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domenica 12 settembre 2010

Una mia vecchia passione: "The Smiths"

Era il 1984; non esisteva ancora MTV Italia, ma iniziava le sue trasmissioni un canale dedicato alla musica, Videomusic. Probabilmente è su questo canale che mi capitò di vedere un video live di una strana band inglese con un cantante ancora più strano che si agitava sul palco.
Il nome della band era "The Smiths" - che era un po' come chiamarsi "i signori Rossi". La volontà di distinguersi dalle band coeve, con i loro nomi lunghi e "originali" era palese: all'epoca giravano gli "Echo and the Bunnymen", i "Tears for fears", "The psychedelic furs", "Siouxsie and the Bunshees" (scrivo alla rinfusa, eh...), ecc. I cantanti o avevano un aspetto post-punk e dark con capelli lunghi e spettinati e abiti scuri, o erano perfettini quando più tendenti alla New Wave e al New Romantic: Morrissey invece aveva questo taglio di capelli un po' anni cinquanta e una camicia ribelle dallo stile fricchettone - con aggiunta di collana lunga al collo e gladioli infilati nella tasca posteriore del jeans.
"Ma chi è questo matto?" - fu il mio primo pensiero al vedere Morrissey mentre cantava...non ricordo cosa esattamente, forse proprio "Hand in glove" come nel primo video qui postato; gli Smiths erano qualcosa che non riuscivo a inquadrare, data la musica e lo stile che vigevano all'epoca.



Il colpo di fulmine arrivò presto, e mi procurai gli album che fino a quell'epoca erano stati pubblicati: "The Smiths" e la raccolta "Hatful of Hollow". Imparai le canzoni di quegli album praticamente a memoria, inaugurando così un mio personalissimo e carente studio dell'inglese (che non avevo avuto modo di studiare a scuola). Con molta fatica riuscii a procurami le traduzioni delle canzoni (oggi con internet qualsiasi giovane che abbia una passione basta che digiti su una tastiera...fortunelli...) - canzoni dai testi mai banali e abbastanza letterari e decadenti da ricevere la mia immediata attenzione.
Gli Smiths in pratica erano Morrissey (cantante e autore dei testi) e il bravissimo chitarrista e compositore Johnny Marr: il batterista Mike Joyce e il bassista Andy Rourke  sono sempre rimasti un po' sullo sfondo - gli sfigati del gruppo...
Per chi non conoscesse gli Smiths metto qualche link qui e qui: all'epoca furono una band che fece parlare molto di sè, sia per la qualità musicale  che per i contenuti di certe canzoni (un loro album si intitola "The Queen is dead", tanto per dire...).

Interno dell'LP "Hatful of Hollow"
Ora racconterò un episodio che spero non venga letto da una mia cara vecchia amica (ci conosciamo dai tempi del liceo): credo che il ricordo le procuri ancora qualche attacco d'ulcera.

La parabola musicale degli Smiths si può contenere dal 1984 al 1987 (anno di scioglimento della band): 4 anni densi e gloriosi, fatti anche di diversi concerti in Gran Bretagna e in altri paesi europei. In Italia loro suonarono solo un unico, mitico concerto, a Roma: io e la mia amica avevamo i biglietti per andarlo a vedere. Il concerto era programmato per il 14 maggio 1985 al Tendastrisce. Il 12 maggio nel Lazio (e in altre regioni) ci furono le elezioni Regionali: probabilmente le mie prime elezioni (avevo 20 anni). Mentre facevo la fila al seggio venne fuori la presidentessa, con una richiesta impellente: mancava uno scrutatore, non si poteva far nulla se non se ne trovava uno, lì per lì. Nessuno si fece avanti, così la signora minacciò di non fare andare via nessuno se qualcuno di noi non si fosse "offerto". Ignoro se avesse il potere di fare ciò, fatto sta che tutti addussero delle scuse varie - chi doveva lavorare, chi aveva a casa i bimbi piccoli, ecc.
Io mi sentivo un po' presa in causa perchè in effetti tra tutti quegli adulti certamente ero la meno impegnata; e poi mi incuriosiva molto conoscere i meccanismi della democrazia. Il concerto era per due giorni dopo, lo scrutinio avrebbe preso al massimo un giorno (così mi assicurarono). Mi feci avanti.
Informai la mia amica, che comunque non fu contenta (aveva un presentimento, credo). Il giorno dopo non bastò a scrutinare le schede (ricordo ai giovani che esisteva ancora la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, Democrazia proletaria, i socialisti, i liberali, i repubblicani, ecc.; i rappresentanti di partito spesso si accapigliavano per stabilire se gli sgorbi fatti a cacchio dagli elettori sulla scheda fossero posizionati nell'area di questo o quel partito, se il nome del candidato fosse stato scritto giusto o no - e così via...). Dovetti tornare a scrutinare anche il 14 - non era proprio possibile ormai lasciare quell'impegno. Per tutto il giorno sperai che il tutto terminasse entro un orario decente, ma niente, sfiga totale. Concerto andato all'aria.
La  mia amica per qualche giorno non mi rivolse parola, si rifiutò anche di ricevere l'indennizzo per il biglietto: io quel biglietto ce l'ho ancora (spero a Roma, che qui a Milano l'ho cercato e non l'ho trovato), come memento di un non-evento tanto atteso, come memento di un antico dolore.



La fine prematura degli Smiths certamente mi deluse molto, ma già nel loro ultimo album ("Strangeways, here we come") secondo me c'era già un allontanamento dalla freschezza e originalità di un tempo. Morrissey intraprese una carriera solista che io seguii solo per i primi due album (bello il primo, meno il secondo): senza Marr a Morrissey era come se mancasse la profondità. Ho amato molto Morrissey, la sua voce, ma non sono riuscita più a farmi incantare solo da quello. Mi ha fatto certamente piacere sapere che la sua carriera ha avuto di nuovo un'impennata con gli album recenti - la sua voce è sempre molto bella, e devo dire che invidio la sua coerenza estrema in fatto di taglio di capelli! Tuttavia il Morrissey che ha lasciato una traccia nella storia della musica è quello degli Smiths: Moz è tutto lì, per sempre.

11 commenti:

  1. Io sono stato a Londra durante un concerto dei Pink Floyd e non lo sapevo!
    Qualche anno dopo sono passato vicino alla cappella di Ronchamp di Le Corbusier senza saperlo!
    Ancora ho scoperto che avevo delle chances con KS solo quando mi sono trovato a 1000 km di distanza.
    3 a 1, vinco io.

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  2. Sì in quanto a occasioni mancate, no in quanto a occasioni mancate conosciute e perse per propria colpa!

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  3. ha una voce bellissima, evocativa, malinconica, anestetizzante...
    (io gli smith gli ho scoperti nel 90, comprando a caso un lp in un negozio di dischi usati, mi ispirava il prezzo basso e la copertina con un soldato)

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  4. onelulu@:
    "Meet is murder"! Ho dimenticato di parlare un po' della scelta delle copertine degli Smiths - evocative e raffinate.
    Però che bello scoprire le cose un po' per caso, lasciandoci trascinare dal nostro istinto...

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  5. Però, se parliamo di copertine, loro sono i migliori in assoluto secondo me. Per la musica anche (tutta avrei detto una volta, adesso qualche volta sono troppo angoscianti). Come chi? Pink Floyd, naturalmente.
    Patrizia cosa ne pensi? Ho ragione o sono troppo vecchio?

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  6. juhan@: non so se sei troppo vecchio, ma i Pink Floyd ormai sono dei classici - niente da dire, anche se io non li ho ascoltati da giovane (se non di rimando).

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  7. ma le copertine le hai viste? secondo me sono le più belle di tutte.

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  8. ho appena letto che quasi tutti i videoclip degli smiths sono stati direttio da Derek Jarman... ma dai, wow.

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  9. juhan@: copertine viste, belle, ma non so so se siano le più belle realizzate - non sono un'esoerta di musica e non ne ho viste e analizzate molte. Per motivi puramente affettivi preferisco quelle degli Smiths.

    onelulu@: sapevo che aveva diretto qualche video, Jarman, ma per quel che ricordo non ne hanno mai realizzati molti complessivamente, gli Smiths...

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  10. Hai proprio ragione... eh, che nostalgia! Ricordo anch'io il primo singolo (Hand in glove) con quella copertina decisamente provocatoria. Ovviamente d'importazione londinese.
    Comunque qualcosa di buono il nostro, in tempi relativamente recenti, lo ha fatto vedi ad esempio "I have forgiven Jesus" e un'altra decina di canzoni che ci fanno sentire un po' meno la mancanza degli Smiths.

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  11. Sono andata a sentirmi proprio adesso la canzone che citi: dovrò riascoltarla, ma così a naso mi sembra musicalmente poco "smithiana", ma molto "morrisseyana" nel testo (ho letto una traduzione).
    Devo dire che il contenuto mi ha colpito abbastanza; mi viene da pensare che se ancora parla con tanta intensità delle sue sofferenze (e si sa di cosa parla, almeno per chi conosce anche le vecchie canzoni)- cose ormai risalenti a forse 30 anni fa - càspita, è una cosa che mi procura anche un po' di pena. Pensavo sinceramente che i testi più recenti parlassero d'altro, o in altro modo.

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Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.