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Attenzione: NON faccio scambio link e banner - grazie! Vendo tavole originali dei miei lavori bonelliani e realizzo disegni su commissione (per info p.mandanici@gmail.com)



sabato 28 luglio 2012

Diario di viaggio...letterario -6

Il viaggio inizia da qui. Tutti gli altri post sono leggibili sotto l'etichetta "Diario".


27/7/2012

Stamattina ho combinato poco e niente, sono andata in un grosso centro commerciale non molto lontano da casa mia per comprare un po' di cibo per Milou (tutta roba dietetica, compresi i biscottini che ormai pretende a ogni fine pasto).
Pochi giorni fa ho avuto uno scambio di messaggi molto profittevole con Luigi Coppola, storico disegnatore di Martin Mystére; anche lui ha iniziato a usare Manga Studio per inchiostrare le tavole, e al contrario di me ha esplorato e personalizzato lo strumento Pen di questo software (dopo l'estate credo che gli farò un'intervista a proposito).
Devo ringraziare Luigi perché stimolata dalla conversazione sono andata a provare dei settaggi diversi del pennello, che adesso non uso più nella forma con punta tonda ma con un rettangolo messo per obliquo: il risultato è che si ha la sensazione di usare un pennino, e oggi ad esempio mi sto rendendo conto di quanto mi sembri di lavorare meglio inchiostrando con questo tipo di punta.
Questo per dire che non sono affatto una "maestra" di Manga Studio, e che ci sono ancora cose da scoprire e perfezionare.
Nelle foto forse si può notare la differenza di segno a seconda dei vari tipo di Pen, se a forma tonda, quadrata (che ho modificato facendolo diventare un rettangolo, basta regolare…); esiste anche la forma poligonale, in cui si può scegliere il numero di angoli e la lunghezza (spostandoli con drag & drop).

La morte di mia zia mi ha fatto riandare ai tempi in cui ho vissuto a Messina (poco in realtà) o quando ci ritornavo per le vacanze; non ci torno ormai da 20 anni, non riesco a credere sia passato tutto questo tempo…
Oggi ho avuto un'illuminazione e ho usato la funzione Street View con Google maps  per percorrere nuovamente quelle strade dai nomi familiari. E' un metodo davvero straniante per superare di colpo 1200 km e due decadi intere. Ho trovato la strada in cui la mia famiglia ha vissuto per due anni, quella dove abitava la zia, persino quella dove avrebbe dovuto esserci "La cassaforte del Vecchio Papero", una fumetteria aperta nel 1975 (e io devo esserci andata da subito) ancora esistente almeno fino al 2010, come documenta questo video; con Street View però non riesco a trovarla.
A proposito di questa fumetteria...

Il viaggio del giorno: "Tex" di Gianluigi Bonelli (e tanti grandi disegnatori)

Ho iniziato a leggere Tex forse verso i 9/10 anni, non ricordo bene. "La cassaforte del Vecchio Papero" sopra menzionata non coincide con i miei ricordi di un posto piccolo e oscuro (buio direi) con pile di fumetti di ogni tipo appoggiate per terra e in ogni angolo, ma può darsi che in 35 anni il luogo sia cambiato, così come è possibile che prima di questa fumetteria io ne frequentassi un'altra - chissà. Ricordo benissimo che con i pochi soldi a disposizione compravo dei fumetti, poi quando li finivo tornavo dove li avevo comprati e in cambio di 2 me ne davano 1. 
Ancora adesso ho (o avevo? non lo trovo più!) un numero credo di Tex con il timbro della "Cassaforte del Vecchio Papero", lo stesso logo che si può vedere in alto sull'insegna.
Naturalmente non avevo la possibilità di comprare gli albi in modo cronologico, ho avuto fin da subito grosse lacune nella lettura di Tex, solo parzialmente coperte negli ultimi anni.
Il disegnatore che amavo di più era Ticci, una tecnica e un'espressività inarrivabili. Poi naturalmente Galleppini, Letteri, Nicolò - e parlo solo dei miei ricordi degli anni settanta. 
Le storie che mi hanno colpito e che leggevo e rileggevo: le saghe con Mefisto, quelle con Morales (tra l'horror e la fantascienza), quelle ambientate nel nord  (proprio "Sulle piste del nord" si intitola l'inizio di una di queste storie, una tra le più belle e disegnate da un Ticci al massimo della forma), quelle con protagonista la comunità cinese, e come storie più isolate ricordo con tanto piacere quella con l'essere misterioso chiamato Sasquatch, o quella con El Muerto (meravigliosa).
  

8 commenti:

  1. il Sasquatch è la versione del delta del Mississippi di Bigfoot, Yeti, Yowie, Baban , Servan (lo Yowie è australiano, gli ultimi due della West Padagna, ormai dimenticati (credo)).

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  2. Sì, sapevo delle varie versioni internazionali di questo essere leggendario, ma il Baban e il Servan?!

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  3. Beh il Baban è il Babau, l'uomo nero che spaventa i bambini. Il Servan è invece il Bigfoot di questa zona. È alto più di cinque metri, se riesce a acchiappare una ragazza le taglia i capelli a zero, non so se solo quello. Ma non credo che qualcuno ne parli ancora, io sto raccontando cose sentite più di 50 anni fa --sono vecchio.

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  4. Il Servan mi sembra davvero interessante!, sarebbe da chiedere a Boselli se ne ha sentito parlare e se ne sa qualcosa in più (Boselli che col suo Dampyr scova leggende di ogni tipo dei 4 angoli della Terra).

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  5. Mi sembra un'ottima idea! Nel frattempo ho pensato che il nome potrebbe venire da "servai" (selvaggio) o "servent" (servente, aiutante, garzone). Ma forse è più un affaire da Dylan Dog.

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  6. Il giro a Napoli l'ho fatto perche' poi, presa a nolo l'auto, sono andato in un paesino in provincia di Salerno (giusto limitrofo a dove Cristo si fermo'), paese natale dei miei genitori e dove ancora risiedono zii e cugini. Ci mancavo da circa 15 anni, ho trascorso li tutte le estati fino ai 17 anni e anche qualche natale. Prima di andarci anch'io mi sono fatto il tour virtuale con google street view... tanto che poi mi son detto... be', allora che ci vado a fare? ovviamente scherzavo, ero solo in preda all'ansia.

    In ogni caso, sulle scale fresche e buie della casa di mia nonna, mi e' tornato in mente la lettura ossessivo-compulsiva del teatro di Eduardo. Ero adolescente e quell'estate mi rifiutai praticamente di uscire di casa: il buio, il silenzio, mia nonna che odorava di terra e ovviamente la lettura mi proteggevano dall'esplosione di luce, voci e ormoni che c'erano fuori, minacciosi (almeno per me). Pero' leggevo in napoletano e di storie fatte di gente, di confusione e di vita... mia nonna avra' pensato di avere un nipote scemo, o semplicemente era contenta della compagnia.

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  7. Davvero uno strano modo di stare a Napoli, il tuo, ma posso capire :)
    E della lettura di Eduardo cosa ti è rimasto? Cosa ti è piaciuto di più?

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  8. Ero giovane e mi piaceva il fatto di leggere in quel napoletano semplificato e di chiedere ogni tanto ai parenti cosa significassero le parole che non conoscevo. Poi erano belli i personaggi popolari, i ficcanaso che puntualmente facevano da comparsa e da spalla (e che guarda caso assomigliavano troppo ai quotidiani rompicoglioni che entravano nel portone di mia nonna...) e per varie ragioni mi aveva particolarmente colpito il natale drammatico di "Natale in casa Cupiello". Detto questo mia nonna e' morta ormai da 10 anni e il tempo cambia tutto e tutti. ciao

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Attraverso i commenti io vengo a sapere solo il nome che è stato indicato dal commentatore, nient’altro. Se qualcuno vuole che io tolga i propri commenti può scrivere a p.mandanici@gmail.com e provvederò alla loro eliminazione.