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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



lunedì 28 luglio 2014

Considerazioni sul disegno digitale


Avvertenza per gli illustratori che lavorano in digitale da tanti anni: sebbene citi anche il lavoro degli illustratori digitali questo post è rivolto soprattutto ai fumettisti (e ai lettori) che solo da pochi anni stanno iniziando a confrontarsi con questa nuova tecnica - mi scuso quindi per la eventuali banalità (per tanti in realtà sono problematiche nuove o quasi).
Qualche settimana fa ho lanciato una specie di sondaggio sul disegno digitale, ho cercato di pubblicizzarlo su tutti i miei social e ho invitato a linkarlo in giro; i risultati sono stati un po' deludenti: sebbene quel post sia stato sicuramente letto direttamente più di 360 volte - a cui aggiungo almeno una cinquantina di contatti attraverso i feed - alla fine hanno risposto in 22 persone in tutto (tra blog e forum di Nathan Never), la maggior parte lettori, pochissimi i disegnatori.
O l'argomento non interessa, oppure le persone sono davvero pigre - non so bene - e certamente io non ho una grande visibilità sul web (mettiamoci pure che non ho "spammato" come avrei potuto tramite messaggi personali su Facebook, ad esempio, ma è più forte di me, non riesco a rompere troppo le scatole alle persone).
Una precisazione: qui affronto l'argomento del disegno realizzato all'origine in digitale (tramite l'uso di strumenti tecnologici come tavolette grafiche oppure Cintiq) e non della fruizione di fumetti e illustrazioni attraverso tablet o pc.

I RISULTATI DEL SONDAGGIO
Visto il numero minimo di persone che ha risposto non esiste alcuna validità statistica, inutile dare numeri e percentuali; a me qui serve solo a imbastire un discorso sulla percezione del disegno digitale rispetto a quello classico, "naturale", su carta.
La maggior parte dei lettori non ha pregiudizi negativi sul disegno digitale, anzi, pensano che sia una "naturale evoluzione" del modo di disegnare; quelli che hanno delle riserve le esprimono nei confronti di possibili usi a loro parere negativi del digitale: abuso del copia e incolla, degli effetti digitali, oppure una certa freddezza del segno (notata però nei disegnatori ancora poco esperti o in quelli meno capaci). Alcuni anzi hanno espresso interesse verso una modalità che potrebbe permettere nuove possibilità espressive. Una persona ha risposto che preferisce il fumetto creato su carta per quello in bianco e nero ma non ha riserve per i fumetti digitali a colori.
Solo una persona, che è anche un disegnatore, lamenta la perdita di freschezza e spontaneità nell'uso del digitale rispetto alla carta (ma come lui stesso ammette è uno sguardo più da pittore "vecchia maniera", visto che il suo mestiere lo porta in effetti a guardare indietro piuttosto che avanti).
Una grande maggioranza dei lettori non fa differenza tra fumetto realizzato su carta o su digitale purché sia fatto bene (una persona ha risposto che il digitale va bene se dà un valore aggiunto, se fa risparmiare tempo no).
Due tre persone pensano che disegnare in digitale sia forse più pratico ed efficace ma "poco romantico".

Tra i pochi disegnatori che hanno risposto si mette in evidenza il pericolo dell'abuso dello zoom, che porta a valutare male la capacità di un disegno di sopportare troppi particolari; si apprezza la comodità nel correggere subito gli errori e avere comunque le tavole pulite, già sgommate; solo un paio di loro hanno menzionato la velocità di esecuzione (tra l'altro giovani disegnatori a inizio carriera).
Molti disegnatori rimbalzano spesso tra carta e digitale, magari realizzando la maggior parte del lavoro ancora su carta - ma qui il campione statistico è davvero irrilevante, non conosco davvero i numeri e la percentuale di chi vive tra i due mondi e chi invece realizza la maggior parte dei lavori in digitale.

PERCHÉ ALCUNI DISEGNATORI SCELGONO IL DIGITALE?
Il mio sondaggio non è molto rappresentativo e ho anche dimenticato di porre qualche questione in più ai disegnatori, comunque mi sembra che pochi di loro affermino di aver scelto di disegnare in digitale solo perché fa loro risparmiare tempo - almeno non come motivazione principale di questa scelta; sembra invece che questa idea sia più presente tra i lettori, che immaginano forse l'uso massiccio di alcuni "trucchetti" digitali (compresi i vituperati copia-incolla).
Un disegnatore notoriamente lento su carta riuscirà ad esserlo anche in digitale, dove magari risparmierà tempo non dovendo sgommare la matita ma magari perderà più tempo a ricercare un certo effetto (dato che ne potrà provare a iosa potendo cancellare senza problemi) o a curare di più certi particolari. Io ad esempio non sono diventata più veloce nel complesso, la mia media mensile è rimasta pressoché la stessa.
Cliccare sul nome per vedere il video: Moebius

PERCHÉ HO INIZIATO A DISEGNARE DIGITALMENTE
Io sono arrivata a disegnare (inchiostrare) in digitale circa 4 anni fa (con Universo Alfa n.8 - "La regina dei robot" - nel 2010/11), dopo una fase in cui mi sono limitata ad aggiungere digitalmente i retini sulle mie tavole cartacee (ho iniziato a farlo su "La squadra fantasma" n. 1, ovvero Universo Alfa n.2 - "Minaccia androide" - anno 2008): all'inizio ho usato (malamente credo) la trasformazione dei grigi in retini in Photoshop, poi Antonio Serra mi ha fatto scoprire Manga Studio che i retini li aveva già belli e pronti  (all'epoca c'era la versione 3, adesso dopo la 4 c'è una versione un po' diversa dalle precedenti, la 5).
Di disegnare interamente in digitale non pensavo affatto, non conoscevo molti disegnatori che ci lavoravano, e in generale mi sembrava difficile poter riprodurre il proprio segno naturale con uno strumento tecnologico; quello che mi ha convinto a fare una prova è stato l'aggravarsi della mia presbiopia: nonostante l'adozione degli occhiali da vista facevo lo stesso fatica a disegnare le scene con molti particolari, specie se piccoli, magari inseriti in panoramiche.
O ingrandivo le mie tavole, aumentando il tempo di lavorazione (e non potevo permettermelo), o trovavo un'altra soluzione: ad esempio provando a inchiostrare digitalmente, magari continuando a disegnare le mie tavole a matita.
Feci prima una prova per verificare il grado di somiglianza tra segno su carta e segno digitale: mostrai a Serra la stessa grande vignetta in due versioni, cartacea e digitale; la sua reazione mi fece capire che avrei potuto inchiostrare digitalmente senza sacrificare il mio segno "naturale" dato che era difficile distinguere tra le due versioni.
Fino ad allora non mi ero interessata delle problematiche del digitale, né a dire la verità avevo visto tutorial o cercato consigli tecnici; solo col tempo ho approfondito lo studio del programma Manga Studio e in generale del modo di disegnare digitalmente (la mia personale procedura di inchiostrazione digitale di una tavola a fumetti - adesso - la si può vedere in questo video; per sapere invece come ho iniziato a usare il digitale qui un articolo con la procedura di creazione di una mia tavola nel 2009).

Adesso le domande e i dubbi su questa scelta aumentano, mi dispiace un po' di stare perdendo il contatto con la carta e la sensibilità a tratti diversi, forse anche la possibilità di migliorare certi effetti che su carta magari è più difficile ottenere (per me) ma che mi permetterebbero di esplorare nuove strade; è anche vero però che l'uso del pennello ricaricabile e dei pennarelli non mi soddisfava più, se dovessi tornare indietro dovrei cercare nuovi modi, nuove tecniche, un nuovo segno: avrei bisogno di parecchio tempo.
Tra poco meno di un anno avrò finito i lavori adesso in sospeso, lavori tutti inchiostrati in digitale; cosa farò dopo non lo so. Non escludo nessuna ipotesi, le uniche cose che conteranno saranno la voglia di fare, la possibilità di farlo senza troppi problemi, il tempo a disposizione, il risultato finale: in base alla somma di queste esigenze penserò poi se continuare in digitale, se tornare alla carta o se dividermi tra un mezzo e l'altro.

VARIETÀ DEI MODI DI USARE IL DIGITALE
Intanto mi sono resa conto di quanti disegnatori lavorano già da tempo in digitale: i coloristi dei fumetti seriali, ad esempio, che sembravano usare tutti Photoshop; poi l'avvento della Cintiq mi sembra abbia accelerato l'adozione del digitale (e per tutte le fasi del disegno) anche da parte di molti disegnatori che magari con la tavoletta grafica si trovavano un po' a disagio.
L'uso del digitale nel fumetto e nell'illustrazione mi pare molto vario a seconda delle esigenze e delle inclinazioni personali: c'è chi ha abbandonato quasi del tutto il cartaceo e realizza tutte le fasi del proprio lavoro in digitale; chi disegna le tavole a matita e poi le inchiostra in digitale, chi al contrario fa le matite in digitale e poi le stampa in blu per poterle poi inchiostrare dal vero; chi ancora lavora su carta e poi scansiona alla fine le tavole per rifinirle in digitale con effetti vari, oppure aggiunge la colorazione.
In tutto ciò bisogna notare che molti alternano lavori su carta o in digitale a seconda del tipo di lavoro - se destinato alla vendita per collezionisti, oppure per lavori veloci e seriali, o per riviste.

ORIGINALI E CONSERVAZIONE DEI FILE DIGITALI
Bastien Vivés
I disegnatori digitali si preoccupano del fatto che non esisteranno originali dei propri lavori? Alcuni sì, la maggior parte credo di no. Il fatto che non possano poi essere venduti dei disegni originali dovrebbe preoccupare più i professionisti affermati o gli esordienti?
Non lo so, di certo ci sono tanti professionisti e tanti esordienti che usano il digitale, lo fanno nonostante tutti i contro di questo tipo di creazione: inesistenza di originali e dubbi sulle conservazioni nel tempo dei file digitali.

Sulla prima di queste problematiche è possibile rispondere attraverso la lettura di questo post ("Sulla produzione di un originale nell'illustrazione digitale") di LRNZ, ovvero Lorenzo Ceccotti: per alcuni collezionisti vecchio stampo può darsi che anche le sue proposte siano insoddisfacenti, ma di sicuro possono invece andare incontro a un pubblico che desidera lo stesso avere delle stampe di qualità di lavori digitali di grandi autori (non dimentichiamo che da tempo immemore esistono le stampe litografiche, le incisioni, quelle a tiratura limitata, ecc., e queste hanno un loro mercato pur  essendo in vendita delle copie, in pratica - anche se rese in un certo senso uniche, distinguibili).
Per la seconda questione è bene ricordare che tutti i dati digitali hanno il problema dell'obsolescenza dei supporti: è una cosa che riguarda praticamente ogni settore della nostra vita dato che la società si è informatizzata e digitalizzata, e lo sarà sempre più.
Quello che faccio personalmente (e che consiglio) è quello di salvare i file su più supporti, compresi DVD, e di conservarli anche in posti diversi (a casa di parenti ad esempio); di convertirli poi in caso dell'avvento di una nuova tecnologia; infine di stampare i file più importanti in buona qualità, sperando che presto ci sia la possibilità di farlo più facilmente e con minor costo rispetto alla soluzione proposta da LRNZ - che è rivolta in speciale modo per la vendita professionale ad alta qualità.
Vorrei anche ricordare che ci sono tanti disegnatori che in passato hanno perso originali di cui magari erano state fatte solo delle copie scarse o per nulla affatto: oggi è facile fare delle ottime scansioni dei propri lavori e premunirsi anche in caso di smarrimenti e furti. In tutto il mondo enti che hanno opere d'arte di vario tipo stanno digitalizzando tutto il patrimonio a loro disposizione: i file digitali forse non saranno eterni, ma non lo sono neanche le opere su carta e altri supporti deperibili.

ETICA NELL'USO/NON USO DEL DIGITALE?
L'idea di scrivere questo post mi è venuta dopo aver letto un paio di giudizi severi sul fumetto digitale, in particolare sul fatto che non lasciando originali si potesse in qualche modo non rispettare il lettore. Non sono potuta intervenire in una discussione dove ero di passaggio, e non ho potuto chiedere lumi: non si rispetta il lettore perché lo si priva del piacere di vedere gli originali in qualche mostra? Perché col digitale si possono usare "trucchi" non visibili? Perché il digitale è incorporeo mentre l'essenza del disegno è nella sua esistenza fisica e materica?
Non lo so, però questi giudizi mi hanno un po' angustiato, mi hanno anche fatto riflettere sulla natura del disegno digitale e sulla strada che ho intrapreso - come detto sopra ignoro se temporanea o no.
All'inizio della mia "carriera" digitale ogni tanto pensavo al fatto che il mio disegno non esisteva fisicamente, era solo un ammasso di pixel; mi dispiaceva? Sì e no, le mie prime sensazioni riguardavano soprattutto la sorpresa e la curiosità di usare "pennelli" e strumenti nuovi, e la facilità con cui potevo tenere sotto controllo le proporzioni dei personaggi e degli ambienti, oppure la comodità di poter impostare le prospettive (che, ricordo, il software non  costruisce da solo, ma bisogna che noi diamo l'impostazione giusta). 
 Non ho l'abitudine di vendere i miei originali, un po' per mancanza di tempo e contatti, un po' perché ho sempre pensato che non ci sarebbero stati molti lettori interessati a comprare le mie tavole - ci sono disegnatori molto più noti e apprezzati di me in giro; quindi questo pensiero per un po' non l'ho avuto.
Non sono una feticista della carta, in casa ho appesi pochissimi originali, nessuno mio; poi certo quando mi capitano sotto mano degli originali li guardo con piacere, specie se di grandi autori. È anche osservando tanto tempo fa degli originali di Andrea Pazienza che ho capito che usava i pennarelli (all'epoca ero giovane e sapevo poco di tutto) o che era umano anche lui e che usava talvolta le pecette.

Da giovane - ma anche dopo - per me il fumetto o anche le illustrazioni dei libri erano indissolubilmente legati al supporto su cui li leggevo/guardavo: per me la gioia era entrare nella storia, viverla sfogliando il giornale, guardarla mentre mi accucciavo nel letto o sul divano, mentre facevo merenda o andavo in autobus a scuola. Il fumetto è quello che è anche in virtù della sua serialità e della facilità di reperimento e di trasporto - non è qualcosa da appendere al muro e adorare.
Dave Gibbons
È bello che ci siano le mostre dove poter vedere come nascono realmente i disegni, ma potrei vivere anche senza mai averne vista nessuna mentre invece non potrebbe essere il contrario: dover guardare tavole incorniciate e non poter sfogliare dei fumetti, ad esempio.
Come disegnatrice il mio dovere è disegnare nel miglior modo possibile e farlo in un modo che sia ben leggibile su carta, nel formato in cui è destinato: credo che questo sia il modo con cui posso rispettare il lettore - lettore che in pochissimi casi vedrà mai un mio originale (come d'altronde è accaduto a me con centinaia di disegnatori di cui ho ammirato i fumetti). Se con il digitale io ho avuto modo di migliorare certi miei punti deboli credo che in questo modo faccio più contento il lettore - e anche me stessa.  
Autori come LRNZ stanno dando un valore specifico al disegno digitale, approfondendo ed esplorandone la tecnica e le possibilità espressive (guardate i suoi video su Youtube); ci saranno fumetti e/o illustrazioni che potranno essere concepite solo con il digitale o solo su carta, o che potranno essere un misto delle due. Per me vorrà dire che l'uso del digitale aggiungerà del nuovo nelle arti visive, che il lettore avrà più cose da vedere, diverse.

COSA VUOL DIRE "FARE FUMETTI"? COSA VUOL DIRE "LEGGERE FUMETTI"?
Alla fine se vogliamo parlare del confronto carta/digitale dobbiamo parlare anche di cosa voglia dire leggere un fumetto, e di cosa voglia dire disegnarlo.
Cosa vuole il lettore di fumetti che va in edicola, in fumetteria o in libreria? Come possiamo darglielo noi disegnatori e autori? 
Disegni, storie da guardare, da leggere, per decenni stampate su carta in migliaia di copie... Migliaia di lettori, pochissimi dei quali sapevano (e sanno) cosa sono le tavole, con cosa si disegna, quanto ci si mette.
Lavorare in digitale o su carta cambia qualcosa nel modo in cui vengono letti i fumetti (o guardate le illustrazioni su riviste e libri)? Cambia qualcosa nella loro qualità, nel senso della loro esistenza? Se disegno i miei fumetti e questi vengono pubblicati cambia qualcosa in quelle storie se i miei originali saranno poi tutti bruciati? Cambia qualcosa se invece esistono nel mio pc sotto forma di pixel?
Il disegnatore si diverte a creare forme, riprodurre e disporre ciò che vede o immagina su uno spazio, lo struttura, lo riempie di segni, di forme nere, assottiglia il segno del pennello, lo allarga, lo sporca, ci gioca anche; lo fa con pennini, pennelli, pennarelli, matite, pastelli, a volte si inventa gli strumenti, li modifica. Poi senza soluzione di continuità prova un altro strumento, è collegato con una penna USB a un pc e lui guarda a schermo il suo disegno prendere vita, adattarsi a quello che ha in mente, oppure crea nuovi effetti - proprio come disegnasse su carta.
Perché questo disegnatore dovrebbe rinunciare a usare questo nuovo mezzo? Se gli piace e si diverte, se lo aiuta in certi passaggi, se il risultato è comparabile a quello che faceva prima, una volta visto su carta - perché no?
E certo, accettando le conseguenze di non avere originali da esporre e vendere, per sua scelta (e rimando alle possibili alternative) - perché no?

PERCHÈ NO?
Parliamo anche del "romanticismo" della carta, dei profumi degli inchiostri, del calore che traspare dai disegni fatti a mano: credo siano cose che riguardano - al limite - più il disegnatore che i fumetti in sé o i lettori che leggono delle storie; la maggior parte dei disegni nati digitalmente (ovviamente parlo di opere di professionisti, o di autori abbastanza bravi - non necessariamente tanto bravi) non vengono riconosciuti in quanto tali - figli delle fredde macchine - dalla stragrande maggioranza dei lettori, spesso neanche dai disegnatori.
Però mettiamo che alcuni fumetti o illustrazioni siano riconoscibili come digitali, perché vogliono mostrarsi così, nativi digitali, altra cosa rispetto al solito: perché no? Se esprimono e comunicano quello che desidera il disegnatore, se raccontano qualcosa al lettore (e magari qualcosa di nuovo), perché no? Perché caldo è buono e freddo no? Perché l'istinto a priori viene considerato meritevole e la riflessione no? Sempre ammesso che i disegni digitali non nascano allo stesso modo di quelli su carta, seguendo l'impulso - sempre quello - a tracciare qualcosa che prima non esisteva.
E poi: anche ci mettessi meno a disegnare in digitale, ma con gli stessi risultati di sempre, perché no? Magari ho più tempo per disegnare altre belle cose (si spera), per migliorare, per esplorare; cosa importa al lettore quanto ore ci ho messo a fare una tavola? Sa il lettore che certi disegnatori ci mettono una giornata (anche meno) a realizzare un tavola e altri 3 o 4 giornate? È più valevole quello che ce ne mette 3? 
Disegnare, al pari dello scrivere storie, è un atto che parte dal cervello, é  lì che risiede il valore primario. Che io poi sia più veloce o più lenta non conta nulla nel valore di ciò che realizzo.

L'argomento del disegno digitale andrebbe affrontato in maniera più profonda di come ho fatto io qui, lasciandomi anche trascinare da opinioni molto personali; spero che questo post venga recepito anche come input e occasione per portare avanti delle riflessioni più puntuali e informate.

(Ah, il testo che va a finire quasi sopra le immagini dà fastidio anche a me ma non so come rimediare, Blogger non dà opzioni per il layout; e non capisco perché due immagini abbiano abbastanza spazio intorno e le altre due no)

15 commenti:

  1. Non ho risposto allora, dico qualcosa, solo qualcosa, adesso.
    La cosa più preoccupante del digitale è la possibilità di scomparsa del file originale. Duplica fin che vuoi... ho perso un sacco di tavole così, ma anche un sacco di cartaceo, perché sono molto disordinata e ho fatto 10000 traslochi. Ecco.

    La cosa stilisticamente più preoccupante è lo zoom, rischio visibile soprattutto in autori inesperti, ma anche in vecchi babbioni miei coetanei che si fan prendere la mano, sicuri (troppo) di sé e non ancora abitauati.

    Personalmente faccio fatica a fare tutto in digitale quello che verrà stampato su carta, si tratta di impatto e proporzioni, non di segno.
    Ho invece fatto completamente in digitale una storia per Aces Weekley, rivista digitale. Schizzi e primi abbozzi compresi. Anzi, c'ho provato su carta e non aveva senso.
    Originali non ne ho mai venduti e per me la fine dei collezionisti non è grave... risparmieranno soldi, poi ci sono disegni fatti apposta ecc ecc per arrotondare stipendi.

    la labilità insomma per me è il problema più grave. Non mi fido non della tecnologia ma dei produttori, che ci inchiappettano allegramente formando sempre nuovi modi di conservare, fare ecc...
    Poi occorre occhio ed esperienza, ogni materiale non è fatto per tutti... tu ci lavori benissimo.
    A me piace e mescolo digitale e carta/penna/acquerelli come mescolavo ecoline e acquerelli e collage... solo mi manca la ruvidezza della carta, modificassero ste tavolette lisce e dure... ufff

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  2. Post meraviglioso, da rileggere molte volte.
    E' un anno che disegno solo in digitale, con la cintiq, e se da una parte ci sono sono incredibili miglioramenti, dall'altro c'è da dire che la visione "totale" che da il foglio di carta sul digitale si perde, a meno che uno non abbia una cintiq 24 pollici, ovvio, ma comuqnue credo che la "visione" che si ha di una tavola su carta sia decisamente diversa. decidere il taglio delle vignette, la sequenza dell'azione, la resa complessiva della pagina, sono cose che sullo schermo non riesco proprio a fare. E quindi sono tornato a fare le bozze su carta. Una volta decisa la tavola nel suo complesso la passo in digitale e faccio le matite "definitive" e poi le chine. C'è da dire che anche il confine tra matita e inchiostro sul digitale è veramente sottile. Dal momento che le chine le puoi passare mille volte cambiandole di continuo finchè non trovi quella perfetta. Diciamo che con il digitale si perde anche la tavola a matita "finita". per quanto riguarda la mancanza presunta dell'"originale", non vedo dove sia il problema.
    Siamo nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'arte, ognuno fruisce di una copia perfetta, sono tutti originali e tutte copie.
    L'autorialità deve smettere di essere una gabbia.

    ciao :)

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  3. Non sono un disegnatore protagonista e nel mio piccolo porto avanti il mio webcomic e qualcosina qua e la con quanche indipendente americana, ma da poco più di un anno disegno in digitale e mi ha cambiato la vita!
    Il problema dello zoom l'ho superato trovando i miei riferimenti come dimensioni dei pennelli e facendo le stampe su carta delle tavole per aver eun'idea della resa.
    Riguardo la perdita di spontaneità, io faccio le bozze su carta e poi mi lancio direttamente sulla cintiq a inchiostrare. In pratica salto le matite e facendo cosi trovo che a volte anzi mantengo la freschezza che invece su carta perdevo passando dalle matite agli inchiostri.
    Ultimamente ho addirittura comprato un surface pro che utilizzo come studio mobile quando sono fuori o faccio le notti al lavoro.
    Su carta inchiostro soltanto alcune tavole che devo regalare o vendere e in quel caso faccio le matite in digitale e poi stampo tutto in un non repro blu che poi inchiostro "analogicamente".

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  4. ovviamente volevo dire professionista :P

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  5. @Laura: ah!ah!, spero di non essere uno(a) dei vecchi babbioni :)
    Comunque hai ragione, anche io faccio fatica ad avere la visione d'insieme di una tavola, motivo per cui faccio ancora le matite/bozzetti su carta; è anche vero però che per primi abbozzi e ricerca di volumi alla fine (se si ha uno schermo abbastanza grande) lavorare su A4 su carta o su pc è quasi uguale; diverso è il discorso sul mantenere un equilibrio sui segni che si inseriscono in una tavola. Per me si tratta di abitudine (e abilità magari), all'inizio si devovo fare tante zoommate all'indietro e vedere il generale, compararlo con altre nostre tavole simili su carta, fare delle stampate di prova.
    Per la conservazione dei file sono meno pessimista: sul tipo di file dipende, jpeg e formato Photoshop secondo me vivranno a lungo, e se scompariranno non sarà dall'oggi al domani, si farà in tempo a convertire nei nuovi possibili formati - che non mi sembra siano posseduti da aziende particolari, sono previsti da tutti i programmi di grafica al mondo.
    Diverso è per i file nati dentro programmi particolari, come può essere Manga Studio - che però per fortuna ha la possibilità di esportare in PSD e con i livelli.
    Per la conservazione ritengo che solo una catastrofe può farci perdere dei file se sono salvati su 4 posti diversi tra hard disk e dvd, aggiungendo vari storage su cloud; e un paio di copie su dvd lasciate da amici fidati o parenti. Se iniziano a cambiare i supporti si trasferiscono, si ricopiano, ecc; palloso, ma si può fare. Aggiungiamo per le cose a cui teniamo di più ottime copie su carta (LRNZ dava degli esempi).
    Io da tempo non lavoro più con i pastelli ad olio, ad esempio, mi piaceva molto; dovesse tornarmi la voglia non c'è programma digitale che possa sostituire quelle sensazioni. Come dici tu certe cose devono nascere su carta, altre sono fatte per il digitale.

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  6. @Carlo: è vero, per alcuni passare dalla bozza a matita al digitale paradossalmente migliora la freschezza del segno - ma è così anche con alcuni autori che invece di fare matite dettagliate su carta fanno bozzetti e poi iniziano a inchiostrare. Ognuno ha la sua strada.
    @Salvatore: ho letto qualcosa di disegnatori che usano il Surface Pro, in pratica come funziona? come lo usi?

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  7. @Patrizia: in pratica è un portatile che fa finta di essere un Tablet. Nel pro c'è installato windows 8 pro che altro non è se non la versione desktop estesa di windows per cui puoi installarci regolarmente programmi tipo Manga Studio e Photoshop. Il Tablet è anche dotato di pennino Wacom, con le sue brave migliaia di livelli di pressione.
    C' è un blog molto carino indirizzato proprio agli autori che usano il surface: http://surfaceproartist.com/
    Due grosse differenze con la Cintiq companion sono che il Surface non ha i tasti fisici (grande male) e cge costa parecchio di meno (enorme bene). Personalmente io lo uso poggiato sul tavolo o sulle gambe con la cover/tastiera aperta sulle gambe in modo da poter usare gli shortcut
    Nella mia esperienza le dimensioni ridotte dello schermo sono sicuramente un handicap e non sostituirei per nulla al mondo la mia Cintiq a 24 pollici con il surface a 10, però è un'ottimo surrogato mobile...mi ci è voluto un po' per adattarmi ho provato diverse penne e ho messo una pellicola protettiva opaca per replicare l'effetto "matte" che hanno le Cintiq e ridurre i fastidiosi riflessi su monitor ma adesso non ti nascondo che mi ci trovo benino e che difficilmente devo tornare ad intervenire con la Cintiq su tavole disegnate con il surface.
    Questa tavola ad esempio l'ho disegnata completamente con il surface durante una nottata di lavoro in cui non sono riuscito a chiudere occhio (ed in cui pertanto ho potute disegnare parecchio) ed il risultato non lo trovo troppo malvagio (per i miei standard che sono quelli che sono...)
    http://www.thecrossingwebcomic.it/comic/the-crossing-1-pagina-17/

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  8. Eh, Salvatore, non male la tua tavola (quando ho un po' di tempo mi leggo anche la storia dall'inizio).
    Il Surface quindi va bene come pc/tablet da vacanza, facile da trasportare, in cui puoi portare avanti anche dei lavoretti di disegno, fare schizzi, o magari terminare qualche colorazione di vignette - cose così. Come dici tu per chi non si può permettere una Cintiq è sempre meglio di niente :)

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  9. Babbione Zaghi a rapporto! Me lo dico da solo perchè la descrizione di Laura corrisponde a ciò che ho pensato dopo aver visto stampato il mio primo lavoro completamente digitale. Si, è vero, evitare che la tecnologia ti prenda la mano e ti induca ad eccedere nei dettagli è difficile - ma il nostro è un lavoro difficilissimo per tanti aspetti. Si tratta di un'altra variabile di cui tener conto, una volta capita l'antifona ci si può "mettere una pezza" ad esempio, come nelle foto qui sopra, usando il doppio monitor per controllare in tempo reale la resa di quanto stiamo facendo in una vignetta ingrandita sulla pagina intera: basta "buttare l'occhio" per avere un raffronto istantaneo con la dimensione effettiva di stampa. Passare al digitale può dare rigetto o entusiasmo, o prima uno e poi l'altro. Il mio caso è stato il secondo. Dopo anni e anni di normale tavoletta grafica, usata per i ritocchi, le correzioni e qualche colorazione, ho acquistato la Cintiq, spinto dall'emulazione verso i colleghi (il Foderà, per la precisione) e fu rigetto istantaneo: la rivendetti tre settimane dopo. Poi però capii... che il problema non era la Cintiq, ma il contorno. Ovvero m'ero buttato a pesce senza capire tante cose: prima di tutto usavo Photoshop CS3, che in ambiente Mac ha diversi svantaggi rispetto ai più recenti, tra cui una peggior resa sulla Cintiq. Poi scoprii la funzione "new window" per riprodurre una seconda istanza della finestra di lavoro, come dicevo sopra. L'amico Thomas Campi mi passò il link di Ctrlpaint.com, con tutti i suoi benedetti tutorial, e infine uscì Manga Studio 5 che per me è la vera manna del fumettista digitale. Ricomprai una Cintiq identica, usata, e da quel giorno, praticamente, non ho più toccato la carta se non per dediche e commissioni. Dicevo che l'entusiasmo di fronte ad una nuova tecnica ti prende un po' la mano... Ma questo è tipico di chi ci mette il cuore. Stessa cosa mi accadde quando scoprii, a fine anni 90, certi pennarelli che usati di taglio facevano il segno sgranato (e sgrana qua, sgrana là, venne fuori un fumetto tutto sgranato), oppure quando più tardi decisi di passare al pennello e prima di capire dove usarlo e dove no pubblicai un albo troppo morbidoso. Ora il digitale ha si i suoi problemi, che hai elencato tutti benissimo (aggiungo il fatto che è bene dotarsi di un gruppo di continuità per salvaguardare il lavoro in caso di crolli di tensione). Di sicuro la considero "solo" una tecnica, raffinatissima, in grande evoluzione e quindi sarà difficile che venga a noia a breve, ma pur sempre una tecnica, che segna una tappa, non una meta finale. Penso anch'io che farò ancora albi su carta in futuro, magari progetti diversi da quelli attuali chissà, siamo sempre in corsa contro la noia, prima nostra e poi del lettore. Infine: ottimo post Patrizia... ma mi ci sono imbattuto a sondaggio terminato... ti consiglio di spammare di più, molto di più! Ciao, R.

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  10. Grazie Roberto, la tua testimonianza mette tutto in prospettiva - quella di un autore dalla lunga esperienza e professionalità (della bravura non parlo, basta leggere i tuoi lavori su Julia o per il mercato francese). Ottimo il consiglio per l'uso del doppio monitor e se non si ha la Cintiq l'uso di un monitor bello grande per usare l'opzione "New window".
    Io con la Cintiq vorrei ritentare, so che gli ultimi modelli hanno lo schermo più fino, ma devo aspettare per fare questo piccolo investimento, magari l'anno prossimo potrei prenderne una usata - vedremo...

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  11. tieni d'occhio il sito Wacom, ogni tanto capita qualche offerta da cogliere al volo :-)

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  12. I vecchi maestri dicono che bisogna disegnare a penna e non a matita se si vuole imparare davvero. Il fatto di non poter cancellare costringe l'artista ad imparare un gesto sicuro. Con il computer è ancora peggio, perchè si può cancellare ancora più facilmente e tornare indietro col tasto annulla. Alcuni dicono che così non si impara mai.
    Io ho seguito questa strada

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    1. Si sta parlando della fase iniziale di apprendimento del disegno? Anche perché fare le matite, bozzetti, e ripassarci sopra cercando le curve migliori, avvicinandoci a quello che avevamo in mente è cosa che fanno quasi tutti sia in ambito di disegno professionale seriale che più "artistico". Se parliamo delle scuole di disegno - mah, credo che non molti di quelli che reputo grandi disegnatori abbiano imparato e siano migliorati disegnando direttamente con la penna. Ci sono autori che disegnano direttamente o quasi con la penna o altro, ma sono una piccola minoranza. Il gesto sicuro e fresco lo si acquisisce anche disegnando a matita, e cancellando talvolta. Dipende certamente anche dallo stile - per cui non ne farei una legge generale. Quello che può rendere problematico il disegno digitale non è la possibilità di cancellare (possibilità che usiamo quasi tutti disegnando a matita, per poi ripassare e inchiostrare), quanto quella di poterlo fare così velocemente da rischiare di farlo a lungo per chi è perfezionista. Io come abitudine mi do dei limiti e più di tanto non cancello o modifico, ma è anche vero che ho iniziato a disegnare in digitale in età adulta. Bisogna comunque continuare a riservare del tempo per il disegno su carta

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    2. "non ne farei una legge generale", sì, non esistono leggi generali. Io stesso non ho mai seguito le regole che danno a scuola, tipo far prima i contorni generali. Però in età adulta mi sono imposto l'acquerello per esempio, che non puoi passarci sopra come con l olio e, dopo un anno di disastri, ho acquisito il gesto.
      "quanto quella di poterlo fare così velocemente da rischiare di farlo a lungo per chi è perfezionista"..... giustissimo ahahha una vera tortura per chi è perfezionista (io lo ero ma son guarito)

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  13. Che strano, sto riguardando Interstellar ed ecco che mi compare una notifica di questo bel post di Patrizia che risale a parecchi anni fa :) Ne approfitto per commentare che sarebbe bello avere tutti quanti la dote di Kim Jung Gi di improvvisare e stupire il mondo, ma lo amiamo proprio perchè è un'eccezione. Per me è certo un bene coltivare il disegno a penna, tenendo però presente che in una tavola a fumetti di tipo realistico, con sfondi prospettici, oggetti da documentare, figure che recitano e piani che si sovrappongono, ecc... la fase prelimare è indispensabile. Del resto anche i disneyani fanno matite accurate. Ci sono però ottimi esempi di improvvisazione su alcune parti della tavola, ad esempio Moebius sapeva bene come dosare progetto e gesto spontaneo anche nelle complicate tavole di Blueberry. Sono invece pienamente d'accordo sul fatto che la rivisitazione ossessiva del proprio lavoro fino all'ultimo secondo prima della consegna, che può essere un "effetto collaterale" del digitale, non fa bene nè alla mente del disegnatore nè al disegno stesso :)

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