Volevo scrivere solo due righe al volo su tre albi a fumetti che ho preso da poco ma poi mi sono allargata un po' su Blue di Pat Grant, di cui consiglio di leggere estratti e recensione sul sito di Fumettologica: qui, qui e qui. Ho anche aggiunto degli estratti della postfazione dell'autore che sono visibili nel mio blog "Ritagli della fumettista curiosa".
"Molecole instabili" di James Sturm e Guy Davis devo ancora finirlo, ma mi sembra interessante (edizioni Marvel/Panini 9L).
"Le cronache di Centrum" di Andrevon - Khaled (edizioni Mondadori) l'ho preso solo per i disegni e l'ambientazione fantascientifica, dalla storia non mi aspetto molto (ma vedremo); non granché la copertina, e le tavole sono un po' discontinue, ma ci sono belle immagini.
Di "Blue" ho già indicato tutti i link per approfondire; qui sotto potete anche leggere la presentazione di Grant del suo fumetto, rilasciato in Creative Commons; se andate a leggere le ultime righe però vedrete che Grant comunque è stato finanziato dal governo australiano e da Express Media (qui in Italia sarebbe fantascienza).
Coincidenza vuole che dopo aver comprato "Blue" mi sia imbattuta in questo post: ILa Menca and Comics (sottotitolo: BLUE, ovvero sul Localismo e CASA MIA).
Nel fumetto di Grant non si racconta di rapporti con gli immigrati (che nel fumetto vengono ritratti come alieni - i "blue", appunto), piuttosto questi rapporti vengono visti, fotografati sotto forma di cambiamenti nella città. Questi cambiamenti possono essere letti in maniera diversa a seconda di come si vive la questione (non è mai facile la convivenza tra culture diverse, sarebbe bello lo fosse ma non lo è).
Pur non essendo io un'amante particolare dello stile genericamente "underground" ho trovato davvero belle diverse tavole di questo fumetto, e interessante il modo di raccontare la storia.
Di seguito due tavole da "Centrum"
A me Centrum è piaciuto molto, tanto la storia, quanto i disegni
RispondiEliminaAh, bene, lo leggerò con più interesse allora :)
RispondiEliminablue è molto bello, ti consiglio anche gli altri titoli della collana psyco pop.
RispondiEliminaEro in effetti interessata a Marbles, mentre invece a Nate Powell ho dato un'occhiata e letto qualche recensione e mi ha dato l'idea che mi sarei depressa troppo. A volte ci sono periodi in cui non riesco a leggere di certi argomenti.
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