Una delle poche cose positive del digitale è che è possibile vedere dei canali Rai che non siano dei cloni di Mediaset, con tutte le sue brutture.
Una volta - sembrano secoli fa - la Rai era (o tentava di essere) un servizio pubblico: produceva dei documentari di grande livello che documentavano un'Italia in bilico tra passato e modernità, in tutte le sue contraddizioni.
L'altro giorno mi è capitato di vedere i primi 15 minuti del documentario "Il vicebrigadiere di Montevago" del grande Sergio Zavoli; Montevago è uno dei paesi coinvolti nel disastroso terremoto del Belice (Sicilia occidentale) del 1968.
Colpita dalla testimonianza del vicebrigadiere che si vede a inizio documentario ho fatto delle ricerche sul web per poter trovare delle notizie in più, e ho trovato un sito della Rai dove è possibile rivedere in streaming altri storici documentari del suo vasto archivio, molti dei quali scaricabili dopo aver pagato pochi euro ("Il vicebrigadiere di Montevago" lo si può avere per 1,50 €).
Consiglio almeno la visione della prima parte del documentario, dove si può vedere e ascoltare la storia di questo vicebrigadiere che si trova dinanzi a una catastrofe incredibile: nel suo racconto (fatto in un italiano corretto ed efficace) troviamo il senso di colpa del sopravvissuto, la volontà di dare un volto e un'identità alle persone scomparse, lo sbigottimento di fronte a una distruzione così totale.
Nella seconda parte del documentario Zavoli torna in quei luoghi nel 1990, trovandovi ancora delle persone che vivono nelle baracche del 1968. D'altronde è nota la comparazione che si usa fare tra il terremoto del Belice e quello altrettanto disastroso del Friuli nel 1976: come furono diverse le ricostruzioni! Da una parte ritardi eterni e soldi buttati, miseria, incompetenza; dall'altra veloce riscostruzione, efficienza.
Sono una delle tante/i siciliane/i che in giovane età hanno abbandonato la propria terra d'origine per percorrere qua e là l'Italia; si può dire che conosca poco la Sicilia, ma so per certo che la maggior parte delle persone è migliore delle istituzioni e della cultura che in quella terra bellissima hanno fatto di tutto per tenerla in un'arretratezza che comincia dalle cose più basilari - come i collegamenti ferroviari e autostradali. Altro che ponte sullo stretto! Chiedete a dei siciliani cosa vuol dire andare da Palermo a Messina, ad esempio.
Ho un rapporto d'amore e odio con la Sicilia, non mi è possibile capire e giustificare tutte le sue contraddizioni; eppure tra i siciliani ho conosciuto alcune delle persone più talentuose, buone, e incredibilmente generose - ce ne vorrebbero di più? è davvero impossibile sognare un riscatto di questa terra, così bella ma anche così trascurata fino all'autolesionismo?
Per la visione in streaming del documentario avverto che Firefox col Mac ha difficoltà a visualizzarlo, non so perchè; nessun problema con Safari.
Grande post! Ma la colpa è un po' anche dei siciliani: si fanno governare dagli "amici", anche se questi hanno un senso della giustizia alquanto particolare, per non dir altro. Lo so è difficile ma si può cambiare, hai presente la Rivoluzione Francese?
RispondiEliminaForse basterebbe anche meno.
Certamente i siciliani hanno grandi colpe - così come gli italiani a votare certe persone amiche degli amici, no?
RispondiEliminaIn Sicilia putroppo certe cose sono compromesse dalla pesantezza della Storia - e se non si vive lì e non si vedono le cose dall'interno è fin troppo facile pensare "ma perchè continuano a votare queste persone che invece di migliorare le cose le peggiorano?". La risposta è apparentemente facile - apparentemente, appunto.
Non credo alle Rivoluzioni, e non credo che in Sicilia cambierà qualcosa per ancora tanto tempo.
Ma il tuo cognome... finisce per I... forse è di origine romana?
RispondiEliminaAl liceo un professore mi disee che la "costruzione" del mio cognome era tipica della Magna grecia (usò un termine tecnico che adesso non ricordo); in effetti la Sicilia orientale ne fece parte, quindi tutto torna...
RispondiEliminaDove è andato a finire il video e dove si può acquistare? Il link del video non funziona più :-(
RispondiEliminaMi dispiace, purtroppo spesso i siti dopo un po' di tempo tolgono i video o i documenti, non so perché. Non credo che questo video si trovi in vendita, forse si può trovare in qualche mediateca, ma in prestito.
RispondiEliminaAltra speranza è che lo passino prima o poi su RaiStoria o qualche altro canale digitale della Rai, ma bisogna tenere d'occhio i palinsesti.