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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



domenica 21 aprile 2013

Domande e riflessioni

Vignetta tratta dal Nathan Never che ho finito di disegnare poche settimane fa
Inizio con una domanda: perché un post che evidentemente avevo pubblicato nel 2009 (questo, che ho ripristinato), è sparito dal blog per finire nelle bozze? Mi riferisco a quello che pensavo fosse un mio errore, cioè aver saltato il post n. 3  delle minilezioni di Manga Studio , che in effetti non trovavo più (eppure è stato pubblicato, aveva anche molti commenti!).

Perché con tutti i modelli di eReader che adesso girano l'unico che abbia un bel dizionario integrato inglese-italiano è il Sony? Per integrato intendo che quando seleziono una parola di qualsiasi testo posso visualizzarne all'istante la traduzione - e per qualsiasi testo intendo anche quelli caricati da noi, non solo quelli comprati e scaricati dallo store di riferimento (come succede mi sembra con gli ebook di Kobo: per me ad esempio è una pecca non da poco).
Per Kindle, come già detto in un altro post, esiste la possibilità di installare e usare altri dizionari oltre quelli monolingua a disposizione, ma di decenti in vendita non ce ne sono: anche quello più costoso contiene solo 20.000 lemmi - tanto vale installarsi quello gratis che si trova in rete e che credo sia anche più corposo; la qualità comunque non è paragonabile al dizionario Collins del Sony.
Gli eReader Sony non hanno un grande schermo, che è poco "luminoso", e sono più costosi dei concorrenti; io ormai sono abituata a leggere anche sull'iPad, e passare alla relativa oscurità del mio Sony 350 mi costa molta fatica.
In generale quando si vanno a guardare le pagine web con le presentazioni dei vari eReader presenti sul mercato non si mette molto in rilievo questa caratteristica che è un valore aggiunto del leggere ebook: la facilità con cui si possono leggere testi in una lingua diversa (se se ne ha una infarinatura); sulla pagina dell'ultimo modello Sony non sono neanche menzionati i dizionari (che credo esistano come sul modello 350), su quello del Kobo non si precisa che i dizionari integrati funzionano solo per i "loro" ebook (l'ho scoperto leggendo il forum di Simplicissimus).
Bah!

Perché continuo a leggere sul web cose che mi deprimono? Ovvero, perché non riesco ad evitare di leggere cose che so già non mi porteranno nessuna nuova conoscenza, nessun aiuto, nessun divertimento?
Questa è una domanda retorica, so già la risposta, anche se non mi convince del tutto: perché assieme a tanta roba che farei bene ad evitare c'è anche tanta roba interessante, ed è spesso difficile evitare un aspetto se mischiato o vicino è presente anche l'altro.
Tempo fa mi ero ripromessa di stare un po' lontana dal web, ma l'intenzione si è rivelata molto difficile da perseguire; ci sono delle cose che mi interessano molto, e che mi fa piacere leggere, non potrei più rinunciarci.  Inoltre stare troppo lontani dalla rete significherebbe per me perdere il contatto con innovazioni e notizie che riguardano non solo il campo in cui lavoro, ma anche quello che - chissà - un giorno potrebbe essermi molto utile per vivere (o sopravvivere); per tante ragioni (compreso il declino costante dei lettori di fumetti) non credo sia scritto da nessuna parte che io finirò i miei giorni con la matita in mano.
Per motivi che sono stati indagati da psicologi e studiosi di ogni tipo (e che qui non voglio affrontare) scrivere sul web libera le persone da ogni remora e anzi acuisce certi lati non proprio piacevoli dell'animo umano: penso sarà capitato a tutti, anche senza volerlo, di essere coinvolti in discussioni spiacevoli (come minimo), oppure semplicemente di leggere commenti aggressivi, insultanti, disinformati o presuntuosi.
Questo è un aspetto del web, ma non il solo, che mi mette a disagio quando mi capita di girare per blog; l'altro è quello che riguarda... [e niente, ho cancellato una parte corposa che probabilmente avrebbe sollevato qualche polemica - cosa che non voglio, e non vale neanche la pena; non a caso qui non parlo di religione e di politica. Potrei invece proseguire con: "...l'altro è quello che riguarda il mio carattere, la paura di impelagarmi in discussioni animate e in generale di affrontare argomenti controversi"; ma qui si va troppo sul personale e quindi per adesso lascio perdere].

Riflessione: ho letto per caso questo post di Matteo B. Bianchi (autore di diversi romanzi) che parla della "passività dell'esordiente"; ovviamente si parla di esordienti scrittori, ma a parte le naturali differenze vi ho trovato diverse analogie con l'atteggiamento di alcune tipologie di esordienti (o aspiranti) disegnatori di fumetti.
Cito dal post: "Inoltre ho verificato che esiste una formula esoterica in grado di riaccendere all’istante un’intera sala di ascoltatori disinteressati e sonnecchianti, più efficace e immediata di una botta di cocaina: “Ora vi fornirò un elenco di case editrici che pubblicano esordienti”. Ecco che tutte le nuche si rialzano, gli occhi si accendono, le orecchie si spalancano, le penne poggiano tremanti sul foglio pronte a trascrivere ogni parola. La famosa chiave d’accesso al mondo dorato: ve la sto svelando. Dalle continue richieste (scusi può ripetere?) mi rendo conto che si tratta di case editrici da loro mai sentite nominare prima, ma questo non sembra rappresentare un problema: è importante capire bene il nome dell’editore, non conoscere il suo catalogo. Raramente avviene che, dopo questo elenco magico, qualcuno mi faccia domande su che tipo di libri pubblica questa o quell’altra casa, che voglia indagare l’ambito narrativo dell’editore per capire se il proprio testo possa essere adatto." 
Precisando che non tutti gli aspiranti disegnatori che mi hanno contattato avevano questo atteggiamento, mi è capitato più di una volta di sentirmi chiedere indirizzi di case editrici a cui far vedere i propri fumetti; alcuni mi chiedono di dare loro un parere su disegni o tavole, ma altri mi domandano direttamente a chi rivolgersi per pubblicare fumetti (magari senza specificare che tipo di fumetti si disegnano).
Alcuni palesemente non leggono molti fumetti, non conoscono la varietà di case editrici che esistono in Italia, non capiscono che se se disegnano manga è inutile rivolgersi a chi disegna fumetto realistico - e così via.
Ci sono aspiranti disegnatori che si presentano dandosi già un giudizio di valore, altri che sono convinti esistano corridoi privilegiati attraverso cui far vedere i propri lavori ai redattori delle case editrici (considerate come una grande lobby interconnessa - tipo che ci conosciamo tutti e quindi io potrei "raccomandare" un disegnatore alla Disney, per dire).
Saper riconoscere un disegnatore carismatico da un altro come tanti è indice di buon occhio critico, dietro cui probabilmente c'è non dico il talento ma almeno la passione e la conoscenza; rivolgersi a me per aiuti pratici e pareri sul proprio lavoro invece che ad altri disegnatori più bravi e importanti mi dà da pensare (come sono stata trovata io sul web possono essere trovati molti altri disegnatori che hanno un blog, un sito, o che sono presenti su Facebook).
Inoltre io non sono a conoscenza (se non per caso e in maniera non approfondita) delle serie o miniserie nuove su cui si sta eventualmente lavorando in casa editrice: se si vogliono presentare delle prove è bene rivolgersi direttamente ai caporedattori delle varie testate (e il nome si trova nelle informazioni presenti nella prima pagina di ogni albo - posto che un aspirante disegnatore dovrebbe leggere e conoscere gli albi della casa editrice per cui vorrebbe lavorare).
Posso dare è vero qualche parere personale sui fumetti o disegni che mi si mandano in visione (meglio link, meglio cose recenti e selezionate), ma io non insegno, non sono un caporedattore, non sono insomma la persona che può dire "questo va bene, questo no" come se il mio giudizio potesse contare veramente ai fini di una possibile futura pubblicazione.
Qualche consiglio lo posso dare, per quel che vale: se volete entrare nel mondo del fumetto sia come autori che come disegnatori non limitatevi a migliorare la vostra tecnica, ma approfondite la conoscenza del fumetto in generale - storia, riviste, testate, autori, ma soprattutto leggete tanto e di tutto, non limitatevi a guardare le cose che vi piacciono.

7 commenti:

  1. Post da bookmarkare, ehm mettere nei segnalibri. Anche perché con piccoli cambiamenti (poche parole) vale per millemila altri campi.

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  2. bel post, che come scritto in un commento poco fa, vale un po' per tutti i campi dove si rischia di passare per un'autorità solo perché si è già inseriti (anche in modo precario come me).
    quanto all'aggressività sul web ne sono stato vittima non solo come bersaglio ma anche come tiratore, le volte (poche) in cui mi sono scagliato contro e poi me ne sono pentito.
    e grazie per il dizionario bilingue per kindle! :-)

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  3. Che dire, se non "hai ragione"? Io su Internet ho letto commenti di una cattiveria indicibile, fuori da ogni logica, calunnie assurde, rancori incredibili. Non scherzo se dico che sto male e non riesco a capire certe cose. A volte faccio qualche battuta, ma la cancello perché temo di essere come loro. Ma loro non scherzano...

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  4. @P. Alexis: fai bene a cancellare le tue risposte a commenti cattivi - ne ricaveresti di altrettanti, non c'è possibilità di discussione con chi scrive con disprezzo. Io stessa certe volte ho avuto la tentazione di ribattere a certi commenti sul lavoro di persone che conosco (anzi, su commenti alle intenzioni e alla buona fede), ma ho lasciato perdere; e a proposito di queste mie "autocensure",
    @Sergio non so se sono davvero così dolce - è che istintivamente mi piacerebbe essere caustica almeno la metà di persone che pensano di avere la verità in tasca, specialmente su cose che non conoscono: sto imparando a trattenermi!
    @Juhan: sì, è un esempio che può valere in diversi ambiti, credo anche che questo tipo di atteggiamento si sia aggravato negli anni.
    @marcoboh: penso spesso al consiglio utilissimo di lasciar passare almeno una giornata prima di rispondere a qualche commento che ci ha irritato o ferito: se riuscissimo a resistere tutto questo tempo (sul web una giornata è eterna!) probabilmente il 99% delle volte rinunceremmo a tuffarci nella mischia :)

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  5. Grazie mille del consiglio per i fumettisti esordienti!
    E anche del dizionario gratis per Kindle, io col monolingue me la cavicchio, ma ogni tanto sentivo anche la necessità del bilingue.

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  6. Grazie Piperita Patty, anche per i commenti sugli altri miei blog :)

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Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.