Non ne sono sicura ma penso che molti fumettisti sognino con ricorrenza edicole cariche di nuovi e bellissimi fumetti, oppure fiere, fumetterie - insomma, credo non sia strano che la nostra "ossessione" principale (o una delle principali) colonizzi un po' il mondo parallelo dei sogni.
Io in particolare sogno molto, in certi periodi ricordo anche sogni lunghi e articolati, a 3-4 per notte. Con l'età mi capita meno spesso di ricordare questo tipo di sogni - quelli che io chiamo i "miei film". photo © 2008 New York Public Library | more info (via: Wylio)
Alcuni di questi hanno appunto per argomento i fumetti: uno dei più ricorrenti è "l'edicola". In questo tipo di sogno mi capita di trovarmi davanti un'edicola nuova, magari mentre sto camminando in parti sconosciute della città; sulle bacheche e sugli scaffali noto delle nuove riviste, o degli albi: le sfoglio con grande interesse, faccio i conti dei soldi che ho in tasca e di quello che posso comprare, commento questa o quella copertina. Spesso ricordo nei particolari disegni e stile, alcuni inventati di sana pianta, altri che ricordano fumettisti esistenti.
In uno di questi sogni dell'edicola ricordo che era appeso una specie di poster disegnato da Moebius: bellissimo, un disegno mai visto nella realtà ma che era una specie di intreccio di varie illustrazioni stile Arzach: ancora adesso ricordo e riprovo la sensazione meravigliosa che mi aveva dato quella composizione, ricca di dettagli e colorata con tonalità ocra-marroni intense.
Stanotte invece ho sognato di entrare in una fumetteria (altro luogo ricorrente); tra l'altro mi ricorda un luogo (inesistente nella realtà) che ho già sognato, un locale costituito da diverse stanze collegate, molto esteso, con tanti scaffali, banchi con scatole piene di fumetti, bacheche, ecc.
In questa fumetteria incontravo amici-colleghi come Laura Scarpa, Lorenzo Sartori, Giorgio Pelizzari (e a proposito questi ultimi sono sulla copertina del numero in uscita di "Scuola di Fumetto" con il loro "Daimon"), ma sopratutto notavo tantissimi fumetti che non avevo mai visto, compresa una rivista dal nome "The Sleepers" (?!) che a dispetto del nome era italianissima e in cui c'erano anche dei fumetti di Sartori, Pelizzari, forse anche di Stefano Tognetti. In uno scatolone c'erano tanti numeri di questa rivista simile come formato a un comic book, e io mi meravigliavo di non averne avuto conoscenza. Il problema nel sogno era scegliere un po' degli ultimi numeri di "The Sleepers"rimanendo all'interno del mio budget, già in parte speso in altri albi.
La parte più bella del sogno però era quella in cui notavo un grande albo cartonato (abbastanza più grande del formato solito dei cartonati alla francese) le cui tavole erano costituite da grosse slash plage perlopiù panoramiche, ma in cui si trovavano comunque dei dialoghi qua e là - a metà quindi tra una storia a fumetti "normale" e le grandi tavole un po' a volo d'uccello piene di avvenimenti, personaggi e piccole gag alla Jacovitti (da ragazzina ne disegnavo parecchie di questo tipo di tavole-panoramiche, ma tutte ambientate nel west, spesso in villaggi di indiani in cui riuscivo a mettere tante gag, discussioni tra personaggi, sparatorie con cowboy, gare di tiro con l'arco, scazzottate, ecc.: era il mio periodo Texiano).
La storia era ambientata in una mitica preistoria con la presenza di tanti elefanti/mammut (ma senza le lunghe zanne ricurve) che vivevano quasi addomesticati presso una tribù di uomini di un simil-paleolitico. Uno dei protagonisti principali era un ragazzino che cavalcava il suo elefante/mammut, e il tono delle storie doveva essere in parte umoristico nonostante lo stile del disegnatore fosse invece abbastanza realistico. Purtroppo non sono assolutamente in grado di riprodurre lo stile di questo immaginario fumetto, che ricordo nei particolari, dotato di talento e il cui immaginario disegnatore doveva avere il pieno controllo di pennello e pennino, nonché una grande perizia nel tratteggiare anatomie, prospettive, ambienti naturali.
L'albo era naturalmente a colori, lo stile vagamente potrei accostarlo (come tipologia) a un Dodier del "Jérôme K. Jérôme Bloche" più maturo, con un di più di realismo forse.
Purtroppo mentre stavo sfogliando l'albo mi sono svegliata, e non so se sono riuscita ad acquistarlo; mi piacerebbe moltissimo che esistesse nella realtà, era davvero molto bello.
Le fumetterie e in passato le edicole erano il nostro paradiso, in cui si trovavano cose nuove e interessanti.
RispondiEliminaAnch'io nei sogni a volte mi trovo in città sconosciute che sono un miscuglio di città già viste o inesistenti.
Logicamente in questi sogni ci sono anche le fumetterie, piene di fumetti :)
Una notte sognai di sfogliare un fumetto, come formato tascabile ( tipo Vartan o Hessa), e mi trovai affascinato da questo personaggio, che nella realtà non esisteva. Appena sveglio lo disegnai, apportando miglioramenti nel vestiario. Spero di potere realizzare in futuro una storia con questo personaggio, dalle ottime potenzialità.
Credo sia un tipo di sogno ricorrente, con varianti. A me capitava spesso di sognare algoritmi completamente assurdi, spesso si trattava di cose fatte da altri che dovevo far funzionare. Alle volte ci rimanevo male quando svegliandomi scoprivo che quello che avevo risolto non c'era e non funzionava. Poi quel periodo è passato: in questi giorni sono bloccato su un post per il blog ma non ho nessun aiuto notturno, purtroppo.
RispondiEliminaInquietante :-) E' la prima volta che mi capita di sentire di sogni ricorrenti così legati a una specifica attività lavorativa o a una passione.
RispondiEliminaMauro@: curiosa di vedere il personaggio!
RispondiEliminajuhan@: il post su cui sei bloccato prevede algoritmi?
Massimo@: ma no, credo che anche altri che hanno un lavoro/passione sognino ricorrentemente certi aspetti del loro lavoro; magari non se lo ricordano!
beati voi, pare che tutti sogniamo ma io non ricordo mai assolutamente nulla! notevole la precisione dei tuoi ricordi, Pat... a presto!
RispondiEliminaUna vera sognatrice! Non so se hai mai sentito parlare del sogno lucido, ma credo sia un argomento che possa incuriosirti:
RispondiEliminahttp://www.masayume.it/drupal/2005/08/11
Certo non permetterà di tirare fuori lo smartphone di fronte all'inedito di Moebius e mandarti la foto direttamente nella tua casella di posta reale, ma ci stiamo lavorando...
:-)
Ah, sarebbe bello sì poter videofilmare i miei sogni!, ne faccio di bellissimi, con una ricchezza di particolari e fantasia che non sono capace di riprodurre nella realtà, con mia grande frustrazione.
RispondiEliminaCredo mi sia capitato solo un paio di volte nella vita di aver parzialmente "dirottato" dei sogni; ho visto al volo il sito del link (che leggerò meglio in seguito) ma non so mica se mi piacerebbe praticare il "sogno lucido"...
E' come se del sogno mi piacesse la sua totale alterità, il fatto che è davvero come una dimensione parallela, di cui tutto sommato non voglio neanche conoscere bene le implicazioni psicologiche, nè voglio "entrarci" da consapevole.
Non so, devo pensarci :)
Che bei sogni vividi :)
RispondiEliminaIo sono come IllustrAutori, generalmente i sogni non me li ricordo, mi lasciano solo qualche sensazione al risveglio (inquietudine in genere... Quindi forse è meglio che non ricordi )
Anche se una volta, la notte mi ha portato davvero consiglio, era il periodo in cui imparavo a programmare in C e mi ero impantanata pesante, bei ricordi :)
Fiere e bancarelle, di solito. Abbastanza spesso. E fumetti comprati e dissolti al risveglio. Ma ricordo soprattutto quella volta che scoprii un autore assurdo degli anni 30 dentro le vecchie riviste locali della biblioteca di Viterbo. Non credevo ai miei occhi: il segno poteva ricordare Eisner, un po' più sottile, un po' più legnoso, ma le inquadrature e la scansione del racconto erano incredibili per l'epoca. Chi era questo autore miracoloso e dimenticato?
RispondiEliminaMi sono svegliato mentre progettavo studi e ricerche... Bah!
Tintinnoir@: davvero suggestivo il sogno con il simil-Eisner.
RispondiEliminaFiere e bancarelle poi spopolano nel nostro immaginario - e pensare che adesso non mi diverto più come una volta a cercare e sfogliare...
In confronto ai vostri, passo dei sonni noiosissimi :-)
RispondiEliminaMa non solo: quando leggo un romanzo o un fumetto, salto qualunque racconto di sogno. Non li capisco e mi dà fastidio leggerli perché li trovo completamente estranei ai (pochi) ricordi di sogni che ho. Ehm... sì, mi sa che dovrò farmi vedere da uno bravo :-)
concordo con Massimo ortolano... quando leggo un libro non sopporto i racconti dei sogni e li leggo superficialmente o li salto! non tanto perche non li riconosco, ma perche' mi annoiano, preferisco i racconti della realtà.
RispondiEliminaricordo pero' ancora un sogno di quando avevo 6-7 anni, vedevo Lupin proiettato sul muro in una delle sue espressioni sceme e io ridevo ridevo ridevo... se lo ricorda anche mia madre che ancora adesso me lo rammenta ogni tanto! :-)
A parte Elisa (lo so il C fa questo ed altro, scommetto che c'era di mezzo una spruzzata di * e &) e il Masayume, ancora da vedere, il mio problema è il tema del blog: se sono troppo tecnico scappano tutti, se sono troppo banale mi becco delle frecciate che non ti dico. E poi in questo caso specifico devo parlare di cose fatte dai Padri Fondatori dell'informatica. Però mi hai dato un'idea: ne parlerò nel post dell'anniversario e ti citerò come ispiratrice ;-) :-D
RispondiElimina@juhan: lol... potrei venire a visitare il tuo blog di persona... abitiamo a 3 km di distanza ;-)
RispondiElimina@Pat: scusa per l'uso privato del tuo blog :-)
@ Massimo Ortolano
RispondiEliminaquesto m'incuriosisce assai!
@ Patrizia
continua a scusare l'occupazione del blog per chat private
Onelulu@: mi sa che tua madre ti prenderà in giro a vita per quel sogno :)
RispondiEliminaAnche a me non piacciono molto le descrizioni di sogni in letteratura, a meno che siano stringate e strettamente legate al senso della trama: descrivere i sogni è difficilissimo, le particolarità dei sogni sono nelle sensazioni molto personali che questi ci lasciano - come fare a descriverle?
Massimo@: nessun problema, anzi sono curiosa di dove si è andati a finire con questo argomento!
juhan@: non capirò nulla ma a questo punto voglio leggere il tuo post...eh eh
@juhan: se ti 't ses d'Piubés, mi sun d'Vineuv :-)
RispondiEliminaEh?!
RispondiEliminaEh eh! Era in piemontese, perché juhan nel suo profilo blogger ha messo come ubicazione Piubés, Türin (Piobesi). E io gli ho risposto che "se tu sei di Piobesi, io sono di Vinovo (Vineuv)". I due paesi sono a 3 km!
RispondiElimina@ Patrizia: Vinovo è un postaccio, figurati che c'è Mondo Giuve ed è capace che il Massimo ci passa davanti tutti i giorni se è quello che lavora al Poli, altro posto che ti raccomando!
RispondiElimina@ Massimo Ortolano: Mi sa che dobbiamio vederci una volta o l'altra...
@Patrizia: Confermo! Mondo Ggiuve è una piaga e a me tocca proprio passarci davanti ogni mattina per andare in quell'altro postaccio. Non parliamo poi della nebbia che ristagna perenne su questo paesello...
RispondiElimina@juhan: mi sa anche a me... ;-)
@ Massimo
RispondiEliminaPerò dai raccontala giusta: la nebbia c'è solo quando non ci sono le zanzare.
@ Patrizia
Adesso smettiamo.
Oh, non ho detto nulla eh :)
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