub professionali (non è facile come sembra). C'è chi consiglia di usare strumenti di scrittura molto semplici, e c'è chi consiglia di usare Sigil - un pochino più complesso per chi non mastica proprio niente in materia di stili, formattazioni e CSS.
I miei dubbi sull'autopubblicazione li ho espressi in forma stringata nell'intervista ad Alberto Ostini di qualche tempo fa; negli articoli sopra linkati si offrono alcune soluzioni a problemi come i criteri di selezione su quantità incredibili di ebook, si mette in rilievo che per esempio su Amazon si possono scaricare le anteprime e da lì farsi un'idea della qualità dell'ebook, o di come alla fine conti molto il passaparola degli amici (vero, ma anche loro come sono arrivati a "scoprire" un ebook valido o di loro gusto tra le migliaia e migliaia in vendita?).
Io le anteprime di Amazon le uso molto (ma quanti sanno che non bisogna avere un Kindle per leggere queste anteprime e che lo si può fare gratis da qualunque device, pc compresi?), ma alla fine mi accorgo che su decine e decine di scaricamenti e letture anche di 10 pagine alla volta (spesso molto meno per quanto sono scritti o disegnati male i libri, ahimè) ho perso non poco tempo.
La tentazione è quella di ripiegare su classici o autori un minimo noti, o di cui si sono lette recensioni di persone di cui ci fidiamo o che hanno gusti simili ai nostri - e certo, magari ci perdiamo il nuovo e sconosciuto autore di talento, difficile però da scovare senza un minimo di riferimenti certi.
 

13 commenti:

  1. Quella che sembra oggi una via facile e soprattutto senza costi, è in realtà una realtà che "potrebbe" avere dei vantaggi, ma che di sicuro ha degli svantaggi. Sono molto d'accordo con il discorso di Robertazzi. Se deve diventare una giungla solo perché tutti sono in grado di realizzare un progetto del genere (motivo per il quale, tra l'altro, stanno morendo tanti mestieri e calando clamorosamente le medie qualitative), allora facciamo prima a tornare a tirar su pomodori. La qualità del libro (del prodotto), in questo caso è praticamente essenziale. Ciò non toglie che si possa comunque provare. Mal che vada avrai perso solo del tempo e qualche monetina.

    Sulle tecniche per creare epub, in effetti ce ne sono e parecchie anche molto semplici. Ci sono software (tipo AnyBizSoft PDF to EPUB Converter) che trasformano in quel formato anche dei semplici PDF (che arrivano da file impaginati con un qualsiasi programma di grafica professionale tipo X-Press o InDesign).

    P.S.: Ammazza. Quelle nella foto che hai postato sono sempre quelle tavole "appena abbozzate" di cui parlavi poco tempo fa? Addirittura ne fai un paio su A4? Ripeto: sono meravigliose e manca davvero pochissimo per poterle inchiostrare anche a mano :)

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  2. @Luigi: hai verificato che quei programmi di conversione riescano a produrre buoni epub? Non mi è mai capitato di leggere dei testi ben convertiti partendo da pdf - tanto che se trovo dei pdf da leggere li passo sull'iPad e me li leggo lì, e buonanotte - almeno la formattazione è quella originale, con spazi e grassetti e altro rispettati.
    Sul P.S.: sì, quelli sono i bozzetti che da un po' di tempo utilizzo direttamente in Manga Studio, magari aggiustandoli un po' :), ho notato che risparmio un pochino di tempo, di cui ho sempre bisogno!

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  3. No, io non ho mai provato. Ma credo che molto dipenda proprio dalla "natura" del PDF. E dalle sue radici. Presumo che se tu faccia un buon lavoro con il software di impaginazione, e realizzi un PDF aperto con le font non convertite in tracciati, il tutto dovrebbe venir fuori bene, con i giusti parametri. Ma ripeto, non ci metto la mano sul fuoco perché non so quali difetti "tecnici" possa avere il formato ePub. Dovrei provare. Magari apro una casa editrice, faccio un po' di esperienza editando una decina di libri e poi ti faccio sapere :)

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  4. Ah, sarebbe bello se tu l'aprissi davvero una casa editrice: considerati i tuoi gusti e le tue abilità verrebbe fuori qualcosa di particolare :)

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  5. L'autopubbicazione è un fenomeno che avvine già ora in misura crescente e continuerà a succedere sempre di più. Nella "jungla" ci siamo già, solo che con la memoria alle spalle degli editori tradizionali e le uscite molti non si sono ancora accorti di vivere in un cambiamento epocale. In altri media sta già succedendo: musica (arctic monkeys), videogames (Minecraft), oggettistica (3D printer), commercio (Etsy, ebay, amazon vs centri commerciali tradizionali). Ma microeditoria indipendente si affiancherà a quella tradizionale fino a che non si troverà un equilibrio. Grossi progetti basati anche su campagne marketing costose sfonderanno indipendentemente dalla loro qualità e piccole gemme indipendenti verranno scovate da tanti lettori di quel genere o anche no. Ci sarà un radicale cambio di mentalità da parte degli utenti visto che il fenomeno è trasversale.
    Sono cinquemila anni che ci nutriamo di storie e lo facciamo con ogni mezzo, dai gusci di tartaruga ai bit non c'è poi molta differenza. E continuerà ad avvenire sempre di più. Per quanto riguarda gli editori tradizionali, mi risulta che il 90% dei libri stampati finiscano al macero. Un modello del genere è semplicemente obsoleto.

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  6. @masayume: sono convinta anche io che stiamo vivendo un cambiamento epocale - il mio interesse in questi argomenti ė data da questa consapevolezza e dall'immaginare anche un mio possibile futuro in questo mondo nuovo.
    Per adesso però ho delle difficoltà a districarmi tra le montagne di testi scritti male - quelli di carta li subodoravo con più facilità :)

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  7. Ma non cambia solo la distribuzione, cambia anche la produzione. Leggevo l'altro giorno che Ohba e Obata, gli autori di Bakuman, si vedono forse una volta l'anno.
    Scambiarsi mail, condividere file su dropbox, ma addirittura collaborare su clipboard condivise, modifica radicalmente anche il processo creativo.

    Per quanto riguarda come navigare in un mare di offerte, nasceranno, se non ci sono già, piattaforme indipendenti di recensori e critici, possibilmente svincolati da interessi economici, e meccanismi di ranking basati sui feedback degli utenti, come ce ne sono già a bizzeffe.

    D'altronde quando un editore è illuminato è una benedizione, quando è ottuso e venale è una maledizione, quindi non penso che andremo peggio di oggi. Forse un po' meglio.

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  8. @masayume: apprezzo il tuo ottimismo! E' vero, il processo di produzione è cambiato, sulle conseguenze di ciò mi piacerebbe leggere qualcosa, mi sembra che per adesso sia ancora tutto confuso, in formazione: ci siamo dentro ed è difficile vedere come e verso dove si cambia.
    Sui siti e blog che consigliano - sì, spero ne nascano di informati e indipendenti, qualcosa c'è, ancora troppo poco (per i miei gusti, che vanno soprattutto verso la saggistica).

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  9. Il problema della qualità delle opere non vale mica solo per l'autopubblicazione. Ci sono un sacco di best seller che ho iniziato e lasciato a metà causa insorgere della noia. E se parliamo di piccola editoria, spesso l'editing fa schifo. Alla fine, che sia un romanzo autopubblicato o edito dalla mondadori, l'unico modo per sapere se è decente è leggerne qualche pagina.
    Fa paura agli autori perché li mette tutti sullo stesso piano, quindi la competizione diventa davvero imponente. Diventa difficile emergere. Ma questo non è mica un male. Chiaro che per chi è già "arrivato", la cosa fa paura. Una marea di autori vendono solo grazie al nome e alla distribuzione, opere spesso mediocri.
    E comunque in italia molti generi letterari sono morti, uccisi dalle stesse case editrici, che pubblicano solo opere estere perché è più facile guardare i numeri di vendita degli altri paesi piuttosto che prendersi il rischio di investire. In questo caso non si parla neppure di scelta: o autopubblichi, o semplicemente lasci perdere.
    È una scelta in più, per chi scrive e per chi legge.
    E se le case editrici vogliono in qualche modo distinguersi, che inizino a seguire davvero gli autori, iniziando ad accettere e preferire sinossi, riassunti, opere non complete. Mi pare deprimente che per sapere se quello che stai scrivendo ha potenziale o è spazzatura, ti tocchi completare l'opera. Cioè, perdere da uno a tre anni se non di più, per niente? Ovvio che chi ha dedicato tanto tempo a qualcosa, poi non la voglia buttare, quale che sia la qualità finale. Non è colpa di nessuno se le case editrici si divertono solo a fare i giudici, senza voler mettere un dito nel processo di creazione delle opere. Processo che prevederebbe anche se non sopratutto la stroncatura. Ma se non altro sarebbe una stroncatura sul nascere, così uno non butta via troppo tempo della sua vita.
    Ora come ora, a parte la distribuzione e un editing di incerta e altalenante qualità, cosa mai offre una casa editrice più di amazon?

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  10. Sì, ora come ora; una volta compito delle case editrici era quello di scoprire i talenti, coltivarli, fare l'editing delle opere, pubblicare dei libri perlomeno scritti in buon italiano.
    Se adesso questo non c'è più e ai libri di carta di vario livello si aggiunge anche il self publishing di vario livello io ottengo ancora più opere da selezionare - io lettore, che devo accollarmi questo compito moltiplicato per 100, se non di più.
    Ci sarà più libertà per autori e lettori, vero, ma anche meno possibilità per me lettore con poco tempo di trovare quello che mi interessa veramente - e secondo me anche meno possibilità per un autore di essere trovato nella marea di fuffa che c'è in giro (su tante anteprime che ho letto forse di decenti ne avrò trovate un decimo, e parte di questo decimo erano autori "affermati" usciti per l'editoria tradizionale).
    Non ce l'ho col selfpublishing, solo che mi sembra che aumenti i problemi dell'editoria, piuttosto che risolverli - ora come ora, poi magari si troveranno delle soluzioni, lo spero.
    Se continuerò a trovare fuffa sia nel selpublishing che nelle ultime uscite "tradizionali" credo proprio che tornerò massicciamente ai classici (anche moderni) e alla saggistica di qualità, almeno vado sul sicuro.

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  11. Aspetto tue notizie
    Ancora grazie
    Gianfranco

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  12. Rieccomi, avevo scritto un messaggio ma non è stato pubblicato.Mi chiamo Gianfranco, sono di Roma e faccio fumetti da sempre ( ho 49 anni ;-) Realizzo fumetti genere supereroi, tex, dylan dog e tutto quello che serve. Complimenti per i tuoi lavori, mi piacerebbe scambiare consigli ed opinioni sulla nostra passione. Ciao e a presto.
    Grazie e buone cose.
    Gianfranco

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  13. @Gianfranco: Ho scritto altri post più a tema fumetto su questo blog, puoi intervenire lì se vuoi. Non posso instaurare grandi scambi di opinioni perché non ho molto tempo - quello che ho libero lo impiego per scrivere sul blog, su cui puoi commentare o anche fare qualche domanda. Se vuoi però domandarmi qualcosa riguardo a come far conoscere il proprio lavoro ho già qualche risposta che puoi trovare qui: http://patriziamandanici.blogspot.it/2013/05/consigli-su-come-diventare-ununa.html

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Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.